lunedì 10 febbraio 2014

Tirreno power

Arpal "corregge" Tirreno Power
La centrale a carbone di Vado Ligure


Savona - «Una deduzione entusiastica» che «certamente non deriva, nè è supportata, da un confronto tecnico con dati di altre stazioni». Anche se è vero, in base alle statistiche raccolte, che «i parametri evidenziano una situazione di non criticità e restano al di sotto dei limiti imposti sulle emissioni dalla legge». L'Arpal Liguria "corregge" i toni trionfalistici con cui Tirreno Power ha commentato gli ultimi rilevamenti sulla qualità  dell'aria pubblicati dall'Agenzia regionale. Una precisazione che ha il sapore di una parziale smentita, dettata dalla prudenza che l'argomento - oggetto, come noto, di un'inchiesta della Procura di Savona,che indaga ipotizzando il reato di disastro ambientale - consiglia.

Andiamo con ordine. Nei giorni scorsi Arpal Liguria pubblica sull'annuario statistico regionale gli ultimi dati sui rilevamenti - che, è bene ricordarlo, si riferiscono al 2012 - effettuati per verificare la qualità
dell'aria. Dati che confermerebbero in buona sostanza come nel 2012 non ci siano stati sforamenti dei limiti imposti dalla legge per alcuni dei principali agenti inquinanti. Tirreno Power, giovedì, in una nota ufficiale, canta vittoria e sottolinea la bontà dell'aria nella zona di Savona e Vado Ligure. «Secondo questi dati - scrive l'azienda - a Vado Ligure e a Savona non c'è nessuna criticità, anzi la qualità dell'aria è tra le migliori della regione e della provincia». Passaggio significativo, su cui bisognerà ritornare.

Tirreno Power, inoltre, porta alcuni dati specifici dell'Arpal per suffragare le proprie tesi. «Un esempio evidente è quello del biossido di zolfo - continua l'azienda -: il valore massimo orario di questo inquinante a Vado Ligure è il più basso di tutta la provincia di Savona e tra i più bassi della Liguria con 37 g/m3 , con un limite di legge di 350 g/m3. In nessun caso il limite giornaliero, annuale o orario è stato superato per questo inquinante, così come nessun superamento si registra per il biossido di azoto, sia in media annuale sia per il limite massimo orario. Anche per quanto riguarda il PM10 i valori sono ampiamente sotto i limiti con un rilevamento medio annuale di 28 g/m3 con limite di 40 g/m3».

Particolare curioso: sottolineare da parte di Tirreno Power il dato sul biossido di zolfo non è una scelta fatta a caso. Il biossido di zolfo è  l'agente inquinante che viene rilasciato (anche) dall'olio combustibile denso. E qui ritorna la decisione del Ministero dell'Ambiente di bocciare la richiesta di modifica all'Aia avanzata da Tp, con la quale la società chiedeva di innalzare la percentuale di zolfo fino a un limite massimo dell'1% mentre l'Autorizzazione integrata ambientale fissava, come paletto, 0,3%. Tirreno Power sembra dire: nel 2012 - quando poteva utilizzare l'olio che meglio credeva - il biossido di zolfo non era superiore ai limiti imposti dalla legge.

Quindi la decisione del Ministero - sulla quale l'azienda ha deciso di presentare ricorso al Tar - sarebbe pretestuosa. A stabilirlo lo decideranno i giudici amministrativi. Resta in ogni caso accertato che per sei mesi, dal 3 giugno al 13 dicembre dello scorso anno, Tirreno Power abbia violato, nel silenzio del Ministero, un limite imposto dall'Aia, usando un olio con percentuali tre volte maggiori di zolfo.

Arpal conferma che dai rilevamenti non risultano sforamenti dei limiti imposti dalla legge sulle emissioni. Ma ai vertici della struttura regionale non sono piaciute alcune «deduzioni» di Tp, in particolare sull'affermazione che "a Savona e Vado la qualità dell'aria è tra le migliori della Liguria".
«I dati 2012 evidenziano che non c'erano situazioni di criticità - spiega Gino Vestri, direttore del Dipartimento savonese di Arpal -. Ma dire che l'aria a Savona e Vado è tra le migliori della Liguria è un'affermazione forte, fatta in mancanza di approfondimenti scientifici. Si tratta di un'affermazione
entusiastica, enfatizzata, che certamente non deriva e non è supportata da un confronto tecnico con i dati di altre stazioni, che Tirreno Power non conosce». Tradotto: non metteteci in bocca giudizi che non abbiamo formulato. Scintille. Ma che danno bene il senso di un clima sempre più infuocato intorno alle "due torri" di Vado.



Centrale, s'indaga su 400 decessi
Dalla Procura una conferma dei numeri-choc nella consulenza su Tirreno Power. Patologie respiratorie e cardiovascolari: emergono anche tra 1700 e 2000 ricoveri di adulti e 450 di bambini

Tirreno Power, l'inchiesta va avanti



savona
Quattrocento persone decedute per malattie respiratorie e cardiovascolari, tra i millesettecento e i duemila adulti ricoverati, 450 bambini ospedalizzati per patologie respiratorie e per attacchi d'asma.



Sarebbero questi i numeri-choc che emergono dalla consulenza sull'impatto
epidemiologico della centrale Tirreno Power di Vado-Quiliano commissionata
dalla Procura di Savona a un pool di esperti che hanno concluso il loro
lavoro nel giugno dell'anno scorso. Gli anni presi in esame nella
consulenza, in riferimento ai ricoveri, sono quelli dal 2005 al 2012, mentre
per i decessi invece quelli dal 2000 al 2007.



I dati sono stati «ufficializzati» ieri mattina dal procuratore Francantonio
Granero ed è la prima volta che si va oltre a un generico, ma al tempo
stesso molto forte dal punto di vista concettuale «C'è stato un danno sulla
salute». Al momento però la consulenza resta secretata: ne sono state
fornite copie al ministero dell'Ambiente e, naturalmente, ai difensori del
primo indagato, il capo centrale Pasquale D'Elia.

C'è un secondo indagato, l'ex direttore generale di Tirreno Power Giovanni
Gosio, ma al momento non ci sono conferme circa una presa di contatto dei
suoi legali con la Procura per avere copia delle carte che lo riguardano. A
proposito delle dimissioni di Gosio, da Tirreno Power si ribadisce che «la
nomina del nuovo direttore generale(Massimiliano Salvi, ndr), è propedeutica
alla preparazione di un nuovo piano industriale in un difficile contesto
economico e di settore». Fonti interne all'azienda parlano di difformità di
vedute circa i futuri scenari operativi della centrale, ma escludono
collegamenti con l'inchiesta della Procura.

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