martedì 28 settembre 2010

PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 21 SETTEMBRE



Ricomincia martedì 21 settembre il processo alla Thyssenkrupp; la ripresa avviene il giorno dopo che la stampa reazionaria cittadina dà la notizia che il Comune ha presentato una offerta non vincolante di acquisto dell'area dell'ex acciaieria di corso Regina Margherita 400 per la cifra di tredici milioni, per farne un Parco tecnologico in modo da salvaguardare l'occupazione in quella zona di Torino.
La sensazione è che, invece, l'intento dell'amministrazione comunale - di concerto con la direzione dell'azienda - sia quello di mandare nell'oblio la faccenda, per far dimenticare alla popolazione quella che è stata una delle peggiori stragi perpetrate dai padroni in nome del profitto, e magari preparare una sentenza molto mite nei confronti dei macellai tedeschi, in primis l'ad Harald Espenhan, e dei loro servi italiani, in primis il direttore dello stabilimento Raffaele Salerno ed il responsabile del servizio di prevenzione e protezione Cosimo Cafueri.
L'udienza odierna dura meno di un quarto d'ora, il tempo che la Corte dichiari di non ritenere di assumere ulteriori prove, e per le parti di produrre nuovi documenti - il pm e le parti civili - e memorie - la difesa, in risposta a quelle presentate dai consulenti del pm l'ultima udienza.
Alle ore 9:55, la presidente Maria Iannibelli sospende la seduta e la aggiorna a martedì 5 ottobre, dato che le due udienze previste per il 29 settembre ed il 1° ottobre saltano per "motivi tecnici".
All'uscita di Palazzo di Giustizia, gli attivisti della Rete per la sicurezza sui posti di lavoro hanno la sorpresa di un concomitante presidio formato da ben sette fascisti della Gioventù italiana, accompagnati dal consigliere comunale della Destra - Giuseppe Lonero, che polemizzano per il mancato arresto della ragazza, che ha tirato un fumogeno alla festa nazionale del Pd contro Raffaele Bonanni l'8 settembre scorso, solo perché figlia di un magistrato.
Nonostante i due presidi siano molto vicini, non succede assolutamente nulla, anche per la presenza massiccia di 'forze dell'ordine'; mi chiedo solo chi abbia dato il permesso ai sedicenti giovani italiani di svolgere il proprio presidio proprio nelle stesse ore in cui ha luogo quello della Rete:
forse si cercava di creare tensione per poi criminalizzare i compagni della Rete che sarebbero stati fatti passare per facinorosi, ma se è così il tentativo è andato a vuoto.

Torino, 21 settembre 2010



Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

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