ENERGIA NUCLEARE. CONTRO IL PROFITTO SULLA PELLE DEI LAVORATORI E DEI CITTADINI !
Penso che di condivisibili argomentazioni contro il ritorno all' energia nucleare in Italia ne siano state formulate in questi ultimi mesi una quantità più che sufficiente.
Credo di cuore che qualunque persona di buon senso e di sincera onestà debba essere contraria al nucleare come fonte energetica del futuro e di conseguenza non possa che votare SI' al referendum del 12 e 13 giugno per abrogare le norme volute dal governo Berlusconi che prevedono la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia.
Il recentissimo incidente alla centrale nucleare di Fukushima ha posto di fronte a tutta l' opinione pubblica l' evidenza che il nucleare "intrinsecamente sicuro", di cui parlano molti politici e, purtroppo anche molti tecnici, non esiste e non potrà mai esistere.
Prima di Fukushima qualcuno aveva ben provato a dimostrare che la tecnologia dell' energia nucleare non è più quella dei tempi di Chernobyl e che quindi la paura di incidenti con rilascio di nubi radioattive era del tutto infondata.
Ho letto con interesse articoli di esperti del settore, anche "colleghi" ingegneri, che osannavano il ritorno al nucleare "sicuro" come la panacea dei problemi energetici del nostro paese, con affermazioni del calibro seguente (le riporto integralmente dalla rivista "Ingegneri della Liguria"
numero 1/11):
"Ci sembra opportuno quindi estendere ad un numero sempre maggiore di cittadini una conoscenza sufficiente di alcune nozioni fondamentali, affinché possano capire l' unicità di quel tragico evento [Chernobyl] ed acquisire la consapevolezza almeno della sicurezza intrinseca dei reattori nucleari in funzione o in costruzione nel mondo".
"La sicurezza [delle centrali nucleari] è quella delle più sicure realizzazioni industriali, mentre il solo incidente catastrofico di Chernobyl del 1986 è un fantasma del passato, irripetibile in quanto dovuto a imperizia, irresponsabilità e incredibile trascuratezza dei più elementari dispositivi di sicurezza , già allora in uso".
Ho scoperto poi che tali autorevoli affermazioni erano state scritte da "tecnici del settore" e quindi con tutto l' interesse (cioè consulenze pagate a peso d' oro) a difendere il nucleare.
La falsità di tali affermazioni e la scarsa attendibilità dei "tecnici del settore" (visto che sono pagati dagli imprenditori del nucleare) è, purtroppo sotto gli occhi di tutti.
Non sono un esperto del settore nucleare, ma come ingegnere e tecnico della sicurezza, mi permetto di dire anch' io la mia in merito.
La storia dell' uso pacifico dell' energia nucleare, da Three Mile Island a Fukushima, dimostra, con i fatti e non con le teorie, che esso comporta rischi non eliminabili ed elevatissimi per i lavoratori delle centrali e per la popolazione che abita nel raggio di decine, se non centinaia di
chilometri, dalle centrali.
Al di là dell' intrinseca pericolosità di una reazione nucleare di fissione che di sua natura tende, se non controllata, a propagarsi a catena, occorre considerare che nella costruzione e nella gestione di una centrale nucleare vengono privilegiati prima di tutto i soli aspetti del profitto economico e
di conseguenza vengono considerati solo marginalmente aspetti tecnici di serietà e rigorosità.
Come al solito l' obiettivo è fare profitto, al di là di qualunque considerazione di salvaguardia dei lavoratori e dei cittadini.
Fare profitto vuol dire ridurre i costi e ridurre i costi porta a scelte tecniche e gestionali che aumentano ulteriormente i fattori di rischio.
Se in Italia contiamo ogni giorno quattro morti per infortunio sul lavoro non è perché mancano consolidate soluzioni tecniche ed organizzative per ridurre la probabilità e la gravità degli infortuni, ma perché precise scelte imprenditoriali, dettate sempre dalla logica del profitto, rifiutano l' applicazione di tali soluzioni tecniche ed organizzative, semplicemente perché hanno un costo e quindi riducono il profitto.
Se questo succede nella gestione delle aziende, con una quantità di infortuni non giustificabile e che non accenna a diminuire, perché non dovrebbe succedere lo stesso nella gestione delle centrali nucleari ?
Mi permetto di riformularvi le domande che ho posto, provocatoriamente, agli autori degli articoli sopra riportati (i quali, ovviamente, si sono ben guardati dal rispondermi: brutta razza gli ingegneri . . . ).
Visto che in Italia non siamo in grado di gestire lo smaltimento nemmeno dei RSU, cioè della normale spazzatura (vedi Napoli, ma non solo) e visto che il traffico dei rifiuti è risaputamente in mano, almeno in parte, alla malavita organizzata, come pensiamo di gestire in maniera sicura per tutta la popolazione le scorie radioattive delle future nuove centrali ?
Visto che l' Italia è piena di discariche abusive (vedi, qui in Liguria, quella ben nota di Pitelli) piena di rifiuti tossici, come possiamo garantire che le scorie radioattive non finiscano in tali discariche abusive a poche centinaia di metri dai centri abitati (a proposito, che fino hanno
fatto le scorie radioattive di Trino Vercellese, Caorso, Montalto di Carso, ecc.) ?
Visto che in Italia, risaputamente paese con notevole estensione di aree ad elevato rischio sismico, abbiamo il vizio di non progettare e costruire i nuovi edifici secondo rigorosi criteri antisismici (vedi la Casa dello Studente dell' Aquila), come possiamo essere certi che le strutture di eventuali nuove centrali saranno costruite secondo tali criteri e soprattutto con tutto il cemento e tutto il ferro necessario ?
Visto che in Italia siamo famosi per avere leggi statali e norme tecniche perfette, ma che quasi nessuno applica (e questo lo posso dire con piena cognizione di causa, in quanto tecnico della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro), come possiamo essere sicuri che nella gestione delle
nuove centrali verranno veramente rispettate le leggi e le procedure di sicurezza ?
Le risposte di imprenditori e tecnici al loro soldo sono purtroppo scontate.
La mia e la nostra risposta deve essere diversa !
Contro le centrali nucleari e contro il profitto realizzato sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini, votate SI' al referendum del 12 e 13 giugno.
Marco Spezia
rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
P.S.
E già che ci siete (e non lo dico da tecnico, ma da compagno), votate SI' anche agli altri tre quesiti !
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