sabato 7 settembre 2013

Appello Eternit -Pesce: "Rafforzata la sentenza di primo grado"




APPELLO ETERNIT - "Ci sono alcuni passaggi, fondamentali, che rafforzano la
sentenza di primo grado". Raggiungiamo Bruno Pesce al telefono nel
pomeriggio di martedì 3 settembre. Il coordinatore della Vertenza amianto e
dell'Afava ha appena ricevuto via posta elettronica le motivazioni che hanno
contribuito alla pesante condanna di Stephan Schmidheiny, miliardario
svizzero, nel processo Eternit.

Pesce precisa che il suo è un commento, a prima vista, dato che dovvrà
leggerla con attenzione, ma - sostanzialmente - evidenza che i magistrati
dell'impugnazione hanno ulteriormente sottolineato due aspetti.
"Innanzitutto la sentenza del dolo, sin dalla riunione di Neus del 1976,
quanto Stephan Schimidheiny, a fronte dei dati sempre più inquietanti che
emergavano sull'amianto, aveva dato disposizioni al suo staff di dare
disposizioni rassicuranti, e che c'era la piena e totale consapevolezza
delle scelte che erano state pianificate ed effettuate.
Il secondo aspetto è che per quanto attiene il barone belga sono state
evidenziate le sue responsabilità, cui non dovrà dare conto per via della
morte interocorsa poco prima delle pronuncia della magistratura torinese. Ma
questo ha permesso di provare anche l'esistenza del danno patito per i
lavoratori di Rubiera e di Bagnoli ed ha contrbuito all'innalzamento della
pena detentiva per il condannato svizzero, da 16 a 18 anni.
Ora, siccome sono passati alcuni mesi dalla sentenza e lo svizzero non ha
dato alcun segnale di voler ottemperare a quanto previsto - anzi è certo un
suo ricorso per Cassazione - l'Afeva chiede alle istituzioni ed allo Stato
di intervenire affinché sia fatto tutto il possibile perché questa condanna
diventi effettiva per chiedere i danni allo svizzero ed alle società a lui
collegate e per chiedere, in un secondo momento, con un giudizio civile, i
danni alla società collegata con l'imputato belga deceduto, anche
rovesciando le priorità dei risarcimenti, prima ai malati ed ai familiari
dei lavoratori deceduti, poi alle istituzioni".

In settimana ci sarà un incontro del direttivo Afeva, poi un altro più
allargato e verranno messe a fuoco le strategie per il prossimo futuro.

Intanto la procura sta studiando l'eventualità di richiedere un mandato di
cattura per il condannato, anche se questo, effettivamente potrà essere
sicuramente fatto dopo una eventuale conferma della sentenza davanti alla
Cassazione.

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