sabato 10 novembre 2012

Fincantieri: morti per amianto,sentenze e prescrizioni


Morti per amianto alla Fincantieri, condanne e prescrizione per i responsabili

La sentenza. Per la Corte d’Appello, su otto decessi, risalenti a un periodo precedente al 1997, è scattata la prescrizione

Le morti per l’amianto al Cantiere
Pena ridotta a tre ex dirigenti
Condanne più lievi per Luciano Lemetti, Giuseppe Cortesi e Antonino Cipponeri

Tra le vittime c’è anche Calogera Gulino che le fibre di amianto le ha respirate non all’interno della Fincantieri, ma semplicemente lavando le tute del marito, Angelo Norfo, operaio ai Cantieri navali e deceduto anche lui per un mesotelioma. A loro si aggiungono altre 41 persone (di cui 6 stroncate definitivamente dalla malattia tra il primo e il secondo grado di giudizio), nonché altre 19, in vita, ma soffocate dall’asbestosi.

Ieri, la quarta sezione della Corte d’Appello ha però ridotto le pene inflitte per i 43 omicidi colposi ed i 19 casi di lesioni grandissime a tre ex dirigenti della Fincantieri, Lemetti, Giuseppe Cortesi e Antonino Cipponeri, che non avrebbero adottato misure idonee per tutelare la salute dei dipendenti. Otto morti, risalenti ad un periodo precedente al 1997, sono infatti ormai da considerarsi prescritte. La pena (sospesa) di Lemetti è così passata da 7 anni e mezzo a 4 anni e 2 mesi, quella di Cortesi da 6 a 3 e mezzo e quella di Cipponeri da 3 a 2 anni e 8 mesi. Restano fermi però i risarcimenti di decine di migliaia di euro già concessi agli operai e ai loro famigliari dal giudice Gianfranco Criscione con la prima storica sentenza Fincantieri a Palermo, del
26 aprile 2010.

Gli avvocati di parte civile (si erano costituite anche la Fiom, Inail, Legambiente), Fabio Lanfranca, Salvatore Cacioppo, Paolo Palma, Ermanno Zancla e Giuseppe Sciascia sono soddisfatti soprattutto perché è passata la linea secondo la quale, trattandosi di omicidi colposi plurimi, la prescrizione debba essere di 15 anni e non di 10.

I giudici hanno confermato la prescrizione, senza entrare nel merito, per altri due imputati che avevano appellato la sentenza di primo grado, salvatore Grignano, titolare della “Blastcoat”, e Giuseppe Scrima a capo della coop “Rinascita Picchettini”, due aziende dell'indotto Fincantieri.

Altri quattro filoni dell’inchiesta sull’amianto alla Fincantieri stanno facendo il loro percorso giudiziario. Quello che si è concluso ieri in appello era il primo arrivato a dibattimento ed incentrato su casi di lesioni e di morti avvenute tra il 1995 ed il 2000. L’indagine della Procura era partita nel 1999, quando iniziarono ad arrivare le prime segnalazioni di operai dei Cantieri navali morti o che si erano ammalati dopo essere stati a contatto con le volatili fibre di amianto (bandito in Italia dal 1992) o con materiali che le contenevano. Soprattutto durante la riparazione dei motori delle navi, dove il minerale veniva usato come isolante nelle paratie. In poco tempo le segnalazioni diventano duecento. Diversi casi al vaglio del pm Emanuele Ravaglioli, per il lungo tempo trascorso, nascono già prescritti e verranno subito archiviati.

La maggior parte degli operai colpiti da mesotelioma, da tumori alla pleura e da asbestosi sono stati assunti negli anni ruggenti della Fincantieri, tra i ’
50 e i ’60 e non appartengono a nessun reparto specifico: le fibre di amianto soni così volatili da poter essere inalate ovine. Persino a casa, lavando le tute.

Gds 7/11/12
http://retesicurezzalavorosicilia.blogspot.it/

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