sabato 16 aprile 2011

Condannati finalmente i padroni stragisti della ThyssenKrupp

Pubblichiamo subito le prime notizie rispetto l'importante sentenza di Torino che condanna i padroni della Thyssen. La delegazione della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro è stata presente fin dal mattino con un presidio davanti al Tribunale fino alla lettura in aula della sentenza dopo alle 21. Nei prossimi giorni ulteriori comunicati.


Omicidio volontario per l'amministratore delegato, omicidio colposo per i cinque dirigenti Thyssenkrupp. Con questa sentenza si è chiuso, ieri sera a Torino, il primo grado del processo Thyssen, a 1.226 giorni dall'incendio che nella notte del 6 dicembre 2007 uccideva sette operai al lavoro nella linea cinque dell'acciaieria del gruppo tedesco.


Non fu un incidente ma un vero e proprio omicidio commesso con dolo eventuale da Herald Espenhahn (l'ad condannato a 16 anni e mezzo di reclusione) e colposo per gli altri cinque dirigenti (Marco Pucci, Cosimo Cafueri, Giuseppe Salerno, Gerald Priegnitz e Daniele Moroni), ai quali sono andate condanne comprese tra i 10 e i 13 anni.

La Corte ha accolto in toto le richieste dell'accusa, e nel caso di Daniele Moroni, le ha addirittura ritoccate all'insù, aumentando la pena dai 9 anni richiesti a 10 anni e 10 mesi. In totale, gli anni di reclusione previsti dalla sentenza sono 81 più 8 mesi, ai quali vanno aggiunti risarcimenti a sei zeri per le parti civili: due milioni e mezzo a Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino, 400mila euro ai sindacati Fim-Fiom-Uilm e Cub, 100mila a Medicina democratica, oltre tre milioni ai parenti e agli ex colleghi delle vittime (in totale circa 7 milioni). Non solo: la Corte ha anche previsto che la sentenza venga pubblicata su alcuni quotidiani nazionali e affissa nel comune di Terni, dove ha sede l'azienda.


dalla corrispondenza di Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino


Torino, venerdì 15 aprile ore 9:30: nella maxi aula uno del Palazzo di Giustizia ha luogo l'ultima udienza del processo alla multinazionale tedesca dell'acciaio Thyssenkrupp per quello che, come ha ricordato recentemente l'avvocato Sergio Bonetto, è stato il peggior eccidio di lavoratori della storia moderna, dopo quello della Mecnavi al porto di Ravenna nel 1987.
La Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro organizza, in questa occasione, un presidio fuori dal Tribunale nell'attesa della sentenza, prevista per la serata: le varie realtà aderenti - Legami d'acciaio, Collettivo Comunista Piemontese e Proletari Comunisti - sono già presenti e ben visibili alle ore 9:00 in via Giovanni Falcone.
Nel corso della giornata si aggiungeranno altre realtà che hanno raccolto l'invito per questa giornata particolare: Medicina democratica, la Federazione della sinistra - presente con un presidio autonomo nel quale fondamentalmente fa campagna elettorale per il candidato sindaco Juri Bossuto - i Comitati d'appoggio alla resistenza per il comunismo, la Federazione anarchica italiana, una folta delegazione della Unione sindacale di base - pochissime le bandiere dell'Usb, ma tantissime quelle della Confederazione unitaria di base e della Confederazione Cobas - la Fiom.
Inoltre non mancano, all'appuntamento con questa giornata a suo modo storica, i viareggini - familiari delle vittime della strage provocata dall'esplosione di un carro ferroviario cisterna nella stazione versiliese - riuniti nell'Assemblea 29 giugno, ed i cittadini di Casale Monferrato organizzati nell'Associazione familiari e vittime dell'amianto.
Intorno alle ore 16:00 c'è il primo, ed unico, momento di tensione della giornata: a provocarlo è il candidato sindaco della destra moderata torinese, lo Smilzo, che si avvicina al presidio ma viene costretto alla fuga precipitosa dalla pronta reazione dei compagni.
A seguire, circa un'ora dopo, si svolge un'assemblea con microfono aperto, durante la quale l'onorevole sedicente democratico Antonio Boccuzzi - compagno di lavoro delle vittime - prende la parola per ringraziare tutti coloro che, nel corso del processo, hanno seguito lo stesso assiduamente.
Alle ore 19:00 circa inizia la corsa ad accaparrarsi un posto in aula, dove alle ore 21:15 entra la Corte per la lettura della sentenza: la presidente Maria Iannibelli - davanti ad una platea in religioso silenzio, ma visibilmente soddisfatta - legge un dispositivo che accoglie tutte le richieste del pm e delle parti civili, e viene accolto da un lunghissimo applauso e visibile commozione da tutti i presenti; eccone i principali punti.
L'ad Harald Espenhan è condannato ad anni sedici e mesi sei di reclusione, con la pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici; i dirigenti Gerhard Prignitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno, e Cosimo Cafueri, ad anni tredici e mesi sei di reclusione, l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, ed il divieto di contrattazione con la pubblica amministrazione per tutta la durata della pena; l'unica sorpresa, peraltro positiva, riguarda Daniele Moroni, dirigente dello stabilimento di Terni, a cui vengono comminati anni dieci e mesi dieci, contro i nove anni richiesti dal pm Raffaele Guariniello.
Inoltre, la Thyssenkrupp Acciai Speciali Terni, nella persona del suo rappresentante legale pro tempore, viene condannata a: una multa di un milione di Euro; la confisca di ottocentomila Euro; l'interdizione, per la durata di mesi sei, dalla pubblicizzazione di beni e servizi; l'interdizione, per la durata di mesi sei, dalla contrattazione con la pubblica amministrazione; la pubblicazione della sentenza sui quotidiani Stampa, Repubblica e Corriere della Sera; infine, in solido con gli imputati persone fisiche e con il responsabile civile, del pagamento delle spese processuali.
Le motivazioni di quella che è una sentenza storica - per la prima volta in Italia un padrone viene condannato per omicidio volontario - saranno emesse entro novanta giorni.

Torino, 15 aprile 2011



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