lunedì 16 aprile 2012

Si è aperto questa mattina il processo Fibronit di Broni


A Voghera, presso la piscina comunale “Dagradi”, ha preso il via il processo ai vertici della Fibronit (del responsabile dello stabilimento Maurizio Modena e dei consiglieri di amministrazione susseguitisi nel tempo, Dino Augusto Stringa, Teodoro Manara, Michele Cardinale, Lorenzo Mo, Claudio Dal Pozzo, Giovanni Boccini, Guglielma Capello, Domenico Salvino e Alvaro Galvani). Per tutti loro l’accusa di disastro doloso, omissione dolosa delle norme antinfortunistiche, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. In pratica questi “signori” si sono macchiati della morte di 374 operai, e non solo, e di altri 200 ammalatesi di mesotelioma (dati approssimativi e parziali, visto che ogni anno l’ex fabbrica di amianto “produce” 52 vittime e 58 nuovi casi). Insomma un altro processo epocale dopo quello di Casale Monferrato contro Eternit. Un processo che si apre tra difficoltà e ostacoli messe in campo dagli autori di questa carneficina, udienza a porte chiuse; alcuni imputati hanno chiesto il rito abbreviato e relative analisi epidemiologiche; tentativi di sciacallaggio da parte di alcuni avvocati “a sostegno” della costituzione parte civile; la decisione del Giudice di quanti verranno ammessi alla costituzione parte civile; ma anche un processo che si apre con la determinazione delle varie Associazioni Famigliari-Esposti amianto-Ambientaliste, che si sono battute in questi anni per portare sul banco degli imputati i padroni Assassini ma anche le connivenze istituzionali –Asl-Regione-ecc che hanno coperto questo genocidio di massa (il più grande della
Lombardia) e che oggi, ipocriticamente, vorrebbero costituirsi parte civile. Ipocrisia a cui si è unito il Ministro “tecnico” Balduzzi che il 3 aprile aveva promesso interventi immediati per le bonifiche, quando nei fatti su circa 30 milioni di euro necessari per il solo sito ne sono stati stanziati solo 3 e a fronte dei continui tagli che il governo Monti sta mettendo in campo per cancellare i diritti dei lavoratori, in primis quello alla salute e sicurezza. Ma stamani i familiari, gli ex operai, la popolazione di Broni non saranno soli. Da Casale a Bagnoli saranno presenti i famigliari-le associazioni-gli avvocati-la popolazione- che si è battuta contro l’Eternit, ma anche da altre parti di questo paese. Le autorità per l’ordine pubblico prevedono 1500 persone. Come abbiamo fatto per il processo Thyssen, per quello Eternit, come Rete facciamo appello ad unirsi e al fianco dei familiari-operai-popolazione della Fibronit di Broni in questa battaglia per la verità e giustizia. Siamo tutti della Fibronit.

Rete nazionale sicurezza sul lavoro, Nodo Milano/Bergamo

retesicurezzamilano@gmail.com
cell. 338-7211377
16-04-012

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