lunedì 24 ottobre 2011

PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 24 OTTOBRE


Quella odierna - unitamente a quella di domani, alla quale mi scuso per non poter essere presente a causa di motivi familiari - è l'ultima delle udienze dedicate alle arringhe difensive degli imputati genocidi.
In particolare sono in programma la terza ed ultima parte della discussione affidata alla sapiente lingua dell'avvocato Di Amato senior, al quale succederà l'avvocato Alleva, una delle persone più indisponenti tra i protagonisti del processo: ha l'abitudine, sintomo di maleducazione e strafottenza estreme, di masticare gomma americana durante tutto il tempo di durata delle sedute.
L'avvocato romano occupa lo spazio ulteriore concessogli dal presidente Giuseppe Casalbore affrontando, con riferimento ala persona di Stephan Schmidheiny, i medesimi temi - la solidariertà del suo assistito in merito alla responsabilità civile - già discussi da suo figlio (che egli gratifica anche con un "non avrei saputo fare di meglio") per conto della difesa Becon: come tutti i suoi sgradevoli colleghi di collegio, ha il coraggio di respingere ogni addebito.
A seguire prende la parola il legale piemontese Alleva, il quale straparla di quello a cui stiamo assistendo come di un momento storico - lo è, ma non tocca certamente a lui dirlo - per sostenere che i fatti oggetto del processo vanno esaminati alla luce di quelle che erano le condizioni dell'epoca: scarse conoscenze rispetto alla pericolosità dell'amianto, organizzazione del gruppo (attraverso la cui esposizione cerca di scaricare le colpe sui dirigenti italiani), e quant'altro possa servire a costruire una difesa dall'accusa, il disastro esterno agli stabilimenti, oggetto del suo intervento.
L'avvocato quasi si scusa per il dovere che è "costretto ad assolvere, nonostante questo processo mi tocchi da vicino"; è appena il caso di far notare come nessuno lo ha obbligato - puntandogli una pistola alla tempia - ad assumere la difesa del magnate svizzero: pertanto il mangiagomma non può autoassolversi in nessun modo, tanto meno ove si consideri che lui stesso, in un'occasione, ha confessato di aver perso un amico a causa del comportamento criminale del suo assistito.
Domani si concluderà lo sproloquio dell'Alleva, che chiederà l'assoluzione dello Schmidheiny per non aver commesso il fatto: secondo lui il padrone genocida non aveva alcun potere decisionale sugli stabilimenti italiani.
Il prossimo sette novembre la parola tornerà al pm per la replica; successivamente nuovamente le parti civili e le difese.

Torino,, 24 ottobre 2011


Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

c/o Slai Cobas per il sindacato di classe To/Mi/Bg/Ge

http://pennatagliente.wordpress.com

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