giovedì 12 luglio 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 11/07/12




INDICE

Rosa Conti rosa.conti@live.it
REPORT ASSEMBLEA PUBBLICA 26 GIUGNO CON MATERIALE IN ALLEGATO

Fabio Gambone fabio74_1@libero.it
FORCONI

A.I.E.A. PADERNO DUGNANO a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
COMUNICATO STAMPA COMITATO A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI EURECO

TIRARE A CREPARE!

Federico Giusti giustifederico@libero.it
CONFCOBAS TOSCANA: COMUNICATO STAMPA RICHARD GINORI

SECONDO LOR SIGNORI LA CRISI ECONOMICA FINANZIARIA NON C'ENTRA??????

Andrea Fioretti a.fiore@libero.it
DALLA PUGLIA AL VENETO: GLI 80MILA SCHIAVI DEI CAMPI DI RACCOLTA

Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
ETERNIT

ANCORA IN MARCIA ! redazione@ancorainmarcia.it
FS: CONTRATTO, SE NON CAMBIA ORARIO LAVORO, 7.900 ESUBERI, PIU' COLPITI MACCHINISTI E CAPITRENO

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From: Rosa Conti rosa.conti@live.it
To:
Sent: Tuesday, July 03, 2012 7:40 PM
Subject: REPORT ASSEMBLEA PUBBLICA 26 GIUGNO CON MATERIALE IN ALLEGATO

Firenze, 3 luglio 2012

Care e cari,
lo scorso 26 Giugno presso la Camera del Lavoro di Firenze si è svolta un'assemblea pubblica, autoconvocata da un copioso numero di lavoratrici e lavoratori iscritti alla Cgil, con il duplice scopo di far conoscere e comprendere a tutte e tutti gli aspetti tecnico-giuridici di quella che non può che definirsi una “controriforma” del Mercato del Lavoro; e di aprire una discussione all'interno della nostra Organizzazione Sindacale per la proclamazione dello Sciopero Generale.
La relazione introduttiva è stata tenuta dal compagno della Filt Lorenzo Bicchi, lavoratore delle ferrovie, il quale il quale ha illustrato come l'inaccettabilità della riforma sia dovuta anche al fatto che essa venga dopo una serie di provvedimenti che negli ultimi 2 anni hanno stravolto tutto il sistema dei diritti e delle tutele del lavoratore all'interno dei luoghi di lavoro. Tutto questo è avvenuto in una più che sostanziale continuità con il Governo precedente. Per questo, ha affermato il compagno, lo Sciopero Generale deve essere il naturale sbocco per rompere con le politiche economiche e sociali del governo Monti e della maggioranza che lo sostiene; ricordando come si sconfisse Berlusconi, proprio sull'art. 18, con la grande mobilitazione portò 3 milioni di persone nel 2002 al circo Massimo.
Successivamente il Prof. Giovanni Orlandini, giuslavorista dell'ateneo di Siena, centro studi Diritti & Lavoro, ci ha illustrato nel dettaglio la nuova disciplina dei licenziamenti e gli aspetti salienti della riforma. In allegato trovate il materiale che il Prof. Orlandini ci ha gentilmente portato in assemblea e che ci ha ampiamente spiegato.
E' venuto a portarci un saluto, il Segretario Generale della CdL di Firenze Mauro Fuso, il quale ci ha manifestato di aver “apprezzato il taglio di questa iniziativa perchè, pur nelle differenze, si è posta all'interno del dibattito della CGIL. Siamo tutti compagni e compagne della CGIL".
Anche chi, per motivi di lavoro, non ha potuto partecipare a questa inziativa ha mandato un piccolo contributo che di seguito riportiamo integralmente:
“Care compagne, cari compagni, avrei voluto essere presente alla vostra iniziativa, ma altri impegni importanti della Filcams, richiedono la mia presenza a Roma. Vi invio, percio' questo breve messaggio, per dirvi che aderisco in pieno alla vostra iniziativa e che avete tutto il mio sostegno ed appoggio. Ben vengano iniziative che danno protagonismo a delegate e delegati, lavoratrici e lavoratori. Quindi mi auguro che questa, in un momento così difficile e delicato per il mondo del lavoro, ma anche della nostra Organizzazione, sia una fra le tante iniziative che ci sono state, e magari anche che verranno. Il vostro impegno di oggi, ed il lavoro svolto in questi mesi, sono testimoni della vostra, della nostra militanza e senso di appartenenza alla Cgil”. Sabina Bigazzi, Direttivo Nazionale Cgil.
Analogamente anche il compagno Andrea Montagni, Presidente CD Nazionale Filcams, impossibilitato a partecipare per impegni lavorativi, ha manifestato tutto il suo appoggio e sostegno all'iniziativa; e il compagno Rossano Rossi, Segretario Generale della CdL di Empoli e membro della Segreteria della CdL di Firenze.
Abbiamo concordemente ritenuto opportuno far intervenire in assemblea soltanto lavoratrici e lavoratori con l'unica eccezione di G. Rinaldini, Direttivo Nazionale Cgil, e N.Nicolosi, Segretario Nazionale Cgil, ad i quali abbiamo espressamente richiesto di portare un contributo.
Di seguito riportiamo, nell'ordine, alcuni stralci tratti dagli interventi che vi sono stati:
L. Sgatti, Rsu AO Careggi, “ Bisogna operare nell’ottica di creare un grande movimento unitario di opposizione a questa controriforma che ci riporta indietro nel tempo, e l’unico strumento possibile è lo sciopero generale, dove sui punti condivisi convergano tutte le sigle in difesa del mondo del lavoro. Il valore aggiunto, in ogni situazione, è l’unitarietà e la compattezza delle forze in campo in difesa di valori violati.Abbiamo bisogno di suggestioni per cementare la partecipazione alla lotta, come quelle che il pannello qui appeso produce: Di Vittorio che parla ad una moltitudine eterogenea di persone, immagine raccolte per un senso di unitarietà appunto, quello che purtroppo oggi non c’è.Dobbiamo attingere ad emozioni collettive ed emblematiche per trovare la forza di evidenziare quel filo rosso che unisce la disperazione dei senza lavoro ai diritti calpestati dei lavoratori sfruttati, la fabbrica piuttosto che gli ospedali, la scuola piuttosto che il commercio “
S.Canzi, Rsa Casa dello Studente, “Oggi noi dobbiamo costruire una iniziativa sindacale chiara, dobbiamo ribadire il valore della concertazione come metodo di lotta sindacale, ma allo stesso tempo dobbiamo portare in CGIL e nei nostri dirigenti l’idea, che non può essere l’unico terreno di confronto con questo Governo Monti-Fornero e la maggioranza politica che lo sostiene(...)Lo sciopero Generale che i Lavoratori e le Lavoratrici chiedono alla Camusso è legittimo è nel patrimonio sindacale della nostra storia, chiediomo con questo di dare un segnale forte al Governo e al PD che lo sostiene, che noi non siamo più disponibili, perché non esistono i margini di trattativa con questo Governo e le politiche antidemocratiche che porta avanti. Lo sciopero generale è l’inizio di una piattaforma di lotta, che deve costruire nel paese l’unità dei Lavoratori e della sinistra, che si ponga l’obbiettivo irrinunciabile della cacciata del Governo delle Banche”.
N. Nicolosi, Segretario Confederale Cgil, "la CGIL è la nostra casa ma dobbiamo anche dire dove sbagliamo. E' uno dei vizi della sinistra sociale nei confronti della sinistra politica quella di perdere autonomia. Il problema della autonomia CGIL rispetto al quadro politico è una premessa fondamentale. Mancata capacità della CGIL di opporsi al governo Monti.
Al contrario noi abbiamo il dovere di opporci alle riforme di Monti.
Dobbiamo riconquistare la pensione pubblica ripristinando i 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, e per tutti i 40 anni di contributi per la pensione di anzianità. Anche sul mercato del lavoro dobbiamo costruire un movimento sociale e referendario. Dobbiamo essere dentro la CGIL indisciplinati, perchè condivido lo spirito dell'indisciplina di questa assemblea.
Devono nascere nei prossimi mesi i comitati per il no alla legge sul mercato del lavoro”.
G. Rosini, Rsu Galileo, “In piazza occorre andare per annullare questa riforma a partire dalla sua logica. Dobbiamo tornare a parlare dell'estensione dei diritti, anche dalla riduzione dell'orario di lavoro. C'è anche un problema di democrazia sindacale, dove sono i garanti della costituzione. E non dimentichiamo che l'ASPI, che riduce le tutele relative al sostegno al reddito”.
M. Comi, Coordinatore Rsu Comune di Firenze, “anche nel pubblico la situazione è deprimente, attaccato su tutti i fronti. L'attacco al mondo del lavoro è anche una bestemmia sul piano economico. L'esternalizzazione alle cooperative sociali servono ad abbassare i costi senza guardare alla qualità del servizio. Il taglio delle risorse sta bloccando la contrattazione decentrato e nel comune di Firenze si è arrivati a chiedere la restituzione di parte degli incentivi erogati nel passato. Però esiste una responsabilità del gruppo dirigente CGIL: cosa abbiamo fatto sino ad ora. Non bastano le iniziative locali, con Berlusconi 7 scioperi generali ed ora nulla. Inoltre La revisione di spesa sarà da pretesto per l'attacco al lavoro pubblico".
G. Rinaldini, Direttivo Nazionale Cgil, “Iniziative come queste devono essere il punto di partenza di un percorso. La CGIL è in profonda crisi. Lo sciopero territorialedi oggi non è semplice perché iniziative locali non possono sostituire il senso di uno sciopero generale. C’è un problema di credibiltà. Lo sciopero è un sacrificio economico, e quindi si vuole capire se è una testimonianza o se vi è determinazione sul contrastare i provvedimenti. Sull’articolo 18 vi è stato un assenso anche da parte della segreteria nazionale CGIL, con la distinzione di Nicolosi, . Se non si tiene sull’art. non è credibile che poi conquisti altre tutele. La discussione in CGIL è ormai condizionato dal metodo che in ogni direttivo nazionale CGIL si blocca la discussione di metodo, ponendo sempre il “voto di fiducia” sull’operato della segretaria generale, che mette il direttivo stesso di fronte al fatto compiuto. Oggi siamo peggio degli anni 50 perché c’erano i reparto confino ma nessuna si è mai permesso di cacciare fuori dall’azienda il sindacato. Nel rapporto unitario si deve ripartire dalla democrazia, altrimenti non capiamo cosa si sta discutendo. Si sta cacciano fuori dalle fabbriche la FIOM e i suoi iscritti Nei fatti si è aperto il congresso CGIL. Che sindacato del futuro vogliamo costruire. Il sindacato è in crisi in tutti i paesi europei, e questa discussione sul futuro del sindacato che deve coinvolgere i delegati”.
Stefania Favilli, Rsu Isi (ex Eletrolux), ”Una storia quella della mia azienda che dura d anni ed oggi siamo arrivati a dover denunciare come FIOM nazionale l’azienda per truffa
La CGIL ha numeri e forza per creare una vera contrapposizione, ma appare invece molto titubante l’iniziativa della segreteria nazionale CGIL, che ha scarsa autonomia dal quadro politico. Non possiamo considerare Cisl e Uil come interlocutori credibili, perché ormai in totale sintonia con le strategie padronali. Non si può fare l’unità sindacale su queste basi.
Occorre organizzare uno sciopero generale. Ma anche dare continuità alla mobilitazione che deve cambiare alla radice i provvedimenti del governo. E inizia ad essere un problema il mantenimento del lavoro per i lavoratori di “mezza età” che espulsi dal processo produttivo non vengono più riassunti”.
Mariangela Delogu, Rsu La Rinascente, “La Cgil ha perso la propria autonomia dal PD
Eppure Il governo non riconoscere il sindacato come interlocutore. Come può il sindacato tentennare di fronte ai provvedimenti di questo governo. Sciopero generale si , anzi no!...
Oggi scioperare è difficile anche per la massiccia presenza di precari che vengono usati per costituire chi scioperaSi attaccano i diritti del lavoro ma non i privilegi della politica.
Camusso ha detto che su questi provvedimenti del governo la partita non è chiusa. Ma quando allora inizia una mobilitazione della CGIL? La CGIL non può accettare di avere un ruolo subalterno al governo ma al contrario dobbiamo dimostrare la nostra autonomia”
Gianluca Lacoppola, Rsa Operosa, “Cgil debole nei confronti della politica.
Parole chiare sono state dette, ma è stata debole quando ha dovuto mettere in campo iniziative concrete. Uno sciopero generale avrebbe aiutato. Il referendum è giusto ma non è compito del sindacato fare referendum, compito della CGIL è creare mobilitazione e lotta. Negli appalti dove lavoro l’art. 18 è facilmente aggirabile, quindi non andrebbe indebolito, ma anzi rafforzato”.
La conclusione dei lavori è stata affidata al compagno Sergio Tarchi, Rsa Operosa, il quale ha affermato, suscitando l'emozione di tutti in sala, che “Il senso di questa assemblea è ripartire dai luoghi di lavoro. Con questi provvedimenti si creerà il punto più basso nella tutela dei lavoratori Da giovedì dobbiamo ragionare come riconquistare ciò che ci è stato tolto. Questa assemblea non deve essere un fuoco di paglia, dobbiamo abbattere gli steccati tra categorie. Iniziare un percorso che coinvolga il maggior numero di delegati. Non è per delegettimare gli organismi della CGIL, ma superare la troppa delega che in questi anni abbiamo dato ripartendo dal nostro protagonismo. Il sindacato dei lavoratori e non per i lavoratori, siamo orgogliosamente della CGIL ma vogliamo pesare di più. Noi non ci arrendiamo a questa situazione e non vogliamo andare col cappello in mano dai padroni La CGIL deve prendere atto del dibattito che è presente nei luoghi di lavoro. Noi chiediamo lo Sciopero generale perché in dispensabile”.
E' stata, infine, data lettura del documento, che trovate in allegato, di cui avevamo già fatto circolare una traccia prima dell'assemblea. Il documento in questione è stato votato all'unanimità dei presenti in sala.
A breve fisseremo un colloquio con la Segreteria della CdL di Firenze, che sin da subito si è detta disponibile ad incontrare e confrontarsi con una delegazione dell'assemblea.
Per le adesioni successive al documento scrivere nome, cognome, azienda, carica sindacale al seguente indirizzo mail: retedelegaticommercio@gmail.com
Ringraziamo ancora tutte e tutti per la collaborazione e la partecipazione. Se quest'assemblea è riuscita è grazie all'indispensabile contributo e sostegno di tutti noi. Ognuno di noi ha dimostrato che ci si puo svincolare, se si vuole, da preconcetti, da pregiudizi, da schieramenti. Ognuno di noi ha dimostrato che un obiettivo comune annulla tutte le differenze: quell'obiettivo è la difesa dei nostri diritti, che sono quegli stessi diritti di tutti coloro che rappresentiamo. Un filo rosso unisce e riassume tutti i nostri intenti: quel filo rosso si chiama Cgil !

La presidenza dell'assemblea
Lorenzo Bicchi, Direttivo Filt Cgil
Francesca Messina, Rsa Zara Ficams Cgil
Alessandra Pantani, Rsu Università Di Firenze Flc Cgil
Sergio Tarchi, Rsa Operosa Filcams Cgil

DOCUMENTO ASSEMBLEA PUBBLICA 26 GIUGNO 2012
La controriforma del mercato del Lavoro in via di approvazione definitiva alla Camera rappresenta l’ennesimo attacco ai diritti e alle tutele di chi lavora. Quel che è da rigettare è tutto l’impianto su cui è stato costruito lo stesso ddl. Due sono le sue linee guida. Deregolamentare e risparmiare.
Niente viene fatto per arginare la giungla contrattuale rappresentata dalle innumerevoli forme di lavoro atipico, niente viene fatto per garantire un forma di ammortizzatori sociali universale a fronte di un paese in forte recessione. Altresì viene manomesso irrimediabilmente l’impianto su cui si regge l’intero articolo 18 dello statuto dei lavoratori, aprendo di fatto ai licenziamenti individuali per motivi economici.
La crisi e le sue continue emergenze vengono usate dal ceto politico ed imprenditoriale per compiere un attacco senza precedenti alle fondamenta della civiltà del lavoro. Le politiche economiche e sociali portate avanti da questo Governo sono in sostanziale continuità con quelle del Governo di destra precedente.
Nell’arco di 2 anni il fuoco incrociato dei vari provvedimenti Governativi ha alterato e non di poco i rapporti di forza nei luoghi di lavoro a favore dell'impresa. Tra le altre cose è stato riformato il diritto del lavoro, deregolato il ruolo centrale del contratto nazionale, sospesa la democrazia nei luoghi di lavoro, deregolamentati gli orari delle aperture commerciali, allungata la vita lavorativa, ed oggi tagliati gli ammortizzatori sociali e colpito irrimediabilmente il ruolo deterrente della reintegra per i licenziamenti avvenuti senza giusta causa e giustificato motivo.
Questa miscela esplosiva genera paure e nuove solitudini a cui noi stessi ci sentiamo sempre più impossibilitati nel dare risposte alle continue domande delle lavoratrici e dei lavoratori.
Se dopo tutto questo il limite non è stato raggiunto ci chiediamo dove sia quel limite.
Per questo sentiamo l’urgenza di un cambiamento di fase. A nostro avviso, sia l’interlocuzione con la politica, sia il rapporto con le altre organizzazioni sindacali non deve essere fine a se stesso in quanto l'unità senza contenuti rischia di trasformarsi inevitabilmente in subalternità.
Estendere i diritti, arginare la flessibilità, garantire un salario decente e una giusta pensione dopo 40 anni di lavoro, regolamentare la democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro, in una parola ridare dignità al lavoro. Partendo da queste priorità si debbono ricercare le giuste alleanze con tutti i soggetti sociali in campo Per questo chiediamo alla CdLM di Firenze di rafforzare ulteriormente la mobilitazione già in atto. In questa ottica abbiamo accolto con grande entusiasmo la proclamazione dello sciopero Generale territoriale di 4 ore. Vi parteciperemo con convinzione.
Proponiamo inoltre una campagna straordinaria di assemblee che investa sia i luoghi di lavoro che le stesse Federazioni con lo scopo di mettere a conoscenza il maggior numero possibile di delegate/i e lavoratrici/tori della durezza dello scontro in atto volto a riportare le condizioni di lavoro nelle aziende indietro di cinquant'anni.
Chiediamo alla inoltre alla CdLM di Firenze di farsi interprete e rappresentante delle istanze di mobilitazione e di lotta che provengono dai delegati e delegate fiorentine.
Chiediamo tempestivamente la proclamazione dello sciopero Generale di 8 ore con manifestazione Nazionale. Chiediamo di proclamarlo immediatamente. Lo chiediamo in quanto vorremmo che questo rappresenti un primo elemento di un forte discontinuità che porti la CGIL alla rottura con le politiche economiche e sociali di questo Governo.
Lo chiediamo rivendicando una rinnovata autonomia nei confronti di quelle forze politiche che appoggiano il Governo stesso.
Approvato all'unanimità

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From: Fabio Gambone fabio74_1@libero.it
To:
Sent: Monday, July 09, 2012 9:03 PM
Subject: FORCONI

Domenica 08 Luglio 2012

DALLA DELEGAZIONE DEL MOVIMENTO POPOLARE DI LIBERAZIONE.
LA PROTESTA DEI FORCONI OLTRE LO STRETTO.

E' iniziato il presidio dei Forconi.
Puntuali, come promesso, si sono radunati questa mattina a Messina, nei pressi della stazione, per poi traghettare intorno all'ora di pranzo.
300 persone, o poco più, si sono radunate nei pressi degli imbarcaderi, iniziando a urlare dai megafoni e dalle trombe, a volantinare, a fermare le macchine in transito.
Non si sono fermati i Forconi, nonostante il categorico diniego della questura alla richiesta di restare a Messina e il conseguente poderoso sforzo logistico per sistemarsi dall'altra parte dello stretto. Hanno iniziato, come previsto alle 14.00, senza lasciarsi intimidire dai brevi momenti di tensione con le forze dell'ordine.
Adesso il traffico è scemato, l'ora di punta è passata.
Una delegazione del MPL in questo momento è con loro, a dare manforte alle legittime proteste dei siciliani, e mostrare solidarietà ad un movimento combattivo.
Il presidio continua, fra non molto il gruppo si riunirà, per un bilancio del primo giorno e capire come continuare e cosa di più si potrà fare.

Qui sotto il testo del volantino distribuito a tutti i passanti.
POLITICI DI MERDA,
FINO A QUANDO ABUSERETE ANCORA DELLA NOSTRA PAZIENZA?
Per quanto tempo ancora questa vostra arroganza si befferà di noi?
A quale limite si spingerà la vostra sfrontatezza?
Non rinunciate a nessuno dei vostri privilegi: vitalizi, stipendi e pensioni fino a 30.000 euro al mese, e ai Cittadini in ginocchio chiedete ancora di pagare IMU e TASSE FOLLI pena il sequestro della casa??
NOI dobbiamo pagare il debito pubblico causato dalla vostra scelleratezza mentre con i vostri complici affaristi avete oltre 300 miliardi di euro evasi al Fisco depositati in Svizzera?
E ancora volete tagliare la sanità, gli ospedali, i tribunali, i posti di lavoro dei padri di famiglia invece di eliminare i vostri privilegi, la corruzione, gli enti clientelari, i soldi ai vostri partiti?
SIETE VOI I VERI PARASSITI DELLA SOCIETA'.
IL VOSTRO TEMPO E' FINITO.
CONTRO DI VOI RESTANO SOLO I FORCONI.

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From: A.I.E.A. PADERNO DUGNANO a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
To:
Sent: Monday, July 09, 2012 10:50 PM
Subject: COMUNICATO STAMPA COMITATO A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI EURECO

Salve.
Vi inoltro il comunicato stampa del Comitato a sostegno dei Familiari dellle Vittime e dei lavoratori Eureco in merito all'udienza preliminare del processo Eureco.
Saluti
Lorena Tacco

COMUNICATO STAMPA
Oggi si è tenuta la prima udienza del processo Eureco per omicidio colposo plurimo nei confronti di Giovanni ed Elena Merlino, titolari dell'azienda per la morte di quattro lavoratori avvenuta per imprudenza, negligenza, imperizia e per inosservanza delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro e per trattamento e smaltimento irregolare di rifiuti pericolosi e per lesioni gravi nei confronti dei superstiti.
Ad oltre un anno e mezzo dalla tragedia (4 novembre 2010), a seguito dell'incendio provocato dalla scintilla di un muletto in avaria, morirono: Sergio Scapolan, Salvatore Catalano, Harun Zequiri e Leonard Sheu ed altri 4 operai rimasero feriti e ustionati, finalmente si è aperto uno spiraglio di giustizia con l'udienza che ha consentito la costituzione delle “Parti Civili”.
Il nostro “COMITATO A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI EURECO” assieme ad altre Associazioni, come l'A.I.E.A. (Esposti Amianto) e Medicina Democratica, Sindacati ed ovviamente ai familiari delle vittime ed i sopravvissuti ha presentato la richiesta di costituzione di parte civile per ottenere giustizia e valutare i gravi danni fisici e morali subiti dai lavoratori sottoposti a sfruttamento in ambiente insalubre ed insicuro.
Nella speranza che la Magistratura faccia rapidamente il suo corso e serva da monito contro la prepotenza di imprenditori senza scrupolo (ricordiamo che Giovanni Merlino è già stato protagonista della morte di un lavoratore in suo impianto a San Nazzaro di Burgundi PV) che in nome dei loro profitti mettono a repentaglio la vita dei lavoratori con paghe basse e senza alcuna sicurezza.
Aggiungiamo che la creazione di cooperative fittizie (come nel caso specifico) causano ripercussioni e disagi nel tempo perché dopo il licenziamento i lavoratori si trovano in assenza di decorosi sussidi previdenziali.
Infatti la quasi totalità di queste persone versa ancora in un grave stato psicologico ed in deprecabile disagio economico per la mancanza di lavoro, nessuna prospettiva positiva, abbandonati al loro disagio ed alle loro sofferenze.
Il Giudice del Tribunale di Milano, Dott.ssa Bertoja, dimostrando fermezza e decisione, ha fissato celermente la prossima udienza per il 16 luglio 2012 per la comunicazione di accoglimento delle Parti Civili.
Il nostro Comitato sarà presente e ripeterà davanti al Tribunale il presidio come è avvenuto stamane e che ha visto una buona partecipazione e un ottimo riscontro da parte dei cittadini.

Paderno Dugnano, 09/07/2012
COMITATO A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI EURECO
Telefono: 335 6863489
Per solidarietà, donazioni ad AIEA
IBAN IT44 E076 0101 6000 00079385746
causale “PRO LAVORATORI EURECO”

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From: COBAS Pisa confcobaspisa@alice.it
To:
Sent: Tuesday, July 10, 2012 1:26 PM
Subject: TIRARE A CREPARE!

L'Italia finora ha tirato a campare ha detto Monti.
E giù un decreto per farla tirare a crepare!
E' questa la filosofia del decreto legge del 6 luglio, con cui il governo Monti sta continuando la guerra contro il mondo del lavoro dipendente e contro lo stato sociale.
Non si era mai visto dal dopoguerra un governo con politiche sociali così spietate contro i lavoratori.
Con la tiritera della lotta agli sprechi nella spesa pubblica, il decreto del 6 luglio chi poteva prendere di mira se non i lavoratori pubblici e, insieme, tutto ciò che di pubblico esiste in questo Paese, allo scopo di tagliarne le risorse per devastare occupazione e retribuzione nel pubblico impiego, servizio sanitario, servizi pubblici e sociali (dai trasporti agli asili ai contributi assistenziali)?
Decenni di evasione fiscale da capogiro, di denaro pubblico investito in ricche “consulenze” clientelari, in appalti miliardari, in ruberie organizzate, in stipendi e pensioni d'oro a manager e dirigenti inetti: dopo tutto ciò, il risanamento dei conti dello Stato devono pagarlo, come sempre, i lavoratori.
Un risanamento, che è fatto di un taglio di 26 miliardi da rapinarci in poco più di 2 anni.
Questi i punti centrali del decreto:
-         Pubblico Impiego: 250-300mila licenziamenti, blocco dei salari, blocco delle assunzioni, blocco dei contratti.
-         Dimezzamento del numero delle Province.
-         Tagli per 5miliardi del Fondo sanitario nazionale, che si aggiungono ad altri 22 miliardi tagliati nell'ultimo triennio e che vorranno dire per le Regioni minore spesa in beni e servizi ospedalieri e in farmaci; 18mila posti-letto azzerati negli ospedali; interi pezzi della sanità pubblica messi ko; chiusura di mille reparti ospedalieri. E i medici avvisano: “Ci restano a malapena le barelle”.
-         Regioni, verranno depredate di altri 2miliardi. Destino che riguarderà anche le Province (1,5 miliardi) e i Comuni per 2miliardi e mezzo. * Sotto la scure anche Tribunali, Procure, Uffici del Giudice di pace, uffici dell'Agenzia delle Entrate.
-         Scioglimento di enti, che sono vere eccellenze nel campo della ricerca scientifica e storica.
-         E ancora: taglio dei permessi sindacali, ferie imposte d'agosto, riduzione dei buoni pasto, ecc.
Tutto questo, mentre sono sparite la tassa sui grandi patrimoni e la tassazione degli affari finanziari e 230 miliardi in venti anni (cioè 11 miliardi e mezzo ogni anno) andranno alle forze armate e al loro arsenale di guerra, per garantire ai poteri forti di questo Paese un posto importante nel controllo e nel dominio del mondo.
In Grecia, i primi a essere fatti inginocchiare sono stati i lavoratori pubblici. Da noi, l'attacco al pubblico impiego, iniziato dal ministro Brunetta, si “perfeziona” ora, a coronamento dell'assalto della ministra Fornero al lavoro privato. Cambiando l'ordine degli addendi, però, il risultato non cambia: l'Italia sta andando verso la Grecia.
Padroni e governo vogliono farci credere che l'economia possa ripartire con milioni di disoccupati e precari, attraverso l'immiserimento feroce del salario e delle pensioni, l'esproprio dei diritti sociali e civili. Ma a questa crisi ne seguirà un'altra e poi un'altra ancora, perché è il sistema che è malato.
Basta con le menzogne sull' “equa distribuzione dei necessari sacrifici richiesti dai mercati per uscire dalla crisi”!
Cosa fare di fronte a tanta ferocia sociale, che i padroni, il loro governo e i partiti loro amici ci stanno scaricando addosso, confidando nella complicità delle segreterie Cgil-Cisl-Uil?
Prima di tutto, unità alla base: unità dei lavoratori pubblici, unità di quelli privati, unità tra gli uni e gli altri, per una lotta comune. Se ognuno se ne andasse per conto suo, non si andrebbe da nessuna parte.
Una lotta generale e di massa, di tutto il lavoro dipendente, dei disoccupati, degli studenti, dei movimenti.
Quest'ultimo assalto del governo, infatti, non è diretto solo contro chi lavora nel pubblico impiego, ma anche contro tutti gli altri, che si ritroveranno senza servizi pubblici e sociali o li avranno meno adeguati e più costosi.
Non c'è più tempo da perdere PER fermare questo governo dell'infamia sociale che ci schiaccia nella precarietà di vita e di lavoro; PER cancellarne tutti i provvedimenti di legge decisi da dicembre a oggi.

PER APRIRE UNA PROSPETTIVA DI LIBERAZIONE.
CONFEDERAZIONE COBAS TOSCANA (pubblico impiego, lavoro privato, sanità)
via S. Lorenzo 38, Pisa,
telefono: 050 8312172

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From: Federico Giusti giustifederico@libero.it
To:
Sent: Tuesday, July 10, 2012 2:35 PM
Subject: CONFCOBAS TOSCANA: COMUNICATO STAMPA RICHARD GINORI

COMUNICATO STAMPA
INFORTUNIO SUL LAVORO ALLA RICHARD GINORI, INGIUSTIZIA E' FATTA
Si è consumato presso il tribunale di Firenze un episodio a nostro giudizio grave e sconcertante, che  indigna e che mette in evidenza i limiti e i problemi della giustizia nel nostro paese, e che certamente contribuisce ad alimentare quel senso di sfiducia e di impotenza da parte dei cittadini, di fronte ai meccanismi di un sistema che, oltre ad avere dei tempi certamente non compatibili con una normale definizione di giustizia, è attraversato da episodi, come quello qui di seguito, che negano, per incuria e approssimazione da parte di chi dovrebbe amministrarla, addirittura la possibilità di svolgere un processo e individuare le responsabilità di un infortunio sul lavoro.
L'episodio si riferisce ad un grave infortunio avvenuto circa 5 anni fa ad un lavoratore della Richard Ginori. Dopo le indagini svolte dalle autorità di vigilanza e la fase istruttoria era stato individuato come possibile responsabile dell'infortunio, in qualità di datore di lavoro,  l'allora Amministratore Delegato della nota industria di porcellane di Sesto Fiorentino, chiamato a rispondere di lesioni personali gravi.
Il 3 luglio doveva iniziare il processo  penale ma il giudice ha proceduto ad annullare il processo stesso riconoscendo come valide le eccezioni della difesa che sosteneva che il Pubblico Ministero, nell'esporre il fatto che aveva dato oggetto al procedimento penale, aveva fornito una descrizione lacunosa, omettendo di descrivere la dinamica dell'infortunio, e tralasciando addirittura di specificare che si trattava di un infortunio sul lavoro. Il giudice ha quindi disposto la restituzione degli atti alla Procura ma, visti i tempi strettissimi, difficilmente si potrà riformulare il capo d'accusa e fare un nuovo processo prima della scadenza dei termini di prescrizione.
Quindi per un errore del Pubblico Ministero, per un suo atteggiamento a dir poco sconcertante per superficialità e approssimazione (che altro altrimenti?) non sarà possibile individuare nessuna responsabilità penale e al lavoratore verrà probabilmente sottratta la possibilità di ottenere giustizia.
L'Organizzazione Sindacale Cobas, nel manifestare la propria piena solidarietà al lavoratore,   esprime tutto il proprio sconcerto  di fronte  a questo episodio e si chiede, ben conoscendo quali sono le conseguenze per il lavoratore stesso, che conseguenze invece ricadranno sul Pubblico Ministero a fronte di responsabilità così evidenti e di un atteggiamento palesemente in contrasto con le sue funzioni.

4 luglio 2012                                                                                                
Cobas del Lavoro Privato
Firenze

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From: Grillo Peppone grillo@macchinistiuniti.it
To:
Sent: Tuesday, July 10, 2012 2:57 PM
Subject: SECONDO LOR SIGNORI LA CRISI ECONOMICA FINANZIARIA NON C'ENTRA??????

Dal Corriere:

 

Le vittime sono state 920, il numero più basso mai registrato.

Morti sul lavoro, nel 2011 al minimo storico.

In calo anche il totale degli infortuni: circa 725mila, in flessione del 6,6% rispetto al 2010

(Ansa)

Nel 2011 i morti sul lavoro sono stati 920, il numero più basso mai registrato, in ulteriore calo del 5,4% rispetto ai 973 dell'anno precedente. Lo comunica l'Inail presentando il rapporto annuale. In calo anche il totale degli infortuni sul lavoro denunciati all'Istituto: 725 mila, in flessione del 6,6% rispetto ai 776 mila del 2010.
I CONTROLLI - Nel 2011 l'Inail ha controllato 21.201 aziende (il 63% aziende del terziario, il 32% dell'industria): 18.145 sono risultate irregolari (l'85,59%). “L'alta percentuale denota”, ha affermato il presidente dell'Istituto, Massimo De Felice, nella Relazione di accompagnamento al Rapporto annuale, “l'efficienza dei sistemi di scelta, della procedura cosiddetta di business intelligence che individua gli insiemi da controllare. Sono stati regolarizzati 48.716 lavoratori (nel 2010 erano stati 56.751), di cui 41.207 irregolari e 7.509 in nero (4.426 nel terziario, 2.675 nell'industria)”. I premi omessi accertati ammontano a quasi 57 milioni di euro, l'8,6% in più rispetto all'importo accertato nel 2010; i premi incassati a seguito dei verbali ispettivi ammontano a circa il 68% dell'importo accertato.
IL MONITO - La diminuzione del numero totale degli infortuni mortali sul lavoro, scesi nel 2011 a 920, “ha l'effettiva determinante nella componente in strada: non può perciò consentire inferenze troppo tranquillizzanti sul miglioramento della sicurezza degli ambienti di lavoro”, aggiunge De Felice.
Redazione Online10 luglio 2012 | 14:47


MA SECONDO LOR SIGNORI LA CRISI ECONOMICA FINANZIARIA NON C'ENTRA??????

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A seguire la mia risposta al caro Peppone.

Caro Giuseppe.
Prima considerazione. Come al solito l' INAIL diffonde sempre i dati “assoluti” degli infortuni e mai quelli “relativi” che (secondo norme tecniche) andrebbero invece presi in considerazione, per analizzare seriamente il fenomeno infortunistico: cioè numero di infortuni su ore lavorate, numero di infortuni su numero di lavoratori, ore di assenza per infortunio su ore lavorate, ecc.
Come fai giustamente osservare, se l’INAIL rapportasse il numero di infortuni annuali ai corrispondenti dati occupazionali, gli indici infortunistici andrebbero, quasi sicuramente, rivisti al rialzo.
Seconda considerazione. I dati INAIL del numero di infortuni non sono assolutamente rappresentativi, come ampiamente dimostrato dalla preziosa analisi dell' Osservatorio di Bologna, in quanto essi sono relativi solo ai lavoratori assicurati presso INAIL e quindi non prendono in considerazione il lavoro “non ufficiale”, dove invece, nella realtà lavorativa, si riscontra la maggior parte degli infortuni.
E se guardi ai dati reali (cioè quelli riportati dall’ Osservatorio), essi sono decisamente più drammatici di quelli ufficiali dell’ INAIL.
D’ altro canto, l’ INAIL, come organo ufficiale dello stato, si limita a fare “propaganda”, mentre sappiamo tutti che l’ andamento degli infortuni, delle morti, delle lesioni irreversibili sul lavoro sia in realtà in costante aumento. Senza parlare delle malattie professionali . . .
E con la previsione, purtroppo, di una crescita nel futuro, a causa delle sempre più forti riduzioni dei diritti dei lavoratori (anche in termini di tutela della salute e della sicurezza) che Monti e Fornero stanno portando avanti.
A presto.
Marco Spezia

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Da: Andrea Fioretti a.fiore@libero.it
A:
Data: Mar 10 Lu 2012 10:09 am
Soggetto: DALLA PUGLIA AL VENETO: GLI 80MILA SCHIAVI DEI CAMPI DI RACCOLTA

da rassegna.it
Dalla Puglia al Veneto Gli 80mila schiavi dei campi di raccolta.

Senza contratto, mal pagati e privi di ogni sicurezza: ecco gli "invisibili", le migliaia di extracomunitari - 80mila secondo la Cgil - che lavorano nei campi sotto caporale. Sono loro i protagonisti dell'iniziativa "Gli invisibili nelle campagne di raccolta", lanciata oggi (5 luglio) a Lecce da Cgil, Flai (il sindacato del settore agroalimentare) e Inca (il patronato).
Gli sfruttati arrivano quasi tutti da Senegal, Costa D'Avorio, Ciad, Sudan, Burkina Faso, Egitto, Tunisia, Libia, Marocco. Nei mesi estivi sono impegnati nelle campagne pugliesi per i pomodori e le angurie. A Nardò, Galatina, Seclì, Copertino, Leverano, Veglie e Porto Cesareo, secondo i dati del sindacato, a dispetto di 460 stanziali impiegati come braccianti agricoli in modo regolare, nel periodo luglio-agosto-settembre si registra un incremento pari almeno a 800 unità che vanno a sommarsi ai lavoratori presenti tutto l'anno.
I migranti, in realtà, non sono stanziali ma costretti a seguire le attività stagionali: dalle angurie a Nardò passano alla raccolta dei pomodori nella Capitanata; dalle olive e ortaggi in Salento alla raccolta delle patate e degli agrumi nel Siracusano; dalle pesche e ortaggi nel casertano agli agrumi nella piana di Gioia Tauro; dalla raccolta dei pomodori in Basilicata ai prodotti orticoli a Latina; dall’uva in Veneto alle mele in Trentino.
Le condizioni in cui si trovano da Nord a Sud, denuncia il sindacato, sono vergognose per un paese civile: "Mancato rispetto dei contratti, lavoro nero, sotto salario, senza orari e senza sicurezza, obbligati a comprare dal caporale anche cibo e acqua. Gli stranieri che vivono simili condizioni di sfruttamento sono oltre 80mila, uomini e donne giunti nel nostro paese con la falsa promessa di un permesso di soggiorno e di un lavoro regolare che non è mai arrivato".
Da tempo il sindacato degli agricoli denuncia gli episodi di sfruttamento e propone interventi di contrasto a situazioni di vera e propria schiavitù. Dopo l'esperienza di strada e la mobilitazione che ha visto approvata la normativa che ha reso il caporalato un reato penale, ora prende il via questo progetto che durerà due anni.
La Flai, insieme alla Cgil e ai suoi servizi,  raggiungerà i lavoratori con un camper per portare assistenza con medici e avvocati. Si parte a pochi chilometri da Nardò, scenario lo scorso anno del primo sciopero dei migranti e oggi luogo di una nuova emergenza, "poiché le centinaia di lavoratori giunti per le campagne di raccolta - denuncia la Cgil - quest’anno non hanno trovato alcun centro di accoglienza attrezzato con servizi minimi per essere ricevuti in condizioni dignitose e non finire nelle mani dei caporali".

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Da: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
Data: 10/07/2012 23.25
A:
Ogg: ETERNIT

L’appello di Guariniello e dei PM delle zone interessate Rubiera (RE) e Bagnoli (NA) contro l’incredibile prescrizione per le stragi da amianto dell’Eternit.
Saluti
Gino

TORINO 2 luglio 2012.
I pm Guariniello, Colace e Panelli hanno fatto appello contro il giudizio del Tribunale di Torino dello scorso 13 febbraio, contestando la prescrizioni per i casi legati agli stabilimenti in Emilia e Campania. Invocata per Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier la condanna all'intera pena chiesta in sede di requisitoria
Le condanne a 16 anni di reclusione inflitte al magnate svizzero Stephan Schmidheiny e al barone belga Louis De Cartier per le migliaia di morti legate ai quattro stabilimenti italiani della multinazionale dell'amianto Eternit non bastano. Lo sostiene la Procura di Torino che, nei giorni scorsi, ha presentato richiesta di appello contro la sentenza pronunciata dal Tribunale lo scorso 13 febbraio per disastro doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche.
RICHIESTA UNA CONDANNA DI 20 ANNI.
In particolare, i magistrati non condividono che sia stata applicata la prescrizione per il reato di disastro doloso relativamente alle fabbriche di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). E, per questa ragione, hanno invocato per Schmidheiny e De Cartier la condanna a 20 anni. Ossia, all'intera pena richiesta in sede di requisitoria.
"A RUBIERA E BAGNOLI SI MUORE ANCORA D'AMIANTO".
Nella domanda di appello, i pm Raffaele Guariniello, Gianfranco Colace e Sara Panelli sostengono che il disastro ambientale a Rubiera e Bagnoli sia tuttora attuale, perché la popolazione della zona continua ad ammalarsi di asbestosi e tumori polmonari a causa dell'amianto proveniente dai due stabilimenti. Osservano, inoltre, che "anche il Tribunale ha ritenuto che qualcuno può essere ancora affetto da gravi forme tumorali" e che "c'è tuttora contaminazione dei siti abitati vicini allo stabilimento".
"BONIFICHE NON ANCORA TERMINATE".
Il rischio, ritengono i magistrati, è ancora presente "per l'inerzia degli imputati e le bonifiche non ancora terminate. A oggi - ribadiscono i pm - risulta che gli imputati non si sono attivati neppure con esborsi economici per rimuovere il pericolo". I tre magistrati hanno richiesto di poter sostenere l'accusa anche in appello, in luogo della procura generale, in virtù della loro specializzazione sul caso.
NELLE DUE FABBRICHE SVIZZERE DECEDUTI 117 ITALIANI.
La stessa procura, intanto, ha diffuso i dati sui lavoratori italiani morti dopo avere prestato servizio nei due stabilimenti svizzeri della Eternit: sono 117, residenti per la maggior parte in provincia di Lecce. Come per le altre migliaia di morti legate alla Eternit, anche loro si sono ammalati tutti molto tempo dopo la fine del loro rapporto con l'azienda e il loro ritorno in Italia. Proprio per accertare il legame tra il periodo passato alla Eternit e l'insorgenza di asbestosi, mesoteliomi e altri tumori polmonari, la procura di Torino ha aperto, da un paio di anni, inchieste anche sugli italiani che hanno lavorato negli stabilimenti di Brasile, Francia e, appunto, Svizzera.
INDAGINI CHIUSE PER ETERNIT-BIS.
Le inchieste proseguono però anche sul versante italiano. La cosiddetta Eternit-bis, che vede come indagati, per altre ipotesi di reato rispetto a quelle per cui sono stati già condannati, gli stessi Schmideheiny e De Cartier, è prossima alla chiusura indagini. Il 26 giugno scorso il gup di Torino Massimo Scarabello ha rinviato a giudizio quattro ex dirigenti dello stabilimento di Cavagnolo (Torino), accusati di omicidio colposo e lesioni colpose per ulteriori quattro casi di ex dipendenti che sono morti o si sono ammalati di patologie legate all'amianto. Infine, altri casi di malattie e di morti stanno arrivando sui tavoli della procura per la cosiddetta inchiesta Eternit-ter.

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Da: ANCORA IN MARCIA ! redazione@ancorainmarcia.it
Data: 11/07/2012 9.50
A:
Ogg: FS: CONTRATTO, SE NON CAMBIA ORARIO LAVORO, 7.900 ESUBERI, PIU' COLPITI MACCHINISTI E CAPITRENO

ancora IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908

CONTRATTO, SE NON CAMBIA ORARIO LAVORO, 7.900 ESUBERI. I PIU' COLPITI MACCHINISTI E CAPITRENO

UN CONTRATTO A PERDERE, LAVORARE DI PIU' CON MENO PERSONE: TRA GLI ESUBERI CI SEI ANCHE TU?

Sosteniamo i Macchinisti Uniti, il Personale Viaggiante dell'Orsa, l'USB e quanti altri si oppongono a questo CCNL.

Leggi il nuovo orario di lavoro all’ indirizzo:

7.900 ESUBERI PER MACCHINISTI E CAPITRENO
Con il nuovo contratto dei ferrovieri, che sta per essere firmato da Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fast, e forse anche dall'Orsa, oltre al peggioramento di tutti gli altri aspetti (diritti, permessi, ferie, turni, libertà sindacali, diritto al pasto, ecc. ci saranno circa 7.900 esuberi, di cui oltre la metà tra PdM e PdB. L'Orsa rischia di pagare per questa firma un altissimo prezzo in termini politici, data la determinata contrarietà del settore macchina e di parte consistente del ”settore bordo”.
Anche se nessuno ce l'ha detto ognuno di noi potrebbe essere in esubero.
Vedi la scheda riepilogativa all’ indirizzo:
QUALE MANDATO, QUALE DEMOCRAZIA SINDACALE
Ma i sindacati che stanno per apporre la firma definitiva alle bozze validate il 28 giugno scorso non hanno minimamente affrontato questo tema né informato i lavoratori sulle conseguenze di questo CCNL, per il quale ci hanno chiamato ripetutamente allo sciopero.
I lavoratori non hanno conferito nessun mandato a questi burocrati sindacali che supinamente hanno accettato tutte le proposte aziendali ed il peggioramento drastico delle nostre condizioni: non ci sono state assemblee né per informarci né, tantomeno, per decidere sulla firma. Un sistema sindacale che mostra il peggio di sé in quanto a mancanza di capacità di analisi e proposta e negazione completa della democrazia sindacale.
LA DOPPIA AGGRAVANTE: ACCORDO SINDACALE E SILENZIO IPOCRITA
Questi esuberi si affiancano a quelli della pubblica amministrazione ed alla crisi generalizzata in atto nel mondo del lavoro, con la doppia aggravante che vengono determinati con un accordo sindacale spacciato come positivo e nel silenzio ipocrita degli stessi contraenti sugli effetti a carico di migliaia di ferrovieri e delle loro famiglie.
MOBILITA', LICENZIAMENTI O CONTRATTI DI SOLIDARIETA'
Nessuno è stato informato su quale soluzione sarà approntata per far fronte all'enorme “avanzo” di macchinisti, capitreno (e tutti gli altri ferrovieri) derivante dall'aumento di due ore dell'orario di lavoro settimanale da 36 a 38 ore settimanali, dalla manipolazione della normativa sull'orario di lavoro e, soprattutto, dall'abbattimento delle numerose tutele e dei vincoli oggi esistenti a tutela del personale dei treni.
ESUBERI PER TUTTI I SETTORI, PdM E PdB DI PIU'
L'aumento dell'orario di lavoro di due ore settimanali, riguarda tutti i settori e tutte le qualifiche; la mannaia del nuovo CCNL si abbatterà infatti, con violenza su officine, uffici e stazioni, dove la manipolazione dell'orario di lavoro produrrà peggioramenti generalizzati. Solo questo elemento dell'orario settimanale aumentato di due ore produce un surplus di personale – a parità di  produzione - di circa il 5 % in tutte le qualifiche del gruppo Fs (circa 3.000 persone). Ma per macchinisti e capitreno la situazione è molto peggiore perché una volta scardinati i vincoli posti sull'orario di lavoro a tutela della salute e della vita sociale con normative diverse per tipologia di trasporto, vi è la possibilità di 'saturare' i turni con il lavoro pregiato di condotta e scorta, con effetti diretti ed immediati sia sulla vita quotidiana di ciascuno di noi che sugli esuberi in tutte le divisioni, in tutte le regioni ed in ogni impianto.
MODIFICHE MICIDIALI, FLESSIBILITA' E TURNI INFERNALI
Oltre ad avere una ricaduta enorme sui carichi di lavoro (per quelli che restano vi saranno turni infernali) il nuovo CCNL, se non modificato, avrà un fortissimo impatto occupazionale con ridimensionamenti e chiusure in tutti gli impianti. Gli incrementi economici sbandierati come grandi conquiste per compensare i gravi peggioramenti sono, di fatto, meno dell'inflazione, del corrispondente aumento orario e delle somme già dovuto a titolo di produttività per gli anni scorsi. E' una vergogna che siano utilizzati come 'specchietto per le allodole' per far digerire questo contratto velenoso.
NESSUNO E' ESCLUSO DAL RISCHIO OCCUPAZIONALE
Nel Tmr, esuberi in tutte le regioni; Frecciarossa: in seguito all'aumento delle percorrenze consentite, oltre a ridurre tutto l'organico a Milano e Napoli, potrà addirittura ridimensionare l'impianto di Roma lasciandovi solo poche unita'; 'Servizi base': che vedono una già consistente riduzione del numero  dei treni prodotti in tutti i depositi, con la nuova normativa  potrebbero 'chiudere' alcuni impianti come Firenze, Bolzano, ecc; Frecciargento: potranno ad esempio essere eliminati, perché ormai superflui, l'impianto di Bologna e di Napoli; Cargo: dopo i già pesanti tagli degli ultimi anni il settore sarà ulteriormente e drasticamente ridimensionato. Di conseguenza ricadute sui rispettivi settori amministrativi e sui quadri addetti alla gestione del personale.
COME SI DETERMINANO GLI ESUBERI ?
L'abbattimento dei limiti e dei vincoli del nostro orario di lavoro, storicamente consolidati per marcare la pesantezza psicofisica del lavoro degli addetti all'esercizio, consentirà di aumentare l'indice di lavoro 'pregiato' oggi del 45-55 % ad oltre il 75-80 % per macchinisti e capitreno. Questo semplice dato, a treni invariati (tendenti a diminuire) ed al blocco pressoché totale del turn-over dovuto dall'allungamento a 66 anni dell'età pensionabile, porterà automaticamente ed oggettivamente  ad un esubero di PdM e PdB di circa il 25-30%, che corrisponde a circa 1.500-2.000 macchinisti e 2.000 2.500 capitreno.
NIENTE RASSEGNAZIONE, NECESSARIO REAGIRE
Sappiamo bene che coloro che hanno siglato queste norme e si apprestano a firmarle, sono solo burocrati senza polso né spina dorsale: hanno stravolto, senza mandato, il nostro lavoro e non hanno il coraggio e le capacità di proporre alle controparti una credibile e seria alternativa contrattuale e neanche dire la verità ai ferrovieri sugli esuberi e sul modo di affrontarli. Non rispondono a queste drammatiche domande che stanno generando fortissime e legittime preoccupazioni tra il  personale.
CONTRATTO DA RESPINGERE
Poiché nessuno è escluso dai devastanti effetti che ci ricadranno addosso è compito di ciascuno respingere con forza questo contratto, in tutte le occasioni e gli ambiti dove ciò è possibile, assemblee, referendum, incontri lettere e comunicazioni, ai rappresentanti della propria Organizzazione sindacale.  E anche disdette delle deleghe per quelle organizzazioni che non sono capaci - o non vogliono - rappresentare gli interessi dei lavoratori. Il solo 'lamento' e la rassegnazione non hanno mai modificato il corso degli eventi, tanto meno in tema di battaglie sindacali. Noi sosterremo tuttte le iniziative dei Macchinisti Uniti, del Personale Viaggiante dell'Orsa, dell'USB e di quanti altri si opporrano alla firma di questo scellerato accordo.

11 luglio 2012

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