mercoledì 13 aprile 2011

PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 13 APRILE


(ricevo, e pubblico, per gentile concessione di Elena di Agenda Rossa)


Davanti al tribunale, come sempre, membri del Collettivo Comunista Piemontese. Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, questi signori non hanno mai lasciato soli i parenti delle vittime! Sono stati presenti con la neve, con il vento, con il sole e la pioggia.
Oggi c'era anche un ragazzo di FLI, che distribuiva manifestini relativi ad un incontro previsto per venerdì 15 dal tema ''Giusta giustizia'' che si terrà in corso trapani 91/b per chi fosse interessato, segnalo che all'incontro ci saranno anche il procuratore G. Caselli e Fabio Granata.
Entrando in tribunale la mia gioia è stata enorme nel vedere nuovamente una scolaresca intera seduta tra i banchi del pubblico! Sante insegnanti! Grazie!
Oggi l'udienza era dedicata in toto alla difesa, quindi tutto il ''gotha'' era presente. In aula gli avvocati: Coppi, Audisio, Anglesio, Zaccone, Sommella, Garaventa ... per il PM erano presenti L.Longo e F. Traverso.
Ore 9,30 si inizia, ma per problemi tecnici legati all'audio dobbiamo aspettare, l'arrivo di un tecnico.
Inizia l'Avv. Anglesio
Il suo intervento consiste nel difendere le sue tesi nelle precedenti udienze, tesi che secondo i PM non sono valide. Sostiene che secondo gli studi fatti il rischio corso dagli operai era da considerarsi ''MEDIO'' e non ''ALTO''! Insiste nel dire che la vita degli operai NON era poi così a rischio, in quanto non vicini fisicamente al punto di innesco dell'incendio. (Mah.. non capisco, visto che però gli operai lo dovevano spegnere ... fossero anche stati lontani ... n.r.d.) Sostiene che MAI la difesa ha parlato di ''colpe'' degli operai ... e subito dopo parla di ''eventuali comportamenti non corretti'' da parte dei lavoratori...
Ricorda che la prevedibilità fa parte del reato colposo ... e sostiene che, nel nostro caso, era impossibile prevedere quanto è successo (spegnevano un incendio al giorno. n.d.r.) sostiene che solo a causa di un concatenarsi infelice di eventi è avvenuta la disgrazia ... insomma invoca il ''fato''! Ha parlato più che altro per difendere la propria linea difensiva ...
Ore 10,05 inizia l'avvocato Coppi. (difensore di Andreotti, Moggi ... ) Attacca subito parlando della voluminosa requisitoria dei PM e sostiene che è la qualità che conta e non la quantità! (si riferisce alle 90 pagine dell'accusa, ovviamente con l'intenzione di ''sminuirne'' i contenuti... che detto tra noi ho trovato chiarissima, anche se non 'addetta ai lavoro'' n.d.r.).
Parla di dolo: eventuale, intenzionale, diretto... E arriva alla conclusione che per accusare l'A.D. Harald Estenhan è necessario essere sicurissimi ed avere le prove che l'imputato avrebbe agito nel medesimo modo, pur conoscendo i risultati a cui il suo comportamento avrebbe condotto! Si fa delle domande retoriche tipo: ''Possiamo stabilire noi che la morte degli operai era stata presa in considerazione e volitivamente accettata ''? ''Possiamo accertare che Estenhan ha scelto l'economia piuttosto che la sicurezza degli operai''? Conclude dicendo che ''percepire il rischio'' non significa volere ed aver la consapevolezza dei risultati. (No comment - bella comoda sta discussione ... n.d.r.)
ore 10.30 Avvocato Zaccone
Prende la parola l'avvocato Zaccone. Parla di giurisprudenza e di criteri interpretativi... parla di reato complesso che comprende anche l'omicidio colposo ... si richiama ad una sentenza del Tribunale di Molfetta ... il discorso di Zaccone è talmente legato a normative e protocolli che l'attenzione in aula tende a diminuire ...
Conclude con l'unica cosa ''reale'' del suo intervento dicendo : '' L'attività era rischiosa, si erano presi i provvedimenti ritenuti necessari ! (lasciando sottintendere la domanda: ''Cosa volete di più''? n.d.r.) ! Sostiene inoltre che quel modello di sicurezza, così come era previsto allora non sarebbe diverso oggi e che l'organismo di vigilanza c'era, e che vigilava... (mi domando , ma se tutto funzionava così bene .... com'è che sono morti in 7? n.dr.)
Ore 11.00 prende la parola l'avv. Garaventa. (collegio difesa: Estenhan, Gerald Prigneitz, Marco Pucci)
Inizia dicendo che i PM hanno ribattuto punto per punto le affermazioni della difesa ( Non dovevano? n.dr.) Li accusa anche di ''insicurezza'' in quanto hanno depositato una nota tardi ! (Mah...) Ci consola dicendo che nessun imputato avrebbe voluto l'incendio alla linea 5! (meno male! n.d.r.) Ci ricorda soprattutto che, dato il previsto spostamento della linea 5 a Terni, era nell'interesse di tutti mantenere sana e salva la linea stessa ! (infatti gli operai erano OBBLIGATI a spegnere gli incendi! n.d.r.). Ribadisce che a Torino non erano previste variazioni sulla linea stessa (a Terni si ... n.d.r.) e ricorda che la Thyssen, bontà sua, cercava di andare incontro agli operai aiutandoli nella mobilità ...
Ricorda inoltre che una Multinazionale, non può essere gestita se non delegando, Salerno era il delegato ... (quindi colpa sua! :-))) ) Parla di insinuazioni nei confronti di ''controlli addomesticati'' (La Thyssen, multinazionale dell'acciaio, NON aveva il certificato antincendio! n.d.r.)
Ore 11.30 finisce e la Corte concede una sospensione di circa un'ora.
Vado con Maryjo a prendere un cappuccino e mangiare un trancio di pizza rossa gelata... brrrrr
Ore 12,20 l'udienza riprende.
L'Avvocato Audisio parla in un modo molto particolare, mi affascina ... si rivolge alla Eccellentissima Corte scusandosi dell' inadeguatezza del proprio linguaggio... ricorda che sarà costretto a parlare usando le sue parole, sottintendendo quindi, quanto ''povere'' esse siano. (Mi fa venire in mente il film ''Non ci resta che piangere'' quando Benigni e Troisi si rivolgevano al potente di turno, con un atteggiamento di totale sudditanza! n.d.r.) .
Le domande che pone all'attenzione della Corte sono: ''Herald Hestenhan, aveva un obbligo? Sapeva di averlo? Sapeva di dover mettere in quel preciso punto un impianto di rilevazione/spegnimento incendio''? Si? No?
Ripete le stesse cose in mille modi diversi ma il succo del discorso è che, avendo esaminato tutte le ''scartoffie'' a disposizione non è emersa la necessità che, in quel preciso punto, fosse necessario un sistema di rilevazione/spegnimento automatico di incendio. Quindi ... NON esiste nessun reato!
Et voilà!
Le multinazionali sono in una ''botte di ferro''! Sono talmente grandi e potenti che possono far quello che vogliono. Trovano facilmente qualcuno disposto a ''chiudere un occhio'' sulla mancanza del certificato antincendio ad esempio! Trovano qualcuno da delegare e da far diventare capro espiatorio in caso di ''rogne''! Trovano il modo di parcellizzare, nell'interno stesso del proprio sistema, le responsabilità e le deleghe in modo da rendere quasi impossibile il risalire al responsabile eventuale. Sembra quasi dicano: ''Ti dò già un lavoro ... vuoi anche essere sicuro? Ma non esageriamo!''
La dicotomia totale che c'è tra Hestenhan e gli operai è impressionante. Sono due pianeti diversi. Meglio forse, le piccole aziende locali dove le persone si conoscono, dove esiste umanità ... dove gli operai valgono in quanto persone e non meno dei macchinari e meno dei profitti.
Venerdì 15 aprile ci sarà la ''chiusura'' del collegio della difesa e poi la Corte si ritirerà per emettere la sentenza.

Torino, 13 aprile 2011


Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

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