domenica 17 aprile 2011

PROCESSO THYSSENKRUPP

La Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro condivide la soddisfazione dei familiari e degli operai della Thyssen per la sentenza di dura condanna dei padroni di questa fabbrica, responsabili volontari della strage che ha colpito in maniera così viva e ampia il movimento operaio e l'opinione pubblica proletaria e popolare.
E' giusto esprimere un senso di sostegno e ringraziamento per il Giudice Guariniello e per tutti coloro che hanno contribuito a questa importante vittoria in un aula di un Tribunale, contribuendo soprattutto ad affermare una verità che padroni e governo hanno sempre cercato di negare a fronte delle morti sul lavoro: la logica del profitto, la proprietà delle fabbriche
rende i padroni assassini e rende la loro azione un crimine sia giuridico, sia morale e sistemico.
Ma, ne converrà lo stesso Guariniello, questa non può essere considerata la vittoria della legge e di un giudice.
Il movimento ampio con cui rispose la Torino proletaria, cittadina e popolare nei giorni immediatamente successivi alla strage, le iniziative sviluppatesi in quelle ore su scala nazionale, l'impegno di tanti, compreso artisti che, al cinema, al teatro, in musica, si sono spesi in questa
vicenda, lo stesso ruolo della stampa, della Tv che in alcuni momenti ha contribuito con pezzi di informazione corretta all'affermazione della verità sancita ora dalla sentenza, hanno tutti contribuito a questa sentenza.
Ma detto questo, va considerato che tre motori hanno svolto il ruolo di avanguardia e prima fila in tutto questo movimento, non tanto e non solo nei giorni immediatamente successivi alla strage, ma nei lunghi giorni, mesi, anni che hanno portato a questa sentenza.

I FAMILIARI DELLE VITTIME, che non hanno mai smesso di trasformare il loro immenso dolore in forza di denuncia e ricerca di giustizia, respingendo le ignobili pressioni e ricatti dei padroni dell'azienda che hanno cercato in tutte le maniere di comprarli e cancellarli, dopo aver cancellato la vita degli operai, dal processo.
UN GRUPPO DI OPERAI DELLA THYSSEN, guidati da Ciro Argentino, che in maniera costante e trasversale hanno fatto da punto di riferimento, per rispondere a questo processo con la resistenza e in certi casi la lotta, scontrandosi con le burocrazie sindacali, compreso il loro stesso sindacato, la Fiom, burocrazie che hanno fatto di tutto, chiaramente con la Uilm e la Fim in
prima fila, per fiaccare, ricattare la resistenza, svenderla al servizio degli interessi, non solo dei padroni della ThyssenKrupp, ma di tutti i padroni che non volevano questo processo, questa sentenza e le conseguenze generali di essa.
LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO, che costruita su iniziativa e impulso dei compagni di Taranto appartenenti allo Slai cobas per il sindacato di classe, è riuscita a costruire una Rete di controinformazione e sostegno, di iniziative su tutto il territorio nazionale, a costruire una grossa manifestazione a Torino che ha unito i familiari di diversi processi così come le realtà effettivamente impegnate sul terreno della sicurezza sui posti di lavoro, e ha realizzato, nei mesi del silenzio, su questo processo, una costante presenza e informazione - basti pensare alle corrispondenze di tutte le udienze realizzate da Stefano
Ghio appartenente a questo impegno a tutti i livelli.
Tutte queste sono state energie di piccoli David del proletariato contro il Golia della multinazionale del padrone, e di piccoli Yu Kung contro le tre montagne esistenti in questa vicenda come in tutte le vicende del proletariato: il capitale, lo Stato, il riformismo sindacale e politico.

Queste tre leve hanno contribuite ed è la sola seconda verità di questo processo.

Oggi si assiste a questo "saltare sul carro del vincitore" di partiti, sindacati, associazioni, che o sono stati dall'altra parte finora o nulla hanno fatto in questo processo, compreso quelle forze sindacali costituitesi parte civile e che ora incassano impropriamente, ingiustificati risarcimenti
per loro, stabiliti dalla sentenza. Ed è bene ora che si faccia anche chiarezza su questo punto.
Quali conseguenze ha questo processo nella lotta contro le morti sul lavoro e in tutti gli altri processi; quali influenze nello scontro di classe su questo terreno; quale sarà la reazione dei padroni colpiti per rovesciare questo verdetto; quale debba essere ora il ruolo dei soggetti che ne hanno costituito la lega principale - sono questioni che devono essere affrontate nei prossimi giorni, settimane e devono trovare un loro momento nazionale in cui questo possa essere discusso e possa essere materia di continuazione della guerra di classe in cui questa vicenda è inserita.

Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
bastamortesullavoro@gmail.com
347-1102638

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