martedì 21 dicembre 2010

PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 20 DICEMBRE

L'udienza odierna si apre alle ore 9:20 con il completamento dell'esposizione della ct epidemiologica del dottor Romano.
Come già segnalato durante la seduta precedente, il ct della difesa Schmidheiny basa tutta la sua consulenza su quelle in precedenza presentate dai ct del pm; egli insinua furbescamente - attraverso l'estrapolazione di ben pochi casi limitatamente a Casale Monferrato - come, in presenza di più malattie concomitanti, spesso la causa prevalente del decesso non sia il tumore da amianto.
Peraltro, per poter impunemente esporre le sue tesi senza che gli possano essere contestate in toto, il Romano inizia il suo intervento affermando che gli studi epidemiologici sono soggetti a distorsioni anche rilevanti: in questo modo si mette al riparo dalla contestazione dei suoi assurdi postulati.
Tutto ciò è un segnale della debolezza estrema delle tesi difensive - che assomigliano sempre più al tentativo di arrampicarsi sugli specchi - e da questo si evincono le difficoltà sempre maggiori nel rispondere alle contestazioni mossegli sia dal pm sia dagli avvocati delle parti civili, in particolare dagli avvocati Mara e Bonetto.
Dopo una pausa, viene ascoltato il professor Cottica - docente a contratto di igiene industriale presso le università di Pavia e Brescia: questo schifoso servo (della difesa del barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne) espone la sua valutazione dei dati, riferiti agli anni 1971/73 - quando il suo padrone sedeva nel cda della Eternit Italia S.p.A. - degli investimenti in termini di miglioramento delle condizioni ambientali e di lavoro nello stabilimento di Casale Monferrato e dei loro effetti sulla salute dei lavoratori; per capire quale sia il suo grado di attendibilità, basti pensare che costui ha il coraggio di affermare che, per valutare l'amianto, occorre mettere sulla bilancia tutti i danni da questo provocati, ma anche i benefici portati (!) dallo stesso.
A seguire si procede al controinterrogatorio del dottor Silvestri da parte degli avvocati della difesa.
I legali dei padroni genocidi, in particolare l'avvocato Alleva, cercano di mettere il ct in difficoltà attraverso decine di richieste di precisazioni, per la maggior parte totalmente pretestuose, proposte solo nel tentativo di confondere e screditare il ct: questi regge bene il confronto dimostrandosi assai attendibile; per contro è piuttosto indicativo del crescente nervosismo della difesa l'atteggiamento sempre più strafottente dell'Alleva, che pone le domande con tono sempre più alto e quasi minaccioso, posto per intimidire - bisogna dire senza alcun risultato - il ct.
La prossima udienza sarà lunedì 17 gennaio, quando verranno ascoltati degli epidemiologi della difesa ed il primo medico ct del pm; il 24 gennaio, poi, sarà ascoltato il dottor Marsh, epidemiologo statunitense della difesa Schmidhheiny.
Torino, 20 dicembre 2010

Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

lunedì 20 dicembre 2010

PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 17 DICEMBRE

UDIENZA DEL 17 DICEMBRE

Dopo che nella scorsa seduta si è conclusa la requisitoria del pm con le richieste sanzionatorie, riprende oggi - venerdì 17 dicembre - la sfilata delle parti civili, dopo che la volta scorsa c'è stato giusto il tempo di ascoltare l'avvocato Maggiore in rappresentanza della Regione.
Il primo a prendere la parola è l'avvocato Bittone della provincia di Torino, il quale richiede il risarcimento per danni morali - per la lesione delle proprie prerogative in materia di lavoro ed ambiente - nella misura di 1.500 mila, con una provvisionale immediatamente esecutiva di Euro 500 mila.
Subito dopo tocca alla legale della città di Torino, la quale richiede il risarcimento danni morali e non patrimoniali nella stessa misura e con la medesima provvisionale della Provincia, mentre per quanto concerne il danno patrimoniale chiede una valutazione equitativa da parte della Corte.
A seguire, dopo una pausa di 45 minuti, la parola passa ai legali delle tre organizzazioni sindacali confederali di categoria - Lamacchia, Fim-Cisl; Poli, Fiom-Cgil; Bonino, Uilm - i quali richiedono di condannare gli imputati, per i gravissimi danni subiti a causa del loro criminale comportamento, chiedendo, ognuno per suo conto, risarcimenti pari ad almeno 150 mila Euro, con provvisionali da determinare in via equitativa, ma che non possono essere inferiori a Euro 75 mila; va precisato che tale somma va intesa per ogni sindacato.
La prossima udienza, esaurite quelle previste per il 2010, avrà luogo il giorno venerdì 14 gennaio 2011.Torino, 17 dicembre 2010 Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino



martedì 14 dicembre 2010

PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 14 DICEMBRE


Nel giorno in cui ha luogo l'undicesima parte della requisitoria del pm Raffaele Guariniello, e da otto giorni si è doppiata la boa del terzo anniversario dell'eccidio dei sette operai arsi vivi alla linea cinque dello stabilimento torinese della multinazionale tedesca dell'acciaio Thyssenkrupp, arrivano finalmente le richieste di condanna per i sei imputati (Harald Hespenhan, Gerhard Prignitz, Marco Pucci, Daniele Moroni, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri), e dell'azienda stessa, per i reati di incendio, omicidio e omissione di cautele antinfortunistiche.
E' bene ricordare che questo è il primo processo in Italia nel quale il datore di lavoro è accusato di omicidio volontario ed omissione dolosa di cautele antinfortunistiche, e questo è il motivo per cui viene celebrato davanti alla Corte di assise, con sei giudici popolari che non sono certamente profondi conoscitori del codice penale.
E' questo, essenzialmente, il motivo della lunghezza della requisitoria del pm, che ha avuto la sua ragione di essere nel far conoscere - il più precisamente possibile - ai giudici non togati i reati compiuti dagli
imputati: delitti gravissimi dei quali dovranno rispondere non soltanto in sede giudiziale, ma anche rispetto alle proprie coscienze, se mai ne dispongono di una (per inciso: è convinzione di chi scrive che la coscienza non alberghi affatto in loro).
Per l'occasione - oltre all'ormai usuale presidio esterno della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, in questo caso affiancata dai ragazzi di Terra del fuoco - l'aula è più gremita che mai, anche grazie alla presenza di un autobus di familiari delle vittime dell'amianto di Casale Monferrato, in visita di solidarietà.
Alle ore 9:30 si apre la seduta ed i pm, a turno, espongono le ultime parti della loro requisitoria, queste incentrate sui metodi di determinazione della pena e sull'applicazione della stessa.
Al termine vengono fatte le richieste.
Per quanto concerne la società. Sanzione pecuniaria di Euro 1.500 mila - praticamente il massimo possibile - più sanzioni interdittive: esclusione da tutte le agevolazioni, e da tutti i finanziamenti pubblici, ed eventualmente revoca di quelli già accordati, per la durata di un anno. Pubblicazione della sentenza nelle zone di interesse, in modo da renderla il più conosciuta possibile.Confisca di Euro 800 mila di utili fatti indebitamente.
Per quanto riguarda gli imputati persone fisiche - che Guariniello definisce "persone con una eccezionale capacità di delinquere" in riferimento al tentativo di inquinare le prove sin da subito. Hespenhan: pena detentiva di anni 16 e mesi 6 (avrebbero dovuto essere 21, ma si è considerata un'attenuante importante la sua condotta processuale non disdicevole); Prignitz, Pucci, Salerno e Cafueri: anni 13 e mesi 6; Moroni: anni 9, per il suo atteggiamento collaborativo durante il processo.
Dopo una pausa di circa cinquanta minuti, la parola passa al primo degli avvocati delle parti civili, l'avvocato Maggiora per la regione Piemonte: questi, nel suo interminabile intervento, chiede che le spese sostenute dalla collettività per far fronte alle conseguenze dell'incendio - che egli quantifica in Euro 1,50 a residente in Regione, per un totale di Euro sei milioni circa - vengano risarcite dalla Thyssenkrupp.
La prossima udienza è in programma venerdì 17, e vedrà la continuazione degli interventi delle parti civili.
Torino, 14 dicembre 2010

Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

lunedì 13 dicembre 2010

PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 13 DICEMBRE



Mentre, martedì 7 dicembre, il Consiglio comunale di Casale Monferrato conferma lo stanziamento di tre milioni per la riqualificazione dell'area dove sorgeva lo stabilimento Eternit - verrà creato un parco pubblico, una pista ciclabile ed un parcheggio - ed il venerdì successivo viene presentato, presso l'ex Circolo ricreativo dell'Eternit (attualmente Circolo ricreativo comunale) di via Visconti 2, il libro "La mala polvere" della giornalista della Stampa Silvana Mossano, continua, presso il tribunale di Torino, il processo ai due padroni genocidi dell'industria del cemento-amianto: il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny ed il barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne.
La seduta odierna prevede l'audizione degli epidemiologi ct delle parti civili e delle difese (il professor Terracini, per la regione Piemonte, ed il professor Romano per la difesa Schmidheiny); questo però non prima di aver ascoltato i ct della Procura, dottor Menegozzo e dottor Poma, sulle evidenze epidemiologiche riguardanti lo stabilimento di Bagnoli.
I due dottori tratteggiano uno scenario epidemiologico che ha poco da invidiare a quello di Casale Monferrato - la città alessandrina di 35 mila abitanti che ha subito più di 1.600 lutti a causa dell'amianto; si pensi che, con riferimento soltanto agli ex dipendenti, su 1.086 morti nel tempo, ben 365 sono state causate direttamente da malattie asbesto correlate: 133 per cancro al polmone; 9 per cancro alla laringe; 156 per asbestosi (ai quali si dovrebbero aggiungere altri 101 mancati per altri motivi, ma che risultavano essere affetti da asbestosi); 36 per mesotelioma pleurico; 29 per mesotelioma peritoneale; 2 per carcinoma ovarico (un particolare tipo di carcinoma legato senza dubbio all'esposizione all'amianto).
Sembra utile segnalare l'atteggiamento della difesa, perché palesa un tale livello di nervosismo - che sfocia nella assurda ed arrogante pretesa degli avvocati Di Amato ed Alleva di conoscere in anticipo i dati delle conclusioni delle consulenze per poter preparare un'adeguata difesa, rigettata dalla Corte, con un'apposita ordinanza, per palese infondatezza: il cpp prevede che le parti conoscano i contenuti della ct soltanto quando questa venga esposta in aula, in modo che in quel momento possano procedere all'interrogatorio ed al suo controinterrogatorio - da far pensare che gli avvocati si siano resi conto di non avere armi a disposizione, e che quindi puntino tutto sull'allungamento dei tempi del processo perché questo cada in prescrizione dei termini, o magari si interrompa per il decesso dell'89enne belga.
Ad avvalorare questa ipotesi è la successiva richiesta, rigettata seduta stante dalla Corte in base all'ordinanza di pochi minuti prima, di dare tre mesi di tempo al ct Romano per potersi documentare adeguatamente sulle consulenze delle altre parti; come fa giustamente notare il giudice Giuseppe Casalbore, in pratica il ct vuole lavorare solo con i dati degli altri ct, sfruttandone il lavoro: comodo il signorino!
La prossima seduta, che è l'ultima del 2010, sarà incentrata sulla fine dell'esame e sul controesame del Romano - su quel poco che ha detto, e poi sarà la volta del controinterrogatorio del Silvestri; per concludere la parte riguardante gli epidemiologi, la seduta successiva (10 gennaio 2011) verrà ascoltato il dottor Rush, l'epidemiologo statunitense ct della difesa.

Torino, 13 dicembre 2010



Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

Processo Thyssenkrupp... colpa cosciente..presidio della rete nazionale sicurezza sui posti di lavoro.

oggi presidio davanti al tribunale di Torino in coincidenza dell'udienza in cui si tengono le requisitorie dei sostituti pm.
Anche oggi visibile , la presenza costante della rete all'interno dell'aula. Striscioni, bandiere, volantino, megafonaggio.
Oggi l'udienza è stata particolarmente lunga
I familiari tengono molto all'udienza del 14, quando Guariniello dovrebbe formullare le proposte di pena, e invitano, a una presenza il più ampia possibile, in quella giornata è prevista la partecipazione degli operai e familiari Eternit e Viareggio.


PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 10 DICEMBRE

Nel giorno del primo anniversario dell'inizio del processo alla Eternit, si tiene - con inizio alle ore 9:35 - una nuova udienza dl processo alla thyssenkrupp.


La decima parte della requisitoria, affidata alle voci delle due sostitute pm Laura Longo e Francesca Traverso, riguarda - per dirla con le parole della Longo - "il disastroso incendio e la morte dei sette lavoratori".


In ordine a questo tema vengono esaminati i reati compiuti dai sei imputati - l'ad Hespenhan, Prignitz, Pucci, Moroni, Salerno e Cafueri; in particolare, come sembra essere logico, la seduta odierna si sofferma sui comportamenti dell'ad Harald Hespenhan, l'unico che deve rispondere dell'aggravante del dolo eventuale in ordine ai reati di cui agli articoli 414 e 437 del cp: omicidio volontario ed omissione di cautele antinfortunistiche.


Al termine della trattazione, che viene effettuata con l'ausilio delle trascrizioni delle deposizioni rilasciate nel corso del dibattimento anche da alcuni testimoni della difesa, risulta assolutamente evidente la sussistenza del dolo eventuale.


Nella prossima udienza, fissata per martedì 14 dicembre, verranno vagliate le posizioni degli altri imputati; costoro sono perseguiti per gli stessi reati dell'ad ma in forma di colpa cosciente: in pratica avevano tutte le conoscenze per rappresentarsi un alto rischio di incendio sulle linee (in particolare quelle di ricottura e decapaggio) di tutti gli stabilimenti, le possibili conseguenze derivanti dal verificarsi dell'evento, e nonostante ciò non hanno mosso criminalmente un dito per cercare di prevenirlo.


Al termine di quest'ultimo pezzo di requisitoria, il pm Raffaele Guariniello esporrà le sue richieste sanzionatorie.

Torino, 10 dicembre 2010

Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

mercoledì 8 dicembre 2010

campagna contro le morti sul lavoro - 9 dicembre a Palermo




9 dicembre ore 16,30 presidio/volantinaggio
piazza verdi (teatro massimo)

Iniziativa Basta morti sul lavoro
Nell'ambito della settimana di mobilitazione nazionale 4-10 dicembre

Dopo la manifestazione a Paderno Dugnano del 4 dicembre, l'iniziativa cittadina a Taranto, la presenza della
Rete ai processi Thyssenkrupp ed Eternit in corso a Torino, la manifestazione
a Ravenna…
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Sicilia..basta morti e infortuni sul lavoro
La diminuzione degli infortuni sul lavoro in Sicilia, secondo l’ultimo rapporto presentato il 17 novembre scorso dall'Inail, non mette naturalmente in evidenza il fatto che a fronte di tale calo aumenta il numero degli inoccupati, dei disoccupati a causa dei licenziamenti, del collocamento in cassa integrazione, della precarietà sempre più dilagante che tantissimi operai e lavoratori subiscono da mesi, per non parlare di tutto l’ambito che riguarda il lavoro nero dove gli incidenti sul lavoro rimangono sicuramente nascosti.

Altro che inversione di marcia! ma lo si vede dal fatto che gli stessi dati Inail attestano che gli incidenti mortali in fabbrica, nei cantieri, nei lavori legati alla circolazione in strada, in Sicilia a causa delle condizioni di non sicurezza sono invece in aumento.

Basta morti e infortuni sul lavoro!
perché è un dovere collettivo, una parola d’ordine di tutti coloro che pensano che sia necessario lottare fino in fondo per mettere fine alla guerra dei padroni contro operai, lavoratori in nome del profitto!

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Stralci dall’appello nazionale

dal nord al sud

…Dopo una settimana di agonia è morto uno dei 7 operai del rogo di Paderno
Dugnano, bruciato come gli operai della Thyssenkrupp.
Questa morte si aggiunge alla strage infinita di lavoratori che, ad oggi, ha
fatto più di 1000 morti dall'inizio dell'anno, da Capua e Napoli divenuta nuova
capitali delle morti sul lavoro, al nord est, dalla Lombardia alla Sicilia,
dal Trentino alla Puglia, soffocati nelle cisterne, caduti e schiacciati nelle
fabbriche e nei cantieri, folgorati, travolti sulle rotaie....
Il 27% delle vittime sono operai edili, meridionali e immigrati soprattutto,
impiegati nei subappalti nei cantieri del nord, e poi ci sono le morti che non
rientrano nelle statistiche che avvengono sulle strade mentre i lavoratori
vanno o tornano dai turni massacranti di lavoro…
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Rete nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro - Nodo di Palermo

martedì 7 dicembre 2010

Ravenna: giustizia per Diop e Doka! Basta morte di immigrati per i profitti dei padroni

Un primo passo oggi è stato fatto nel lungo cammino della battaglia per i diritti dei lavoratori immigrati, in particolare per la difesa della loro vita nei luoghi di lavoro.

A Ravenna vogliamo giustizia per Diop Gougnao morto al Porto e per Doka Besnik schiacciato da una benna in un cantiere. Partiamo da questa rivendicazione perchè è troppo alto il tributo di sangue all'altare del profitto dei lavoratori immigrati.

Anche a Paderno Dugnano, dove ci sono state 2 vittime nel rogo, la maggioranza era composta da immigrati e uno di loro, un operaio albanese, ha perso la vita. "Lavorava come un cane", hanno denunciato i suoi colleghi: ecco, è proprio questo che chiamiamo moderno schiavismo! Diop faceva il lavoro da facchino ma il suo contratto era quello da "multi servizi", per lui non valeva l'accordo per la sicurezza siglato al porto e prendeva assai meno dei suoi colleghi. Lavoratori si serie B, schiavi moderni.

Contro questa condizione incivile si è tenuto un presidio itinerante promosso dalla Rete per la sicurezza sul lavoro di Ravenna al Centro informazioni immigrati e al centro per l'impiego che aveva come scopo quello di lanciare il messaggio ai lavoratori immigrati che ribellarsi è giusto e necessario, rivolgendosi a loro direttamente perchè la lotta per contrastare il moderno schiavismo nei luoghi di lavoro può avere successo solo con la loro partecipazione attiva e, allo stesso tempo, vogliamo unire tutti coloro che si battono per i diritti degli "invisibili", resi tali da una legislazione e da un governo apertamente razzista, in continuità anche con le proteste di Brescia a Milano che hanno ancora una volta reso evidente, come Rosarno, che sono il supersfruttamento, il legame permesso di soggiorno/contratto di lavoro, le cause principali che espongono maggiormente a rischio della vita i lavoratori immigrati.

I presidi sono parte di una campagna nazionale promossa dalla Rete per la sicurezza sul lavoro contro le morti sul lavoro nella settimana dal 4 al 10 dicembre.

La partecipazione, se pure con piccoli numeri, è stata comunque un segnale chiaro che si deve lottare uniti. Ai presidi ha partecipato Babecar, presidente della consulta immigrati e Charles Tchameni Tchienga dell'associazione "Terzo mondo", gli studenti del collettivo autonomo e l' Assessore provinciale alla Formazione Professionale, Paolo Valenti.

Ora il lavoro deve continuare per costruire una campagna cittadina e nazionale, per lo sciopero generale e per una manifestazione nazionale a Roma.

Il messaggio partito da Ravenna è il nostro contributo alla lotta più generale.

Rete per la sicurezza sul lavoro-Ravenna

tel. 339/8911853

e mail: cobasravenna@libero.it

lunedì 6 dicembre 2010

PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 6 DICEMBRE


Nel terzo anniversario della strage della Thyssenkrupp - che in contemporanea viene ricordata con un convegno nella sala della Regione, in corso Stati Uniti 23 - si tiene una nuova seduta del processo alla multinazionale svizzero-belga dell'amianto: la Eternit.
In questa tornata è la volta degli epidemiologi indicati dal pm come ct: il professor Magnani - professore associato presso l'Università del Piemonte orientale; il professor Barone-Desi - professore all'Università del Maryland (Stati Uniti d'America); il dottor Mirabelli - medico all'ospedale San Giovanni Battista di Torino, sede del registro regionale dei mesoteliomi; il dottor Luberto - referente per la regione Emilia Romagna per le patologie asbesto-correlate.
Tre dei ct si occupano di Casale Monferrato e Cavagnolo, riguardo sia agli operai impiegati negli stabilimenti sia alla popolazione degli insediamenti umani esterni alla fabbrica; il dottor Luberto focalizza la sua attenzione sullo stabilimento di Rubiera e la popolazione circostante.
Tutti precisano, secondo quanto emerge dai dati da loro presi in considerazione, come maggiore è il tempo di esposizione all'amianto, più alto è il rischio di contrarre malattie quali: il tumore al peritoneo, il tumore ai polmoni, il mesotelioma, e l'asbestosi.
Questo fatto è particolarmente significativo perché - considerando che l'organismo elimina spontaneamente nel tempo il 6-7 per cento delle fibre di amianto inalate - demolisce la tesi della difesa (che l'aveva costruita per spostare talmente indietro nel tempo gli effetti della esposizione da escludere ogni qualsiasi responsabilità degli imputati) secondo cui è sempre la prima fibra inalata a sviluppare la malattia.
La prossima udienza è in programma lunedì 13 dicembre, quando verranno ascoltati tutti gli epidemiologi chiamati dalle varie parti in qualità di ct, salvo uno della difesa che sarà sentito, a causa del problema di organizzargli il viaggio dagli Stati Uniti d'America a qui in una settimana, il giorno 10 gennaio.
Infine, il giudice Giuseppe Casalbore precisa che il controesame del dottor Silvestri, originariamente fissato per la prossima seduta, si terrà il giorno 20 dicembre.

Torino, 06 dicembre 2010

Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

domenica 5 dicembre 2010

Manifestazione della Rete contro i morti sul lavoro a Paderno Dugnano





Comunicato stampa su iniziativa della Rete a Paderno Dugnano



Oggi 4 dicembre, come annunciato nelle scorse settimane, si è svolto il presidio in Piazza della Resistenza (e mai nome fu tanto in sintonia) a Paderno, ad un mese dallo scoppio all’Eureco.
Il tutto preceduto da un breve e mirato attacchinaggio, in particolare nella zona della Stazione -
alla Camera del Lavoro e al Villaggio Ambrosiano (quartiere popolare e multietnico, prima sono arrivati i “terroni” oggi gli immigrati, della cittadina, a ridosso di quella che una volta era il cuore produttivo del comprensorio, e che da anni subisce la “crisi” con la chiusura di tante fabbriche, dove, in particolare, si trovano la Lares e la Metalli Preziosi), che da tempo è nel mirino delle lobby della “munnezza” che vorrebbero costruirvi un nuovo inceneritore, osteggiato da un agguerrito gruppo di associazioni di abitanti. Questo attacchinaggio ha rappresentato una ragione in più, non solo per il presidio odierno, ma una conferma e uno stimolo per il futuro. In pratica abbiamo incontrato curiosità-condivisione-incitamento ad andare avanti-ringraziamenti, dal pensionato – ex operaio dell’Alfa Romeo di Arese - che ha voluto le locandine per metterle dove abita, felice che ci fosse ancora chi parla di operai e delle loro condizioni di sfruttamento, sino alla morte; alla lavoratrice, con figlia al seguito, fermatasi a leggere la locandina che ci faceva i complimenti perché parlavamo della precarietà che uccide o del futuro rubato ai giovani, cose da lei vissute in prima
persona visto che piglia lo stipendio a mesi alterni e con il marito in cassa integrazione; dalla barista che ci permetteva di mettere in vetrina la locandina, e che la rimetteva in bella vista per farla
vedere meglio dai tanti lavoratori, italiani e immigrati, intenti a farsi l’aperitivo.


Il presidio, in piccolo, è stata l’iniziativa che ci voleva e che tanti avrebbero voluto fare. Infatti la Rete ha riempito la piazza davanti la sede del Municipio di striscioni che denunciavano “la precarietà che uccide”; o “ che occorre uno sciopero generale contro le morti da e sul lavoro”; o che chiedevano “Eureco: giustizia per Sergio Scapolan e Harun Zeqiri (striscione poi appeso davanti la
fabbrica).

E’ stata allestita una piccola mostra di articoli che ha rappresentato una sorta di contro-informazione; è stato preparato un banchetto con il materiale che la Rete ha prodotto in questi anni,
materiali legati a lotte o manifestazioni, insomma il coniugare il dire e il fare; dall’impianto audio si è fatto il punto sulla vicenda Eureco, è stata spiegata la settimana di mobilitazione nazionale della
Rete, ponendo l’accento in particolare al processo Thyssen e delle morti degli operai immigrati. Ma il momento più toccante, una manifestazione nella manifestazione, è stato l’intervento del “giovane” (data di nascita 1936) artista (artigiano ama definirsi lui, e ha ragione) Massimo De Vita del Teatro Officina, che ha messo in prosa la testimonianza di un operaio della Thyssen su quel tragico 6 dicembre e le poesie di F. Brugnaro (poeta-operaio) tratte da Petrolkiller di G. Bettin. Un intervento che ha commosso, ma che allo stesso tempo ha dato carica e voglia di lottare. Per un momento sembrava che l’orologio della storia si fosse fermato alla Milano degli anni 60/70, dove cultura dava voce agli operai e gli operai si sentivano dei “cervelloni”, anni in cui la parola Unità tra cultura-mondo del lavoro e popolo non era una bestemmia ma la civiltà che avanzava e che cercava
di spazzare l’inciviltà del profitto.

La presenza della rappresentante del Comitato Immigrati di via Imbonati è stata veloce e fugace, in quanto in contemporanea si svolgeva la manifestazione sotto la Torre, ma è stata altrettanto significativa perché si è creato una specie di gemellaggio tra le due iniziative che si sono parlate a distanza con l’impegno a collaborare in futuro.


Il presidio ha visto la presenza di una ventina di persone: dal presidente-l’ex assesore-l’attuale
capogruppo del PD di Paderno che hanno detto che condividevano l’iniziativa e ai quali è stato risposto che la Rete non pone veti sull’appartenenza ma pone veti sugli incoerenti o peggio ancora “collaborano” con le politiche antioperaie (gli è stato contestato il ritiro della mozione durante il consiglio aperto, meglio chiamarlo farsa, che ha rinviato una presa di posizione contro i dirigenti Eureco alle calende greche), nonostante questo si sono detti disponibili ad ospitare iniziative della Rete (non siamo malpensanti ma riteniamo giusto quanto detto dalle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto “FORTI E GENTILI, FESSI NO”); a rappresentanti di Medicina Democratica che hanno portato il loro striscione; a rappresentanti dei Comitati No inceneritore; del Comitato NoExpo (cs Fornace di Rho e lavoratore Conf. Cobas, delegato RLS, di Cinisello); a delegati CUB di Bergamo; a Mirko Pusceddu (ex operaio Thyssen e dell’associazione Legami D’Acciaio) con militante dei Carc (per lui vale lo stesso discorso fatto a quelli del PD). Ma vogliamo ringraziare i tanti padernesi che sono passati dal presidio e che volentieri hanno preso il volantino e si sono informati.


Vogliamo ringraziare in particolare la giornalista del Giorno/Quotidiano Nazionale che nelle settimane scorse ha fatto una puntuale informazione sulla vicenda Eureco e anche della iniziativa
della Rete, e che oggi ha intervistato chi è intervenuto al presidio e, con l’aiuto del fotografo, ha reso il quadro della giornata.


Rete nazionale sicurezza sui posti di lavoro Nodo Milano/Bergamo

retesicurezzamilano@gmail.com; tel 338-7211377 – 335-5244902
Paterno Dugnano 4 dicembre ‘10

Manifestazione a Paderno Dugnano per ricordare i morti dell'Eureco

Da infonodo.org di k.ts.

La Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro si è data appuntamento oggi pomeriggio, sabato 4 dicembre, a Paderno Dugnano, a due passi dal comune per ricordare i morti dell'Eureco.
Il 4 novembre l'incidente, da quel giorno due dei quattro operai feriti sono morti: Arun Zeqiri e Sergio Scopolan.

I problemi del proprietario dell'Eureco, Giovanni Merlino, con la giustizia per inosservanza delle norme sulla sicurezza e per reati ambientali sono stati negli anni numerosi, come scrive in un articolo su il Giorno Umberto Zanichelli ( vedi nella rassegna l'articolo I guai di Gianni Merlino tra inchieste e condanne Norme di sicurezza violate e gestione illecita di rifiuti) , nel 2005 anche una condanna per omicidio colposo per la morte di un operaio deceduto dopo due mesi di agonia, anche lui come gli operai dell'Eureco avvolto dalle fiamme.
Eppure scrive la Rete nel comunicato stampa per presentare l'appuntamento di sabato : “Sono anni che gli organi competenti e le istituzioni, Regione in testa, “rassicurano tutti”, della serie “non sta succedendo niente”. E i padroni dell'Eureco si sono visti rinnovati la convenzione, continuando a fare i loro affari”.
Un'assenza della politica, in questi termini denunciata dagli organizzatori dell'iniziativa, che si è notata anche in piazza, non erano, infatti, presenti nessuna delle forze politiche di Paderno né sui loro siti internet è stata fatta pubblicità all'evento.
Il Pd di Paderno Dugnano ha svolto un'iniziativa analoga il 20 novembre, ma aggregarsi e invitare la popolazione e i militanti a partecipare al presidio, visto il tema che dovrebbe essere caro a tutte le forze di sinistra non poteva certo far male, certamente non al Pd di Paderno Dugnano in cerca anche di un recupero di credibilità dopo quanto emerso nelle recenti inchieste sulla 'ndragheta in Brianza (vedi La 'Ndrangheta in Brianza, nella tana del Bianconiglio).


Durante la manifestazione Massimo De Vita del Teatro Officina ha letto alcune poesie di Ferruccio Brugnaro operaio a Porto Marghera, poeta della Beat Generation tradotto in tutto il mondo, e alcuni brani di “Cosa è morto con i ragazzi della Thyssen” tratto dallo spettacolo teatrale “Scandalo quotidiano di un normale morire”.
Le letture verranno riproposte domenica 5 dicembre all'Enoteca Ligera in una serata dedicata a tutte le vittime sul lavoro (vedi link).
I rappresentanti della Rete hanno informato che questo primo incontro a Paderno Dugnano è inserito in una serie di appuntamenti che dal 4 al 10 dicembre interesseranno tutto il territorio nazionale, il loro obiettivo e giungere a una giornata di sciopero nazionale per la sicurezza sul lavoro.


da MilanoToday » Cronaca »

Esplosione Paderno: il 4 dicembre manifestazione contro morti bianche

L'iniziativa è organizzata da una rete che riunisce comitati e associazioni. Lo scopo è quello di non dimenticare l'esplosione dello scorso 4 novembre che ha causato una vittima e 5 feriti al fine di evitare che si verifichino altri episodi simili

di Redazione - 19/11/2010

Il prossimo 4 dicembre a Paderno Dugnano si terrà una manifestazione contro le morti bianche. L'iniziativa, organizzata dalla “Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro”, che riunisce comitati e associazioni arriva due settimane dopo l'esplosione alla Eureco che ha provocato una vittima e 5 feriti, tra cui uno molto grave.

"Chiediamo che le famiglie abbiano giustizia dopo la morte dei propri cari, e che le istituzioni intervengano drasticamente per arginare questo fenomeno", spiega Giuseppe Gaglio, della Rete. "Devono essere cambiate le normative - ha continuato - perché non si verifichino più situazioni di irregolarità nelle misure di sicurezza, di lavori fatti attraverso appalti e subappalti che mettono in pericolo la vita degli operai". La manifestazione di Paderno Dugnano inaugurerà una settimana di mobilitazione nazionale, con cortei a Taranto e, il 10 dicembre, a Torino, dove è in corso il processo per l'incidente alla Thyssen Krupp.

sabato 4 dicembre 2010

La manifestazione a Paderno Dugnano. L'intervento della Rete

ALL'EURECO COME ALLA THYSSEN: SI BRUCIANO LE VITE OPERAIE IN NOME DEL PROFITTO E DELL'ILLEGALITA' DEI PADRONI, COPERTE DALLE CONNIVENZE POLITICHE!

A un mese dallo scoppio alla Eureco siamo qui, in piazza a Paderno, per rendere omaggio a Sergio Scapolan e Harun Zeqiri, i due operai morti, I NOSTRI MORTI, che si aggiungono alla strage infinita di lavoratori, che ad oggi ha fatto più di 500 morti. Siamo qui nella speranza che gli altri operai ustionati non facciano la stessa fine, anche se sappiamo che il fuoco assassino li ha segnati dentro per sempre. Siamo qui perchè avremmo voluto stringerci, nel dolore, ai loro familiari, parenti, amici, anche se questo, sappiamo, non potrà consolarli della perdita dei loro cari.

Siamo qui per gridare la nostra VERITA' : questi non sono “incidenti”, non sono “morti bianche”; queste sono morti annunciate, questi sono OMICIDI commessi in nome del profitto e del malaffare. E i fatti lo confermano.

Sono anni che all'Eureco si susseguono incidenti e scoppi, che giustamente hanno allarmato i lavoratori, ma anche la popolazione che vive intorno alla fabbrica.

Sono anni che gli organi competenti e le istituzioni, Regione in testa, “rassicurano tutti”, della serie “non sta succedendo niente”. E i padroni dell'Eureco si sono visti rinnovati la convenzione, continuando a fare i loro affari. E come se non bastasse il padrone, il “signor” Merlino, nel 2005 era stato imputato per omicidio colposo per la morte di un operaio in provincia di Pavia, mentre ora il suo avvocato dice che è: “tutta colpa di un errore umano”..

Ma come è emerso dalle indagini, all'Eureco si effettuavano lavorazioni pericolose e non autorizzate. Così come questi lavori erano stati dati in appalto alla Cooperativa TNL, che aveva inquadrato gli operai, in maggioranza albanesi, con un contratto di facchinaggio anziché con un contratto da chimici, aggirando così le normative, molto più restrittive, sulla sicurezza. Per non parlare dell'anomalia del delegato alla sicurezza, RLS, che lavorava in un altro sito.

Insomma più che al lavoro si va in guerra senza la certezza di portare la pelle a casa.

E ancora una volta temiamo che non sia fatta giustizia, “grazie”, si fa per dire, all'operato del governo Berlusconi, con il ruolo di punta dei Ministri Sacconi e Tremonti, con il collegato lavoro che taglia ulteriormente i controlli ispettivi che devono “collaborare” con le aziende; che smantella pezzo-pezzo il Testo Unico sulla sicurezza; con la depenalizzazione e la riduzione delle sanzioni agli imprenditori colpevoli di infortuni o morti per e sul lavoro.

La Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro è stata finora l'unica realtà in grado di condurre una battaglia unitaria e nazionale con le lotte/manifestazioni nazionali a Torino, Taranto, e in ogni luogo in cui è stato possibile arrivare, unendo operai, delegati RLS, familiari, tecnici, medici, associazioni e ogni energia disponibile.

La Rete è stata l'unica alternativa praticata al sindacalismo confederale, in generale complice e inefficace, tranne rare eccezioni, alle politiche di padroni e governo su questo terreno; la Rete è stata ed è alternativa unitaria al vuoto lasciato dall'attività ristretta e puramente episodica dei sindacati di base su questi temi e una linea pratica e metodo contro il settarismo autoreferenziali con partiti, gruppi e organizzazioni che agitano questa battaglia solo come autopropaganda non come battaglia per farla avanzare nell'interesse dei lavoratori.

Ma le forze sono ancora insufficienti, per questo c'è bisogno che altre energie che si vogliono veramente impegnare nella lotta contro le morti sul lavoro, si uniscano nella Rete per sviluppare quel movimento operaio, popolare, sociale, politico e culturale, necessario per incidere in questa battaglia, fino ad arrivare ad uno sciopero generale per la sicurezza sul lavoro, nel quadro della lotta per una rivoluzione politica e sociale che affermi la vita degli operai sul profitto dei padroni e del sistema del capitale.

Rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro : bastamortesullavoro@gmail.com

retesicurezzamilano@gmail.com tel. 338-7211377 blog: bastamortesullavoro.blogspot.com

giovedì 2 dicembre 2010

Un altro immigrato morto sul lavoro a Ravenna. 7 dicembre mobilitazione della Rete per la sicurezza

Un'altro infortunio mortale al porto. La vittima un senegalese 51enne schiacciato da sacchi di una tonnellata

La Rete per la sicurezza sul lavoro di Ravenna, all'interno della campagna nazionale, organizza un presidio il 7 dicembre davanti al centro immigrati e al centro per l'impiego

mercoledì 01 dicembre 2010

Nel primo pomeriggio un grave incidente sul lavoro si è verificato in un capannone di Marina Romea, zona porto, dove alcuni operai stavano movimentando grandi sacchi contenenti circa una tonnellata ognuno di una sostanza fertilizzante dalla consistenza sabbiosa.
Uno degli operai, D.G., classe 1959, originario del Senegal e da tempo residente nel Ravennate, era proprio intento a coadiuvare un collega alla guida di un muletto che doveva spostare tali grandi sacchi, predisponendoli per essere agganciati e movimentati.
Purtroppo, per cause ancora in corso di accertamento, alcuni dei sacchi impilati sono crollati addosso al malcapitato, causandogli gravi lesioni per le quali è deceduto immediatamente. Fortunatamente illesi gli altri operai e l'operatore del muletto, in quell'istante lontano qualche metro.
Sul posto i Carabinieri di Ravenna e la medicina del Lavoro per il primo sopralluogo e per accertare le cause della disgrazia e i vigili del fuoco.

comunicato Rete sicurezza sul lavoro in diffusione tra i lavoratori in questi giorni:

Ai lavoratori immigrati, a tutti i lavoratori

Gli infortuni, le morti sul lavoro sono in aumento tra i lavoratori immigrati. Le statistiche ufficiali già rivelano questo dato ma molti di più sono gli infortuni che non vengono denunciati perchè i lavoratori sono assunti in nero, oppure a giornata o a chiamata, ricattati dal legame lavoro/permesso di soggiorno, supersfruttati con paghe da fame.
La metà delle morti sul lavoro di lavoratori immigrati si concentra in 3 regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto.
A Ravenna oggi è morto al Porto un operaio immigrato e proprio una settimana fa è morto in un cantiere Doka Besnik.
Come Rete abbiamo pure appoggiato la vertenza dei lavoratori immigrati dell’Akron-Hera/coop Omega di Imola che ha mandato gli immigrati a lavorare senza alcuna protezione tra i rifiuti speciali con salari da fame.
Queste sono solo alcune vicende recenti che nella provincia riguardano le condizioni di lavoro degli immigrati.
Più sfruttamento per i lavoratori, più infortuni e morti sul lavoro, più profitti per i padroni.

E’ ORA DI DIRE BASTA AL MODERNO SCHIAVISMO E ALLA MORTE SUL LAVORO DEI LAVORATORI IMMIGRATI!

La Rete per la sicurezza sul lavoro ha lanciato una campagna nazionale di mobilitazione contro le morti sul lavoro nella settimana dal 4 al 10 dicembre.

Il 7 dicembre a Ravenna iniziative

Ore 10 al Centro Informazioni per Immigrati del Comune (Via Alberoni, 16) e

ore 11 al Centro per l’impiego (Via Teodorico, 21)

Costruiamo una campagna contro le morti degli immigrati sul lavoro

Rete per la sicurezza sul lavoro-Ravenna
tel. 339/8911853 e mail: cobasravenna@libero.it

e mail nazionale: bastamortesullavoro@domeus.it
visita il blog: bastamortesullavoro.blogspot.com



settimana nazionale di mobilitazione 4-10 dicembre

dall'Appello della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro

Le morti sul lavoro stanno crescendo, nonostante padroni, governo e i loro mass media dicano il contrario.
Dopo una settimana di agonia è morto uno dei 7 operai del rogo di Paderno Dugnano, bruciato come gli operai della Thyssenkrupp.
Questa morte si aggiunge alla strage infinita di lavoratori che, ad oggi, ha fatto più di 1000 morti dall'inizio dell'anno, da Capua e Napoli divenuta nuova capitali delle morti sul lavoro, al nord est, dalla Lombardia alla Sicilia, dal Trentino alla Puglia, soffocati nelle cisterne, caduti e schiacciati nelle fabbriche e nei cantieri, folgorati, travolti sulle rotaie..
Il 27% delle vittime sono operai edili, meridionali e immigrati soprattutto, impiegati nei subappalti nei cantieri del nord, e poi ci sono le morti che non rientrano nelle statistiche che avvengono sulle strade mentre i lavoratori vanno o tornano dai turni massacranti di lavoro.
L'intensificazione dello sfruttamento della "moderna" catena di montaggio, con in testa la Fiat, fa aumentare il rischio per la vita e la salute degli operai e aumentano le malattie professionali in tutte le fabbriche anche quelle non toccate dalla morte.Gli operai immigrati, i precari, non sono liberi di scegliere se accettare o meno il ricatto del padrone: le sue regole sono le catene per i moderni schiavi del profitto per cui anche la sicurezza sul lavoro non dev'essere un diritto. Ma troppe sono anche le morti anche per il non lavoro, il lavoro negato per i licenziamenti, com'è successo a Taranto e a Bologna, oppure per il futuro negato a tanti giovani con contratti precari, come a Palermo.
Il governo mette in campo tutta la sua politica e il suo odio di classe contro i lavoratori con il collegato lavoro, apripista per la cancellazione dello Statuto dei lavoratori, con il taglio ulteriore ai controlli ispettivi di apparati di vigilanza, controllo e prevenzione che devono "collaborare" con le aziende, con lo smantellamento pezzo-pezzo del Testo Unico sulla sicurezza, con la depenalizzazione e la riduzione delle sanzioni agli imprenditori colpevoli di infortuni o morti per e sul lavoro, con la cancellazione del registro degli infortuni.
Con la Finanziaria è stato soppresso un istituto come l' ISPESL, unico ente di ricerca nel settore della prevenzione della sicurezza del lavoro e ci ha voluto umiliare col vergognoso spot sulla sicurezza che scarica la responsabilità unicamente sui lavoratori.
La Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro è stata finora la più attiva realtà in grado di condurre questa guerra di classe come battaglia unitaria e nazionale con le lotte manifestazioni nazionali, è in ogni luogo in cui è stato possibile arrivare unendo operai, delegati rls, familiari, tecnici, medici, associazioni e ogni energia disponibile.
Serve lo sciopero generale nazionale e una manifestazione una nuova manifestazione nazionale di lotta e di combattimento nel senso letterale della parola, a partire da una settimana di mobilitazione nazionale che abbiamo lanciato dal 4 al 10dicembre da realizzarsi a livello territoriale e nei luoghi di lavoro
Manifestazioni e iniziative sono già programmate in tutta Italia tra cui a Ravenna il 7 dicembre
invitiamo ad aderire e partecipare

Rete nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro
bastamortesullavoro@gmail.com

mercoledì 1 dicembre 2010

Un altro operaio immigrato muore al Porto di Ravenna. 7 dicembre presidii in città

Un'altro infortunio mortale al porto di Ravenna. La vittima un senegalese 51enne schiacciato da sacchi di una tonnellata

La Rete per la sicurezza sul lavoro di Ravenna organizza un presidio il 7 dicembre davanti al centro immigrati e al centro per l'impiego

mercoledì 01 dicembre 2010

Nel primo pomeriggio un grave incidente sul lavoro si è verificato in un capannone di Marina Romea, zona porto, dove alcuni operai stavano movimentando grandi sacchi contenenti circa una tonnellata ognuno di una sostanza fertilizzante dalla consistenza sabbiosa.
Uno degli operai, D.G., classe 1959, originario del Senegal e da tempo residente nel Ravennate, era proprio intento a coadiuvare un collega alla guida di un muletto che doveva spostare tali grandi sacchi, predisponendoli per essere agganciati e movimentati.
Purtroppo, per cause ancora in corso di accertamento, alcuni dei sacchi impilati sono crollati addosso al malcapitato, causandogli gravi lesioni per le quali è deceduto immediatamente. Fortunatamente illesi gli altri operai e l'operatore del muletto, in quell'istante lontano qualche metro.
Sul posto i Carabinieri di Ravenna e la medicina del Lavoro per il primo sopralluogo e per accertare le cause della disgrazia e i vigili del fuoco.

4 DICEMBRE 2010 MANIFESTAZIONE A PADERNO DUGNANO (MI)


DALLE 14.30 ALLE 16.30 PRESIDIO IN PIAZZA DELLA RESISTENZA

(vicino al Municipio)

ore 15

“cosa è morto con i ragazzi della Thyssen

lettura teatrale di Massimo de Vita del Teatro Officina (locandina allegata)

nel corso dell’iniziativa:

- sarà disponibile una mostra e un dossier sulla vicenda della Eureco

- intervento di Najat, rappresentante del comitato immigrati in lotta sulla torre di via Imbonati a Milano,(la metà delle morti sul lavoro di lavoratori immigrati si concentra in 3 regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto)

- intervento di operai e delegati Rls aderenti alla Rete che forniranno il quadro delle ulteriori iniziative in programma nelle altre città, tra cui quella conclusiva

del 10 dicembre a Torino per il processo Thyssen,

- conclusione alla fabbrica Eureco con uno striscione

30-11-2010 Comunicato stampa

PADERNO DUGNANO -QUASI COME LA THYSSEN !

La rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro nel quadro della settimana nazionale di mobilitazione dal 4 al 10 dicembre in tutta Italia ha indetto una manifestazione a Paderno Dugnano per il 4 dicembre.

L'esplosione e il ferimento grave di 7 operai, di cui due deceduti nelle scorse settimane e altri due sospesi tra la vita e la morte all’ospedale Niguarda, sono l'ultimo crimine sul fronte della sicurezza sul lavoro.

Una catena di lavoratori morti (più di 1000 dall’inizio dell’anno) che dimostra la necessità di una mobilitazione permanente contro un sistema incivile e barbaro che riduce a tragiche fatalità quello che noi chiamiamo gestione criminale della sicurezza sul lavoro.

Per questo dopo un mese dall'esplosione alla Eureco Holding, avvenuta alle ore 15 del 4 novembre 2010, non possiamo restare ad aspettare in silenzio che aumenti il tragico bilancio di lavoratori, senza manifestare la nostra rabbia e la necessità di costruire una campagna di massa attraverso lo strumento della rete nazionale per affermare il primato della vita operaia e non del profitto.

invitiamo tutte le realtà impegnate e sensibili ad aderire e partecipare.

Per contatti retesicurezzamilano@gmail.com 335 5244902

7 dicembre Ravenna: campagna contro le morti di immigrati sul lavoro


Ai lavoratori immigrati, a tutti i lavoratori
Gli infortuni, le morti sul lavoro sono in aumento tra i lavoratori immigrati. Le statistiche ufficiali già rivelano questo dato ma molti di più sono gli infortuni che non vengono denunciati perchè i lavoratori sono assunti in nero, oppure a giornata o a chiamata, ricattati dal legame lavoro/permesso di soggiorno, supersfruttati con paghe da fame.
La metà delle morti sul lavoro di lavoratori immigrati si concentra in 3 regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto.
A Ravenna proprio una settimana fa è morto in un cantiere Doka Besnik. Ci viene da dire, dopo la scandalosa sentenza di un giudice di Torino: “QUANTO “RISARCIRANNO” LA SUA VITA CONSIDERATO CHE E’ ALBANESE?”
Come Rete abbiamo pure appoggiato la vertenza dei lavoratori immigrati dell’Akron-Hera/coop Omega di Imola che ha mandato gli immigrati a lavorare senza alcuna protezione tra i rifiuti speciali con salari da fame.
Queste sono solo alcune vicende recenti che nella provincia riguardano le condizioni di lavoro degli immigrati.
Più sfruttamento per i lavoratori, più infortuni e morti sul lavoro, più profitti per i padroni.
E’ ORA DI DIRE BASTA AL MODERNO SCHIAVISMO E ALLA MORTE SUL LAVORO DEI LAVORATORI IMMIGRATI!
La Rete per la sicurezza sul lavoro ha lanciato una campagna nazionale di mobilitazione contro le morti sul lavoro nella settimana dal 4 al 10 dicembre.
Il 7 dicembre a Ravenna iniziative
Ore 10 al Centro Informazioni per Immigrati del Comune (Via Alberoni, 16) e
ore 11 al Centro per l’impiego (Via Teodorico, 21)
Costruiamo una campagna contro le morti degli immigrati sul lavoro
Rete per la sicurezza sul lavoro-Ravenna
tel. 339/8911853
e mail: cobasravenna@libero.it
e mail nazionale: bastamortesullavoro@domeus.it
visita il blog: bastamortesullavoro.blogspot.com


Aux travailleurs immigrés, a tous les travailleurs,
Les accidents au travail, les morts au travail vont augmenter entre les travailleurs immigrés. Le statistiques officielles révélent cette donnée, mais beaucoup plus nombreux sont les accidents qui ne sont pas denoncés parce que les travailleurs sont engagés au noir, ou à la journée ou bien à l’appel, ils sont victimes du chantage travail/permis de séjour, exploités per des salaires de famine.
La moitié desmorts au travail des travailleurs immigrés se concentre en trois régions: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto.
A’ Ravenna , il y a bien une semaine, Doka Besnik est mort dans un chantier. On va dire, après la scandaleuse sentence d’un juge de Torino, “Combien l’on va “indemniger” sa vie, étant donné qu’il est Albanais?”
En tant que RETE nous avons aussi donné notre appui au conflit du travail des travailleurs immigrés de l’Akron-Hera/coop Omega de Imola, qui a envoyé les immigrés à travailler sans protection entre les ordures d’exception, avec des salaires de famine.
Ces-ci ne sont que quelques uns des événements récents de notre province qui concernent les conditions de travail des immigrés.
Plus d’exploitation pour les travailleurs, plus d’accidents et de morts au travail, plus de profit aux patrons.
L’HEURE EST ARRIVEE D’EN FINIR AVEC LE MODERNE ESCLAVAGISME ET A LA MORT AU TRAVAIL DES TRAVAILLEURS IMMIGRES!
Notre RETE pour la sécureté de travail a lancé une campagne nationale de mobilisation contre les morts au travail dans la semaine du 4 au 10 décembre.
INITIATIVES DU 7 DECEMBRE A RAVENNA :
à 10 heures au Bureau de Renseignements pour immigrés de la Mairie (Rue Alberoni, 16)
à 11 heures au Centre pour l’Emploi (Rue Teodorico, 21)
Construons-nous une campagne contre les morts des immigrés au travail!
RETE pour la sécureté du travail - Ravenna
tel: 339/8911853
e-mail : cobasravenna@libero.it
e mail national : bastamortesullavoro@domeus.it
visitez notre blog: bastamortesullavoro.blogspot.com


Lucrătorilor emigranţi, şi tuturor lucrătorilor

Rănirile, decesele la locul de muncă sunt în creştere în rândul lucrătorilor emigranţi. Statisticile oficiale au dezvăluit deja această informaţie, dar din păcate sunt cu mult mai multe accidente care nu sunt declarate deoarece muncitorii sunt recrutaţi la negru, la zi sau “la apel”, şantajaţi de legătura dintre muncă/ permis de şedere, super exploataţi şi cu salarii de mizerie.

Jumătate din decesele de la locul de muncă printre muncitorii emigranţi sunt concentrate în trei regiuni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto.

În Ravenna, cu doar o săptămână în urmă a murit într-un şantier de construcţii Doka Besnik. Ne întrebăm, după scandaloasa sentinţa dată de un judecător din Torino: Cu cât ar trebui compensată viaţa unei persoane ţinând cont de faptul că este albanez? "

Ca şi “reţea” am sprijinit disputa muncitorilor emigranţi de la Akron-Hera / coop Omega din Imola, care a trimis emigranţii să lucreze fără nici o protecţie, printre deşeuri periculoase cu salarii de mizerie.

Acestea sunt doar câteva evenimente recente din regiunea noastră care se referă la condiţiile de muncă ale imigranţilor.

Muncitori din ce în ce mai exploataţi, răniri şi decese la locul de muncă din ce în ce mai multe, iar pentru proprietari din ce în ce mai mult profit.

Ar fi timpul să spunem că “sclavia modernă” trebuie să înceteze şi că nu mai vrem ca persoanele să moară la locul de muncă!

În săptămâna 4-10 decembrie, reţeaua pentru siguranţa muncii a lansat o campanie naţională pentru mobilizare împotriva deceselor la locul de muncă.

Pe data de 7 decembrie în Ravenna:

La orele 10,00 în cadrul “Centrului de Informare pentru emigranţi “ din (Via Alberoni 16) şi

la orele 11,00 în cadrul “Centrului pentru ocuparea Forţei de Muncă” din (Via Teodorico, 21)

Se va construi o campanie împotriva deceselor la locul de muncă în rândurile emigranţilor

Reţeaua pentru siguranţa muncii - Ravenna
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şi mail naţional: bastamortesullavoro@domeus.it
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PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 29 NOVEMBRE


La seduta odierna, che si apre alle ore 9:30, prevede la ripresa dell'audizione del ct della parte civile Afeva di Casale Monferrato, il dottor Castelman, protagonista - suo malgrado - nella scorsa udienza di un clima surreale, con il tecnico del suono dell'aula impegnato a fargli da traduttore, con pessimi risultati.
Questa volta la Corte corre ai ripari e, per consentire una buona comprensione del contenuto del controinterrogatorio del pm (le difese rinunceranno), nomina un'interprete di chiara fama in città.
Prima di incominciare nuovamente l'audizione del ct, la Corte - come già preannunciato in occasione dell'esclusione di Eternit (Schweiz) AG - provvede ad escludere anche il responsabile civile Adex dal procedimento.
A seguire la parola viene data al ct: questi produce alcuni documenti riguardanti il cartello dei produttori di cemento-amianto - nato nel 1929 - per controllare il mercato e anche l'informazione circa i danni alla salute provocati dall'utilizzo del minerale; fa una certa impressione ascoltare che, nel 1956, il direttore generale di un'azienda statunitense produttrice della miscela-killer, tale John Swendall, passava la metà del suo tempo nelle aule dei tribunali per difendersi nelle cause per danni alla salute provocati dalla mancanza di precauzioni nel trattamento dell'amianto.
Dopo una pausa di circa venti minuti è la volta del dottor Silvestri, ct del pm, membro dell'Istituto di prevenzione oncologica della regione Toscana, per il quale si occupa del registro regionale dei mesoteliomi maligni; l'oggetto della consulenza è: analisi dello sviluppo delle conoscenze scientifiche sulla pericolosità dell'amianto e pericolosità delle lavorazioni dello stesso negli stabilimenti Eternit che interessano in questo processo.
Poco dopo che il ct inizia la sua trattazione, l'avvocato Alleva della difesa Schmidheiny - avendo compreso che i dati che sarebbero stati esposti sarebbero stati un duro colpo per la difesa - cerca di bloccare la consulenza adducendo motivazioni pretestuose secondo le quali il ct sarebbe il terzo della lista del pm riguardo allo stesso tema.
Il giudice Casalbore lo 'cassa di brutto', rilevando che non è affatto così, ed invitando il Silvestri a continuare; questi dimostra, attraverso l'esposizione di valanghe di cifre, che i dati delle concentrazioni di fibre di amianto rilevati dal Sil - posti alla base delle consulenze dei ct della difesa - sono sbagliati e falsati dalla mancanza di diverse variabili indispensabili per la corretta valutazione dei risultati.
La prossima udienza si terrà lunedì 6 dicembre, e consterà dell'ascolto di ct del pm sul tema dell'epidemiologia, mentre il 13 dicembre si terrà il controinterrogatorio del dottor Silvestri.

Torino, 29 novembre2010

Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 30 NOVEMBRE


L'udienza in programma oggi, che comincia alle ore 9:45, vede la nona parte della requisitoria del pm.
La trattazione odierna si sofferma sul reato di 'incendio', visto - come già gli altri in precedenza - sia dal punto di vista del reato in generale, sia da quello in relazione all'eccidio avvenuto la notte del 6 dicembre 2007: il tutto citando - lo fa il procuratore Raffaele Guariniello - decine di sentenze della Corte di Cassazione che sostengono le tesi accusatorie.
Momenti di grande commozione si hanno quando la sostituta Laura Longo descrive gli avvenimenti della notte della strage.
Per concludere, il pm tratta due temi che aleggiano sul processo: le responsabilità dei lavoratori e l'affidamento degli incarichi, da parte del datore di lavoro, ad un proprio sottoposto; in entrambi i casi, è bene ricordarlo, il datore di lavoro non è affatto esonerato dagli obblighi in materia di osservanza delle norme antinfortunistiche.
La prossima udienza avrà luogo venerdì 10 dicembre, con la trattazione degli ultimi temi di prova; le richieste di condanna saranno successivamente rese note martedì 14 dicembre.

Torino, 30 novembre 2010


Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

domenica 28 novembre 2010

Video iniziativa di comunicazione

Cari compagni di lotta
sto realizzando, prendendo spunto dal comunicato relativo alle iniziative di Dicembre, per realizzare secondo noi, una tecnica di comunicazione, piu' snella e rapida, visto l'abitudine ormai diffusa di leggere poco, e guardare invece al contrario
tutto cio' che ci viene dato in video.
Un nostro piccolo contributo, che speriamo possa spingere e sensibilizzare anche coloro, che seguono solo i video messaggi.

Un abbraccio fraterno Pino Sblendorio, Cobasinforma, Slaicobas per il sindacato di classe Bergamo.


venerdì 26 novembre 2010

PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 26 NOVEMBRE


Mentre sui quotidiani appare la notizia che i sindacati confederali hanno chiesto un incontro agli Enti locali per fare il punto sulla ricollocazione dei trenta lavoratori della Thyssenkrupp per i quali scade a fine anno la cig in deroga, l'udienza odierna - che si apre alle ore 9:50 in un'aula semi deserta, dove brilla per la sua totale assenza la stampa borghese e reazionaria - si incentra sull'ottava parte della requisitoria del pm, questa volta affidata alla voce della sostituta Francesca Traverso.
Dopo che nella scorsa seduta si erano prese in considerazione le posizioni dei tre 'executive members of the board', oggi vengono sviluppate le stesse tematiche riguardo gli altri tre imputati - questi dei reati di 'incendio colposo' e 'omicidio con colpa cosciente': il direttore dello stabilimento di Terni, ingegner Moroni; il direttore dello stabilimento di Torino, Raffaele Salerno; l'Rspp di Torino, Cosimo Cafueri.
Anche in questo caso emerge chiaramente - dall'analisi dei testi della corrispondenza intrattenuta tra loro dai vari imputati, e dalla lettura di parte delle trascrizioni delle testimonianze rese nel corso di questo procedimento - il criminale comportamento degli stessi, che nulla fanno in materia di misure antincendio, posticipando gli interventi necessari ad un momento successivo al trasferimento degli impianti da Torino a Terni.
Intanto si allarga la dimensione del procedimento connesso con questo: nel corso dell'udienza, la pm chiede che gli atti riguardanti il capo del personale di Terni e Torino, il dottor Ferrucci, vengano trasferiti per procedere contro di lui in merito al reato di 'falsa testimonianza'.

Prossima udienza martedì 30 novembre.

Torino, 27 novembre 2010

Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

mercoledì 24 novembre 2010

Seconda udienza del processo per la morte i Ilva di Antonino Mingolla

24 novembre 2010,



Si è tenuta oggi a taranto la seconda udienza del processo contro l'Ilva e i responsabili della ditta d'appalto per cui lavorava Antonino Mingolla, ucciso sul lavoro nell'aprile di 4 anni fa.
Si è tenuta all'indomani della vergognosa cerimonia in cui allo stesso Riva, padrone dell'Ilva, presente Marcegaglia e stuolo di sutorità osannanti è stato assegnato il premo per la sicurezza e ambiente.
Si e tenutà con ben altra eco su stampa e mezzi di informazione, che ancor oggi spendono pagine e servizi video celebrativi di padron Riva, ma tacciono su questo processo come sulle decine di operai uccisi dalla fabbrica assassina di sua proprietà.
Come sempre, anche oggi a sostenere i famigliari dell'operaio ucciso dal lavoro che da quattro anni aspettano giustizia, c'erano i compagni della rete nazionale per la sicurezza, che hanno presidiato l'entrata del tribunale con striscioni e volantini e hanno poi seguito il dibattimento.
Come sempre, mancava l'Ilva, che ha fatto pervenire tre sue memorie difensive ma non ha inviato i suoi legali.
L'udienza, iniziata con oltre un'ora di ritardo, è ruotata intorno alla testimonianza del medico legale che effettuò l'autopsia.
La parte civile si è impegnata per far emergere come il ritardo dei soccorsi sia stata causa rilevante nella morte del lavoratore, spirato dopo un paio di giorni di agonia per intossicazione da monossido di carbonio presente nelle tubazioni su cui stava effettuando la manuntenzione, mentre la difesa, con ripetute opposizoni, ha cercato di tenere fuori dal processo questa circostanza come "irrilevante" o "puramente ipotetica".
Al termine del breve e serrato contraddittorio, la seduta si è chiusa con un imbarazzante tira e molla sulla data in cui fissare la prossima udienza, tra pubblica accusa e difesa che si rimpallavano proposte e contro-proposte compatibili coi rispettivi altri impegni.
Alla fine si è concordato il 19 gennaio, tra quasi due mesi, con il giudice che ha pure apertamente esclamato "tutti potete vedere come funziona la giustizia".
Lo vediammo fin troppo bene come NON funziona quando si tratta di processare i responsabili delle assassini da lavoro, il che rende ancora più necessaria e lunga la battaglia per cui la Rete è nata e per cui il prossimo mese torna in campo con una settimana di mobilitazioni in tutta Italia dal 5 all'11 docembre.

Per finire, all'uscita dal tribunale abbiamo scoperto che qualcuno aveva vogliaccamente approfittato della nostra assenza per strappare alcuni pannelli di carta che avevamo attaccato all'inferriata.
A quanto pare, dire la verità su Riva e la sua fabbrica assassina alzare la voce contro le morti da lavoro e non lavoro a Taranto, dà fastidio, e molto.


Rete Nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro Taranto.
Via rintone 22, cobasta@libero.it 3471102638 mailing-list bastamortesullavoro@domeus.it

All'Amadori scatta la rappresaglia padronale contro la Rete. Dal padrone? No, dal sindacato UIL che denuncia e ci vuole in Tribunale!


L'azione della Rete per la sicurezza sul lavoro all'Amadori di Cesena (quello dei polli/tacchini) ha evidentemente lasciato il segno. Non è questa volta il padrone direttamente a mettere in campo la rappresaglia ma lo fa attraverso il sindacato confederale nella persona di Scarponi, segretario provinciale della UIL che ha denunciato 3 attivisti per avergli offeso "l'onore e il decoro" durante la diffusione di un questionario tra le operaie.
Noi pensiamo invece che questo sindacalista abbia offeso l'onore e il decoro delle operaie di Amadori.
I malori di 170 operaie sono state oggetto anche di alcune interpellanze al Consiglio Comunale di Cesena da parte di Davide Fabbri, Capogruppo Consiliare dei Verdi a Cesena che aveva denunciato:
"si è assistito nel corso del tempo – a partire da marzo 2007 ad oggi - a diversi malori di lavoratori all’interno dello stabilimento di San Vittore; in totale quasi 170 lavoratori hanno accusato preoccupanti situazioni di malessere a livello respiratorio e oculare (male alla testa, capogiri, gola secca, trachea irritata, irritazione agli occhi, bruciore alle narici, nausea, vomito); 37 di questi lavoratori hanno accusato sintomi gravi da dover ricorrere ad interventi del Pronto Soccorso dell’Ospedale; tali malesseri hanno provocato la chiusura per quattro giorni di alcuni reparti produttivi dell’Azienda Avi.Coop del Gruppo Amadori".
"Nuovi malesseri tra i lavoratori dello stabilimento avicolo Amadori di Cesena, dopo i circa 170 casi analoghi del 2007". A denunciarlo e' il segretario nazionale della Flai-Cgil Antonio Mattioli che chiede la sospensione dell'attivita' lavorativa.
Ma soprattutto è il risultato del questionario preparato dalla Rete con cui le operaie hanno denunciato con forza l'aumento dei ritmi, i movimenti ripetitivi sulla linea, le malattie professionali e la mancanza di aspiratori, i continui solleciti ad azienda, sindacati e Ausl senza ottenere risposte. Oltre a fare un lavoro pesante a volte hanno dovuto subire anche offese dai capi.
Siamo intervenuti in questa fabbrica proprio per questi motivi e per cercare di dare una soluzione al problema. Alle assemblee le stesse operaie hanno accusato i sindacati di essere assenti quando la gente sveniva o veniva lasciata a casa e hanno dovuto subire l'umiliazione di essere trattate come malate immaginarie.
Eppure, invece che rilanciare la mobilitazione degli operai per denunciare padron Amadori, mettere in sicurezza gli impianti, mettere in campo una lotta per non subire il ricatto occupazionale ("o lavorate in queste condizioni o sposto la produzione altrove!"), il sindacalista Scarponi ha pensato bene che il vero problema è chi denuncia la situazione e propone soluzioni, come noi della Rete e si pone a difesa degli interessi aziendali.
E' lo stesso Scarponi ad avere inviato ai suoi iscritti una lettera sull'accaduto davanti ai cancelli che è stata riportata da alcuni giornali locali il 16 luglio 2008 ("rissa sindacale all'Amadori") in cui si dichiara sorpreso per una assemblea della Flai-Cgil perchè "i problemi aziendali dell'Amadori dovrebbero essere affrontati con la massima azione unitaria" e poi afferma: "non si tratta nè di rissa, nè di pugni, nè di altro; si è solamente alzato il tono della voce e sono volate sicuramente alcune parole grosse ma niente di più".
Invece ha tirato dritto e sporto denuncia.
Il giorno dell'udienza (26/01/2011), ovviamente, renderemo pubblico tutto questo e invitiamo la stampa locale ad essere presente.
Di seguito riportiamo un volantino con le proposte che abbiamo fatto come Rete.

IL POLLO VALE DI PIU' DELLA SALUTE DI UNA OPERAIA?


No, padron Amadori, lei non ha alcun diritto di continuare a peggiorare la salute delle operaie, di minimizzare la situazione, di ricattarle, di lasciarle a casa se denunciano malori.
Questi operai, di cui la grande maggioranza sono donne, si alzano alle 4 del mattino per uno straccio di salario che serve a mantenere le loro famiglie e sono stanche di essere sfruttate in quell'inferno di esalazioni nocive da fabbrica da “Terzo mondo” e stanche pure di essere prese in giro dai medici dell'Ausl che coprono le responsabilità del padrone.

Operaie e operai, il padrone dei polli vi ha messo in condizione di perdere la vostra salute, giorno per giorno. Più i suoi profitti aumentano più aumentano le vostre malattie sia fisiche che psichiche legate al processo produttivo.
Rivendicare diritti in questa Azienda significa subire il terrorismo padronale e l'umiliazione di medici che vi addossano la responsabilità di tutto, negando legame tra il peggioramento delle vostre condizioni di salute con il processo lavorativo, addirittura arrivando ad affermare che le patologie di cui soffrite sono imputabili ai vostri stili di vita!
Tanta è la rabbia e l'indignazione che adesso si deve trasformare in iniziative a tutela della salute delle operaie e degli operai.

Chi dovrebbe fare il suo mestiere non lo fa, dimostrando di avere più a cuore gli interessi padronali: quando le operaie non ce la fanno più a lavorare in ambienti nocivi e per i carichi di lavoro i sindacati confederali e gli Rls sono completamente assenti e gli organi di vigilanza e controllo dell’Ausl danno ragione all'Azienda.
Quindi:
noi della Rete Nazionale per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro faremo una perizia indipendente per dimostrare che le malattie sono dovute alle condizioni di lavoro. Pertanto invitiamo le operaie a contattarci anche in forma anonima.
Vogliamo conoscere e informarvi sugli elementi nocivi che mettono a rischio la vostra salute.
Vogliamo la messa in sicurezza degli impianti
Vogliamo le dimissioni dei medici dell'Ausl di Cesena e il ripristino delle competenze dell’Ispettorato del Lavoro.
Vogliamo le dimissioni delle RSU ed Rls
E'necessaria l'elezione diretta da parte degli operai di nuovi Rls, non nominati dalle burocrazie confederali.
E’ necessario uno sciopero autorganizzato che blocchi la produzione a sostegno di questa vertenza

Art. 9 dello Statuto del Lavoratori:
“i lavoratori, mediante le loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica”


Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro- Ravenna
tel. 339/8911853 e mail: cobasravenna@ libero.it

bastamortesullavoro@domeus.it
visita il blog: bastamortesullavoro.blogspot.com


PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 15 E 22 NOVEMBRE

cronaca delle ultime due udienze

PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 15 NOVEMBRE

La seduta odierna ha inizio alle ore 9:45 con una precisazione della Corte, su richiesta dei difensori del responsabile civile svizzero escluso dal procedimento lo scorso 18 ottobre: la società in questione, indicata in precedenza come Eternit Schweiz, deve essere intesa come la Eternit (Schweiz) AG.
A seguire viene ascoltato il ct, della difesa Schmidheiny, professor Nano, docente presso il Politecnico di Milano; l'oggetto della consulenza riguarda il seguente tema: ricostruzione degli interventi tecnici che possono aver determinato miglioramenti nella sicurezza della lavorazione dell'amianto e nella tutela ambientale, nei quattro stabilimenti esaminati in questo processo.
Occorre dire che il ct si attiene a dati tecnici - anche se risultano essere assai lacunosi ed arbitrari, come farà notare l'avvocatessa Mara di Medicina Democratica durante il suo interrogatorio - evitando di scivolare nella consulenza giuridica.
Per altro verso, però, la trattazione evidenzia come gli interventi dell'azienda possano essere riferiti esclusivamente al periodo successivo al 1973: visto che la pericolosità dell'amianto era conosciuta - lo ha dichiarato il testimone Thomas Schmidheiny durante il suo interrogatorio - sin dall'inizio degli anni sessanta, ed era oggetto di frequenti discussioni a tavola tra il padre Max, lui ed il fratello imputato Stephan, viene spontaneo chiedersi come mai nulla sia stato fatto prima del 1973.
Subito dopo viene ascoltato il dottor Martina, funzionario Inail ct del pm, il quale riferisce sui costi a carico della collettività per le malattie professionali legate alla lavorazione dell'amianto; la difesa, in particolare l'avvocato Zaccone, contesta il fatto di non essere in grado di effettuare il suo interrogatorio, poiché ci sono delle differenze di cifre tra quanto depositato in udienza preliminare e quanto oggi esposto, chiedendo pertanto di poter interrogare il ct dopo aver letto questa nuova documentazione.
La Corte accetta la richiesta, e aggiorna la seduta a lunedì 22 novembre, quando verrà ascoltato, con l'aiuto di un interprete, il canadese Castelman; successivamente, se resterà tempo, toccherà all'esame di Silvestri e al controesame di Carnevale.
Torino, 15 novembre 2010

PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 22 NOVEMBRE

La seduta odierna - che si apre alle ore 9:20 in un'aula che presenta un buon colpo d'occhio anche grazie alla presenza - oltre che dei casalesi, venuti con tre autobus, di cui uno formato totalmente da studenti - di alcuni esponenti di Legami d'acciaio, l'associazione che raggruppa ex dipendenti, e familiari, dell'altro grande processo in corso di svolgimento a Torino, quello contro la multinazionale tedesca dell'acciaio Thyssenkrupp, prevede l'audizione dei ct: Carnevale, del pm, e dottor Castelman, della parte civile Associazione Familiari e Vittime dell'Amianto, di Casale Monferrato.
Il primo, che deve sostenere il controinterrogatorio, sottolinea a più riprese come sia l'amianto - anche se inalato in piccolissime quantità - ad indurre il mesotelioma; precisa, inoltre, che non è detto, a differenza di quanto sostenuto dalla difesa per spostare il problema il più indietro possibile nel tempo, che sia la prima fibra inalata a sviluppare la malattia.
A seguire tocca allo statunitense Castelman, consulente ambientale per le tematiche di salute e prevenzione delle malattie: proprio in relazione a quest'ultimo motivo si è occupato, per l'Organizzazione mondiale della sanità , delle patologie legate all'amianto, mentre in passato ha collaborato con il proprio Governo.
Il ct dimostra, attraverso la lettura di parti del suo libro ed altri documenti - che saranno successivamente acquisiti agli atti dalla Corte - come sin dagli anni 30 i produttori di amianto conoscessero la pericolosità per la salute del minerale.
In particolare cita una lettera di Max Schmidheiny, dell'agosto 1950, diretta alle altre imprese produttrici di cemento-amianto che dimostra come fosse interesse delle ditte produttrici di nascondere gli effetti nocivi sulla popolazione - anche attraverso la omissione volontaria dell'etichettatura contenente le precauzioni da adottare nell'utilizzo dei manufatti in cemento-amianto, precauzione voluta proprio dalla Eternit per evitare problemi sul mercato europeo.
Bisogna dire che la scelta del traduttore dall'inglese non aiuta certamente alla profonda comprensione di quanto affermato dal ct: colui che se ne occupa - evidentemente i fondi sono risicati, dopo i tagli della Finanziaria - è il tecnico del suono che normalmente si occupa delle registrazioni delle udienze di questo processo; inutile dire che si dimostra molto più capace con i microfoni che con le traduzioni, ma è quantomeno scontato, essendo quello il suo lavoro.
Nella prossima udienza, in programma lunedì 29 novembre, avrà luogo il controinterrogatorio di questo ct da parte del pm e delle difese degli imputati.

Torino, 22 novembre 2010



Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino