giovedì 10 novembre 2011

FERROVIE: MORTO SUL LAVORO A FIRENZE, PADRE SCRIVE A NAPOLITANO, GIUSTIZIA PER MIO FIGLIO

RFI: MORTO SUL LAVORO A FIRENZE, PADRE SCRIVE A NAPOLITANO, GIUSTIZIA PER MIO FIGLIO*

*ALTRI FAMILIARI IN CERCA DI VERITA' GIUSTIZIA...

SONO I GENITORI DI DOMENICO RICCO, UN GIOVANE OPERAIO DI RFI MORTO SUI BINARI NEL 2009

LAMENTANO CHE DOPO DUE ANNI NON CI SONO ANCORA NE' RESPONSABILI NE' INDAGATI

IL PADRE, UN NOSTRO COLLEGA, VUOLE CONOSCERE - E NOI INSIEME A LUI - LE CIRCOSTANZE E LE CAUSE DELLA TRAGEDIA

NOI LA CAUSA GIA LA CONOSCIAMO: LA MALEDETTA FRETTA DI FAR PASSARE I TRENI MENTRE LE PERSONE LAVORANO SUI BINARI

I MORTI DEGLI ULTIMI ANNI:
UNA
LUNGA SCIA DI SANGUE SUI BINARI ITALIANI**
----------------

*
* BARLETTA, 9 NOV - Hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per chiedere che sia fatta giustizia sulla morte del loro figlio, avvenuta il 5 novembre del 2009, quando, a
27 anni, fu travolto da un treno regionale mentre era al lavoro con altri due colleghi sui binari nei pressi della stazione di Rifredi, poco distante da Firenze Santa Maria Novella, intento a riparare uno scambio
ferroviario.*

*Il giovane, Domenico Ricco, originario di Barletta, operaio di Rfi dal 2002, morì sul colpo .
I due colleghi si salvarono, rifugiandosi in una intercapedine fra i binari. Il treno che travolse Ricco, infatti, transitò contemporaneamente a un convoglio merci, l'unico del quale gli operai erano stati messi al corrente.*

* All'indomani dell'incidente furono avviate due inchieste, una della magistratura e una interna a Rfi, ma ad oggi per quella morte non sono ancora state accertate responsabilità «Sono passati due anni da pochi giorni - dice il padre della vittima, Giuseppe Ricco - ma noi non sappiamo ancora perchè e a causa di chi mio figlio sia morto, nè se ci sono indagati».*

*Giuseppe Ricco lavora in ferrovia anche lui, da oltre 40 anni e, per questo, ritiene di conoscere e capire bene le circostanze e il modo in cui il figlio e gli altri operai stessero lavorando: «Era notte ed era buio - spiega - e non c'erano le condizioni di sicurezza per poter lavorare lì in quel momento ma in ferrovia, la sicurezza, da tempo, è un
optional.*

*Nel periodo in cui morì mio figlio gli incidenti di quel tipo furono tre in quella stessa zona». A distanza di due anni dal tragico incidente, Giuseppe Ricco e sua moglie hanno scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, una seconda lettera: lo avevano già fatto dopo la morte del figlio e allora il Capo dello Stato ebbe parole di conforto e solidarietà. Oggi i due genitori chiedono «giustizia, vogliamo sapere - dicono - chi ha ucciso nostro figlio» e chiedono anche che Napolitano «il quale ha molto a cuore le morti sul lavoro, continui a impegnarsi affinchè le norme in materia di sicurezza siano più severe». *
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RFI: MORTO SUL LAVORO A FIRENZE, PADRE SCRIVE A NAPOLITANO, GIUSTIZIA PER MIO FIGLIO



ALTRI FAMILIARI IN CERCA DI VERITA' GIUSTIZIA...

SONO I GENITORI DI DOMENICO RICCO, UN GIOVANE OPERAIO DI RFI MORTO SUI
BINARI NEL 2009

LAMENTANO CHE DOPO DUE ANNI NON CI SONO ANCORA NE' RESPONSABILI NE' INDAGATI

IL PADRE, UN NOSTRO COLLEGA, VUOLE CONOSCERE - E NOI INSIEME A LUI - LE
CIRCOSTANZE E LE CAUSE DELLA TRAGEDIA

NOI LA CAUSA GIA LA CONOSCIAMO: LA MALEDETTA FRETTA DI FAR PASSARE I TRENI
MENTRE LE PERSONE LAVORANO SUI BINARI

I MORTI DEGLI ULTIMI ANNI: UNA LUNGA SCIA DI SANGUE SUI BINARI ITALIANI
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BARLETTA, 9 NOV - Hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, per chiedere che sia fatta giustizia sulla morte del
loro figlio, avvenuta il 5 novembre del 2009, quando, a 27 anni, fu travolto
da un treno regionale mentre era al lavoro con altri due colleghi sui binari
nei pressi della stazione di Rifredi, poco distante da Firenze Santa Maria
Novella, intento a riparare uno scambio ferroviario.

Il giovane, Domenico Ricco, originario di Barletta, operaio di Rfi dal 2002,
morì sul colpo. I due colleghi si salvarono, rifugiandosi in una
intercapedine fra i binari. Il treno che travolse Ricco, infatti, transitò
contemporaneamente a un convoglio merci, l'unico del quale gli operai erano
stati messi al corrente.

All'indomani dell'incidente furono avviate due inchieste, una della
magistratura e una interna a Rfi, ma ad oggi per quella morte non sono
ancora state accertate responsabilità «Sono passati due anni da pochi
giorni - dice il padre della vittima, Giuseppe Ricco - ma noi non sappiamo
ancora perchè e a causa di chi mio figlio sia morto, nè se ci sono
indagati».

Giuseppe Ricco lavora in ferrovia anche lui, da oltre 40 anni e, per questo,
ritiene di conoscere e capire bene le circostanze e il modo in cui il figlio
e gli altri operai stessero lavorando: «Era notte ed era buio - spiega - e
non c'erano le condizioni di sicurezza per poter lavorare lì in quel momento
ma in ferrovia, la sicurezza, da tempo, è un optional.

Nel periodo in cui morì mio figlio gli incidenti di quel tipo furono tre in
quella stessa zona». A distanza di due anni dal tragico incidente, Giuseppe
Ricco e sua moglie hanno scritto al presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, una seconda lettera: lo avevano già fatto dopo la morte del
figlio e allora il Capo dello Stato ebbe parole di conforto e solidarietà
Oggi i due genitori chiedono «giustizia, vogliamo sapere - dicono - chi ha
ucciso nostro figlio» e chiedono anche che Napolitano «il quale ha molto a
cuore le morti sul lavoro, continui a impegnarsi affinchè le norme in
materia di sicurezza siano più severe».

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