mercoledì 29 febbraio 2012

Frecciargento, tragedia sfiorata la porta vola giù dal treno

CRONACA
Frecciargento, tragedia sfiorata
la porta vola giù dal treno
L'incidente a Chiusi mentre il convoglio viaggiava a 250 chilometri orari.
Sindacati: colpa dei tagli
di MARIO NERI


Il treno lanciato a quasi 250 chilometri orari, il contraccolpo all'ingresso
in galleria, un frastuono di lamiere e una porta che si apre e poi si
sgancia dall'ottava carrozza schiantandosi sulla fiancata di quella in coda
e che infine vola sui binari. "Solo per miracolo", dice un ispettore della
Polfer, "non c'è morto nessuno, non ho mai visto una cosa del genere in
tutta la mia carriera". È successo lunedì sera a un Frecciargento sulla
direttissima dell'alta velocità al chilometro 144 in prossimità di Chiusi,
in provincia di Siena. Una tragedia sfiorata. Solo per caso in quel momento
nessuno era vicino all'uscita.

L'eurostar era partito da Roma alle 18.40 con 30 minuti di ritardo e sarebbe
dovuto arrivare a Brescia alle 21.55. Il suo viaggio si è fermato nel tunnel
della Casella intorno alle 19.50. Questa, almeno, è l'ora dell'allarme
lanciato dal macchinista del pendolino agli uffici della polfer di Arezzo.
Per due ore la linea dei supertreni è rimasta bloccata per i rilievi degli
agenti di polizia ferroviaria e i tecnici di Ferrovie, e i treni deviati sul
percorso destinato ai regionali. Solo dopo aver accertato l'assenza di
feriti, il Frecciargento 9482 AV è ripartito a passo d'uomo verso la
stazione di Arezzo, dove i passeggeri sono stati trasferiti su un treno
sostitutivo.

Un incidente emerso solo grazie alla denuncia dell'associazione dei
macchinisti Ancora In Marcia e mai comunicato ufficialmente da Trenitalia.
Un'anomalia che andrà ad aggiungersi alle 120

registrate dall'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria nel 2011
sugli eurostar e che allunga di nuovo un'ombra inquietante sul fenomeno
delle "porte killer".

"E' il risultato della politica di tagli applicata da Ferrovie al personale
addetto alla manutenzione - dice Andrea Gambacciani della Cgil - non è
più possibile andare avanti così, in questo modo si mette a rischio la vita
di passeggeri e lavoratori". Con toni più pacati, ma è più o meno la stessa
valutazione offerta dall'ultima relazione sulla sicurezza ferroviaria
presentata a Firenze dal direttore dell'Ansf Alberto Chiovelli appena cinque
giorni fa. Il dossier sottolineava "la criticità diffusa dell'incidentalità
legata ai malfunzionamenti delle porte di salita e discesa dei passeggeri,
imputabile anche a carenze nella manutenzione", sebbene gli incidenti
causati da porte killer siano diminuiti dell'80%.

Sul caso la Procura di Montepulciano ha aperto un fascicolo. Non è ancora
chiaro cosa abbia fatto perdere la porta al Frecciargento, informazioni
preziose andranno recuperate anche attraverso la scatola nera. Per ora gli
inquirenti lavorano su tre ipotesi: una crepa su uno degli ancoraggi alla
carrozza, un errore nel montaggio o una disfunzione alle guarnizioni. Se
fosse la terza, la porta sarebbe rimasta aperta ma nessun segnale d'allarme
sarebbe apparso sulla plancia del macchinista e farla volare sarebbe stato
il vento.

"Di certo - dice Dante De Angelis, macchinista delegato alla sicurezza che
lavora nella divisione Frecciargento - quando si entra in galleria a quella
velocità l'impatto con l'aria è violentissimo. Come ferrovieri siamo
preoccupati. La porta avrebbe potuto sbattere sul parabrezza di un treno che
viaggiava in direzione opposta, oppure volare su una casa al lato della
ferrovia o addirittura su una strada". Per Ferrovie - che sull'episodio ha
aperto un'inchiesta interna - non si sono mai verificati incidenti simili su
questo tipo di treni, denominati come Etr 485 e in circolazione da prima del
2005. "E' un fatto che sottolineano dal gruppo il Frecciargento sia
proprio quello imbrattato dai manifestanti No Tav durante la protesta di
lunedì alla stazione di Roma".


(29 febbraio 2012)

Operaio muore folgorato a Spoleto

28 febbraio, ore 18:06

Spoleto, 28 feb. (Adnkronos) -

L'operaio, M.O., dipendente della Provincia di Perugia, vittima di un incidente sul lavoro avvenuto stamane a Spoleto. L'uomo di 36 anni era dipendente della Provincia in qualita' di agente tecnico dell'ufficio gestione e manutenzione stradale del comprensorio n. 7 di Spoleto, presso la sede ubicata in localita' La Bruna, nel Comune di Castel Ritaldi.

Manifestazione per le vittime della TRUCK CENTER "Verità è Giustizia-Io ci sono"


La Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro Puglia con base a
Taranto aderisce al comitato 3 marzo e propaganda la partecipazione
all'iniziativa in tutta la regione, un presidio è in via di organizzazione
all'Eni di Taranto

Manifestazione per le vittime della TRUCK CENTER "Verità è Giustizia-Io ci
sono" .


A Molfetta (BA) a distanza di 4 anni dalla strage della Truck Center in cui
Guglielmo Mangano, Michele Tasca, Luigi Farinola, Vincenzo Altomare e
Biagio Sciancalepore hanno perso la vita, si è costituito il “Comitato 3
Marzo” composto da realtà cittadine di diversa estrazione, che si sono
riunite chiedendo che venga fatta giustizia e che sia detta tutta la
verità su quanto accaduto.
Ad oggi due processi si sono conclusi con la condanna delle due società
addette al trasporto della cisterna e della stessa Truck Center. E’ stata
invece assolta l'ENI, azienda produttrice del materiale tossico contenuto
nella cisterna che con le sue esalazioni ha tolto la vita ai 5 operai.
Il rischio che si sta correndo è che possano non essere accertate le reali
responsabilità di questa tragedia .
Il Comitato, nasce per tenere alta l'attenzione su queste vicende
processuali ma anche per alimentare la sensibilità sociale attorno alle
tematiche della sicurezza sui posti di lavoro.
Le morti sul lavoro non sono frutto di fatalità. Nella stragrande
maggioranza dei casi si tratta della diretta conseguenza di condizioni di
lavoro sempre più precarie, prive dei minimi standard di sicurezza , di
orari di lavoro prolungati , dell'imperizia e del mancato rispetto delle
norme a tutela della salute.
Tutto questo causa in media tre morti al giorno . Mille ogni anno.


*IL COMITATO PROMUOVE UNA MANIFESTAZIONE NEL GIORNO DELL'ANNIVERSARIO DELLA TRAGEDIA, SABATO 3 MARZO 2012 ,CHE PARTIRA' ALLE ORE 9 DA PIAZZA ALDO MORO (STAZIONE DI MOLFETTA) ED ATTRAVERSA' TUTTA LA CITTA'.*


Nel pomeriggio del 3 Marzo andrà in scena la rappresentazione teatrale “LA
CISTERNA”, testo di Salvatore Arena con Massimo Zaccaria (finalista Premio
Scenario 2009) , ispirato proprio ai tragici fatti di Molfetta . Auditorium
della Parrocchia Santa Famiglia (Via Innocenzo VIII), spettacolo unico ore
18.30.


http://youtu.be/ZKr2d4_hEFU

Il nostro canale Youtube con i nostri videospot :
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Il Blog : http://comitato3marzo.blogspot.com/

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Preghiamo massima diffusione




Contro il Decreto semplificazioni

Comunicato Stampa


IL GOVERNO : CONTRO L'EVASIONE FISCALE MA A PER L'ESTENSIONE DELL'EVASIONE
DEL DIRITTO ALLA SICUREZZA E ALLA SALUTE DEI LAVORATORI

Nel "decreto semplificazioni" (DL 5/2012, art. 14) è presente un articolo
relativo alla "semplificazione dei controlli sulle imprese" che costituisce
un esempio chiaro di "guerra sporca" (in quanto subdola, indiretta e non
dichiarata) contro la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Usando il "grimaldello" della certificazione volontaria ISO 9001 (che
riguarda esclusivamente la qualità e non la sicurezza e/o l'ambiente) "o
altra certificazione appropriata emessa" il Governo propone di sopprimere o
ridurre i controlli sulle imprese.

Questa norma, unitamente a quelle relativa alla SCIA (Segnalazione
Certificata di Inizio Attività) già introdotta dal precedente Governo,
configura il concreto smantellamento dell'art. 41 della Costituzione che
limita la libertà d'impresa rispetto alla sicurezza, alla libertà e alla
dignità umana (non a caso queste tutele sono accostate in quanto legate
l'una con l'altra).

La nuova disposizione di legge svuota di significato il capoverso in cui
l'iniziativa economica è sottoposta alle leggi e, appunto, ai controlli.

Con la scusa della semplificazione e della razionalizzazione dei controlli
si invia un chiaro messaggio "operativo" agli organi di vigilanza e alle
imprese nella direzione opposta a quella che chiedono i cittadini/e e i
lavoratori/e.

Da un lato si chiedono meno controlli e dall'altro una "collaborazione
amichevole con i soggetti controllati al fine di prevenire rischi e
situazioni di irregolarità". Previsione oscura se non leggendola come un
chiaro messaggio agli enti di controllo (servizio sanitario in primis) a non
applicare le norme in modo completo e coerente con l'importanza dei reati
che la legge (a partire dalla Costituzione della Repubblica) attribuisce a
quelli commessi nel campo della sicurezza e dell'ambiente.

Sulle sanzioni vi è ancora discussione se quelle vigenti siano "effettive,
proporzionate e dissuasive", oggi si propone di "prevenire" l'accertamento
dei reali e le sanzioni anziché i comportamenti illeciti.

Apparentemente un comportamento schizofrenico visto che il Governo si è
impegnato alla lotta contro l'evasione mediante l'incremento e il
miglioramento dei controlli fiscali (esplicitamente esclusi della nuova
norma) attuando le normative esistenti. Nel campo della sicurezza e della
salute dei lavoratori non dovrebbe far altro che rendere reali le
disposizioni già previste dal Dlgs 81/2008.

La normativa già prevede dei "bonus" alle aziende che aderiscono a forme di
certificazione: ad esempio nel campo ambientale ottengono un aumento della
durata delle autorizzazioni integrate ambientali, nel campo della sicurezza
l'azienda può essere esclusa dal rispondere penalmente unitamente agli
indagati-persone fisiche.

Basta e avanza.

Senza voler addentrarci in valutazioni complesse una norma del genere
conferma la spasmodica attenzione del Governo al dato economico quantitativo
e la sua indifferenza alle condizioni sociali (non a caso va di pari passo
con il tentativo di smantellamento dello Statuto dei diritti dei
lavoratori).

Se questa norma passerà invitiamo il Governo (e le altre istituzioni) di
risparmiarci l'ipocrisia del lutto di fronte al prossimo evento mediatico
che porterà all'attenzione la morte operaia (sia sottoforma di omicidio
infortunistico che di malattia professionale) come pure di risparmiarci la
litania del richiamo alla necessità di "più controlli nelle fabbriche".

Agli operatori chiediamo disobbedienza civile di fronte a queste norme, ai
lavoratori e alle loro rappresentanze di riprendere in mano, in prima
persona, la tutela delle proprie condizioni di lavoro e di sicurezza.


Medicina Democratica sarà al loro fianco.

Taranto, paura ieri per un incendio all'Ilva

ILVA

Incendio a un trasformatore

"Il Fatto Quotidiano", 29 feb. 2012

Un trasformatore ha preso fuoco nel reparto tubificio dello stabilimento
Ilva di Taranto. Si è sprigionata una colonna di fumo nero alta alcune
decine di metri e visibile anche a chilometri di distanza. Non sono
segnalati danni alle persone. Per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza
l’impianto sono al lavoro i vigili del fuoco del distaccamento interno dello
stabilimento e del comando provinciale di Taranto. Sul posto sono stati
impegnati anche ispettori del lavoro e Carabinieri. L'Ilva in una nota
spiega che-l'incendio si è verificato intorno alle 15 nell’Area Tubificio
Erw in una sottostazione di trasformazione elettrica e sono subito
intervenuti i vigili del fuoco di stabilimento. L’azienda conferma che
nessuna persona ha subito danni né vi sono state ripercussioni alla
produzione. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’incendio – spiega l’lva – è stato innescato dalla messa in funzione di un nuovo trasformatore
elettrico ed è stato limitato al solo trasf!
ormatore. “Nei prossimi giorni – conclude l’azienda – l'Ilva assieme ai
sindacati e alle autorità preposte valuterà le effettive dinamiche dell’incidente
e le relative cause”.
www.peacelink.it

--
Mailing list Taranto dell'associazione PeaceLink.
Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/taranto
Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
http://web.peacelink.it/policy.html

martedì 28 febbraio 2012

Si vogliono smantellare i controlli nelle aziende con una semplice autocertificazione

Il controllore è pagato dal controllato?
Nonostante l’anno scorso ci sia stato un aumento delle morti per infortuni sui luoghi di lavoro di oltre l’11% si vogliono smantellare i controlli nelle aziende con una semplice autocertificazione. Nel decreto legge 5/2012 nell’articolo 14, si legge: “Soppressione o riduzione dei controlli sulle imprese in possesso della certificazione del sistema di gestione della qualità (UNI ISO-9001) o altra appropriata certificazione emessa, a fronte di norme armonizzate”.”. Cosa vuol dire? Una semplice certificazione di un ente esterno che certifica l’ ISO 9001 potrebbe bastare per non avere in sostanza verifiche in azienda. L’azienda dove lavoravo come responsabile della Qualità era certificata con l’ISO 9001 e ricordo che la certificazione veniva fatta da un ente che era pagato dall’azienda stessa. Il “controllato” pagava il servizio al “controllore”. E credo che anche addesso funzioni così. Ma questi enti che sono eccessivamente costosi, se si assumeranno la responsabilità sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro, faranno lievitare i prezzi della certificazione a prezzi stratosferici se faranno le cose necessarie: ma penso piuttosto che chiuderanno un occhio per non creare beghe all’azienda che gli dà il lavoro. E i lavoratori responsabile della Sicurezza non si assumeranno nessuna responsabilità se sono esterni pagati dall'azienda stessa a certificare. Sui morti sul lavoro, si continua purtroppo a fare della grande confusione. Questo succede soprattutto perchè nelle statistiche ufficiali non si separano i morti sui luoghi di lavoro da quelli in itinere, molti morti in “nero” non vengono conteggiati, come non vengono conteggiate tra le vittime gli anziani agricoltori schiacciati dal trattore, che ricordiamo, sono intorno al 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. I morti sui luoghi di lavoro nel 2011 sono stati 286 al nord con 46,65% sul totale in Italia, 156 al centro con il 25,4% sul totale e 170 al sud comprese le isole con il 27,7% sul totale. Occorre ricordare che essendo oltre il 60% delle mortisui luoghi di lavoro tra edili e agricoltori, il livello d’industrializzazione non ha praticamente nessun valore statistico, l’unico parametro valido è il numero dei morti in rapporto agli abitanti. Solo così è possibile valutare il livello di “virtuosità” di una provincia o di una regione. Gli edili e gli agricoltori ci sono in eguale misura in tutte le regioni italiane, e il nord, che ha un pessimo andamento su qusto fronte, non può trovare scuse che giustifichino tanti poveri lavoratori morti sul lavoro. Nel 2011 ci sono stati 663 morti sui luoghi di lavoro e 1170 se si aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere. dall'1 gennaio 2012 ci sono già stati 69 morti sui luoghi di lavoro eoltre 130 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. Carlo Soricelli osservatorio Indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.com

Per approfondimenti http://www.rassegna.it/articoli/2012/02/27/84031/dl-semplificazioni-un-colpo-alla-sicurezza-sul-lavoro





Nuoro, operaio 52enne muore per il crollo di uno scavo

ultimo aggiornamento: 27 febbraio, ore 18:02

Nuoro - (Adnkronos) - La vittima è stata subito estratta dal cumulo di materiale franato ed è stata soccorsa dai medici del 118, che però non hanno potuto far altro che constatarne il decesso

dall' OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO

E' morto Liberato Contu operaio di 51 anni.Contu è stato trovato morto travolto dalla terra, mentre si trovava in fondo ad uno scavo che serviva alla posa di alcuni tubi: era sceso per un sopralluogo per la riparazione della rete idriga: probabilmente le pareti dello scavo erano intrise d'acqua per il maltempo dei giorni scorsi..
La tragedia questa mattina: sul posto sono arrivati i soccorsi del 118, che hanno cercato di rianimarlo, ma per Contu non c’è stato nulla da fare.
La vittima era impegnata insieme ad un collega nella riparazione della rete dell’acqua, vicino alla stazione ferroviaria. Sull’accaduto l’Ispettorato del lavoro ha avviato un’indagine.

Lallio, esplosione alla cartiera Tredici indagati - tra cui tecnici dell'ASL e dell'ex ISPESL di Bergamo - Articolo apparso su L'ECO DI BERGAMO del 25



venerdì 24 febbraio 2012

“Gli aerei Alitalia erano pieni di amianto”: un processo dà speranza alle vittime



24 febbraio 2012
http://www.linkiesta.it/tribunale-napoli-amianto-atitech#ixzz1nK3U4uFa
di Stefania Divertito

“Ho avvisato tutti i miei colleghi, magari loro riescono a fermare la bestia...”. La bestia è il mesotelioma pleurico, il “tumore dell’amianto”. Che si trovava nei freni e nelle fusoliere dei vecchi aerei Alitalia, e veniva respirato dagli addetti alla manutenzione. Il procedimento penale è aperto, il Gip ha respinto la richiesta di archiviazione e ora tocca ai pm decidere sul rinvio a giudizio. Il giorno della verità è il 2 aprile.

Funziona così: il respiro viene a mancare, all’improvviso spunta un affanno, uno pensa che siano le sigarette, maledette, oppure il freddo, o l’età. Ma la stanchezza persiste e arriva la tac. E con essa la diagnosi. Nunzio Pierini vive a Chieti e ha scoperto qualche mese fa, a 62 anni, di essere ammalato di mesotelioma pleurico. Non è un ex operaio della Eternit, né ha lavorato nei cantieri navali, lui si occupava di aerei per l’aeronautica militare. È stato maresciallo specialista elettromeccanico di bordo e ha curato la manutenzione degli aerei, sia prima che dopo il volo. «L’amianto si trovava nei freni, certo, ma anche in tante altre parti del velivolo, solo che noi non lo sapevamo», ci dice. Non è il solo. «Ho telefonato ai miei colleghi per avvisarli, fatevi controllare, forse riuscirete a beccare la bestia prima che sia troppo tardi». La bestia è il tumore da amianto che lascia poche speranze di sopravvivergli.

Qualche speranza, invece, si è aperta, dal punto di vista legale, grazie alla decisione del gip del tribunale di Napoli: ha respinto la richiesta di archiviazione e ora la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per i manager dell’Atitech accogliendo la richiesta dell’Osservatorio nazionale amianto dell’avvocato Ezio Bonanni. Due le vittime di mesotelioma tra gli ex dipendenti dell’azienda che si occupa della manutenzione degli aerei per conto dell’Alitalia. Nell’hangar di Capodichino c’era amianto, i dipendenti lo hanno respirato mentre lavoravano ai freni, ai carrelli degli aerei, all’impianto di condizionamento. E non sapevano di correre tali rischi.

La prossima udienza, a Napoli, è fissata per il due aprile: con l’eventuale rinvio a giudizio si darà il via a un processo dai contenuti rivoluzionari per il settore aeronautico, che potrebbe coinvolgere numerosi ex dipendenti sia del settore militare che civile, hostess comprese. «Purtroppo ci sono arrivate decine di segnalazioni di casi di dipendenti ammalati – ci dice Bonanni, che ha costituito un comitato vertenza amianto aviazione civile e militare – e in alcuni casi si è già manifestato il mesotelioma. Noi come osservatorio ci costituiremo parte civile nel procedimento e in tutti gli altri che potranno nascere in altre città. È una battaglia di civiltà prima che legale.

Queste persone hanno lavorato per anni a contatto con l’amianto senza conoscerne i rischi. Le nostre perizie hanno appurato che fino a pochi anni fa esisteva il rischio, almeno fino al 2000. Già l’anno scorso il Tribunale di Napoli aveva condannato Atitech al risarcimento dei danni sofferti dai familiari di una delle vittime del mesotelioma, dipendenti della società e la Corte di Appello di Milano si è pronunciata accogliendo la domanda di contributi privilegiati per un assistente di volo, che aveva respirato l’amianto proprio a bordo dell’aereo, come hanno dimostrato le nostre perizie».



Processo per amianto alla Pirelli

Comunicato
Riteniamo sbagliato, anche se la comprendiamo, la decisione di 6 famiglie degli operai della Pirelli di accettare la transazione di risarcimento proposta dall’Azienda e di conseguenza ritirarsi dalla costituzione di parte civile nel processo che si è aperto a Milano. Ci colpisce che ha fare questa scelta tra gli altri vi sia la figlia di Ennio Marciano, Giusy, che è avvocato e legale rappresentante nel procedimento. Marciano è l’operaio morto nel 2002 e il cui decesso ha dato il via all’inchiesta. In un intervista a Radio Popolare l’avvocato ha “giustificato” questa decisione col fatto che questo è il “riconoscimento” della battaglia per avere giustizia. Ma è vero il contrario. Non costituirsi parte civile permette alle Aziende di non essere accusate per l’utilizzo di materiale dannoso e letale per la salute degli operai, il tutto e in nome del profitto. Infatti quanto emerso alla seconda udienza chiarisce bene. Prendendo la parola un legale della Pirelli ha fatto il punto "sulle trattative che stiamo conducendo con gli eredi dei lavoratori deceduti" e continuando, in sei casi le "transazioni" si sono "concluse" con buon esito, una è fallita e altre sei sono "ancora in corso", come quelle con l'Asl, con la Regione Lombardia e con l'Inail. Da qui la decisione della corte di aggiornare il processo al 19 aprile, per permettere all’Azienda di portare avanti le trattative. Comprendiamo il dolore dei familiari, ma non possiamo credere che si siano fatti, magari, “ammaliare” dalle parole del comunicato della Pirelli che ribadisce "il profondo dolore per quanto accaduto", rimarcare "di essere sempre stata vicina ai propri ex dipendenti colpiti da malattie e alle loro famiglie", spiegando che '''non ha mai utilizzato amianto quale componente nella produzione degli pneumatici e che all'epoca l'uso dell'amianto negli edifici era pratica comune nelle tecniche di costruzione". Diciamo noi che si la Pirelli è stata “vicina” agli operai, tanto vicina da entrargli fin dentro i polmoni e ucciderli, così come è stato alla Eternit di Casale, alla Fibronit di Bari, a Broni, ecc. Allo stesso tempo condividiamo la decisione dell’AIEA-Medicina Democratica-Comitato per la difesa della salute sui luoghi di lavoro e sul territorio, di chiedere di costituirsi parte civile presentando una domanda simbolica di un euro di risarcimento e sottolineando: "La Pirelli cerca di comprarsi la licenza di uccidere e l'impunità. Noi non accetteremo nessuna trattativa o transazione, perchè siamo contrari a monetizzare la salute e la vita umana". Non lasciamo che la scelta di alcuni familiari faccia calare, un’altra volta, il silenzio su questo omicidio padronale. Occorre unire le forze e costruire una grande mobilitazione popolare per ottenere verità e giustizia. Questo è un atto dovuto ai tanti Eroi della classe operaia sacrificati sull’altare del profitto padronale.
Rete nazionale sicurezza sul lavoro Nodo Milano/Bergamo

retesicurezzamilano@gmail.com
24-02-12



giovedì 23 febbraio 2012

Maxi risarcimento di Pirelli per vittime amianto



Centinaia di migliaia di euro ai familiari degli operai morti.

Risarcimenti milionari sono in arrivo da parte di Pirelli ai familiari degli operai morti per mesotelioma dopo aver respirato, secondo l'accusa, amianto negli stabilimenti milanesi. Il 23 febbraio, nell'udienza del processo a 11 ex dirigenti imputati per omicidio colposo e lesioni colpose in relazione a una ventina di decessi, è stato spiegato che sei trattative con le famiglie sono andate a buon fine e sei sono ancora in corso. Da quanto si è saputo, il risarcimento per nucleo familiare è nell'ordine di centinaia di migliaia di euro e varia a seconda dei casi.
Nel processo, davanti al giudice Guido Piffer della sesta sezione penale del Tribunale di Milano, sono imputati con l'aggravante della violazione delle normative sulla sicurezza i componenti del Cda e gli amministratori che si sono succeduti dal '79 all'88, come Luciano Isola che è stato consigliere dal 1980 al 1986.
Il pubblico ministero di Milano, Maurizio Ascione, ha contestato agli imputati 24 casi tra dipendenti morti di mesotelioma pleurico (una ventina in totale) e altri malati di tumore. Tutti operai che hanno lavorato tra la fine degli anni '70 e la fine degli anni '80 negli stabilimenti milanesi di viale Sarca e via Ripamonti e che, secondo l'accusa, hanno subito negli anni «esposizioni massicce e ripetute» alle fibre di amianto, senza «l'adozione di adeguati sistemi di aspirazione o protezione individuale» e senza alcun sistema di «raccoglimento polveri».
PROSSIMA UDIENZA IL 19 APRILE. Trattative aperte per eventuali risarcimenti anche con l'Inail, Asl di Milano e Regione Lombardia. I soldi alle famiglie non sono ancora materialmente arrivati e per questo le caratteristiche delle trattative sono riservate e ancora confidenziali. Proprio «per esigenze legate alle trattative in corso per la definizione dei profili civilistici» il giudice Piffer ha rinviato il processo a distanza di due mesi. Prossima udienza il 19 aprile.
PRESENTE IL LEGALE DELL'AIEA. All'udienza si è presentato anche il legale della 'Associazione italiana esposti amianto' (Aiea) con in mano il dispositivo della sentenza del processo Eternit di Torino che, nei giorni scorsi, ha portato alla condanna a sedici anni di carcere per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier.L'avvocato dell'associazione ha spiegato di voler depositare la storica sentenza Eternit agli atti del processo a carico degli ex amministratori della Pirelli.

ANCORA A PROPOSITO DELLA DISCARICA DI CAPPELLA CANTONE

ANCORA A PROPOSITO DELLA DISCARICA DI CAPPELLA CANTONE, “DELL'INVENZIONE” DEL TAVOLO SULL'AMIANTO, DELLA SOSTITUZIONE DEGLI ASSESSORI REGIONALI BUSCEMI E ROSSONI E ALTRO...ALTRO ANCORA...NO ALLE DISCARICHE 'PROVVISORIE'!!

A) E' un dato di fatto che la discarica di amianto di Cappella Cantone non si farà più. Ma non era così scontato che “ i politici” di ogni area e appartenenza si buttassero nuovamente su questa vicenda in modo strumentale, superficiale e scomposto, quasi volessero far dimenticare la loro “assenza” o “timidezza” su questa problematica che è presente sul territorio cremonese da quattro anni.

B) Succede così che, per coprire le gravi responsabilità politiche della Giunta regionale lombarda, di quella provinciale cremonese e dell'ARPA, venga istituito “un tavolo sull'amianto” ispirato dalla giunta di Formigoni. E' evidente che quest'ultima, attraverso “ il tavolo” che avrebbe il compito di individuare modi e luoghi per smaltire l'amianto in provincia di Cremona, vuol tentare di rifarsi una verginità con l'avallo irresponsabile e colpevole di alcune forze dell'opposizione, dopo gli scandali per corruzione, bancarotta ecc. in cui sono stati coinvolti esponenti del PDL politicamente vicini a Formigoni. Il PD, decidendo di partecipare a questo “tavolo”, ha offerto, di fatto, le sue stampelle ad una giunta screditata e incapace di governare, anziché mettere all'ordine del giorno dell'agenda politica le dimissioni di Formigoni e della sua giunta. Ma la cosa più incredibile e farsesca è che in questo organismo, più o meno inutile e incompetente, saranno presenti personaggi della politica che in questi anni non hanno mosso un dito contro la pericolosità della discarica di Cappella Cantone (Salini, Pinotti ecc...) o che, senza alcun senso d' ironia, proponevano di trattare per spostare la discarica di qualche centinaio di metri. A tutto ciò va aggiunto che a questo tavolo, forse come atto simbolico bypartisan, per sancire la corresponsabilità politica, venga anche invitato un deputato del PD che non ha più alcun ruolo istituzionale ufficiale né in Regione né in Provincia e che non è neppure un esperto ufficiale della materia. Quali sono i criteri che hanno ispirato la composizione di questo organismo? Perché un deputato ufficialmente estraneo a tutta la tematica ne farà parte e non si è chiamato, ad esempio, uno dei sindaci che si sono sempre schierati contro la discarica? Questo “tavolo istituzionale” cercherà in tutti i modi di gettare fumo negli occhi alla popolazione e di manipolare la realtà oggettiva, per far dimenticare le gravi responsabilità politiche che Pdl e Lega hanno avuto sulla mancata discarica di Cappella Cantone. Un organismo così formato non è legittimato ad indicare nessuna soluzione per lo smaltimento dell'amianto, in quanto composto prevalentemente da esponenti che, di fatto, sono emanazione di quella giunta regionale e provinciale che, se non fosse intervenuta la Magistratura, avrebbero tranquillamente accettato la discarica di Cappella Cantone. Ci pare sospetta la rapidità con cui si è istituito questo “tavolo tecnico” e le modalità con cui sono stati indicati i partecipanti. Ci sarebbero già, in realtà, tutti gli strumenti istituzionali, certamente più trasparenti, e che noi invochiamo da anni, per individuare siti e modalità per la pianificazione dello smaltimento dell'amianto a livello regionale. Perché si è scelto di non coinvolgere il consiglio regionale e le sue commissioni? Perché, se il futuro è l'inertizzazione, si continua ad ignorare la nostra richiesta di mettere in moratoria le discariche già progettate e al vaglio della Regione? Perché i neofiti e i convertiti alla bontà dell'inertizzazione non sostengono queste cose? Perché non si vuole dare la possibilità ai cittadini di esprimersi e di decidere a livello regionale su dove e come smaltire l'amianto e altre sostanze tossiche? Perché si scelgono ambiti, di fatto, extra istituzionali per prendere le future decisioni in materia? Sembra quasi che con la scelta affrettata di un tavolo tecnico si voglia realizzare una specie di “compensazione” rispetto alla non realizzazione forzata della discarica di Cappella Cantone. Fatto che ha lasciato evidentemente a bocca asciutta molti speculatori e affaristi politici corrotti e presi con le mani nella marmellata. Noi sappiamo che, in realtà, i neo-teorici e i neo-convertiti dell'ultima ora sulla bontà dell'inertizzazione stanno giocando una partita sporca, subdola, ambigua e poco chiara per poi arrivare a delle conclusioni sbrigative per cui, dato che gli impianti di inertizzazione hanno una tempistica non breve per la loro realizzazione, proporranno magari di optare per l'effettuazione di “discariche provvisorie”. Quest'ultima sarebbe la soluzione più criminale e pericolosa a cui si potrebbe arrivare. Noi sappiamo, però, che queste “soluzioni provvisorie” sono addirittura sostenute da “ambienti” e da settori di partiti che impropriamente si definiscono ambientalisti e che giocano da molto tempo un ruolo ambiguo e di complicità con settori economici ben individuabili (come ad esempio cooperative, COMPAGNIE varie...). Noi ci impegneremo a stoppare in partenza queste soluzioni nel caso in cui si prospettassero.
In sintesi, noi facciamo appello a tutti i cittadini affinché tengano d'occhio l'operato di questo monstre tecnico e soprattutto le sue conclusioni. Da un organismo politicamente controllato dalla giunta regionale e da quella provinciale di Cremona, oltre a qualche politicante, non ci si deve aspettare nessuna decisione positiva per la collettività. Quindi vigilanza! Anche perché l'inchiesta della Magistratura non è ancora finita e i controlli futuri sugli impianti, se non cambia la giunta Formigoni, saranno fatti nei prossimi tre anni dall'ARPA.
Noi mettiamo in discussione tutto il sistema di procedure autorizzative e controlli ambientali, perché la dirigenza dell'ARPA, checché ne dica Formigoni, non è stata estranea a quanto accaduto a Cappella Cantone e non solo. Non basta la rimozione di un dirigente per sanare tutte le irregolarità e omissioni avvenute e per garantire che non avvengano. Il problema non è solo quello di stabilire se la Locatelli portava in Regione dei dati falsati. Il problema è a monte: gli uffici regionali e l'ARPA hanno accettato, a iter già iniziato, di cambiare le regole del monitoraggio, accettando le proposte di Locatelli che “prometteva” di aggiungere metri 1,40 di materiale isolante (o simil isolante...!). C'é da mettersi le mani nei capelli alla luce di quanto trovato sotto i cantieri delle Brebemi.

C) La giunta Formigoni ed il suo rimpasto
Una decina di giorni fa Formigoni ha proceduto ad una sorta di rimpasto di giunta, per cercare di restituirle una facciata più presentabile dopo gli scandali dei corruzione che hanno visto coinvolti esponenti del Pdl in consiglio regionale ed ex assessori vicinissimi a Formigoni.
Vediamo chi sono i destituiti e coloro che sono stati indicati per altri incarichi.

Massimo Buscemi, del Pdl, fino al momento della sua destituzione aveva l'incarico di assessore alla Cultura. Era stato anche assessore alla partita per le discariche, compresa quella di Cappella Cantone, nella precedente legislatura. I “maligni” sostengono che sia stato estromesso dalla giunta perché in passato socio di Ponzoni (ex assessore ed ex vicepresidente del consiglio recentemente arrestato), e inoltre genero di Daccò, quest'ultimo pesantemente coinvolto nello scandalo dell'ospedale San Raffaele di Milano di don Verzè.
Buscemi quando ricopriva l'incarico di assessore alla partita per le discariche in una dichiarazione rilasciata alla stampa locale di Cremona invitava l'amministrazione provinciale ad individuare un sito diverso da Cappella Cantone a patto che il gestore della discarica rimanesse sempre la ditta Cavenord, allora di proprietà dei Fratelli Testa!

Gianni Rossoni, sempre del Pdl, eletto nel collegio di Cremona, ex vice presidente della giunta regionale, da assessore alla Formazione professionale è diventato, dopo il rimpasto, assessore al Lavoro. Ridimensionate oggettivamente le sue competenze. E' l'unico assessore in giunta eletto in provincia di Cremona. Nel corso dell'inchiesta della Magistratura su Locatelli e Nicoli Cristiani il suo nome appare indirettamente all'interno di una conversazione avente per oggetto la problematica dello smaltimento dell'amianto. Un paio di anni fa, in una dichiarazione alla stampa, aveva paventato il pagamento di penali nel caso in cui i Fratelli Testa (allora titolari della proprietà del terreno) non avessero potuto realizzare la discarica. Dove avesse individuato queste clausole non è stato mai reso noto...!

In sostanza, guarda caso, Formigoni ha coinvolto nel rimpasto proprio quei personaggi che, in tempi e modi diversi, sono stati interessati al percorso che portò alla concessione dell'autorizzazione della discarica di Cappella Cantone.

In conclusione, la partita che si giocherà d'ora in avanti può diventare ancora più complessa di quella che si è dipanata finora. Per fermare i disonesti, i furbi e quelli che fanno affari sulla nostra pelle occorrerà l'attenzione e la mobilitazione di tutti i cittadini lombardi per chiedere la moratoria in Regione di tutte le discariche di amianto in corso di approvazione o già approvate ed arrivare ad una pianificazione trasparente e realmente partecipativa per lo smaltimento dell'amianto.

Cittadini contro l'amianto

p.s.
Siamo stati gentilmente invitati a partecipare alla trasmissione Green Box di Telecolor di venerdì 24 febbraio 2012. Abbiamo posto come condizione alla nostra partecipazione che l'assessore Belotti, anche lui invitato, ritirasse preventivamente la sua denuncia contro esponenti del comitato. Il signor Belotti non ha accettato questa legittima richiesta giustificandola con il fatto che avrebbe fatto in diretta televisiva una dichiarazione in tal senso. Noi non abbiamo accettato questa mediazione e quindi abbiamo scelto di non partecipare. Noi non trattiamo né ci confrontiamo con chi ci denuncia alla Magistratura senza motivo.


22 febbraio 2012
Cittadini contro l'amianto
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martedì 21 febbraio 2012

Spargeva sale su autostrada Genova-Serravalle, muore operaio


21 FEB 2012



(AGI) - Genova, 21 feb. - Autostrade per l'Italia comunica che questa notte si e' verificato un incidente mortale sul lavoro, di cui e' stato vittima un operatore di una delle imprese appaltatrici dei servizi invernali.
L'operaio, durante le abituali fasi di caricamento di un automezzo spargisale presso il Posto di Manutenzione di Ronco Scrivia, e' salito e caduto dalla scaletta dell'attrezzatura per cause che sono in corso di accertamento. E' stata inutile l'immediata attivazione dei soccorsi sanitari da parte del personale di Autostrade per l'Italia presente sul luogo. Fin da subito sono state avviate anche tutte le indagini interne, che verificheranno il rispetto di norme e procedure di sicurezza. Nell'incidente ha perso la vita Silvano Della Casa. Autostrade per l'Italia esprime il piu'
profondo cordoglio alla famiglia e ai colleghi del defunto.

Quattro operai morti sul lavoro in appena 24 ore

martedì 21 Febbraio 2012

Quattro operai morti sul lavoro in appena 24 ore.

di Redazione Contropiano


Continua la vergogna degli omicidi sul lavoro. Si lavora ormai anche a 64 anni, quando sarebbe giusto essere in pensione. Sono morti che pesano sulla coscienza del governo.

La giornata lavorativa è iniziata da poche ore e le Autostrade per l'Italia hanno comunicato che questa notte si è verificato in "incidente mortale"di cui è stato vittima un operaio di una delle imprese appaltatrici dei servizi invernali. L'operaio, durante le abituali fasi di caricamento di un automezzo spargisale presso il posto di manutenzione di Ronco Scrivia, è salito e caduto dalla scaletta dell'attrezzatura, per cause che sono in corso di accertamento. È stata inutile l'immediata attivazione dei soccorsi.
La vittima Silvano Della Casa aveva 64 anni, una età nella quale si avrebbe diritto ad essere in pensione e non a lavorare in mezzo alla strada.

Dopo gli operai morti ieri ad Ancona e Brescia, ieri sera era arrivata anche la notizia della morte di un operaio a Grosseto. L'uomo 41 anni lavorava con una pala meccanica. Secondo alcune testimonianze, Montagnani ( così si chiamava il lavoratore) stava sostituendo un vetro alla cabina di una gru, detta "Merlo", mezzo che serve a muovere materiali edili, quando, inavvertitamente, con una gamba ha azionato il mezzo e il braccio della gru lo ha colpito provocandogli lesioni e fratture al torace. L' operaio, che era assieme ad un meccanico, con il quale stava svolgendo la manutenzione è morto all'istante. L' uomo, che lavorava alla Vibralcementi da cinque anni, era molto conosciuto in città per aver giocato anche nel Grosseto alla fine degli anni Ottanta, quando il club era in Promozione.

lunedì 20 febbraio 2012

PERICOLO alla FIAT_Alfa Romeo di Arese: evacuati i 500 lavoratori del Centro Tecnico

Alfa Romeo di Arese.

Allarme ed evacuazione improvvisa di 500 lavoratori del Centro Tecnico FIAT dell'Alfa Romeo di Arese.
La nuova caldaia era stata appena riavviata dopo un mese di STOP per la denuncia dello Slai Cobas alla Procura per rischio avvelenamento.

COSA STA SUCCEDENDO?

Venerdì 17 verso le ore 10.30 è suonata la sirena di allarme nell'area del palazzo del Centro Tecnico FIAT alla portineria centrale dell'Alfa Romeo di Arese.

Circa 500 lavoratori del Call Center e delle altre aziende Fiat e collegate dell'Alfa Romeo di Arese sono scesi in strada e si sono allontanati dallo stabile.
A detta dei dirigenti FIAT presenti sul posto l'allarme sarebbe scattato per lo scoppio di una tubazione dell'impianto di riscaldamento.

1.Il 12 gennaio scorso la FIAT ha staccato il riscaldamento del palazzo del Centro Tecnico dalla Centrale Termica dell'Alfa - la quale da sempre teleriscalda tutto il sito – ed ha messo in funzione una mega caldaia a metano appena costruita, non si sa come, perchè e da chi autorizzata, dato che il palazzo era ad emissioni zero e che ad Arese negli scorsi anni si sono firmati e controfirmati vari accordi sull'energia pulita con proprietari, regione, comuni e provincia.

2.Il 14 gennaio lo Slai Cobas ha presentato un esposto penale alla Procura di Milano e ai CC contro la FIAT denunciando che 500 lavoratori erano a rischio avvelenamento perchè i fumi delle caldaie entravano direttamente nelle prese d'aria dell'impianto di condizionamento e dei ricambi d'aria di tutto il palazzo e di tutti i 5 piani.

3.I CC e la Procura della Repubblica di Milano sono intervenuti, le nuove caldaie FIAT sono state subito spente il giorno 16 gennaio ed è stato riallacciato il vecchio teleriscaldamento.

4.In questo mese la FIAT ha alzato di qualche metro i camini e fatto vari lavori, non sappiamo di quale tipo.

5.Il 16 febbraio, esattamente un mese dopo lo STOP, la FIAT -senza alcun preavviso ai lavoratori e ai sindacati- ha di nuovo e di soppiatto riavviato le nuove caldaie e subito c'è stato un nuovo patatrac.

Venerdì 17 scorso i lavoratori sono poi stati fatti rientrare al lavoro.
Lo Slai Cobas e le RSU della FIAT e delle altre aziende collegate del Centro Tecnico dell'Alfa Romeo di Arese intimano però alla FIAT di non scherzare con la salute dei lavoratori.

La FIAT deve ricollegarsi con la Centrale Termica o, comunque, deve mettere seriamente a norma l'impianto con seri collaudi e con l'eliminazione totale del rischio che i fumi entrino nelle prese d'aria dell'impianto di condizionamento e dei ricambi d'aria del palazzo; attualmente non va bene né l'ubicazione delle canne fumarie né la loro altezza, nonostante un qualche miglioramento a quest'ultimo riguardo, dopo la denuncia dello Slai Cobas.

VIDEO youtube sull'EVACUAZIONE IMPROVVISA di venerdì 17 febbraio 2012:
http://youtu.be/XSAAibWe2N8

VIDEO youtube sui fumi di un mese fa e sulla denuncia dello Slai Cobas:
http://www.youtube.com/watch?v=N3k1DjTSu1E&list=UUUble6c9TUgIfb6qIA8dqMw&index=6&feature=plcp

VIDEO sito youtube dello SLAICOBAS: http://www.youtube.com/slaicobas

Arese, 20 febbraio 2012 Slai Cobas Alfa Romeo

SLAI COBAS
Sindacato dei lavoratori autorganizzati intercategoriale
Sede legale: via Masseria Crispi 4 / 80038 Pomigliano D'Arco NA / tel/fax 081 8037023 Sede nazionale: viale Liguria, 49 / 20143 Milano / tel/fax 02 8392117 Sede Alfa Romeo: viale Luraghi snc / 20020 Arese MI / tel/fax 02 44428529

Schiacciato da un pezzo di metallo muore operaio di 44 anni

ALLA ORMIS SPA DI CASTEGNATO
Schiacciato da un pezzo di metallo muore operaio di 44 anni
L'incidente nell'azienda leader della meccanica siderugica: inutile il trasporto all'ospedale di Ome, il decesso dopo tre ore ALLA ORMIS SPA DI CASTEGNATO


Brescia: alle 6 di lunedì 20 febbraio un operaio 44enne di origini croate (Damir Kulji, residente al Villaggio Violino) è morto in seguito alle ferite riportate nell'infortunio subito nell'azienda in cui lavorava, in via Iseo 5 a Castegnato. E' la Ormis spa, azienda leaderr della meccanica siderurgica, amministrata Diego Penocchio, vicepresidente del Parma (con il sogno nel cassetto di rilevare il Brescia calcio).
L'uomo aveva da poco iniziato il turno quando è rimasto schiacciato da un grosso pezzo di metallo che si è staccato da un carroponte. Le sue condizioni erano disperate. E' stato trasportato all'ospedale di Ome dove è deceduto intorno alle nove. I rilievi sono affidati ai carabinieri di Chiari. Sul posto anche gli ispettori del lavoro dell'Asl.

Redazione Online20 febbraio 2012 | 11:43

sabato 18 febbraio 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 17/02/12



SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 17/02/12





INDICE



Federico Giusti giustifederico@libero.it

LETTERA DI UN OPERAIO METALMECCANICO



Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL COMMISSARIO EUROPEO SULLA PROCEDURA D'
INFRAZIONE CONTRO L' ITALIA



Grillo Peppone grillo@macchinistiuniti.it

TRENI CONDOTTI DAL MACCHINISTA UNICO/SOLO: PRONTO SOCCORSO AZIENDALE IN AMBITO FERROVIARIO



Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi@tiscali.it

ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO - COMUNICATO STAMPA



Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

ETERNIT 16 ANNI A DUE CRIMINALI



Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

NO ALLA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI SI ALL' ALTERPIANO: RIDUZIONE, RIUSO,
RICICLO



Stefano Ghio procomto@libero.it

TORINO, LUNEDI' 13 FEBBRAIO: LA SENTENZA DEL PROCESSO ETERNIT



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Da: Federico Giusti giustifederico@libero.it

A:
Data: Dom 12 Feb 2012 4:11 pm

Oggetto: LETTERA DI UN OPERAIO METALMECCANICO


Vi allego la lettera di un operaio vi chiediamo di pubblicarla/diffonderla a
firma di anonimo operaio metalmeccanico. Anonimo per non subire ritorsioni
.

Grazie

per il COBAS

Federico Giusti 3498494727


Ero tornato da poche ore, l' ho visto, per la prima volta, era alto, bello,
forte e odorava di olio e lamiera.

Per anni l' ho visto alzarsi alle quattro del mattino, salire sulla sua
bicicletta e scomparire nella nebbia di Torino, in direzione della Fabbrica.

L' ho visto addormentarsi sul divano, distrutto da ore di lavoro e alienato
dalla produzione di migliaia di pezzi, tutti uguali, imposti dal cottimo.

L' ho visto felice passare il proprio tempo libero con i figli e la moglie.

L' ho visto soffrire, quando mi ha detto che il suo stipendio non gli
permetteva di farmi frequentare l' università.

L' ho visto umiliato, quando gli hanno offerto un aumento di 100 lire per
ogni ora di lavoro.

L' ho visto distrutto, quando a 53 anni, un manager della Fabbrica gli ha
detto che era troppo vecchio per le loro esigenze.

Ho visto manager e industriali chiedere di alzare sempre più l' età
lavorativa, ho visto economisti incitare alla globalizzazione del denaro, ma
dimenticare la globalizzazione dei diritti, ho visto direttori di giornali
affermare che gli operai non esistevano più, ho visto politici chiedere agli
operai di fare sacrifici, per il bene del paese, ho visto sindacalisti dire
che la modernità richiede di tornare indietro.

Ma mi è mancata l' aria, quando lunedì 26 luglio 2010, su "La Stampa" di
Torino, ho letto l' editoriale del prof. Mario Deaglio. Nell' esposizione
del professore, i "diritti dei lavoratori" diventano "componenti non
monetarie della retribuzione", la "difesa del posto di lavoro" doveva essere
sostituita da una volatile "garanzia della continuità delle occasioni da
lavoro", ma soprattutto il lavoratore, i cui salari erano ormai ridotti al
minimo, non necessitava più del "tempo libero in cui spendere quei salari",
ma doveva solo pensare a soddisfare le maggiori richieste della controparte
(teoria ripetuta dal prof. Deaglio a Radio 24 tra le 17,30 e le 18,00 di
martedì 27 luglio 2010).

Pensare che un uomo di cultura, pur con tutte le argomentazioni di cui è
capace, arrivi a sostenere che il tempo libero di un operaio non abbia alcun
valore, perché non è correlato al denaro, mi ha tolto l' aria.


Sono salito sull' auto costruita dagli operai della Mirafiori di Torino.

Sono corso a casa dei miei genitori, l' ho visto per l' ennesima volta. Era
curvo, la labirintite, causata da milioni di colpi di pressa, lo faceva
barcollare, era debole a causa della cardiopatia, era mio padre, operaio al
reparto presse, per 35 anni, in cui aveva sacrificato tutto, tranne il tempo
libero con la sua famiglia, quello era gratis.

ODORAVA DI DIGNITA'.


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From: Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it

To:

Sent: Sunday, February 12, 2012 10:01 PM

Subject: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL COMMISSARIO EUROPEO SULLA PROCEDURA
D' INFRAZIONE CONTRO L' ITALIA



COMUNICATO STAMPA



Interrogazione parlamentare al Commissario Europeo Laszlo Andor sulla
procedura d' infrazione contro l' Italia 2010/4227,per violazione di alcuni
punti della direttiva europea quadro 89/391/CEE sulla sicurezza sul lavoro.



Dato che la Commissione Europea se la sta prendendo comoda con l' esame
della procedura d' infrazione contro l' Italia n 2010/4227, per violazione
di alcuni punti della direttiva europea quadro 89/391/CEE sulla sicurezza
sul lavoro, fatta aprire grazie alla mia Petizione
1919-09, ho chiesto a Sonia Alfano di fare un' interrogazione al Parlamento
Europeo, rivolta al Commissario Europeo Occupazioni e Affari Sociali Laszlo
Andor.


A seguire il testo dell' interrogazione parlamentare.


Ringrazio Sonia per la sensibilità dimostrata su un tema molto importante
come la sicurezza sul lavoro, di cui purtroppo i mezzi d' informazione
parlano raramente, anche se ogni giorno 3
lavoratori non fanno più ritorno a casa perché sono morti sul lavoro.


Prima c' era Berlusconi Presidente del Consiglio e Sacconi Ministro del
Lavoro, ora c' è Monti Presidente del Consiglio e Elsa Fornero come Ministro
del Lavoro, ma è cambiato poco o nulla sulla sicurezza sul lavoro.


E meno male che la Fornero disse, proprio 2 mesi e mezzo fa, che la
sicurezza sul lavoro "sarà
centrale nel lavoro del Governo e nel suo impegno personale".


Proprio il 30 Dicembre 2011 Graziella Marota, madre di Andrea Gagliardoni
(morto tragicamente sul lavoro il 20 giugno del 2006, all' Assoplast di
Ortezzano, con la testa schiacciata in una pressa tampografica, che gli ha
spezzato l' osso del collo), ha inviato una raccomandata al Ministro del
Lavoro, scrivendole la lettera aperta, che potete leggere all' indirizz:


http://www.quotidianosicurezza.it/sicurezza-sul-lavoro/caduti-sul-lavoro/lettera-di-graziella-marota-al-ministro-fornero.htm

Ad oggi 12 febbraio 2012, il Ministro Fornero non si è neanche degnata di
risponderle.



E con questo credo di aver detto tutto, quindi chiederei al Ministro Fornero
di risparmiarci queste sue dichiarazioni sulla sicurezza sul lavoro, perché
la mia impressione è che questo importante tema non sia centrale per questo
Governo.


Marco Bazzoni

Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Firenze



PARLAMENTO EUROPEO

SCHEDA DI DEPOSITO DI UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

INTERROGAZIONI SCRITTE



Destinatario: Commissione

Interrogazione con richiesta di risposta scritta

Autore: Sonia Alfano

Oggetto: Presunte violazioni della Direttiva sulla sicurezza sul lavoro da
parte dell' Italia



TESTO

Viste le interrogazioni scritte P-1144/10 ed E-1152/10;

vista la petizione 1919-09 la quale ha fatto aprire la procedura d'
infrazione numero 2010/4227 contro l' Italia per violazioni di alcuni punti
della Direttiva 89/391/CEE del Consiglio, del 12 giugno 1989, riguardante l'
applicazione di provvedimenti volti a promuovere il miglioramento della
sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro;

considerando che il 30 settembre 2011 è stata inviata all' Italia una
lettera di costituzione di messa in mora, contenente i seguente punti:

1) deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega e
subdelega,

2) violazione dell' obbligo di disporre di una valutazione dei rischi per la
sicurezza e salute durante il lavoro per i datori di lavoro che occupano
fino a 10 lavoratori,

3) proroga dei termini impartiti per la redazione del documento di
valutazione dei rischi per le nuove imprese o per modifiche sostanziali
apportate ad imprese esistenti,

4) posticipazione dell' obbligo di valutazione del rischio di stress legato
al lavoro,

5) posticipazione dell' applicazione della legislazione in materia di
protezione della salute e sicurezza sul lavoro per le persone appartenenti a
delle cooperative sociali e a delle organizzazioni di volontariato della
protezione civile,

6) proroga del termine per completare l' adeguamento alle disposizioni di
prevenzione incendi per le strutture ricettive turistico-alberghiere con
oltre 25 posti letto esistenti in data del 9 aprile 1994;

considerando che l' Italia doveva presentare entro il 30 novembre 2011 le
sue osservazioni in merito;

considerando che la Commissione Europea doveva esaminare tali osservazioni,
e nel caso si fossero dimostrate insufficienti, emettere un parere motivato,
in cui si chiedeva all' Italia di adeguarsi alle disposizioni della messa in
mora;

considerando che in caso contrario potrebbe adire alla Corte di Giustizia
Europea, la cui sentenza è vincolante per l' Italia;

considerando che sono passati quasi tre mesi dal termine in cui l' Italia
doveva inviare le sue osservazioni, ad oggi;

può la Commissione comunicare la data in cui l´Italia ha presentato
ufficialmente le sue osservazioni e fornire informazioni precise sullo stato
della procedura d´infrazione?



Data: 10/02/2012



-----------------------



From: Grillo Peppone grillo@macchinistiuniti.it

To:

Sent: Monday, February 13, 2012 5:52 PM

Subject: TRENI CONDOTTI DAL MACCHINISTA UNICO/SOLO: PRONTO SOCCORSO
AZIENDALE IN AMBITO FERROVIARIO



Treni condotti dal Macchinista Unico/Solo.

Pronto soccorso aziendale in ambito ferroviario.

Decreto 19/2011.



E' innegabile che SOLO UN EQUIPAGGIO POLIFUNZIONALE, ADEGUATAMENTE FORMATO
ALLA CONDOTTA DEL TRENO E ALL' ASSISTENZA DEGLI UTENTI DI UN SERVIZIO
PUBBLICO QUALE DOVREBBE ESSERE QUELLO FERROVIARIO, POTRA' GARANTIRE UN
SOCCORSO QUALIFICATO SENZA "INSORMONTABILI DIFFICOLTA' ".



TALE OBBLIGO DATORIALE DEVE VALERE PER TUTTE LE IMPRESE FERROVIARIE, SIA
PUBBLICHE CHE PRIVATE!!!!



Se un "Macchinista Unico/Solo" durante la condotta del treno fosse colto da
malore improvviso in una galleria, su un viadotto, su linee ferroviarie
inaccessibili alle auto ecc., come verrebbe soccorso e in quanto tempo?

Se ci fosse la concomitanza del malore del "Macchinista Unico/Solo" e del
malore di qualche viaggiatore in tali circostanze come si organizza il
soccorso?

Se ci fosse la concomitanza del malore del "Macchinista Unico/Solo" e un'
avaria alla locomotiva in galleria, su un viadotto ecc, il capotreno che non
sa né condurre il treno né operare sul Mezzo di Trazione, come "gestirebbe"
il tutto e magari anche eventuali crisi di panico dei viaggiatori?



L' esigenza di avere un unico macchinista alla condotta del treno è dettata
dalla necessità di avere più concorrenza? Di dare alle Imprese Ferroviarie,
sia pubbliche che private, più competitività? Le regole della concorrenza e
della competitività possono "forzare" diritti inalienabili e indisponibili?


Qui non si tratta di essere i custodi del Tempio, di difendere privilegi
inesistenti. Si tratta dell' inalienabile diritto alla salute di ogni
"macchinista unico/solo" durante l' attività lavorativa che, nella
fattispecie, diventa inevitabilmente un diritto collettivo.



TALI DOMANDE NON POSSONO ESSERE PIU' INEVASE!



Preciso che le mie argomentazioni sono condivise dalla totalità dei
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza dei macchinisti d' Italia e
dall' Organizzazione Sindacale Or.S.A. (vedi documento a seguire).



La proposta dell' Equipaggio Polifunzionale è aderente all' articolo 50,
comma 1, lettera h) del D.Lgs.81/08 ["il rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza promuove l'elaborazione, l'individuazione e l'attuazione delle
misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l'integrità fisica dei
lavoratori"].



Buona Vita

Giuseppe Grillo

RLS in Trenitalia.



"Chi dice la Verità, prima o poi verrà scoperto".

Oscar Wilde



"Ero un combattente che non ha avuto fortuna nella lotta immediata, e i
combattenti non possono e non devono essere compianti, quando essi hanno
lottato non perché costretti, ma perché così hanno essi stessi voluto
consapevolmente".

Antonio Gramsci







AVVISO A TUTTI I MACCHINISTI ITALIANI

Or.S.A. Settore Macchina "Macchinisti Uniti"

Sindacato Nazionale Macchinisti e Capi Deposito Ferrovie e Metropolitane

". ALLA LUNGA LA RAGIONE SI FA STRADA ..."

L' ASL 2 di Savona con l' "ATTO DI PRESCRIZIONE CON IMPOSIZIONE DI
SPECIFICHE MISURE ATTE A FAR CESSARE IL PERICOLO PER LA SICUREZZA DEI
LAVORATORI DURANTE IL SERVIZIO" IMPONE l' affidamento ad equipaggio
polifunzionale (composto da almeno due agenti "conduttori" abilitati alla
conduzione del treno) su ogni convoglio percorrente.



Colleghi grazie al lavoro dei nostri RLS possiamo salutare un nuovo e
importante passo avanti nella ricerca di soluzioni condivise a tutela e
garanzia della sicurezza sul lavoro.

L' atto di prescrizione emesso dall' ASL 2 di Savona rappresenta un primo e
giusto riconoscimento alle nostre ragioni nel ritenere potenzialmente
pericoloso, per il macchinista colto da malore, l' equipaggio treno senza
agenti in grado di condurre il treno verso il punto di soccorso.



La complicata vertenza "EQUIPAGGIO", di cui è stata parte centrale la
vicenda "storica" del "VACMA", si sta ulteriormente sviluppando con quella
attuale relativa al "SOCCORSO".

Una fase lunga anni che ci ha visti protagonisti assoluti e solitari, non
per difendere posizioni di privilegio, come taluni vorrebbero far credere,
ma la sicurezza e le condizioni di lavoro.

Una vertenza dura, che ha visto il licenziamento, poi rientrato, di un
nostro RLS.

I macchinisti non hanno ceduto ed hanno vinto imponendo il superamento del
VACMA, il sistema di esclusione vigilante (EVIG) e l' attrezzaggio, con il
SCMT/SSC, di tutta rete ferroviaria italiana. Unica realtà in Europa.



Al contrario di tutte le altre Organizzazioni Sindacali, noi non abbiamo
sottoscritto gli accordi del 15 maggio 2009 e del 17 novembre 2010, non solo
per l' assenza di qualsivoglia miglioramento, ma soprattutto perché carenti
sul versante sicurezza e, in particolare, sul soccorso al macchinista.



Con lungimiranza, abbiamo proposto un modello di equipaggio polifunzionale
(più agenti sul treno in grado di guidare), che incomprensibilmente non è
stato accettato nonostante fosse sostenuto anche dall' autorevole studio
dell' Università di Urbino "Carlo BO" ("Riflessioni sulla gestione delle
procedure di pronto soccorso aziendale per gli operatori a bordo treno").



Possiamo dire che avevamo visto giusto, coniugando sicurezza e produttività.
Oggi, grazie alla prescrizione, dobbiamo essere ancora più convinti nel
perseguire questo altro fondamentale obiettivo di civiltà.



UNITI SI VINCE !!!

Roma, 12 febbraio 2012



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From: Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi@tiscali.it

Sent: Monday, February 13, 2012 9:27 PM

To:

Subject: ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO - COMUNICATO STAMPA



ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO

COMUNICATO STAMPA



CONDANNA PER I RESPONSABILI DELLA ETERNIT: UNA SENTENZA GIUSTA



Il Tribunale di Torino ha condannato a 16 anni gli imputati Stephan
Schmidheiny e Jean Louis De Cartier de la Marchienne.

Il reato per cui sono stati ritenuti colpevoli è quello di disastro doloso,
omissione volontaria di cautele contro gli infortuni e omicidio colposo.

Riconoscere i responsabili, condannarli con le loro società al risarcimento
del danno è stata una giusta decisione.

Una sentenza storica, di indicazione per gli altri numerosi procedimenti in
atto per morti da amianto, perché venga presa a riferimento.



Nel giorno in cui si celebrano i funerali di Oscar Misin, fra i principali
fondatori dell' AIEA, deceduto per mesotelioma a causa dell' esposizione
all' amianto nel suo luogo di lavoro (Centrale Termica di Turbigo), si
riconosce che l' amianto è la causa della morte di migliaia di ex esposti.



Oscar non ritorna, ma un po' di giustizia è stata fatta, per questo lo
sentiamo ancora fra noi.



Torino, 13 febbraio 2012



Armando Vanotto

Fulvio Aurora

Maura Crudeli



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From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

To:

Sent: Monday, February 13, 2012 10:33 PM

Subject: ETERNIT 16 ANNI A DUE CRIMINALI



16 anni di carcere a due criminali uno svizzero di 65 anni e l' altro belga
di 91, amministratori delegati della Eternit di Casale Monferrato in tempi
diversi, nel più grande processo mondiale di tutti i tempi sulla sicurezza
del lavoro; il PM Raffaele Guariniello ne aveva chiesti 20.

E' comunque una grande vittoria per tutti quelli che si sono battuti in
questi anni perché venisse fatta giustizia e perché come per il processo
Thyssen è passato il principio dell' "OMISSIONE VOLONTARIA DI MISURE DI
SICUREZZA", che ha fatto lievitare la pena ben oltre il semplice omicidio
colposo plurimo.



I lavoratori superstiti e i loro familiari, i comitati, i cittadini, le
associazioni tra cui L' AIEA (Associazione Italiana Esposti Amianto) e
Medicina Democratica, quest' ultima parte civile nel processo.



Saluti

Gino Carpentiero



Si è concluso con la condanna a 16 anni del magnate svizzero Stephan
Schmidheiny e del barone belga Louis Cartier il processo Eternit. I due,
entrambi ex vertici della multinazionale dell' amianto, erano accusati di
disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele
antinfortunistiche. Per loro il giudice Casalbore ha anche deciso l'
interdizione dai pubblici uffici.

Entrambi sono stati condannati per il disastro negli stabilimenti di Casale
Monferrato e Cavagnolo mentre i giudici hanno dichiarato di non doversi
procedere per quelli di Rubiera e Bagnoli perché i reati sono estinti.



Per i familiari delle vittime, la corte ha stabilito un risarcimento di
30.000 euro per ogni congiunto. 35.000 euro di risarcimento invece per
alcuni malati, 100.000 per ogni sigla sindacale, 4 milioni per il comune di
Cavagnolo, 20 milioni per la Regione Piemonte e una provvisonale di 15
milioni per l' INAIL. Venticinque milioni di euro di risarcimento è invece
previsto per il Comune di Casale Monferrato.



Nelle scorse settimane l' imputato svizzero aveva offerto all'
amministrazione comunale un risarcimento di 18 milioni di euro con l'
impegno del Comune a ritirare la costituzione di parte civile. Dopo un tira
e molla il Comune aveva però rinunciato all' offerta. L' appello a non
accettare quello che molti avevano definito un "patto con il diavolo", era
arrivato anche dal ministro alla Salute, Renato Balduzzi, che si era
impegnato a trovare, insieme all' amministrazione, i soldi necessari alle
bonifiche.



"Comunque vada è un processo storico", aveva detto il pubblico ministero
Raffaele Guariniello.

"E' il più grande processo nella storia e nel mondo" - ha spiegato
Guariniello - "in materia di sicurezza sul lavoro. E dimostra che un
processo si può fare. Bisogna lavorare per dare giustizia e su questo
abbiamo avuto aiuto da quasi tutte le istituzioni".

Secondo il magistrato "siamo di fronte a una grande ingiustizia
internazionale: ci sono Paesi in cui se si tocca l' amianto bisogna farlo
con lo scafandro altri in cui ancora si tocca con le mani".



Fuori dal palazzo di Giustizia sono stati in tanti ad aver raccolto l'
invito a partecipare al presidio promosso dall' associazione Voci della
Memoria di Casale Monferrato: ex operai della Thyssen Krupp, familiari delle
vittime della strage ferroviaria di Viareggio e di quella del Moby Prince,
delegazioni di lavoratori provenienti da tutta Italia e anche da oltralpe.

Sui cancelli del Tribunale sono state affisse numerose foto delle vittime e
decine di striscioni che in diverse lingue chiedono giustizia per i morti
dell' amianto mentre un tratti di strada davanti alla struttura è stato
chiuso al traffico.

Di fronte al palazzo anche un gazebo in cui l' associazione Terra del Fuoco
e gli Studenti Indipendenti offrono bevande calde (il termometro segnava una
temperatura di 3 gradi sotto zero nonostante la giornata soleggiata), mentre
al microfono si alternano molte voci in attesa della decisione della corte.

Al presidio partecipano anche diverse forze politiche, Sinistra Critica,
Rifondazione Comunista e Partito Comunista oltre a una delegazione dei
sindacati di base.



Sono alcune migliaia i morti e i malati di di tumore individuati tra
lavoratori e cittadini nell' inchiesta della procura torinese. Il processo è
diventato, come sottolinea lo stesso Guariniello "un punto di riferimento
mondiale".

Durante due anni e 66 udienze il pubblico ministero, Raffaele Guariniello,
affiancato dai PM Gianfranco Colace e Sara Panelli, ha tentato di
dimostrare, attraverso testimonianze, documenti e consulenze, che la
politica sulla sicurezza e sulla salute della Eternit apparteneva a un'
unica regia. "Gli imputati non si sono limitati ad accettare il rischio che
il disastro si verificasse e continuasse a verificarsi, ma lo hanno
accettato e lo accettano ancora oggi" aveva detto Guariniello nella sua
arringa finale chiedendo una condanna a 20 anni di reclusione per entrambe
gli imputati per quella che aveva definito "una tragedia immane" che "ha
colpito popolazioni di lavoratori e di cittadini che continua a fare morti e
si è consumata in Italia e in altre parti del mondo con una regia senza che
mai nessun tribunale abbia chiamato i veri responsabili a risponderne".

"Si addebita a Eternit" - aveva aggiunto - "di aver causato un disastro nei
suoi stabilimenti e per la popolazione, che ancora oggi continua a
verificarsi giorno dopo giorno per consapevole volonta' dei suoi
proprietari".



I legali dei due imputati avevano chiesto per entrambe l' assoluzione per
non aver commesso il fatto: secondo le difese De Cartier, dal 1971, aveva
ricoperto solo "un ruolo minoritario senza compiti operativi" mentre
Schmidheiny avrebbe provveduto a fare diversi investimenti per la sicurezza
dei lavoratori, in base alle conoscenze dell' epoca sull' amianto.

L' avvocato Astolfo Di Amato, uno dei legali di Schmidheiny, aveva messo in
dubbio la validità stessa di un processo celebrato a più di trent' anni di
distanza dai fatti contestati che lederebbe il principio di difesa perché il
tempo trascorso "rende quasi impossibile" - aveva detto - "a chi è accusato
difendersi al meglio: i documenti non si trovano, molti testimoni non ci
sono più e quelli che ci sono non sono attendibili perché i fatti sono
troppo lontani da ricordare".



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From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

To:

Sent: Monday, February 13, 2012 10:48 PM

Subject: FW: NO ALLA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI SI ALL' ALTERPIANO: RIDUZIONE,
RIUSO, RICICLO



----- Original Message -----



From: Agipress - Agenzia di Stampa Quotidiana redazione@agipress.it

To:

Sent: Monday, February 13, 2012 3:15 PM

Subject: NO ALLA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI SI ALL' ALTERPIANO: RIDUZIONE,
RIUSO, RICICLO



Agipress - Notizia n.23748

del 13/02/2012 - 12:51:31 PM

NO ALLA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI SI ALL' ALTERPIANO: RIDUZIONE, RIUSO,
RICICLO


I medici ed i tecnici di Medicina Democratica sono intervenuti insieme alla
CUB Sanità all' audizione della terza commissione ambiente della Provincia
di Firenze, il giorno 10/02/12, per presentare l' ALTERPIANO per la gestione
dei rifiuti per l' ATO TOSCANA CENTRO.

E' stato altresì ribadita l' opposizione alla costruzione dell' Inceneritore
a Case Passerini, che, senza che sia stata effettuata alcuna VIA e contro
ogni principio di precauzione, che il grande scienziato Renzo Tomatis di
Medicina Democratica e per anni direttore della IARC, per primo definì un
PRINCIPIO ASSOLUTO quando non si conoscono gli effetti degli inquinanti
sulla salute umana.

Medicina Democratica stigmatizza anche l' atteggiamento arrogante e gravato
di pregiudizi che alcuni membri del partito di maggioranza relativa hanno
tenuto nei loro confronti durante l' audizione. Ancora una volta i decisori
politici del PD di questa provincia nell' ignorare ogni principio di
precauzione, fanno sfoggio di una dogmatica assunzione di certezza riguardo
alla non nocività dei moderni inceneritori che il metodo scientifico in uso
non consente di dare e persistono nella consumata logica "della
minimizzazione del danno" e della "rassicurazione ad oltranza", negandosi ad
ogni effettiva possibilità di dialogo, dimostrandosi in realtà ancora una
volta succubi dei potentati economici che spingono perché l' inceneritore
venga al più presto costruito.

Medicina Democratica nel sottolineare che nessun ulteriore aggravio per la
salute umana proveniente dall' incenerimento dei rifiuti può oggi essere
considerato accettabile,in particolare nell' area della Piana già gravemente
inquinata da strade, autostrade e Aeroporto, indica nell' ALTERPIANO dei
Comitati ATO Centro la soluzione immediata e concreta per una gestione dei
rifiuti, a inquinamento zero, che risparmia la materia, che crea
occupazione, che riduce i costi di smaltimento, nel pieno rispetto delle
normative europee e nazionali.


Medicina Democratica - Movimento di lotta per la salute

Associazione onlus sede di Firenze,sezione Pietro Mirabelli

p.za Baldinucci, 8R 50129 Firenze

coordinatore dott. Gian Luca Garetti tel 334 86 68 064


Agipress - Agenzia di Stampa Nazionale Quotidiana

www.agipress.it

redazione@agipress.it



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From: Stefano Ghio procomto@libero.it

To:

Sent: Tuesday, February 14, 2012 11:23 AM

Subject: TORINO, LUNEDI' 13 FEBBRAIO: LA SENTENZA DEL PROCESSO ETERNIT



TORINO, LUNEDI' 13 FEBBRAIO: LA SENTENZA DEL PROCESSO ETERNIT



E' il gran giorno; finalmente, dopo tre anni di udienze scandite
settimanalmente, si conclude il primo grado del processo - per i reati di
disastro doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche - contro i
due padroni genocidi della multinazionale svizzero-belga dell' amianto, l'
Eternit: lo svizzero Stephan Schmidheiny ed il barone belga Jean Louis Marie
Ghislain de Cartier de Marchienne.


All' esterno del Tribunale di corso Vittorio Emanuele II, 130 si forma, a
partire dalle ore 9:00, un presidio della Rete nazionale per la sicurezza
sul lavoro; insieme alle realtà che da sempre ne fanno parte (specificamente
lo SLAI COBAS per il sindacato di classe, presente anche con compagni
provenienti dalla vicina Lombardia, il Collettivo Comunista Piemontese, e l'
associazione Legami d' acciaio) si scorgono altri gruppi costantemente
assenti durante il normale svolgimento delle udienze.



Sul fronte politico fanno capolino bandiere di gruppi quali: Sinistra
critica e Federazione della sinistra; inoltre fanno la loro comparsa anche
esponenti di Comunisti sinistra popolare, da poco strutturati in città.


Per quanto concerne le organizzazioni sindacali le uniche bandiere presenti
sono quelle della CUB, mentre si riconoscono gli striscioni dei familiari
delle vittime italiane e francesi, nonché il Comitato per la difesa della
salute sul lavoro e sul territorio di Sesto San Giovanni (MI).


Qualche minuto dopo, all' interno della maxi aula uno di palazzo di
Giustizia comincia l' ultima udienza dedicata alle repliche: dovrebbe
prendere la parola l' avvocato Zaccone per concludere il suo sproloquio, ma
rinuncia: di conseguenza la Corte si ritira, annunciando che alle 13:30
verrà letto il dispositivo della sentenza.


Mi occorre specificare che, a causa del fatto di non essere in possesso del
tagliando con il quale si può accedere all' interno del Tribunale, questa
parte della giornata non è stata da me seguita direttamente.
Successivamente, grazie all' aiuto di un amico, riesco ad entrare di
soppiatto all' interno dell' aula di udienza dove sono sistemate le
autorità: dopo pochi minuti vengo allontanato ed invitato a sistemarmi nella
sovrastante aula Magna, da dove si può seguire il pronunciamento della Corte
attraverso un maxi schermo.


Alle ore 13:30, il giudice Giuseppe Casalbore rientra in aula e inizia la
lettura del dispositivo della sentenza: "In nome del popolo italiano, visti
gli articoli... del CPP, il Tribunale dichiara gli imputati colpevoli dei
reati a loro ascritti, e li condanna...".


Subito si alza, dai presenti nella sala gremita in ogni ordine di posti, un
lungo applauso che copre parzialmente le parole con le quali continua il
magistrato: "alla pena detentiva di anni sedici di reclusione ciascuno;
inoltre li condanna alle pene accessorie di: interdizione perpetua dai
pubblici uffici, interdizione legale per la durata della pena, interdizione
di anni tre dalla contrattazione con la pubblica amministrazione".


Questo è quanto per quel che concerne il procedimento penale; ma ad esso è
legata la parte civile dei risarcimenti alle parti offese; l' elenco è
lunghissimo, sono oltre seimila, e non è possibile prendere nota di ogni
singola voce: pertanto mi limito a segnalare quelli che concernono i
soggetti pubblici e le associazioni.



Casalbore scandisce: "Inoltre condanna gli imputati, in solido con i
responsabili civili, al pagamento dei danni patrimoniali e non patrimoniali
nella misura in cui segue:

Comune di Cavagnolo, 4 milioni;

INAIL, 15 milioni...",

e continua con le cifre che in parte si trovano qui sotto:

Comune di Casale Monferrato: 25 milioni;

Regione Piemonte: 20 milioni;

ASL di Alessandria: 5 milioni;

Associazione Familiari E Vittime dell' Amianto: 100 mila;

ALLCA-CUB nazionale: 100 mila euro;

CGIL nazionale, Piemonte,Torino ed Alessandria: 100 mila ciascuno;

CISL Piemonte e FENEAL-CISL Alessandria: 100 mila ciascuno;

UIL Piemonte e UIL Alessandria: 100 mila ciascuno;

Medicina Democratica: 70 mila;

WWF nazionale: 70 mila.

Inoltre condanna gli imputati alla corresponsione di una P.I.E.
(provvisionale immediatamente esecutive: l' intero ammontare del danno verrà
liquidato in separata sede civile) tra i 30 mila e i 70 mila euro a favore
di una fetta delle parti civili persone fisiche costituite.

Ad un' altra parte di queste (unitamente ad alcuni Comuni minori del
casalese, alla Provincia di Torino, alla Provincia di Alessandria, alla
regione Emilia Romagna, al Comune di Rubiera, alla UIL Campania, ed alla
CGIL Campania) non viene riconosciuta la P.I.E. ed il danno verrà liquidato
in separata sede civile.



Infine, gli imputati, in solido con i responsabili civili, vengono
condannati al pagamento delle spese processuali agli avvocati delle parti
civili.



Insomma: una sentenza che non esito a definire storica; finalmente la
magistratura borghese italiana punisce severamente i padroni che fanno
profitti sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie.



Torino, 13 febbraio 2012



Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

c/o SLAI COBAS per il sindacato di classe TO/MI/BG/GE

http://pennatagliente.wordpress.com