venerdì 25 febbraio 2011

Un altro immigrato morto sul lavoro, di lavoro, per il lavoro…


VERSO LO SCIOPERO DEL 1° MARZO



25/2/2011

Latina . Operaio muore sotto gli occhi dei colleghi

Ennesima vittima sul lavoro. Un giovane operaio romeno è precipitato nella notte tra ieri e oggi in un burrone mentre stava lavorando al disboscamento lungo la linea ferroviaria Roma-Napoli, nei pressi della città di Cisterna (Latina). L'incidente è avvenuto sotto gli occhi di altri due colleghi.

giovedì 24 febbraio 2011

Monfalcone il volantino x oggi in Fincantieri sulla morte sul lavoro di un operaio immigrato

La nostra Organizzazione Sindacale esprime cordoglio e dolore proletario verso il lavoratore del Bangla Desh, Ismail Miah di nemmeno 23 anni, morto per un misero salario alla Fincantieri di Monfalcone ieri 21 febbraio 2011.
Stava lavorando in un condotto d'aerazione ed è precipitato per 20 metri.
Questa morte ricorda quella di un operaio meridionale a Marghera, che precipitò all'interno di una conduttura.

Le condizioni di lavoro non rispettano le norme, lo SPISAL ha poteri di indagine ma raramente gli vengono segnalate le infrazioni sulla sicurezza dalle O.S., e non è vero che gli operai non le riferiscano alle O.S. stesse, il fatto è che all'interno degli stessi stabilimenti i diritti e doveri di RSU-RLS in materia, sono disattesi e violati dalla stessa Fincantieri.

E' incredibile, la Fincantieri è un'azienda diretta all'interno dello Stato, e la vogliono pure privatizzare, per fare ancora "meglio" i loro interessi, altri morti, altro sangue, nessun rispetto di quanto si è ottenuto in sede legislativa e contrattuale, QUESTA E' LA LINEA CASTRO-FIAT-SACCONI, questi sono i risultati, altro che "riduzione degli infortuni" !!!

Dipendente di una ditta Cozzolino che aveva lavori in subappalto da una ditta dal nome notissimo, "Carneval", con l'aggiunta di un "Magic" che sa di beffa, di continua ed ignobile mancanza di responsabilità dei dirigenti di Fincantieri, dei responsabili della sicurezza e della produzione.

Le responsabilità ignobili di chi ancora continua e persevera nel sottopagare i lavoratori, nel ricattarli, nell'accampare false e pretestuose leggi contro il diritto alla malattia, nel nascondere gli infortuni e minacciare i testimoni, nel costruire una rete di connivenze cui partecipano spesso e volentieri i confederali stessi, una rete organizzata di controllo e repressione dei moti operai e delle forme di autorganizzazione.

Ieri a Monfalcone c'è stato l'immediato blocco del lavoro e oggi lo sciopero con blocco dei cancelli e una manifestazione sindacale dalla Fincantieri verso il centro cittadino.

OPERAI ORGANIZZIAMOCI NEL COBAS ! LOTTIAMO E DENUNCIAMO TUTTE LE MANCANZE E BUCHI NELLA SICUREZZA ! NO ALLA MORTE DA LAVORO !

Slai Cobas per il Sindacato di Classe Fincantieri Marghera

Aderente alla Rete Nazionale per la Sicurezza sui Posti di Lavoro bastamortesullavoro@domeus.it

PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 23 FEBBRAIO



(ricevo, e pubblico, per gentile concessione di Elena di Agenda Rossa)




Torino, 23 febbraio - Processo Thyssen 22° udienza

pubblicata da Elena Saita il giorno mercoledì 23 febbraio 2011 alle ore 19.04

Thyssen 22° udienza - Maxiaula 1


Fare clic con il pulsante destro del mouse qui per scaricare le immagini. Per motivi di riservatezza, il download automatico dell'immagine da Internet non è stato eseguito.
Audisio e Estenhan



Nessuno al presidio all'ingresso del tribunale, strano, di solito i compagni della Colcom sono presenti... sia con i loro striscioni che con lo striscione con le fotografie delle vittime del rogo.


Ore 9,30 entra la corte

Dopo poco inizia l'avvocato Audisio - difensore di Herald Estenhan, Gerald Prigneitz e Marco Pucci.


Inizia dicendo che la situazione del mercato mondiale ha costretto la Thyssen ad ottimizzare e riorganizzare... che l'azienda NON voleva chiudere Torino ma che voleva incrementare la produzione di Terni .

(n.d.r. e per farlo chiudeva Torino e portava tutto a Terni!)


Ricorda che Estenhan era l'A.D. dell'azienda e quindi il datore di lavoro. Per adempiere agli obblighi che la legge prevede in termini di sicurezza era costretto a delegare, in quanto non aveva le conoscenze tecniche per adempiere alla normativa in vigore.

Ricorda che il sistema di deleghe risale a prima della sua assunzione e che quindi si è limitato ad attuare le linee già seguite in precedenza.

Ricorda che il delegato era il direttore di Stabilimento di Torino, Il Signor Salerno e che quest'ultimo aveva una delega a firma congiunta, con un parigrado di Torino, di 1 miliardo - quindi con una autonomia più che sufficiente per garantire interventi connessi alla sicurezza!


Le anomalie riscontrate non dipendono quindi da Estenhan ma dal delegato.


Obbligo di Estenhan era la valutazione del rischio! E qui inizia con le domande auliche: ''Ha Estenhan adempiuto alla valutazione? E se si... lo ha fatto correttamente''?


Chiede di precisare che cosa significa Luogo ad elevato rischio incendio.


Fa un esempio di rischio incendio parlando dell'aula in cui ci troviamo e dice che il tribunale è in ''pericolo'' di incendio MA non a ''rischio''.


Sostiene che alla linea 5 c'era il pericolo, si, ma non il rischio.


E' vero che c'erano flessibili contenenti olio infiammabile a pressione ma che non c'erano fonti di calore in prossimità, quindi non vi era pericolo.


I coils lavorati erano si impregnati di olio di laminazione ''altamente'' infiammabile, ma che dovevano essere sgocciolati... e l'olio che cadeva doveva essere ripulito.


E' vero che c'era carta ma veniva raccolta su appositi rulli e che nel caso si fosse strappata bisognava toglierla manualmente.


Ricorda che vi era una impresa che aveva l'appalto sia per le pulizie che per la raccolta dell'olio e della carta! (n.d.r. non in continuazione ma alcune volte durante la settimana... la pulizia, ultimamente, spettava agli operai durante il turno di lavoro)!


Ricorda che c'era una fotocellula che avrebbe dovuto rilevare la carta strappata... (n.d.r.: ma che non funzionava in quanto su una staffa storta e che bloccava la linea in continuazione - segnalazione di tale anomalia era stata eseguita, ma, dato il pezzo mancante, si era risolto il problema con un catarinfrangente provvisorio che veniva messo e tolto durante la lavorazione).


Motivo di scintille è la frizione tra il coil e la carenatura metallica della linea, ma gli operai dovevano controllare!


La linea 5 è a vista e quindi spettava agli operai tener d'occhio la centratura nella zona incriminata, avrebbero dovuto agire spostando il centratore manualmente. Ricorda che l'ispezione sulla 5 era facile in quanto tutta a livello ''zero''.


Ricorda che tutti gli studi fatti dal 1997 al 2005 il carico incendio è sempre sato di 10/11 Kglegna, ribadisce quindi che c'era pericolo ma NON rischio!


Affronta poi il problema del certificato Anti Incendio che i Vigili del Fuoco devono rilasciare per legge... e qui la faccenda ha dello stupefacente...

Prima di tutto dà nuovamente la colpa a Salerno dicendo che avrebbe dovuto occuparsi meglio della faccenda.


Il gestore dello stabilimento deve redigere un programma di gestione sicurezza e deve adottare un piano di emergenza sia interno che esterno (n.d.r.: ricordiamo che l'incaricato prendeva spunti da una ''rivista specializzata in materia''!)


Per una azienda non a ''rischio'' incendio era sufficiente la redazione e il rispetto di questo programma per avere il certificato dal VVFF; per una azienda ad alto rischio era necessario un organo collegiale che oltre a produrre questo materiale doveva effettuare una valutazione più ampia e rigorosa con organi preposti del comune e dei VVFF. Va avanti a parlare di normative ma il succo del discorso è che dal 1997 al 2003 non si è fatto altro che scrivere programmi sempre più dettagliati, in versioni sempre più aggiornate ... ma evidentemente, invece di attuarli si limitavano allo scriverli in quanto il certificato i VVFF non lo avevano ancora rilasciato!


Ricorda che anche dai controlli effettuati dall'ARPA non sono mai emerse anomalie ( n.d.r. chissà come mai?)


Il dicembre del 2004, finalmente, la Dott.ssa Milena Orso Giacone, (ARPA ?) realizza che, dati gli acidi trattati dall'azienda - la Thyssen diventa a ''rischio''! In base a quest'ultimo, l'iter da seguire per ottenere la certificazione VVFF non è solo l'obbligo di notifica del programma, MA anche quello di gestione della sicurezza.


Salerno pare non faccia nulla per adempiere a questa norma. Ecco quindi che gli viene contestato l'illecito penalmente rilevante.


Tornando all'azienda , Audisio sostiene che la pratica per ottenere la certificazione dei VVFF non è stata sottovalutata dall'azienda ma interrotta per la variazione della normativa stessa! (n.d.r. dal 1997 inizio pratica ... alla ''scoperta degli acidi da parte della Orso Giacone 2004 sono passati 7 anni! Mi domando se un parrucchiere potrebbe permetterselo tutto 'sto tempo...)


Parla ancora ribadendo sempre le stesse cose da mille angolazioni diverse e alla fine conclude che, ammesso e non concesso che il certificato fosse stato rilasciato cosa sarebbe cambiato? Nulla! Quindi che problema c'è? Ovviamente da principe del foro qual'è non usa queste parole, ma il ''succo'' è questo!


Tornando allo stabilimento a ''rischio'' in quanto lavorazioni con acido cloridrico... si domanda se sarebbe stato opportuno installare un sistema di rilevazione/spegnimento incendio... (n.d.r avrei voluto gridare SIIIIII) e conclude dicendo che sarebbe stato inutile! (n.d.r.: sigh...) Che si è preferito invece analizzare ogni pezzetto della linea ed agire in modo tale da evitarlo! (n.d.r.: sorride trionfale... mi chiedo perchè visto che sono morti in 7? Bell'analisi han fatto!)


Ribadisce che non c'era motivo di avere materiale infiammabile attorno... (n.d.r.: ma c'era...) ''Pianta nuovamente il ''tarlo'' del ... se c'era materiale infiammabile in giro... la colpa è di chi non lo ha tolto... visto che gli operai preposti a tale compito non c'erano più - sempre per via dell'ottimizzazione - ma c'era una ditta appaltatrice che faceva le pulizie a cadenza regolare, ma non giornalmente ... sta praticamente dicendo che gli operai non facevano le pulizie durante il turno di lavoro...)


Parla del piano di intervento in caso di incendio, e dice che il personale:


  1. Se è ''formato'' cioè se ha frequentato un corso interviene
  2. Se l'incendio è di palese gravità chiama la squadra di emergenza che chiama a sua volta il responsabile ''emergenza''
  3. Il Responsabile chiama la squadra ''manutentori''
  4. La squadra accorre sul posto, allontana le persone e le mette in sicurezza, fa staccare la corrente e mette in sicurezza l'impianto
  5. si organizza per spegnere il fuoco
  6. se non ne è in grado chiama i Vigili del Fuoco.
  7. Se si fosse agito in questo modo si sarebbe evitata la tragedia!


Quindi? cosa vuol dire? Chi c'era in quel momento? Ci lascia sospesi in questo modo e chiede una pausa, sono le 13.10 siamo tutti stanchi e depressi!


la mamma di Santino esce dicendo: ''sta a vedere che si sono dati fuoco da soli''!"

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vado a prendere un caffè alla 'machinetta' costa 35 cent ma non dà il resto, ho 50 cent... pazienza! Faccio un paio di telefonate e infilo 1.50 per prendere un panino... la macchina ingoia 1,50 e non mi restituisce NULLA! La guardo con schifo e mi deprimo ancora un pò di più.... torno in aula e dò un'occhiata al Fatto Quotidiano.

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Ore 14.45 Audisio riprende la difesa scusandosi con l'eccellentissima Corte per l'attenzione che ha riposto nella analisi della valutazione dei fatti.

Sostiene che tutto quel che è stato valutato sia da organismi interni che esterni è sempre stato considerato in modo positivo e che solo dopo l'incidente sono state mosse delle critiche!

Dice che i PM sostengono che avrebbero ritenuta corretta la valutazione dei rischi effettuata dall'azienda SE la situazione fosse stata ottimale, cosa che NON era.

la difesa sostiene invece che tutto era corretto e tutto procedeva nella norma... anzi essendo ridotta la produzione c'erano ancora meno rischi! Quindi Estenham aveva adempiuto perfettamente al proprio compito!

Ribadisce che nessuno aveva detto di mettere l'impianto di rilevazione/spegnimento incendio automatico quindi? Cosa imputare a 'sti poveretti? Nemmeno quando Estenham è venuto a Torino in visita l'ultima volta non gli è stato detto che le cose non andavano proprio a ''gonfie vele''.

Nemmeno il Pignalosa, che invece di avventarsi contro Estenhan e dirgli che c'erano problemi ... gli ha invece chiesto le ''magliette con il logo''! (n.d.r. : Che depressione che mi viene! Io ho lavorato come segretaria/assistente in Fiat Capogruppo e mi capitava di vedere l' avvocato Agnelli; anche io avevo qualche ''problemino'' in ufficio ma, onestamente, MAI mi sarei osata andar da lui e dirgli guardi che le prese di corrente in ufficio NON sono mica a norma! Oppure che avevo un groviglio di fili elettrici sotto la scrivania! Grrr)


Continua dicendo che Estenhan ha fatto il suo dovere di controllo, che ha delegato un responsabile e che era assolutamente tranquillo... insomma non ha violato proprio nulla!


Sono le 15.30 l'udienza viene riaggiornata a venerdì 25 febbraio!

mercoledì 23 febbraio 2011

PADERNO DUGNANO: CONSIGLIO COMUNALE APERTO(?) PER DISCUTERE DELL’EURECO E SICUREZZA.



Una delegazione della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro ha partecipato nella serata del 21-02-011 al Consiglio Comunale aperto al pubblico per discutere dello scoppio all’Eureco del 4 novembre 2010 e cose fare perché non accada più(?). Presenti alla serata oltre al consiglio comunale rappresentanti istituzionali, dal Senatore Roilo (Commissione Parlamentare d’inchiesta permanente) all’avvocato Dottoressa P. Trapani (Area Qualità e Ambiente, Provincia di Milano), dalla Dirigente ASL1 – Dottoressa M. Della Foglia - al rappresentante Vigili del Fuoco della Provincia di Milano, dal rappresentante del Comitato Paritetico –settore edilizia- di Milano Tiziano Cozzi al rappresentante nazionale dell’AIEA –Fulvio Aurora-, dall’Assessore provinciale Paolo del Nero al rappresentante Protezione Civile di Paderno Dugnano, a delegati e responsabili di Fiom (Barbanti Enrico)- Uil (Tamburelli)- Cisl (Mansolillo e Simonetta)- Cgil Camera del Lavoro Milano (Buriani) Dipartimento Salute e Sicurezza, e tra il pubblico, che sono intervenuti, Serato (RLS Clairsant, multinazionale settore chimico)- Ortolani (Filcams)- Taccone (cittadino di Paderno)- Morelli (Legambiente Paderno). Una serata che poteva rappresentare un punto di svolta, ma che, a nostro giudizio, invece è stata una sorta di autoassoluzione per tutti i partecipanti. Tante belle proposte e idee per “risolvere” gli infortuni e morti sul lavoro, che risultano, invece, le solite lacrime di coccodrillo quando avvengono le tragedie, ma anche lo scaricabarile di chi dice “io non c’ero” “io non sapevo” “stringiamoci tutti intorno ai familiari” “mettiamo insieme le nostre risorse per risolvere”. Insomma il gioco delle tre tavolette: Non Vedo, Non Sento, Non Parlo.

Come sarebbe andata la serata e quali gli scopi dei promotori erano chiari dall’editoriale del giornalino, “La Calderina”, edito dal Comune di Paderno. Uno comunicato (mezza paginetta scarna) dal titolo “Paderno non dimentica le vittime dell’Eureco”, dove il Sindaco, Alparone, parla della vicinanza della giunta e della cittadinanza ai famigliari delle vittime (nell’introduzione alla serata li chiamerà “martiri”) dicendo “sono testimone di molti gesti di umana solidarietà e so anche di anonime donazione anonime che hanno contribuito a non aggravare il momento di disagio che queste famiglie stanno vivendo. Questa città custodisce nel cuore la sua più grande ricchezza”. Che bella scoperta Sindaco Alparone! Cosa avete fatto voi. Avete dichiarato (quindi solo parole) la “vostra vicinanza” e, bontà vostra, “invitato” ad accogliere la richiesta di Rita (moglie di Leonard Shehu, il quarto operaio morto)di un aiuto ad affrontare le spese per il rientro della salma in Albania, chiedendo agli assessori e consiglieri a devolvere il gettone di presenza della seduta. Nell’editoriale, ma anche nell’introduzione, ha definito l’incidente all’Eureco “Un dramma di dimensioni devastanti per tutti noi. Quanto accaduto ci lascia un profondo vuoto e tanta rabbia per questi padri di famiglia che non hanno fatto più ritorno a casa. Non possiamo accettarlo e tutte le istituzioni devono fare in modo che questo non accada mai più, e non solo a Paderno. Su questa vicenda sono in corso delle indagini da parte dei Carabinieri e della Procura di Monza (Dott.ssa Massenz, ndr). La nostra comunità pretende che il lavoro degli inquirenti chiarisca cosa è successo e che vengano accertate le responsabilità di questa tragedia. Questa vicenda non cadrà nel dimenticatoio: la giustizia deve fare il suo corso fino in fondo.” Cosa si intende che il Comune si costituirà parte civile contro il “signor” Merlino, proprietario dell’Eureco? Che il Comune di Paderno, invertendo il trend acclarato di tutte le giunte –di destra e di sinistra-, non concederà più autorizzazioni ad aziende già coinvolte in casi di irregolarità sulla sicurezza (e l’Eureco e il suo padrone lo erano), andando contro il parere (interessato diciamo noi) della Regione Lombardia, che a fronte di palesi irregolarità ha concesso le autorizzazioni per il “signor” Merlino?. Non avete detto ciò e non pensiamo che intendiate mettere in pratica questo “minimo sindacale”, come si usa dire.

Ma altre cose da dire ci sono per gli altri soggetti che hanno partecipato alla serata. Al Senatore Roilo della Commissione Parlamentare, che sull’Eureco si è trincerato sul fatto che “sono ancora in corso gli accertamenti”, ma che ha sottolineato alcuni dati emersi nelle audizioni e controlli della Commissione quali: “Merlino aveva patteggiato analogo incidente del 2005” “la politica del subappalto che significa meno tutele per i lavoratori” “autorizzazioni date dalla Regione e ratificate dalla Provincia, con troppa leggerezza” – e rispondendo al quesito posto dal Sindaco Alparone “Cosa si può fare?” ha detto “Ci vuole maggiore attenzione. Ognuno deve fare la sua parte.” Ebbene Senatore con un passato da sindacalista nella Cgil, è chiedervi troppo che a fronte di quanto avete visto ed accertato vi schierate apertamente contro le politiche di questo governo che sta attaccando il Testo Unico 81/2008 in nome del profitto? O fare questo è un atto anticostituzionale (ci stanno provando a cancellare l’articolo 1 della Costituzione oltre al N° 41 e 42, ma sono ancora validi)?

Ai rappresentanti della Provincia e dell’ASL1 di Milano vorremmo dire tante cose, non piacevoli per loro, ne sottolineiamo alcune. Alla dirigente dell’ASL1 diciamo che non si può limitare a dire che il loro lavoro si concentra in particolare nel campo dell’Edilizia e che dal 4 novembre 2010 si sono accorti che esiste un problema di morti sul lavoro in altri settori. All’ASL1 li leggono i giornali, le statistiche, hanno mai sentito parlare della Thyssen o della Umbria Olii anziché del 29 giugno alla stazione di Viareggio? All’Avv. Trapani (area qualità e ambiente) che da un lato dice che loro possono parlare sulle nuove autorizzazioni da quando la normativa prevede la Delega dalle Regioni alla Provincia, e dall’altro affermare che l’Eureco non era codificata come Azienda a Rischio diciamo: da un lato voi dite “io non c’ero” e dall’altro vi proponete come continuatori delle stesse logiche, quindi siete consapevoli e complici allo stesso tempo.

Ai rappresentanti di Uil e Cisl diamo una risposta comune alla Cgil/Fiom a parte. Al signor Tamburello (Uil) che ha parlato di “all’Eureco si applicava il contratto del Commercio, con appalti e subappalti” “che i costi della salute e sicurezza devono essere parte integrante dell’appalto” “che occorrono organismi paritetici” e ai suoi compari della Cisl, Mansolillo e Simonetta, che hanno detto, tra l’altro, “la sicurezza si può fare con serate come questa, ma anche con spettacoli e altro” “che bisogna coinvolgere tutta la società civile” “che la cultura sulla sicurezza si può fare in diversi modi, con la formazione continua degli RLS e dei lavoratori, mettendo in Rete gli Rls” “chiedere che nei nuovi contratti vi siano delle ore supplementari di assemblea retribuita dedicate alla sicurezza”. Ebbene cari signori di Cisl e Uil che siete venuti a fare tanti bei discorsi due cose: 1) quando voi parlate di coinvolgere la società civile e quando parlate che la cultura sulla sicurezza si può fare in tanti altri modi, ebbene questo coinvolgimento e questo modo altro di diffondere Cultura sulla Sicurezza gli aderenti alla Rete Nazionale per la Sicurezza sui Posti di Lavoro l’hanno messo in pratica. Abbiamo messo in Rete addetti ai lavori (RLS e Ispettori del Lavoro- Associazioni Famigliari e artisti, giornalisti, studenti, lavoratori) che si sono unite per combattere la logica del profitto padronale che sta alla base delle morti sul lavoro e che le ha definite col termine più appropriato OMICIDI e non morti bianche. Abbiamo organizzato manifestazioni (dalla Thyssen all’Ilva di Taranto); convegni sulla Precarietà che Uccide; presenza costante ai processi (da quelli di Torino sulla Thyssen ed Eternit di Casale M., a quelli di Luca Vertullo morto al Porto di Ravenna a quello di A. Mingolla morto all’Ilva di Taranto) per sostenere i famigliari, colleghi di lavoro, nella loro Sete di Giustizia; abbiamo fatto campagne per la riassunzione di RLS licenziati per aver fatto il loro dovere (da Dante De Angelis a S. Palumbo operaio Fincantieri di Palermo); abbiamo organizzato, col contributo di artisti, spettacoli teatrali sul tema sicurezza, portandoli nelle piazze-nei teatri-davanti le fabbriche; insomma ci abbiamo “messo la faccia”. Una cosa non abbiamo fatto, e ce ne vantiamo, non abbiamo considerato “società civile” ne padroni ne il governo, perché sono loro la piaga/causa delle morti da e sul lavoro. Voi, Cisl e Uil, li considerate civili e di fatto siete loro servi e complici. 2) Quando parlate di richiedere che nei nuovi contratti siano previste ore in più dedicate alla sicurezza siete degli ipocriti e falsi. Vi ricordiamo l’ultimo dei vostri misfatti: la condivisione-la promozione-l’imposizione del piano Marchionne. Dove sono previsti: diminuzione delle pause-aumenti dei ritmi-aumento dello straordinario (praticamente si può lavorare sette giorni su sette per sei mesi)-ulteriore ridimensionamento del ruolo degli RLS, ecc.-, e si comprende bene che ciò significherà un aumento esponenziale degli incidenti. Tutto questo non è una proposta sensata per i lavoratori, è UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA.

Alla Cgil diciamo soltanto: da che parte state veramente? Quando come Rete vi abbiamo invitato a costruire insieme l’iniziativa qui a Paderno per il 4 dicembre, ad un mese dallo scoppio, non vi siete nemmeno degnati di risponderci. La risposta del perché vela diamo noi: voi siete quelli che in pubblico si professano come difensori dei lavoratori e poi, non tanto velatamente, vogliono le stesse cose che vogliono Cisl e Uil. Due esempi per tutti: la linea espressa dalla Camusso sulla vicenda referendum a Mirafiori “se non firma la Fiom lo fa la Cgil” e il tira e molla sull’indizione dello Sciopero Generale, come non lo volete indire su tutte le altre questioni men che meno lo volete fare sul tema della Salute e Sicurezza.

Al rappresentante della Protezione Civile di Paderno che ha fatto un discorso “fuori tendenza” dicendo che “il ruolo della Protezione civile dovrebbe essere quello di prevenire le calamità di diversa natura”, gli diciamo che è giusto ma che il ruolo “reale” della Protezione Civile, a guida Bertolaso, è diventato di militarizzazione del territorio. Ruolo emerso in tutta la sua portata nella vicenda del terremoto dell’Aquila.

Alle proposte di buon senso di Fulvio Aurora (AIEA) “istituire uno sportello amianto e ambiente nel Comune di Paderno” “luogo fisico permanente a cui il cittadino può rivolgersi” “monitoraggio rischi alla salute dei lavoratori” “che il Comune si costituisca parte civile, che potrebbe costituire un momento di maggiore coscienza della popolazione” e d di altri intervenuti, rispondiamo con le parole del cittadino di Paderno, il signor Taccone, un uomo che ha tenuto a sotto lineare che a casa sua “si mangia pane vangelo e costituzione” che ha detto: “sono 12 anni che chiedo alle istituzioni, politici, Asl (insomma a tutti,ndr) che si smaltiscano 150 metri di amianto posti sul tetto del mio condominio, e sono ancora qui che vi chiedo di darmi una mano”. Ogni commento è superfluo.

Rete nazionale sicurezza sui posti di lavoro Nodo Milano/Bergamo

retesicurezzamilano@gmail.com

martedì 22 febbraio 2011

Ancora un operaio immigrato che muore

la Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro sostiere gli scioperi in corso e invita a fare del 1 marzo, giornata di lotta degli immigrati una giornata di lotta contro le morti sul lavoro degli immigrati segue l'appello nazionale

ieri mattina nel cantiere navale Fincantieri di Monfalcone,un operaio originario del Bangladesh, dipendente di una ditta dell'appalto, e'
precipitato nel vuoto
ed ha perso la vita pochi minuti dopo lo schianto al suolo.
.

1° Marzo: basta morte di immigrati sul lavoro!





La Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro fa appello a portare, nello sciopero e nelle mobilitazioni del 1 Marzo, la lotta per la difesa della vita dei lavoratori immigrati.

Una battaglia necessaria, da costruire assieme ai lavoratori immigrati e alle loro associazioni, ai comitati, al movimento antirazzista, per lanciare una campagna nazionale e una manifestazione nazionale che dia visibilità alle ragioni di chi si batte contro le morti sul lavoro dei nuovi schiavi del profitto.

La lunga marcia dei diritti dei lavoratori immigrati sta avanzando nel nostro paese, dalle rivolte di Rosarno, di via Padova a Milano, dalle proteste sulle gru, contro il supersfruttamento, le leggi razziste a partire dal pacchetto sicurezza, contro la bossi-fini, la repressione, la sanatoria-truffa, la crisi economica che li trasforma in clandestini.

Ma la questione delle morti sul lavoro dei nostri fratelli immigrati ancora non ha avuto una sua specifica mobilitazione, eppure è molto alto il tributo di sangue dei proletari immigrati.

A Paderno Dugnano, a Ravenna come a Roma, la mobilitazione della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro ha portato la necessità di intervenire su questi temi, a partire dalla necessità di rendere giustizia agli operai immigrati morti e a non lasciare sole le loro famiglie.

La rivolta dei popoli di Algeria, Tunisia, Marocco ha ridato dignità agli sfruttati ed oppressi dai regimi-fantoccio al servizio degli interessi dei padroni imperialisti. Queste rivolte ancora in corso dimostrano che solo con la ribellione di massa è possibile riprendere nelle proprie mani la propria vita, una vita che prima valeva meno di niente e che li ha portati ad emigrare e chi è sopravvissuto nelle nuove tratte degli schiavi ha dovuto subire supersfruttamento, morte, cie, polizia e razzismo di stato.



Lavoratori immigrati,
con lo sciopero del 1 Marzo non avete bisogno di dimostrare quanto profitto create in questo paese ma farlo diventare giornata di lotta per affermare i vostri diritti di esseri umani, e tra questi il diritto alla vita nei luoghi di lavoro.

E' ora di dire assieme che non siete più disposti ad essere merce per il profitto dei padroni.


rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro bastamortesullavoro@gmail.com

domenica 20 febbraio 2011

21 febbraio dalle 19 al COLOSSEO Roma terzo presidio contro morti sul lavoro, per verità su morte MOHAMMED BANNOUR, per sicurezza e salute sui luoghi

partecipate-partecipate -partecipate


Presidio sit in 21 FEBBRAIO 2011 ORE 19 – 21 PIAZZA DEL COLOSSEO (metro B fermata Colosseo)

PARTECIPIAMO TUTTI-E PER CONTRASTARE LE MORTI SUL LAVORO, PER OTTENERE VERITA’ E GIUSTIZIA SULLA MORTE DI MOHAMMED BANNOUR (operaio tunisino morto il 22 Dicembre nel cantiere vicino alla facoltà di Scienze Politiche, Università “La Sapienza” di Roma) INIZIAMO UNA CAMPAGNA PERMANENTE CONTRO I MORTI SUL LAVORO E…DA LAVORO, GLI INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO, LE MALATTIE PROFESSIONALI E INVALIDANTI, I DISASTRI AMBIENTALI E LE LAVORAZIONI NOCIVE E PERICOLOSE, SIA PER CHI LAVORA SIA PER LA SALUTE DELLA CITTADINANZA.

BASTA STRAGI!
MAI PIU’ MORTI SUL LAVORO IN NOME DEL PROFITTO A OGNI COSTO

MOBILITIAMOCI TUTTI-E AI SIT IN DI PROTESTA AUTORGANIZZATI a febbraio 2011 DAVANTI ALLA METRO “B” COLOSSEO (già comunicati alla Questura)

PERCHE’ SI MUORE ANCORA DI INDIFFERENZA, DI NOCIVITA’ E DI PRECARIETA’.

IMPARIAMO A DIRE “NO” AL RICATTO DEI PADRONI CHE CI FANNO LAVORARE IN CONDIZIONI DI GRAVE INSICUREZZA, FORTI DELLA DILAGANTE DISOCCUPAZIONE.

LEGGI RAZZISTE E XENOFOBE, INOLTRE, RENDONO ANCOR PIU’ RICATTABILI IMMIGRATI E IMMIGRATE, COME DIMOSTRA L’ALTA PERCENTUALE DI QUESTI ULTIMI TRA LE VITTIME DELLO SFRUTTAMENTO.

PER NON LAVORARE DA MORIRE LAVORATORI ITALIANI E STRANIERI LOTTANO INSIEME PER DIFENDERE I DIRITTI DI TUTTI: LA SICUREZZA SUL LAVORO E LA PREVENZIONE NON SI CONTRATTANO!


1°marzo 2011: giornata di mobilitazione nazionale e locale con copertura sciopero nazionale immigrate-i e antirazzisti-e

PROMOTORI: RETE NAZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, COMITATO
5 APRILE DI ROMA, COMITATO IMMIGRATI ITALIA – sezione di Roma

PER VERSAMENTI A FAVORE DELLA FAMIGLIA BANNOUR, E' STATO APERTO UN CONTO CORRENTE SU BANCA ETICA, da parte del Collettivo di Scienze Politiche de La Sapienza", CON LE SEGUENTI COORDINATE IBAN: IT89O0501803200000000135798

ADESIONI: Associazione Nazionale RUGGERO TOFFOLUTTI di Piombino, Piattaforma Comunista, USICONS, Comitato Lavoratori Italiani e Immigrati (CLIIU), Movimento Immigrati Egiziani a Roma, Movimento 5 Stelle di Roma, ILIRIA – Associazione Albanese in Italia, Migranti Tunisini a Roma, Laboratorio Sociale “LA TALPA”, Sezione ANPI Trullo Magliana “Franco Bartolini” Roma, Circolo comunista TLC e Informatica, Coll. “Resistenza Universitaria” , Coll. "IL PANE E LE ROSE", Rete dei Comunisti

giovedì 17 febbraio 2011

Processo Thyssenkrupp: per la difesa il ''fatto non sussiste'' e "non costituisce reato''!!



la rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro organizza presenza di massa al processo in occasione dell'udienza finale in cui sarà emessa la sentenza data ancora non certa

per organizzarsi con noi
bastamortesullavoro@gmail.com
-----PROCESO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 15 FEBBRAIO



La difesa chiede assoluzioni perchè il ''fatto non sussiste'' e perchè il ''fatto non costituisce reato''!





All'arrivo al Tribunale stamattina un gruppo di Carabinieri in assetto anti sommossa... mi sono stupita... di solito non c'è nessuno. Mah...
Ore 9,30 - apre l'udienza l'avvocato Anglesio che continua la difesa dei suoi clienti, iniziata nella 19° udienza: Salerno, Cafueri e Moroni, tutti rinviati a giudizio per omicidio colposo con colpa cosciente dal GUP Francesco Gianfrotta.
Sostiene che nessuno poteva prevedere lo ''sfilamento'' causato dall'incendio, di uno dei manicotti di gomma idraulici in cui scorreva olio a 140 atmosfere, che è esploso causando il tragico flash fire... (io seguo questo processo dall'inizio, onestamente pur essendo solo una mammacasalinga, lo avrei previsto...) Questa è la versione della difesa, comunque, i PM sostengono invece che i manicotti erano fessurati ed in cattive condizioni, tant'è che gli operai li aggiustavano con il nastro isolante! Altro che sfilamento!
Anglesio continua nella tesi che la pulizia era fatta la manutenzione pure, la sorveglianza doveva essere fatta dagli operai! (Sono morti quindi a chi lo chiediamo se stavano sorvegliando oppure no? ) Parla delle valutazioni di rischio che erano state fatte correttamente e che Salerno spediva lettere al personale affinchè facesse i dovuti controlli di sicurezza... (n.d.r.: quindi ci teneva tanto al funzionamento del tutto!






Ricorda che i VVFF avevano segnalato delle anomalie e che l'azienda si stava adeguando... dice che il Comitato Tecnico Regionale non aveva riscontrato problemi durante le ispezioni ma che aveva raccomandato per la linea 5 interventi di sicurezza manuali. (Esempio: usare gli estintori o fermare la
linea) Sostiene che dato l' ''evento'' (n.d.r.: sapete che Anglesio
continua a chiamare la tragedia ''evento'') anomalo, cioè che il tubo di gomma che, secondo la difesa si è sfilato con il calore, ha sparato nell'aria olio infiammabile a 140 atmosfere... su un fuoco già attivo..) Un evento di tale portata non era prevedibile... quindi ammesso e non concesso che non si fossero rispettate delle norme... cosa sarebbe cambiato? Nulla!
(n.d.r.. ?????)
Salerno (direttore responsabile dello Stabilimento) si preoccupava sempre che ci fosse del personale con esperienza sulla linea, infatti Rocco Marzo era stato assegnato alla linea 5 la sera prima, aveva esperienza MA non di quella linea. Obbligava a fare un turno dietro l'altro gli operai con esperienza, perchè non voleva che ragazzi senza esperienza appunto restassero soli! (n.d.r.: il che la dice lunga sulla sicurezza di quel genere di lavoro...) Sostiene che Salerno aveva fatto quanto previsto dalla normativa... insomma Salerno faceva tutto il possibile per far si che le cose funzionassero... quindi cosa vogliamo da lui? Non è colpa sua...
Per quanto concerne Cafueri ricorda che era solo un impiegato con funzioni di Quadro e che la sua responsabilità era l'organizzazione della pulizia e della sicurezza.
Cafueri prendeva le idee dalla rivista ''Dossier Ambiente'' (Sic) e si comportava di conseguenza... lui cercava di organizzare al meglio la gestione della sicurezza ma non era sua responsabilità se poi quest'ultima non veniva rispettata! Ricorda che c'era un Comitato di sicurezza degli operai, erano stati chiamati a dare contributi in termini di idee e miglioramenti ... nessuno si era mai lamentato... a volte il personale non si presentava nemmeno nelle riunioni (n.d.r.: riunioni fatte nell'orario del ''Quadro'' e non nell'orario dei ''turni'' degli operai... magari dopo un paio di turni di fila ... che non avessero avuto la voglia di partecipare ? ) Ricorda che tutti avevano l'attestato di partecipazione al corso di sicurezza dei Vigili del Fuoco! (n.d.r.: io possiedo il brevetto di radiotelegrafista per imbarcazioni da diporto entro i 50 metri! Prego Iddio di non doverlo MAI usare in caso di necessità!).
Cafueri poi raccomandava di non fare mai gli eroi e di non esporsi a rischi inutili! Si raccomandava di tenere le linee pulite da olio e carta... aveva fatto spostare la saldatrice per motivi di sicurezza... in fondo ma che colpa ne ha?
Anche Cafueri non c'entra nulla! Colpa degli operai anche qui? Mah...
Ing. Moroni - dirigente - responsabile dell'Ufficio tecnico. Doveva dare le specifiche tecniche alle ditte appaltatrici che facevano i lavori... Non erano emerse le necessità di montare impianti di spegnimento a pioggia ma solo di sostituire i coperchi di ''plastica'' contenenti gli acidi necessari alla lavorazione...
Anglesio fa tutto un discorso sulle date di attuazione delle modifiche da apportare e sostiene che le modifiche importanti erano state previste non per la linea attuale a Torino ma solo quando quest'ultima sarebbe stata a terni. Quindi qui non si doveva rispettare nulla... e di conseguenza non c'è omissione di nulla!
Parla dei ''boccioni di co2'' presenti appesi su altre linee in altri stabilimenti Thyssen, che hanno un sensore al calore... e che spargono automaticamente il co2 sul principio di incendio ... e dice che erroneamente i PM li hanno considerati come una sorta di impianto a pioggia e che hanno pensato potessero essere utili anche a Torino! (n.d.r.: non sarà stato un impianto a pioggia ma se ci fosse stato l'inizio incendio sarebbe stato spento...). Ricapitolando nessuno ha omesso nulla! Quindi non ci sono resposnabili.
Conclude dicendo che: per Moroni , per cui i PM avevano chiesto 9 anni, chiee il proscioglimento in quanto il fatto NON sussiste... per gli altri due, a cui i PM avevano chiesto 13anni e 6 mesi il proscioglimento in quanto il fatto non costituisce reato!
Colpa di chi? Mah... (anche qui si scarica la colpa sui Vigili del Fuoco...
sull'ASL ... sulle Assicurazioni... sulle ditte appaltatrici... sugli operai disattenti...
Segue l'Avvocato Andrea Garaventa in qualità di difensore di Herald Estenhan, Gerald Prigneitz e Marco Pucci. Esordisce lamentandosi della faziosità politica di questo processo... troppa attenzione mediatica negativa... difficile il loro lavoro di difensori... la serenità dei giudici è compromessa... (come se i giudici vivessero su un altro pianeta! ) Sotto intende che anche nello stesso tribunale la situazione è anomala e mi guarda... mi sento un pò in colpa con i miei cartelli appesi... ma cribbio sono solo una del pubblico, sono una mamma! Soprattutto sono scocciata che in questo paese non si punisca mai la classe dirigente ma sempre e solo i disgraziati! Abbiamo le carceri piene di extracomunitari e drogati! Ma ci sarà bene un motivo no? Saranno mica loro che non rispettano le norme di sicurezza su lavoro delle multinazionali dell'acciaio? Grrrrr Insiste sul fatto che questo è un processo politico... e si augura che i giudici se ne rendano conto! (n.d.r.: Sono felice di avere i miei cartelli appesi con su scritto: ''LA VITA DEI NOSTRI FIGLI VALEVA PIU' DEI LORO PROFITTI'').
Continua ''mielosamente'' dicendo che la Thyssen aveva a cuore i suoi operai e che aveva organizzato un piano di assunzioni di tutti coloro che si sarebbero spostati a Terni e li avrebbe anche assunti regolarmente. Dice che aveva anche tutto l'interesse a mantenere in buono stato le linee, visto che sarebbero dovute essere portate altrove.
Dice alla Corte che ''dovrà'' porre rimedio agli innumerevoli errori fatti dai PM nella descrizione dei fatti. Fa l'esempio dei pulsanti di emergenza
(n.d.r.: nella linea 5 non erano a norma ed erano protetti da una ghiera metallica che metteva in difficoltà sia l'identificazione che l'utilizzo!) In pratica dice di non ''menarla per le lunghe'' in quanto anche lui, nella sua vita, di pulsanti di emergenza ne ha visti di tutti i tipi e fa l'esempio di quello dell'ascensore... che è incassato (l'unico che secondo me ha visto nella sua vita! ) e sostiene che in caso di necessità il pulsante si trova e si usa! :-(((( Parla di Ipertrofia accusatoria nei confronti di Estenhan... che i PM ''colorano'' troppo i danni (n.d.r.: 7 morti!!) e che invece dovrebbero ringraziare il fatto che la Thyssen si è subito attivata per risarcire le famiglie delle vittime! (n.d.r.: si dimentica di dire che Thyssen risarcisce solo se rinunciano a costituirsi parte civile!) Insiste parlando di soldi e che la Thyssen non si tira indietro per aiutare le famiglie ... (la mamma di Santino piange in silenzio... mi fa una pena enorme, vorrei abbracciarla!) Ricorda che l'executive board non era responsabile ma che solo l'A.d. aveva delega a firma singola.
Ricorda inoltre che in fondo se i VVFF avessero ''ipotizzato'' una situazione di pericolo ... avendoli così vicini a loro ... si sarebbero attivati meglio... insiste sul fatto che l'unica cosa che si era deciso di fare era la sostituzione dei coperchi di plastica sulle vasche piene di acido per la lavorazione dell'acciaio (n.d.r.: brrrr pensare alla plastica che copre acidi infiammabili mi viene la pelle d'oca...io avrei messo l'impianto a pioggia dappertutto in un posto simile!) Insiste sul fatto che lettere e circolari venivano costantemente mandate in giro dalla direzione affinchè il personale si attenesse alle regole... cioè pulisse, controllasse, aggiustasse ... (n.d.r. : insomma ci pensassero un pò sti operai... in fondo i dirigenti erano più che impegnati a scrivere lettere... per dimostrare quanto ci tenevano!) Per quanto riguarda gli estintori liquida la faccenda dicendo che una azienda appaltatrice era preposta al riempimento/controllo/sicurezza degli stessi ... quindi l'azienda ... non c'entrava nulla!
(n.d.r.: trovo che gli appalti siano un ottimo ''scarica barile'' e voi?) Continua dicendo che è impossibile da dimostrare che qualcuno si immaginasse che si sviluppasse un incendio di quelle proporzioni... poi l'azienda ci teneva tantissimo alla salvaguardia delle linee... visto che dovevano andare a ''lavorare'' a Terni!
Alla luce di tutto ciò... rivolgendosi con occhio da ''triglia'' alla corte
chiede: ''Ma secondo voi... si può accusare uno come Estenhan di omicidio volontario con dolo eventuale''?
(n.d.r. Non è nemmeno colpa dell'Amministratore/Delegato/Propietario!
Chissà se riescono a dare la colpa ad un extracomunitario cha passava da quelle parti per sbaglio?) L'Avv. Garaventa conclude dicendo che la prossima udienza l'avv. Audisio specificherà tecnicamente le motivazioni di innocenza dei loro clienti!
Ore 14.30 l'udienza è tolta e si riaggiorna a Venerdì 18 febbraio!

Torino, 17 febbraio 2011
Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino




lunedì 14 febbraio 2011

Roma Presidio sit in 14 FEBBRAIO 2011 ORE 19 – 21 Rete sicurezza sui posti di lavoro




Presidio sit in 14 FEBBRAIO 2011 ORE 19 – 21

PIAZZA DEL COLOSSEO (metro B – fermata Colosseo)



PARTECIPIAMO TUTTI-E PER CONTRASTARE LE MORTI SUL LAVORO, PER OTTENERE VERITA’ E GIUSTIZIA SULLA MORTE DI MOHAMMED BANNOUR

(operaio tunisino morto il 22 Dicembre nel cantiere vicino alla facoltà di Scienze Politiche, Università “La Sapienza” di Roma)

INIZIAMO UNA CAMPAGNA PERMANENTE CONTRO I MORTI SUL LAVORO E…DA LAVORO, GLI INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO, LE MALATTIE PROFESSIONALI E INVALIDANTI, I DISASTRI AMBIENTALI E LE LAVORAZIONI NOCIVE E PERICOLOSE, SIA PER CHI LAVORA SIA PER LA SALUTE DELLA CITTADINANZA.



BASTA STRAGI!

MAI PIU’ MORTI SUL LAVORO IN NOME DEL PROFITTO A OGNI COSTO



MOBILITIAMOCI TUTTI-E AI SIT IN DI PROTESTA AUTORGANIZZATI, CHE SI SVOLGERANNO IL 14 E 21 FEBBRAIO 2011 DAVANTI ALLA STAZIONE METRO “B” COLOSSEO DALLE ORE 19.00 ALLE ORE 21.00 (già comunicati preventivamente alla Questura)



PERCHE’ SI MUORE ANCORA DI INDIFFERENZA, DI NOCIVITA’ E DI PRECARIETA’.



IMPARIAMO A DIRE “NO” AL RICATTO DEI PADRONI CHE CI FANNO LAVORARE IN CONDIZIONI DI GRAVE INSICUREZZA, FORTI DELLA DILAGANTE DISOCCUPAZIONE.



LEGGI RAZZISTE E XENOFOBE, INOLTRE, RENDONO ANCOR PIU’ RICATTABILI IMMIGRATI E IMMIGRATE, COME DIMOSTRA L’ALTA PERCENTUALE DI QUESTI ULTIMI TRA LE VITTIME DELLO SFRUTTAMENTO.



PER NON LAVORARE DA MORIRE LAVORATORI ITALIANI E STRANIERI LOTTANO INSIEME PER DIFENDERE I DIRITTI DI TUTTI: LA SICUREZZA SUL LAVORO E LA PREVENZIONE NON SI CONTRATTANO!



PROMOTORI: RETE NAZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, COMITATO 5 APRILE DI ROMA, COMITATO IMMIGRATI ITALIA – sezione di Roma



ADESIONI: Associazione Nazionale per la sicurezza sul lavoro RUGGERO TOFFOLUTTI di Piombino, Piattaforma Comunista, USICONS, Comitato Lavoratori Italiani e Immigrati (CLIIU), Movimento Immigrati Egiziani a Roma, Movimento 5 Stelle di Roma, ILIRIA – Associazione Albanese in Italia, Migranti Tunisini a Roma, Laboratorio Sociale “LA TALPA”, Sezione ANPI Trullo Magliana “Franco Bartolini” Roma, Circolo comunista TLC e Informatica, Collettivo “Resistenza Universitaria”

venerdì 11 febbraio 2011

1° Marzo: basta morte di immigrati sul lavoro!


La Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro fa appello a portare, nello sciopero e nelle mobilitazioni del 1 Marzo, la lotta per la difesa della vita dei lavoratori immigrati.

Una battaglia necessaria, da costruire assieme ai lavoratori immigrati e alle loro associazioni, ai comitati, al movimento antirazzista, per lanciare una campagna nazionale e una manifestazione nazionale che dia visibilità alle ragioni di chi si batte contro le morti sul lavoro dei nuovi schiavi del profitto.

La lunga marcia dei diritti dei lavoratori immigrati sta avanzando nel nostro paese, dalle rivolte di Rosarno, di via Padova a Milano, dalle proteste sulle gru, contro il supersfruttamento, le leggi razziste a partire dal pacchetto sicurezza, contro la bossi-fini, la repressione, la sanatoria-truffa, la crisi economica che li trasforma in clandestini.

Ma la questione delle morti sul lavoro dei nostri fratelli immigrati ancora non ha avuto una sua specifica mobilitazione, eppure è molto alto il tributo di sangue dei proletari immigrati.

A Paderno Dugnano, a Ravenna come a Roma, la mobilitazione della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro ha portato la necessità di intervenire su questi temi, a partire dalla necessità di rendere giustizia agli operai immigrati morti e a non lasciare sole le loro famiglie.

La rivolta dei popoli di Algeria, Tunisia, Marocco ha ridato dignità agli sfruttati ed oppressi dai regimi-fantoccio al servizio degli interessi dei padroni imperialisti. Queste rivolte ancora in corso dimostrano che solo con la ribellione di massa è possibile riprendere nelle proprie mani la propria vita, una vita che prima valeva meno di niente e che li ha portati ad emigrare e chi è sopravvissuto nelle nuove tratte degli schiavi ha dovuto subire supersfruttamento, morte, cie, polizia e razzismo di stato.

Lavoratori immigrati, con lo sciopero del 1 Marzo non avete bisogno di dimostrare quanto profitto create in questo paese ma farlo diventare giornata di lotta per affermare i vostri diritti di esseri umani, e tra questi il diritto alla vita nei luoghi di lavoro.

E' ora di dire assieme che non siete più disposti ad essere merce per il profitto dei padroni.

Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro

bastamortesullavoro@domeus.it

lunedì 7 febbraio 2011

PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 1° FEBBRAIO


(ricevo e pubblico, per gentile concessione di Elena di agenda Rossa)



Entra la Corte - presenti in aula il PM Guariniello, gli avvocati della difesa e gli avvocati della parte civile - ore 9,30 si inizia...

Apre l'udienza l'Avv. Anglesio in qualità di difensore degli imputati Moroni, Cafueri e Salerno.

Esordisce lamentandosi del fatto che la ''spettacolarità'' del processo peggiora il lavoro della ''difesa''! Che l'informazione ''mediatica'' influenza negativamente la serenità/imparzialità della giuria ... Ricorda che dalle deposizioni dei testi, non sempre perfettamente concordi, non è facile ''distillare'' le cose rilevanti e quelle no. Innesta nella giuria il dubbio... parla dell'arduo compito da parte di chi giudica ... Ricorda che lo scopo dei PM è di incolpare gli imputati e che fa di tutto per farlo... buttà lì una frase ''pesante'' che contiene la parola ''mistificazione...'' !

Loro invece (la difesa) guardano le cose sotto un profilo diverso... più ''aderente'' alla realtà... e che permetterà alla Giustizia di fare il proprio corso serenamente ... bla... bla... bla...

Dice di voler valutare il ruolo che tutti i soggetti, a tutti i livelli, hanno avuto durante quello da lui chiamato ''evento''! (Non usa mai la parola tragedia!)

Dopo questo concetto, ci ha messo due ore per dirlo... prosegue con un: ''Nessuno è stato in grado di ipotizzare questo incidente'' va avanti con una serie di: ''se fosse stato possibile ... non c'è stata cattiva fede... alcuni interventi sulla sicurezza sarebbero stati, in pratica, privi di spese ... se non si sono fatti è perchè nessuno si immaginava quel che sarebbe successo ...

Naturalmente per chi ha assistito alle requisitorie del PM sa benissimo che non è esattamente così la faccenda anzi! (in fondo all'articolo troverete i link della ''storia processuale con tutte le udienze).

Entra il PM Francesca Traverso...

L'avv. Anglesio ricorda alla corte che deve giudicare, non a livello emotivo, ma in base alle prove!!! (Come se la corte non lo sapesse...) Il reato contestato agli imputati, è un reato di condotta - l'omissione cioè di collocare l'impianto di rilevazione e di spegnimento automatico di incendio a pioggia. Dice che il PM sostiene la necessità di tale impianto in quanto la linea 5 era a rischio incendio visto la quantità di carta... di olio... e di scintille provocate dalla mancanza di centratura automatica dei coils sulla carenatura metallica della linea (n.d.r. anche dal numero impressionante di incendi che gli operai erano ''abituati'' a spegnere giornalmente...)

Arriva alla conclusione che la linea 5 non necessitava di tale impianto in quanto non a rischio!

Questo NON rischio secondo lui era dovuto a: primo; perchè la centralina dell'olio era, a differenza di altri impianti, in un locale sotto terra (Vero per fermare l'erogazione degli olii dei circuiti bisognava scendere in un locale sotterraneo, sdraiarsi per terra e manualmente spegnere l'impianto...)

Seconda cosa - in altri stabilimenti, è stato messo l'impianto di rilevazione/spegnimento automatico, perchè le ''centralina-olio'' sono a bordo linea, quindi all'esterno. A Krefeld è stato messo perchè, essendo uno stabilimento che si sviluppa in altezza - il deposito carta - è stato posizionato al terzo livello in alto ... sotto la linea di lavorazione ... ovvio che in caso di incendio ... il deposito carta in alto sarebbe stato a rischio ecco il motivo per cui è stato installato l'impianto a pioggia! (Mentre parla lo guardo e penso: ''ma allora il rischio dell'incendio c'era eccome! Se volevano proteggere il magazzino della carta voleva dire che c'era motivo di preoccupazione! Allora perchè a Torino per una linea uguale non lo hanno fatto? Solo perchè non c'era la carta da proteggere)?

Altro motivo è che l'impianto di rilevazione/spegnimento non sarebbe comunque stato su tutta la linea ma solo sui punti nevralgici e cioè sopra le vasche contenenti i liquidi che, in caso di incendio avrebbero potuto esplodere. Dato che gli sprinkler hanno una ''copertura'' di 6 metri se l'incendio fosse avvenuto in un altro posto, la linea è lunga 200 metri ... non sarebbe servito a nulla! Aggiunge poi che in caso di Flash-fire, come è avvenuto, il fatto che ci fosse o meno detto impianto non avrebbe cambiato la conclusione dell' ''evento''! (n.d.r. quindi in pratica, non stiamo a farla tanto lunga, nessuno aveva detto che era indispensabile 'sto impianto e, ammesso e non concesso, che fosse stato installato, NON avrebbe cambiato una ''cippa''!

Parla delle franchigie assicurative e sostiene che sarebbero state più alte se le assicurazioni avessero rilevato rischi maggiori! (Quindi colpa delle assicurazione che hanno fatto valutazioni sbagliate ...)

Sostiene che il personale era addestrato e in numero sufficiente a garantire la sicurezza e il monitoraggio dello stabilimento ... (penso a Boccuzzi che era la terza volta che lo obbligavano a fermarsi, un turno dietro l'altro quella settimana... quindi faceva turni di 16 ore consecutive...)

Ricorda che erano stati fatti accordi con i VVFF per mettersi a norma e avere il certificato anti-incendio previsto dalla legge! (Quindi se non lo avevano non era colpa loro ... ma dei vigili del fuoco che avevano accettato la proroga, proposta dall'azienda, di mettersi a norma...)

L'Avv. Anglesio ricorda che la pulizia era fatta ... e che tutto era sotto controllo da quel punto di vista ... (n.d.r. - mentre lo dice mi viene la pelle d'oca ... vuoi vedere che adesso mette anche quel ''tarlo'' nella mente dei giudici? Vuoi vedere che in uno stabilimento dove, al mese, le perdite d'olio sul pavimento erano tra le 8 e le 12 tonnellate... e finivano su un pavimento dove c'erano quantità industriali di carta ... e che le scintille provocate dallo sfregamento dei coils sul metallo... dalle centraline elettriche aggiustate dagli operai con il nastro isolante ... dai buchi del tetto da cui pioveva e entrava l'acqua sulle centraline elettriche .. dai cartelli di sicurezza scritti con i pennarelli e risalenti alla gestione Fiat... dai flessibili fessurati ... in cui passava olio infiammabile alla pressione di 140 atmosfere ... e che gli operai aggiustavano con il nastro isolante ... e se in fondo c'era carta per terra era perchè i ragazzi non la toglievano abbastanza in fretta? Non avevano tempo! Facevano un turno dietro l'altro perchè NON c'era abbastanza personale... ma erano operai NON schiavi! )

Durante la sospensione ...

Spiega in che cosa consiste l'impianto di rilevazione/spegnimento automatico, dice trattarsi di un doppio cavo termosensibile a bassa fusibilità... quando il primo cavo fonde dà l'allarme incendio... quando fonde il secondo la linea si blocca e blocca anche l'erogazione dell'olio e fa partire gli sprinklers. Di nuovo ricorda che questi impianti presenti negli altri stabilimenti Thyssen sono solo su punti nevralgici dell'impianto, e che quindi, ammesso e non concesso che fossero stati installati, dato il flash-fire di quella notte a Torino, non sarebbe stato sufficiente a evitare quello che si ostina a chiamare ''evento'' e NON tragedia!

Conclude che a Torino, in base agli studi effettuati, non era necessario l'impianto e che quindi gli imputati non sono colpevoli di nulla!

Sta nuovamente instillando il ''dubbio'' nella Giuria...

Chi ci dice che se ci fosse stato l'impianto automatico, non sarebbe avvenuto ugualmente, quello che lui continua a chiamare ''evento''! Quindi non fatela tanto lunga... per condannare una persona è necessario essere certi della sua azione ... siamo certi qui? (Brrrr che brutto ''mestiere'' fa costui'')

ore 12.30 si sospende l'udienza per un intervallo

La mamma di Santino è disperata ... e la disperazione le fa dire cose che non dovrebbe in una corte di tribunale ... ma come non capirla? E' una mamma... che ha perso suo figlio quella terribile notte... e qui .. qui pare non sia stata colpa di nessuno ... ma solo un susseguirsi di circostanze dovute al fato... al caso... quindi ascrivibili a chi?

Ore 13.30 riprende l'udienza - continua l'avv. Anglesio...

Riprende il discorso parlando dei fluidi non infiammabili e ricordando la deposizione dei colleghi di .... e qui fa un lapsus ... anzichè dire ''Medicina Democratica'' dice ''Magistratura Democratica'' ... suscitando sorrisi ...

Si chiede se l'utilizzo di oli non infiammabili ... avrebbe migliorato la situazione/rischio... e conclude che se non è stata fatta quella scelta avranno avuto le loro buone ragioni... (Mi viene in mente che parlando tempo fa con un ex dipendente - sono venuta a sapere che non mettevano questi oli, tra l'altro più cari, per il semplice fatto che gli oli di lavorazione - specie quelli che sgocciolavano dai coils venivano raccolti e immessi negli impianti - con un grosso risparmio! Perchè mai comprare oli non infiammabili visto che si potevano fare ''economie'' anche in questo campo! Due ''piccioni con una fava'' come si suol dire - il costo di smaltimento degli oli esausti costa... se li reimmetti nel sistema ..)

Parla del reato mediante omissione nei confronti dei suoi clienti e sostiene che in fondo non hanno omesso nulla - visto che nessuno li aveva obbligati a fare nulla...

Parla di evento molto complesso in cui è difficile attribuire responsabilità... troppe le circostanze che hanno creato il ''prodotto'' (Lo chiama prodotto...) Troppo difficile da prevedere... Continua dicendo che se si lavora ad una pressa il problema è semplice, l'operaio mette il braccio sotto la pressa e si fa male... facile - quindi per l'azienda correre ai ripari ... basta mettere un fermo in modo che il braccio non possa andare sotto la pressa ... ma qui ... cosa poteva fare l'azienda ? Troppo complicato ...

Ricorda che gli operai ''pare'' fossero al loro posto la notte dellevento ... di alcuni si conoscono i movimenti grazie ai dati da loro stessi immessi nel sistema computerizzato prima dell'evento ... nessuno è in grado di dire esattamente cosa è successo... e poi dato il flash-fire anche se ci fosse stato l'impianto di rilevazione/spegnimento cosa sarebbe cambiato come prodotto? Quindi cosa imputare ai suoi clienti? Salerno, Cafueri e Morone?

Ore 14.30 si chiude l'udienza. Aggiornando a venerdì 11 febbraio.


Torino, 07 febbraio 2011


Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

giovedì 3 febbraio 2011

PRESIDIO 7 FEBBRAIO 2011 DALLE 19 ALLE 21 A ROMA PIAZZA DEL COLOSSEO CONTRO MORTI SUL LAVORO





Presidio sit in 7 FEBBRAIO 2011
SLARGO PIAZZA DEL COLOSSEO ORE 19 – 21
(vicino metro B – fermata Colosseo)

PARTECIPIAMO TUTTI-E PER CONTRASTARE
LE MORTI SUL LAVORO, PER OTTENERE
VERITA’ E GIUSTIZIA SULLA MORTE DI MOHAMMED BANNOUR (operaio tunisino morto
il 22 Dicembre nel cantiere vicino Scienze Politiche Università
La Sapienza di Roma)
INIZIAMO UNA CAMPAGNA PERMANENTE
CONTRO I MORTI SUL LAVORO E…DA LAVORO,
GLI INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO, LE MALATTIE PROFESSIONALI E INVALIDANTI,
I DISASTRI AMBIENTALI E LE LAVORAZIONI NOCIVE E PERICOLOSE, SIA PER CHI
LAVORA SIA PER LA SALUTE DELLA CITTADINANZA.

BASTA STRAGI!
MAI PIU’ MORTI SUL LAVORO IN NOME DEL PROFITTO A OGNI COSTO

MOBILITIAMOCI TUTTI AI SIT IN DI PROTESTA AUTORGANIZZATI CHE SI SVOLGERANNO
NEI GIORNI 7, 14 E 21 FEBBRAIO 2011 DAVANTI ALLA STAZIONE METRO “B” COLOSSEO
DALLE ORE 19.00 ALLE ORE 21.00 (già comunicati preventivamente alla
Questura)

PERCHE’ SI MUORE ANCORA DI INDIFFERENZA, DI NOCIVITA’ E DI PRECARIETA’.

IMPARIAMO A DIRE “NO” AL RICATTO DEI PADRONI CHE CI FANNO LAVORARE IN
CONDIZIONI DI GRAVE INSICUREZZA, FORTI DELLA DILAGANTE DISOCCUPAZIONE.

LEGGI RAZZISTE E XENOFOBE, INOLTRE, RENDONO ANCOR PIU’ RICATTABILI IMMIGRATI
E IMMIGRATE, COME DIMOSTRA L’ALTA PERCENTUALE DI QUESTI ULTIMI TRA LE
VITTIME DELLO SFRUTTAMENTO.

PER NON LAVORARE DA MORIRE LAVORATORI ITALIANI E STRANIERI LOTTANO INSIEME
PER DIFENDERE I DIRITTI DI TUTTI: LA SICUREZZA SUL LAVORO E LA PREVENZIONE
NON SI CONTRATTANO!

PROMUOVONO L’INIZIATIVA PUBBLICA:
RETE NAZIONALE SICUREZZA SUL LAVORO
COMITATO 5 APRILE DI ROMA
COMITATO IMMIGRATI ITALIA – sezione di Roma
CONTATTI e ADESIONI email: circolotlc@hotmail.com

RESOCONTO INCONTRO PUBBLICO 22 GENNAIO 2011 UNIVERSITA’ DI ROMA LA SAPIENZA. COSTITUITO IL COMITATO "PER LA VERITA’ SULLA MORTE DI MOHAMMED BANNOUR".


Resoconto a cura del comitato 5 aprile di Roma e mail circolotlc@hotmail.com RETE NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO E mail bastamortesullavoro@gmail.com, sito bastamortesullavoro@domeus.it

Si è svolto il 22 Gennaio 2011, l’incontro pubblico a un mese dalla morte sul lavoro di Mohammed Bannour, operaio edile di 35 anni deceduto nel cantiere presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma "La Sapienza" il 22 Dicembre 2010, giorno nel quale erano in corso le manifestazioni di opposizione alla riforma "Gelmini" dell’Università.
L’incontro pubblico, si è svolto presso l’aula studenti della Facoltà di Giurisprudenza, a causa della scelta della Presidenza della Facoltà di Scienze Politiche di chiudere la facoltà solo il 22 gennaio, sabato mattina, nonostante la formale richiesta scritta fatta a nome della rete nazionale dal comitato 5 aprile di Roma dell’utilizzo dell’aula XIII, di solito aula studio e in assenza di esami e lezioni.
Incontro molto partecipato e con tanti interventi e contributi, dal Comitato
5 Aprile di Roma, della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro (con il compagno Enzo da Ravenna), del Coordinamento Lav. Autoconvocati-e di Roma, del Comitato Immigrati Italia – sezione di Roma, dell’Usi, di lavoratori e Rsu dei Cobas dell’Università, di RLS di appalti dell’Università di Roma 3, del collettivo di Scienze Politiche, dell’Associazione Nazionale Ruggero Toffolutti di Piombino, di lavoratori edili del comitato immigrati, dell’associazione "Illiria", dei collettivi di "Resistenza Universitaria", del responsabile dell’Associazione Culturale Islamica di Roma, dell'Associazione Giuristi Democratici di Roma. Particolarmente toccante l’intervento del cognato di Mohammed Bannour che con forte emozione ci ha raccontato l’odissea del lavoratore, le sue difficoltà in Italia e sul lavoro nel settore dell’edilizia, destino comune a tanti immigrati, del fatto di aver lasciato con la sua morte sul lavoro "che si poteva evitare", la giovane moglie e tre bimbi piccoli, attualmente ospiti presso il cognato ma senza attuali mezzi di sussistenza, visti i tempi lunghissimi dei risarcimenti e delle pratiche all’INAIL.
Presenti e partecipi all’incontro del collettivo redazionale "Il pane e le Rose" e studenti delle Facoltà e dei collettivi di Economia, Scienze Politiche, Giurisprudenza (anche di "Ateneinrivolta"), Scienze Biologiche, Sociologia, di Geologia (Scienze), di Matematica, oltre a molti lavoratori/trici di vari settori, sensibilizzati sul caso specifico, a dare sostegno al comitato e a veder rispettati diritti e condizioni di lavoro "sicure". Nel corso dell’incontro, è stato presentato il quaderno di "in-formazione" in materia di salute e sicurezza nell’edilizia e nei cantieri in base al Decreto Legislativo 81/2008, che sarà tradotto in diverse lingue, elaborato dal Comitato 5 Aprile e dalla Rete Nazionale, così come nell’intervento del Comitato 5 Aprile si è illustrato il contenuto dell’esposto denuncia depositato il 20 gennaio da parte dell’Usicons (Associazione di difesa e tutela utenti e consumatori nei servizi pubblici, costituita a livello nazionale e parte integrante del comitato 5 aprile e della stessa Rete Nazionale) alla Procura della Repubblica e inoltrato agli organi di vigilanza, per mantenere viva l’attenzione sull’inchiesta giudiziaria e non farla archiviare in fretta.
Nell’intervento della Rete nazionale, si sono messi in luce l’intreccio tra lavoro precario, immigrazione e carenza di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che causa un numero ancora alto di morti, di infortuni e di malattie e patologie, oltre che illustrare il lavoro fatto da tutte le situazioni che fanno rifermento in Italia alla Rete nazionale, dalle manifestazioni a Torino per la vicenda ThyssenKrupp, a Taranto per l’ILVA, il convegno nazionale del 13 marzo 2010 a Ravenna, gli interventi a sostegno dei familiari delle vittime sul lavoro, anche promuovendo la formazione di comitati, con la presenza attiva nei vari processi in corso (ThyssenKrupp, Eterniti di Casale Monferrato, Umbria Olii, Viareggio, Taranto, Ravenna, Monfalcone, Trani, Molfetta, Palermo con la vicenda di Salvatore Palumbo).
Importanti contributi sono stati portati al dibattito dall’Associazione nazionale "Ruggero Toffolutti2 da Piombino e dal collettivo di Scienze Politiche, che ha aperto su una banca etica un codice IBAN per versamenti a sostegno della famiglia di Mohammed Bannour.
Al termine dell’incontro, è stato letto il breve testo, approvato pressocchè all’unanimità, con il quale si è formalmente costituito il "Comitato per la verità sulla morte di Mohammed Bannour" e lanciata la prima iniziativa di una campagna permanente per la salute e sicurezza sul lavoro e sui morti sul lavoro e da lavoro, campagna permanente richiesta con forza dal Comitato Immigrati e accolta favorevolmente dalle strutture e dai presenti all’incontro, con APPUNTAMENTO LUNEDI’ 7 FEBBRAIO 2001, DALLE ORE 20 AL COLOSSEO, con impegno a fare presenza tutti i lunedì del mese di Febbraio per rendere visibile alla cittadinanza, degli effetti di una vera "strage in nome del profitto" con morti e feriti tutti i giorni.