lunedì 28 marzo 2011

Grave incidente nell'appalto Ilva a Taranto

Scoppia pneumatico della gru

due feriti all'Ilva, uno è grave

Sono dipendenti dell'Itas, azienda che opera in regime di appalto all'interno dello stabilimento siderurgico. Uno dei due è grave.
Due lavoratori della ditta Itas, dell'appalto Ilva, sono rimasti feriti - uno dei quali in modo grave - in un incidente sul lavoro avvenuto nel cantiere dell'azienda all'interno dello stabilimento siderurgico di Taranto.
I due operai, a quanto si è saputo, stavano gonfiando uno pneumatico di una gru di proprietà della stessa ditta di manutenzione che, per cause in corso di accertamento, è scoppiato. In seguito allo spostamento d'aria, uno dei lavoratori, Giuseppe Chirico, di 60 anni, è caduto per terra
provocandosi la frattura di un braccio.
L'altro, Antonio Napolitano, di 57 anni, è stato colpito con violenza dal cerchio metallico e da pezzi del pneumatico e ha riportato un trauma guanciale e altre lesioni. Entrambi sono stati soccorsi da personale dello stabilimento e poi trasportati in ospedale. A riportare la peggio è stato Napolitano, per il quale i medici si sono riservati la prognosi. L'uomo comunque non corre pericolo di vita. Un terzo operaio presente al momento dell'incidente è rimasto illeso.

L'appalto Ilva è divenuto il nuovo campo di pericolo per gli operai Ilva.
Mentre nello stabilimente centrale, cassaintegrazione straordinaria divenuta in deroga e licenziamenti degli interinali, nell'apppalto, licenziamenti di massa nel silenzio assenso dei sindacati confederali e condizioni di massimo sfruttamento e insicurezza per chi riesce a lavorare

Slai cobas per il sindacato di classe
Taranto

domenica 20 marzo 2011

Immigrati e morti sul lavoro.


Costruiamo un appuntamento nazionale a maggio giugno a Roma che preveda uno o più presidi ai ministeri e un incontro nazionale sulle morti degli immigrati



la Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro fa appello a mobilitarsi su scala nazionale per le morti sul lavoro degli immigrati con una iniziativa a Roma in primavera morti sul lavoro per effetto di precarietà e mancanza di diritto di cittadinanza battaglia che da tempo è sviluppata dalla rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro e dal comitato 5 aprile a roma dopo la morte di un operaio immigrato alla sapienza a dicembre il 15 aprile a torino delegazione all'udienza finale della thyssen cui seguirà una riunione delle realtà presenti per fare il calendario delle prossime iniziative in cui questa di roma verrebbe inserita

rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro bastamortesullavoro@domeus.it


LANCIANO. Per sapere come è morto Haralambe Ciuboteriu saranno necessari ulteriori accertamenti, ma dalle indagini della polizia emergono novità sulle 'circostanze' del decesso.


haralambe ciubuteriu, operaio di 44 anni è morto in un cantiere di Lanciano lavorava in nero

Intanto sono state accertate diverse irregolarità al cantiere, e tra queste anche l'impianto elettrico non a norma. La polizia ha inoltre verificato che l'operaio non era assunto e la ditta per cui lavorava ha cercato di regolarizzarlo solo dopo la morte. Qualche dubbio sulla regolarità del cantiere alla Polizia era venuto da subito, tanto che, a seguito della morte dell'operaio rumeno, ha posto sotto sequestro il locale e avviato vari accertamenti. Ora sono arrivati i primi risultati. Intanto gli agenti del commissariato di Lanciano hanno riscontrato che l'impianto elettrico non rispondeva alla normativa in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, con un evidente rischio elettrico. Per questo le due ditte edili che lavoravano all'interno del fondaco sono state denunciate. I due operai impiegati, infatti, lavoravano ognuno per una ditta per cui entrambe sono state segnalate per non aver rispettato la normativa di riferimento, l'articolo
8 della legge sul lavoro.

Ai datori di lavoro, in particolare, è contestato il fatto di «non aver preso tutte le misure necessarie - tecniche, organizzative e procedurali - affinché i lavoratori siano salvaguardati dai rischi di natura elettrica.».
Dal sopralluogo, inoltre, sono state evidenziate alcune inadempienze in materia di sicurezza su alcuni dei materiali utilizzati (in particolare un ponte su ruote) per le quali verranno applicate le relative sanzioni. I risultati dei controlli dei tecnici della Asl, in questo senso, saranno determinanti per individuare tutte le irregolarità del cantiere e procedere con le sanzioni amministrative e, probabilmente, con altri provvedimenti di carattere giudiziario.

Ma per l'impresa per la quale lavorava l'operaio deceduto i rischi sono anche altri. Da una verifica, infatti, è emerso che il lavoratore deceduto non era stato assunto regolarmente. Il datore di lavoro, ritenendo di non essere scoperto, lo aveva assunto lo stesso giorno del decesso, il 14 marzo.
Ma è bastato un semplice accertamento da parte del personale del Commissariato dal quale è emerso che le relative pratiche di assunzione erano state effettuate in ore successive al decesso del rumeno. Anche per questo il datore di lavoro sarà sanzionato.

Le novità emerse sulle irregolarità del cantiere non possono, ovviamente, non pesare sulle indagini relative alla morte dell'operaio, anche se per la Polizia restano comunque due situazioni indipendenti.

L'autopsia sul cadavere del 44enne, effettuata dall'anatomopatologo Ivan Melasecca su incarico della procura della Repubblica di Lanciano, infatti, ha accertato che la morte è avvenuta per arresto cardiaco, ma non ha chiarito per quale motivo. Due le ipotesi plausibili: la morte naturale, probabilmente a seguito di un infarto; oppure la morte causata da folgoramento. In questo senso è fondamentale effettuare nuovi accertamenti sull'irregolarità dell'impianto elettrico perché proprio questo potrebbe aver causato una scarica elettrica fatale per il manovale.

La verità sulla morte del rumeno, tuttavia, sarà accertata soltanto quando saranno resi noti i risultati definitivi dell'autopsia, e a seguito di ulteriori esami istologici a cui il corpo del 44enne sarà sottoposto.

mercoledì 9 marzo 2011

Un'altra vita spezzata alla Fincantieri di Marghera - appello della rete nazionale


la rete nazionale fa appello a una mobilitazione in tutta la Fincantieri e a una iniziativa nazionale a Marghera
bastamortesullavoro@gmail.com

Comunicato su Ennesimo morto in Fincantieri

OGGI SCIOPERO DI 8 ORE MA IERI NON E' STATA BLOCCATA LA FABBRICA SUBITO COME
CHIESTO DALLO SLAI COBAS per il sindacato di classe A TREVISAN
RAPPRESENTANTE PROVINCIALE FIOM
08-03-2011 - Marghera - Lo sciopero questa volta c'è stato, di tutta la
giornata, alla Fincantieri di Marghera. Occorre che quando accadono eventi
come quello di ieri dove è morto Giuseppe Fazio, operaio siciliano di
Augusta dipendente della TF Impianti subappalto della Simic all'interno
della famigerata Fincantieri, si riunisca immediatamente l'assemblea
generale fermando tutta la produzione. Lo sciopero di oggi, per quanto
corretto, era previsto, invece quando accadono questi fatti, Trevisan e
tutta la RSU dovrebbero immediatamente lottare con il Cobas e con tutti gli
operai d'avanguardia per fermare tutta la produzione ! Questo ennesimo
assassinio, che ricorda l'incidente in cui perse la gamba un operaio
albanese un anno fa, è il secondo morto in due settimane in Fincantieri tra
Monfalcone e Marghera. Lanciamo la parola d'ordine di una manifestazione
nazionale della Rete per la Sicurezza sui posti di lavoro a Marghera con
l'occupazione simbolica della Fincantieri stessa, per permettere alle masse
di capire come accadono questi omicidi ! Evidentemente il management di
Fincantieri, che siamo convinti abbiano giocato politicamente apposta la
carta della cassa integrazione, anziché riassumere direttamente il personale
specializzato degli appalti e mettere ordine negli appalti stessi, pensa di
far dimenticare anche le pesanti condanne sull'amianto. Invece altri pensano
di far passare sotto attenzione la gravissima dinamica della logistica
(autotrasporti) che miete vittime anche nelle fabbriche, come accaduto
recentemente nel capannone a Martellago dove un pezzo di cemento ha travolto
un autista, alla San Benedetto con i ritmi pazzeschi del reparto pallets con
l'azzoppamento di un nostro compagno, al Porto, con il camion finito in mare
e l'autista annegato, e ieri alla Fincantieri, con un camion che ha travolto
e ucciso un operaio

UN'ALTRA MORTE BIANCA IN FINCANTIERI
Il lavoratore Giuseppe Fazio di 34 anni, dipendente di una ditta di appalto
che è stato investito ieri da un camion in manovra all'interno della Fincantieri di Marghera, non ce
l'ha fatta.
E' mancato alle 2 di questa mattina, a causa delle gravi lesioni riportate
nell'incidente che lo ha coinvolto.
Il coordinamento nazionale Fincantieri, insieme a FIM, FIOM, UILM Nazionali,
esprimono profondo cordoglio e solidarietà ai familiari e ai colleghi di Giuseppe.
E' necessario che le autorità competenti facciano immediatamente chiarezza
sulla dinamica e sulle cause del tragico incidente avvenuto ieri.
Questo tragico evento si somma all'incidente mortale avvenuto in Fincantieri
Monfalcone il 21 Febbraio scorso, nel quale ha perso la vita Ismail Mio, un giovanissimo
operaio, anch'egli dipendente di una ditta dell'appalto.
Anche in quell'occasione, come ormai avviene da molto tempo e
quotidianamente, è stato da noi contestato e denunciato il modello organizzativo adottato da Fincantieri il
quale, a questo punto, va urgentemente rimesso in discussione: l'Azienda deve finalmente prendere atto
di questa necessità!
Questo modello non migliora l'efficienza produttiva, fa aumentare la
confusione all'interno del cantiere e, soprattutto, scarica sui lavoratori i rischi generati da una
disordinata rincorsa alla competitività, alla produttività e al profitto; rischi che, in modo
evidente, sono sottovalutati o, addirittura, ignorati da parte di un'Azienda che non sta controllando
adeguatamente il processo produttivo.
A questo proposito verrà richiesto immediatamente un incontro urgente a
livello nazionale per riaprire la questione sicurezza e per attivare tempestivamente ogni
possibile soluzione per mettere in sicurezza tutti i cantieri.
FIM, FIOM, UILM Nazionali approvano e sostengono tutte le iniziative che le
Organizzazioni Sindacali territoriali di Venezia, insieme alla RSU del cantiere hanno
deciso di intraprendere, in risposta al tragico evento.
Dichiarano inoltre, per la giornata di Mercoledì 9 Marzo 2011, 1 ora di
sciopero in tutti i siti e stabilimenti del Gruppo Fincantieri, con modalità da definirsi a livello
locale.
FIM FIOM UILM Nazionali
Roma, 8 Marzo 2011.