giovedì 6 febbraio 2014

Amianto, un risarcimento importante

rendita vitalizia ai familiari dell'arsenalotto morto per l'amianto


Non solo il risarcimento secco di 100mila euro alla vedova e ai due figli, ma anche un assegno di 1.500 euro a testa


La Spezia, vecchie navi militari ancorate in Arsenale. Pericolo amianto
(Frascatore)
La Spezia, 4 febbraio 2014 - IL MAXI risarcimento è arrivato a ventinove anni dal decesso e a trent'anni dal collocamento a riposo di un dipendente civile dell'Arsenale, G.V., morto a cinquant'anni per l'esposizione all'amianto. La moglie e i tre figli non solo beneficeranno del maxi risarcimento pari a centomila euro a testa, ma anche ecco la novità - di una rendita vitalizia - a testa di millecinquecento euro. Un mega risarcimento quello ottenuto dalla famiglia della vittima dell'amianto che ha reso giustizia dopo alcuni decenni. La novità sta nel fatto che la normativa ammette il dipendente civile ad usufruire di tutti i benefici economici (assegno vitalizio e speciale assegno vitalizio, speciale elargizione soggetta a
rivoluzione per i superstiti aventi diritto) che sono riconosciuti ai dipendenti militari dello stato con l'equiparazione del suo status a quello di «vittima del dovere». Dei benefici, pertanto, possono usufruire tutti coloro che hanno prestato servizio a diverso titolo ad esempio «sulle navi come dipendenti civili dell'Arsenale militare della Spezia» e che hanno contratto le gravi patologie ambientali e i loro
eredi.Proprio nel dicembre 2013 il Ministero del Tesoro ha liquidato il risarcimento (in base al Dpr n. 243/2006, Ndr) ai familiari, la moglie ancora in vita e ai tre figli (una femmina e due maschi), di un dipendente dell'Arsenale militare della Spezia occupato con la qualifica di «operaio inquadrato nel profilo professionale di elettricista specializzato». Questi era cessato al servizio nel 1984 e morì l'anno successivo. La domanda per l'ottenimento del risarcimento era stata presentata nel 2010, a oltre venticinque anni dal decesso, dal legale che tutela la famiglia, l'avvocato Sandra Biglioli.Con la liquidazione, ogni erede si è così visto accreditare oltre centomila euro, collegati alla causa di lavoro, a titolo di arretrati della pensione privilegiata oltre al riconoscimento di uno speciale assegno vitalizio
pari alla somma di millecinquecento euro mensili oltre alla tredicesima mensilità, nonchè duecentomila euro, oltre agli interessi una tantum a titolo di speciale elargizione per il decesso del familiare. I recenti
sviluppi giuridici e normativi in materia di provvidenze assistenziali e previdenziali rendono giustizia a coloro che fino ad oggi si sono visti negare i benefici che erano, invece, già previsti per i dipendenti
militari del Ministero della Difesa. Oggi in presenza di correlazione tra patologie importanti riportate in conseguenza dell'esposizione all'amianto anche i dipendenti civili ed i loro eredi ne usufruiscono.
La nostra città ha già visto riconoscere tali provvidenze a ex dipendenti ancora in vita con l'elargizione di una somma una tantum pari a euro 2.000 per punto percentuale di invalidità pechè soggetti con
percentuale di invalidità riconosciuta inferiore all'80%; oltrechè le speciali elargizioni a titolo di pensione privilegiata e del risarcimento una tantum in caso di decesso. Numerose sono le domande
inoltrate al Ministero nella nostra città che, negli anni, ha occupato personale anche presso infrastrutture militari con significativa presenza di amianto; molte di queste domande attendono risposta. In molti casi i dipendenti hanno richiesto l'accertamento della causa di servizio, non solo perchè occupati stabilmente in ambienti contaminati come ad esempio all'interno delle navi, ma anche a seguito di malattia contratta in occasione di mansioni di diversa natura.

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