mercoledì 7 marzo 2012

Merloni, l'altra Eternit

Amianto: decine di morti sospette a Gaifana e Fabriano. Parte la causa.

di Francesco Mura





C'è già una battaglia sindacale aperta contro di loro, in nome di assunzioni
e contratti. Ma ora i vertici del gruppo elettrodomestico Antonio Merloni
rischiano di doversi difendere da accuse molto più gravi: lesioni e omicidio
colposo. Per colpa dell'amianto che sarebbe presente negli stabilimenti di
Gaifana (Perugia) e Fabriano (Ancona).



AMIANTO KILLER. L'avvocato Rosa Federici, che cura gli interessi degli ex
lavoratori dell'azienda, ha presentato al tribunale di Perugia una
documentata richiesta in cui vengono elencati una serie di rilievi che
puntano il dito contro ambienti di lavoro malsani e la presenza di pannelli
di amianto negli stabilimenti.

E questo è solo il primo atto di un'altra battaglia giudiziaria sull'onda di
quella nei confronti della Eternit, che si è conclusa il 13 febbraio con 80
milioni di indennizzi alle oltre 5 mila parti civili, e delle altre
inchieste ancora aperte alla Ansaldo, alla Pirelli, all'Atm e all'Officina
grandi riparazioni di Trenitalia.

«Una strada ormai inevitabile», sostengono alcuni ex dipendenti ora in cassa
integrazione o a riposo forzato, «visto che l'azienda ha sempre lasciato
cadere nel vuoto ogni richiesta di chiarimento».

Nella dura requisitoria all'assemblea dei lavoratori, dopo aver lanciato
pesanti accuse ai sindacati, ritenuti quanto meno «inadempienti nella tutela
della salute dei lavoratori», l'avvocato ha assicurato senza mezzi termini
di avere in mano carte che scottano più di un tizzone ardente.

MORTI PREMATURE DI EX DIPENDENTI. A partire dai referti medici degli ex
operai (diverse decine) colpiti da malattie legate all'esposizione continua
all'amianto e alle morti premature di numerosi ex dipendenti.

In particolare, il legale vuole portare in tribunale le testimonianze
dirette degli operai che nel 1995 installarono i pannelli di amianto nei
forni e negli impianti di verniciatura degli stabilimenti Merloni di Umbria
e Marche. Situazione resa ancora più grave dal fatto che i reparti più
importanti erano (e sono) privi di aria condizionata.

E dopo aver lasciato cadere nel vuoto la richiesta di una perizia tecnica
sui luoghi di lavoro, l'azienda avrebbe deciso di vendere gli impianti senza
che nulla sia ancora stato fatto per metterle in sicurezza. Motivo, questo,
che ha spinto l'avvocato Federici a chiederne il blocco, per evitare che le
maestranze continuino a essere esposti ai rischi dell'amianto.



La storia di Patrizia, un linfoma dopo 16 mesi alla Merloni



Patrizia, 47 anni, di Nocera Umbra, ha lavorato alla Merloni per circa un
anno e mezzo, 11 mesi alle dipendenza dirette e altri cinque con contratti
interinali. Dopo un paio di mesi dal licenziamento, lo scorso anno, ha
scoperto una ghiandola sotto la gola. Che poi sono diventate cinque, 10,
molte di più.

In un primo momento, sembrava fosse leucemia. Ma poi la diagnosi è cambiata:
linfoma. Anche Patrizia, come tanti altri lavoratori della Merloni, ha
scoperto di essere stata colpita da un tumore. Un calvario lungo e doloroso,
in cui ha subito anche due interventi chirurgici.

Con una domanda che non smette di torturarla: la causa scatenante è stato
l'ambiente malsano della Merloni? «Non so se a scatenare il tumore sia stato
l'amianto presente in fabbrica», spiega Patrizia a Lettera43.it, «ma di
sicuro sono già tantissimi i lavoratori della Merloni morti per cancro e
altrettanti quelli che lottano per combatterlo. E non può essere un caso».

UNA BATTAGLIA DIFFICILE. Nella stessa situazione c'è anche Anna (nome di
fantasia), ex operaia Merloni impegnata su due fronti: giudiziario e
sanitario. Come Patrizia, si trova a combattere una guerra difficile contro
un nemico invisibile: il cancro. Lo stessa che ha già ucciso suo marito,
anche lui ex dipendente Merloni.

La donna non vuole parlare della sua esperienza in fabbrica, per non
rivivere i momenti dolorosi che le hanno rovinato l'esistenza. Ma continuare
a lottare per un diritto che nessuno può negarle: quello di conoscere la
verità.

Martedì, 06 Marzo 2012

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