NAPOLI
Il figlio dell'operaio scrive ai  giornali: «Non c'è giustizia»
Suo padre, Antonio D' Amico, è una  vittima del lavoro, morto nel 2002. Dopo un lungo iter giudiziario, il 22 marzo  2012 la Corte di Appello di Napoli ha dichiarato prescritto il reato. E oggi il  figlio Rosario D' Amico, dalla sua casa a San Giorgio a Cremano (Napoli),  esprime la sua amarezza. Lo fa con una lettera inviata ai quotidiani in cui  riassume la vicenda.
LA VICENDA - Il padre era un  operaio, dipendente della «Stola», una ditta che esegue lo stampaggio per conto  della Fiat Auto. Il 6 marzo 2002 nello Stabilimento Fiat di Pomigliano D'Arco fu  travolto da un carrello elevatore manovrato da un operaio di un' altra ditta,  esterna, incaricata dei trasporti nello stabilimento. «Dopo l'incidente - scrive  nella lettera Rosario D'Amico - ci siamo affidati alla giustizia, volevamo  giustizia. Purtroppo la giustizia non esiste». E la prescrizione è stata una  sorpresa anche per l'
SEDE CIVILE - 
25 marzo  2012
 
 
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