martedì 10 maggio 2011

Thyssenkrupp contro i padroni assassini

Gravissime la posizione e le dichiarazioni di Confindustria ed in particolare del Presidente E. Marcegaglia rilasciate ieri a difesa dell'applauso reso in solidarietà all'ad della ThyssenKrupp H. Espenhahn, recentemente condannato in primo grado a 16 anni e mezzo per la morte dei 7 lavoratori nel rogo di Torino: Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi. Uccisi in nome del profitto.
Confindustria, anziché prendere le distanze dagli assassini della ThyssenKrupp, che non hanno esitato a lucrare ignobilmente sulla pelle dei lavoratori, esprime loro solidarietà e vicinanza, dimenticando il terribile calvario patito dalle vittime e dai loro familiari e parenti, dimostrando un cinico disprezzo verso la vita dei lavoratori.
Le parole della Marcegaglia lasciano intendere che sarebbe più conveniente investire laddove norme e controlli in fatto di sicurezza sul lavoro siano meno vincolanti per le imprese. Queste le orribili aspettative che i vari Marcegaglia, Espenhahn, Marchionne, Carbonato, Di Girolamo e Cicchitto vorrebbero veder avverarsi in questo Paese. La scelta sembra essere:
impunità o delocalizzare dove si può uccidere senza subire processi?
Non possiamo che ritenerci profondamente indignati e offesi da tali dichiarazioni. La sicurezza nei luoghi di lavoro è un obbligo delle Imprese e delle Istituzioni e non può essere delegata in alcun modo ai lavoratori e chi non rispetta le norme e uccide in nome del profitto deve pagare!
Continueremo a portare avanti la lotta per avere non solo giustizia ma un lavoro sicuro e dignitoso per tutti i lavoratori.


Torino, 8 maggio 2011
Ass. Legami d'Acciaio onlus
(Familiari delle vittime ed ex operai ThyssenKrupp Torino)

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