giovedì 3 febbraio 2011

RESOCONTO INCONTRO PUBBLICO 22 GENNAIO 2011 UNIVERSITA’ DI ROMA LA SAPIENZA. COSTITUITO IL COMITATO "PER LA VERITA’ SULLA MORTE DI MOHAMMED BANNOUR".


Resoconto a cura del comitato 5 aprile di Roma e mail circolotlc@hotmail.com RETE NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO E mail bastamortesullavoro@gmail.com, sito bastamortesullavoro@domeus.it

Si è svolto il 22 Gennaio 2011, l’incontro pubblico a un mese dalla morte sul lavoro di Mohammed Bannour, operaio edile di 35 anni deceduto nel cantiere presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma "La Sapienza" il 22 Dicembre 2010, giorno nel quale erano in corso le manifestazioni di opposizione alla riforma "Gelmini" dell’Università.
L’incontro pubblico, si è svolto presso l’aula studenti della Facoltà di Giurisprudenza, a causa della scelta della Presidenza della Facoltà di Scienze Politiche di chiudere la facoltà solo il 22 gennaio, sabato mattina, nonostante la formale richiesta scritta fatta a nome della rete nazionale dal comitato 5 aprile di Roma dell’utilizzo dell’aula XIII, di solito aula studio e in assenza di esami e lezioni.
Incontro molto partecipato e con tanti interventi e contributi, dal Comitato
5 Aprile di Roma, della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro (con il compagno Enzo da Ravenna), del Coordinamento Lav. Autoconvocati-e di Roma, del Comitato Immigrati Italia – sezione di Roma, dell’Usi, di lavoratori e Rsu dei Cobas dell’Università, di RLS di appalti dell’Università di Roma 3, del collettivo di Scienze Politiche, dell’Associazione Nazionale Ruggero Toffolutti di Piombino, di lavoratori edili del comitato immigrati, dell’associazione "Illiria", dei collettivi di "Resistenza Universitaria", del responsabile dell’Associazione Culturale Islamica di Roma, dell'Associazione Giuristi Democratici di Roma. Particolarmente toccante l’intervento del cognato di Mohammed Bannour che con forte emozione ci ha raccontato l’odissea del lavoratore, le sue difficoltà in Italia e sul lavoro nel settore dell’edilizia, destino comune a tanti immigrati, del fatto di aver lasciato con la sua morte sul lavoro "che si poteva evitare", la giovane moglie e tre bimbi piccoli, attualmente ospiti presso il cognato ma senza attuali mezzi di sussistenza, visti i tempi lunghissimi dei risarcimenti e delle pratiche all’INAIL.
Presenti e partecipi all’incontro del collettivo redazionale "Il pane e le Rose" e studenti delle Facoltà e dei collettivi di Economia, Scienze Politiche, Giurisprudenza (anche di "Ateneinrivolta"), Scienze Biologiche, Sociologia, di Geologia (Scienze), di Matematica, oltre a molti lavoratori/trici di vari settori, sensibilizzati sul caso specifico, a dare sostegno al comitato e a veder rispettati diritti e condizioni di lavoro "sicure". Nel corso dell’incontro, è stato presentato il quaderno di "in-formazione" in materia di salute e sicurezza nell’edilizia e nei cantieri in base al Decreto Legislativo 81/2008, che sarà tradotto in diverse lingue, elaborato dal Comitato 5 Aprile e dalla Rete Nazionale, così come nell’intervento del Comitato 5 Aprile si è illustrato il contenuto dell’esposto denuncia depositato il 20 gennaio da parte dell’Usicons (Associazione di difesa e tutela utenti e consumatori nei servizi pubblici, costituita a livello nazionale e parte integrante del comitato 5 aprile e della stessa Rete Nazionale) alla Procura della Repubblica e inoltrato agli organi di vigilanza, per mantenere viva l’attenzione sull’inchiesta giudiziaria e non farla archiviare in fretta.
Nell’intervento della Rete nazionale, si sono messi in luce l’intreccio tra lavoro precario, immigrazione e carenza di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che causa un numero ancora alto di morti, di infortuni e di malattie e patologie, oltre che illustrare il lavoro fatto da tutte le situazioni che fanno rifermento in Italia alla Rete nazionale, dalle manifestazioni a Torino per la vicenda ThyssenKrupp, a Taranto per l’ILVA, il convegno nazionale del 13 marzo 2010 a Ravenna, gli interventi a sostegno dei familiari delle vittime sul lavoro, anche promuovendo la formazione di comitati, con la presenza attiva nei vari processi in corso (ThyssenKrupp, Eterniti di Casale Monferrato, Umbria Olii, Viareggio, Taranto, Ravenna, Monfalcone, Trani, Molfetta, Palermo con la vicenda di Salvatore Palumbo).
Importanti contributi sono stati portati al dibattito dall’Associazione nazionale "Ruggero Toffolutti2 da Piombino e dal collettivo di Scienze Politiche, che ha aperto su una banca etica un codice IBAN per versamenti a sostegno della famiglia di Mohammed Bannour.
Al termine dell’incontro, è stato letto il breve testo, approvato pressocchè all’unanimità, con il quale si è formalmente costituito il "Comitato per la verità sulla morte di Mohammed Bannour" e lanciata la prima iniziativa di una campagna permanente per la salute e sicurezza sul lavoro e sui morti sul lavoro e da lavoro, campagna permanente richiesta con forza dal Comitato Immigrati e accolta favorevolmente dalle strutture e dai presenti all’incontro, con APPUNTAMENTO LUNEDI’ 7 FEBBRAIO 2001, DALLE ORE 20 AL COLOSSEO, con impegno a fare presenza tutti i lunedì del mese di Febbraio per rendere visibile alla cittadinanza, degli effetti di una vera "strage in nome del profitto" con morti e feriti tutti i giorni.

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