giovedì 6 ottobre 2011

Da milano per Barletta

Inaccettabili, vergognose e ipocrite dichiarazioni, mentre 4 vite operaie, 4 vite di donne operaie chiedono giustizia Mentre ancora è vivo il dolore dei familiari di Matilde-Giovanna-Antonella-Tina, uccise dalla sete di guadagno di chi fa “impresa” facendo leva sulla disperazione di un Sud -maltrattato dalle politiche del malaffare- dalla disperazione – dalla mancanza di un futuro e il nulla del presente- ed è disposto a sacrificare la giovane vita, 14anni, della propria figlia come il signor Cinquepalmi; mentre lo sgomento il dolore e le lacrime oscurano le menti e tolgono il fiato a chi ha perso i propri cari; ma anche di fronte alla dignità, la denuncia, la sete di giustizia e non di vendetta, che porta alla luce le condizioni disumane a cui questo sistema costringe milioni di lavoratrici e lavoratori – cioè 3,95 euro all’ora, senza nessuna tutela per la salute e sicurezza- (queste le prime dichiarazioni: "Era gente semplice, - hanno detto ai giornalisti alcune delle persone che sostavano in lacrime davanti all'obitorio - gente che lavorava per poter sopravvivere". "Contratto?, nessun contratto - hanno detto - avevano le ferie e la 13esima pagate, questo sì, ma non erano 'regolari'", "Mia nipote - racconta la zia di una delle vittime - prendeva 3,95 euro all'ora, mia nuora, che lavorava con lei, quattro euro", "Mia nipote è morta soffocata - continua - era gonfia, aveva il collo e il viso di colore viola. Mia nipote aveva il terrore negli occhi. I suoi occhi erano spalancati, pieni di paura", "Se avessimo continuato noi a scavare con le mani - dice un ragazzo, tra i primi ad accorrere sul posto dopo il crollo - forse saremmo riusciti a salvarle. Invece é cominciata la sfilata di gente in cravatta, gente che ci ha detto di andar via, ci hanno fatto mettere dietro le transenne e poi tutto improvvisamente è diventato lento").
Mentre i parenti, le persone accorse a dare una mano dicevano questo, i soliti ipocriti sciacalli che hanno incarichi istituzionali, come il Sindaco di Barletta, Nicola Maffei, ha dichiarato: "Non mi stento di criminalizzare chi - dice - in un momento come questo viola la legge, assicurando, però, lavoro a patto che non si speculi sulla vita delle persone". Come risultano false e ipocrite le parole del Presidente della Repubblica, Napolitano: "Profondamente colpito dal tragico bilancio del crollo della palazzina di Barletta” - "sentimenti di commossa e affettuosa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime" - "gli auguri di una pronta guarigione, manifestando all'intera comunità di Barletta, già duramente colpita negli anni da analoghi gravi eventi, la solidarietà di tutto il Paese.
L'inaccettabile ripetersi di terribili sciagure, laddove si vive e si lavora impone l'accertamento rigoroso delle cause e delle responsabilità, e soprattutto l'impegno di tutti, poteri pubblici e soggetti privati, a tenere sempre alta la guardia sulle condizioni di sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro con una costante azione di prevenzione e di vigilanza". E parla proprio lui che dopo l’incendio della Thyssen/Molfetta/Saras aveva detto “mai più” e subito dopo, con la penna sempre pronta, ha firmato tutti i provvedimenti del governo tesi ad attenuare le pene per i padroni assassini e a ridimensionare il Testo Unico. E in nome della coesione nazionale Napolitano non viene lasciato da solo ed ecco le dichiarazioni del presidente del Senato, Schifani: "In questo momento di sgomento e dolore desidero innanzitutto far giungere ai familiari delle vittime il mio accorato cordoglio, unitamente a quello dei colleghi senatori, e un sentito augurio di pronta guarigione che sono stati coinvolti in questa sciagura"."Desidero nel contempo sottolineare la necessità - ha aggiunto - che sia fatta luce sulle cause del crollo, non solo perché simili eventi non abbiano più a ripetersi, ma anche affinché vengano accertate le cause di un così grave evento ed individuare le eventuali responsabilità. Questa tragedia, che riguarda sia la garanzia di sicurezza delle civili abitazioni che il rispetto delle regole sulle condizioni dei luoghi di lavoro, deve essere un severo monito per tutti affinché resti alta l'attenzione su rilevanti ed essenziali aspetti del vivere civile".
Come sempre abbiamo una ragione in più per rilanciare la battaglia su questo fronte ed unificare i percorsi con chi vuole metterci la faccia e non si limiti a fare della retorica su questi omicidi, buona a riempire gli appelli di un movimento contro la Crisi ma che lascia fuori questa lotta.

Slai Cobas Sanità per il sindacato di classe
cobasint@tiscali.it
aderente alla Rete Nazionale per la
Sicurezza sui Posti di Lavoro
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