martedì 29 aprile 2014

Thyssenkrupp: la Rete e gli altri



Noi non dimentichiamo!

Non accettiamo colpi di spugna! Nessuna impunità per i padroni assassini
della Thyssenkrupp!

Con queste parole gridate al microfono di fronte alla Cassazione di Piazza
Cavour a Roma, si è aperto stamattina il presidio indetto in occasione della
sentenza del processo Thyssenkrupp.

Un presidio indetto dalla Rete Nazionale per la sicurezza e la salute sui
posti di lavoro e territori che ha raccolto l'appello di familiari e operai
della Thyssen, portando delegazionialtre delegazioni da Taranto, Milano,
Ravenna, L'Aquila. e del comitato 5 aprile di Roma,  Erano presenti
delegazioni di associazioni di familiari e altri comitati di vittime da
lavoro e nocività venute da Torino, Casale Monferrato, Viareggio, Taranto,
organizzazioni sindacali di base, USB, SLAI COBAS per il sindacato di
classe, USI, della Cgil di Torino, e l'Associazione Esposti Amianto.

Udienza dopo udienza, la Rete ha seguito questa udienza come tutto lo
svolgimento dei processi come parte della guerra di classe tra operai e
padroni, presenziando e dando sistematica controinformazione delle varie
udienze in primo grado e in appello, organizzato manifestazioni e presidi.

La mobilitazione permanente ai processi aveva portato a ottenere una
condanna senza precedenti, fino ad oggi, per i responsabili della strage dei
sette operai bruciati vivi nell'incendio alla linea 5 dello stabilimento
Thyssenkrupp di Torino il 7 dicembre 2007. Senza precedenti era stata anche
l'imputazione per padroni e dirigenti della fabbrica, omicidio volontario,
per la deliberata e dolosa inosservanza delle procedure e norme di sicurezza
in uno stabilimento che ormai avevano già deciso chiudere e che è costata la
vita degli operai.

L'imputazione però era poi stata derubricata in appello a omicidio colposo,
con sensibile riduzione delle pene. Oggi la Cassazione  si è pronunciata sui
ricorsi sia della procura di Torino che della difesa.  e si è pronunciata
come peggio non poteva
checchè se ne dice ha ridemensionato le risultanze effettive del processo di
primo grado e ha riportato il processo ai processi ordinari che non hanno
mai realmente punito i padroni assassini per i loro crimini I padroni
assassini della Thissenkrupp non pagheranno realmente per le loro colpe
Le parole di rabbia e proteste dei familiari  -anche verso le infami
deformazioni e provocazioni degli avvocati dei padroni - il quotidiano on
line La Repubblica preoccupato di finire in galera e non potere così vedere
crescere la propria nipotina!-sono ben giustificate, non altrettanto le loro
speranze stante i tempi della giustizia, la natura della giustizia borghese.
Così le parole del procuratore Guariniello sono solo purtroppo di continuità
di un impegno giudiziario ma che non porterà alle effettive condanne che il
processo richiedeva.
Ora - senza se e senza ma - si deve levare alta la protesta - la rete
nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio
farà la sua parte come referente  collettivo, unitario e trasversale di
questa battaglia, - ma dobbiamo rilevare che siamo i soli a farla
coerentemente -  sindacati confederali da sempre con i padroni non si sono
mai impegnati realmente in questo e le bandiere della CGILpresenti al
presidio avrebbero innanzitutto da familiari e associazioni essere tolte e
respinte al mittente -ma anche i sindacati di base fanno poco - i familiari
e associazioni realmente impegnate da torino a viareggio, eureco ecc, sono
sempre lasciate sole nella lotta , ma ci mettono anche troppi formalismi e
troppo autorappresentatività, utile nella denuncia ma non a cambiare le cose
e il tipo di mobilitazione.
Ci vuole una più ampia mobilitazione di massa, ma  anche chiarezza!
Non accettare che i tribunali siano solo  testimonianza di presidi piccoli e
rispettosi delle regole
I padroni assassini hanno calpestato tutte le regole e hanno fatto morti e
stragi, oltre che disastri ambientali e non hanno pagato niente finora.
Questo non va accettato e vanno costruite altri tipi di mobilitazione e
azioni. Così come tutti devono far propria la prospettiva della Rete che non
lavora solo per processi e leggi più giuste, ma per una rivoluzione di massa
politica e sociale che metta fine al sistema che afferma il primato del
profitto sulla vita degli operai e delle popolazioni.
Al presidio sono stati annunciati i prossimi passi della lotta  della RETE
contro i padroni assassini. Primi fra tutti una nuova mobilitazione speriamo
più ampia ma anche più aggressiva alla Cassazione per la prossima pronuncia
della Cassazione per il processo Eternit, già calendarizzata in maggio, e,
ancora più importante, la campagna contro il processo a padron RIVA che
inizia a Taranto il prossimo 19 giugno, che prevede anche la  costituzione
di operai lavoratori del cimitero e cittadini dei tamburi autorganizzati
pcome di parte civile al processo
Su questo c'è da registrare l'interesse a prendere parte in qualche modo
alla mobilitazione di alcuni familiari degli operai Thyssen e
dell'associazione
esposti amianto di Casale Monferrato.

info e adesioni
rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul
territorio
bastamortesullavoro@gmail
347-102638

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