martedì 3 dicembre 2013

Amianto: mercoledì a Genova la manifestazione di lavoratori e pensionati

AMIANTO: IL CASO GENOVA
MERCOLEDI' 4 DICEMBRE 2013 ORE 9
PIAZZA DE FERRARI
MANIFESTAZIONE CON CORTEO
DI LAVORATORI E PENSIONATI GENOVESI



Mercoledì 4 dicembre alle ore 9.00 in piazza De Ferrari a Genova si terrà la
manifestazione con corteo dei lavoratori genovesi interessati a vario titolo
dalla vicenda "amianto".
Il numero di mesotelioma ad oggi registrati in Liguria dal RENAM Registro
Pubblico dei Mesoteliomi sono circa 2500. I casi di neoplasie dovute
all'amianto, riconosciuti nella nostra Regione rappresentano il 5% di quelli recensiti a
livello nazionale, a fronte di una popolazione lavorativa ligure che è solo
il 3% di quella dell'intero paese. Dal 1994 al 2010 i morti, provocati da
questa terribile malattia in Ansaldo sono stati 135, in Ilva (ex Italsider)
107 e in Stoppani 10: ogni anno vengono denunciati 180 nuovi casi di
mesotelioma.
L'INAIL ha revocato ai lavoratori centinaia di certificazioni di esposizione
all'amianto in quanto condizionata da un'indagine della Procura che dura da
8 anni e non è ancora giunta a conclusione.
Il Governo deve intervenire al più presto per restituire il diritto ai
lavoratori genovesi di accedere al giusto risarcimento (benefici
previdenziali).
I lavoratori che sono stati esposti all'amianto non devono essere indagati,
ma bensì tutelati e bisogna preoccuparsi seriamente della loro salute con un
vero piano di sorveglianza sanitaria; inoltre, il Fondo vittime dell'amianto
deve risarcire in modo congruo le famiglie dei lavoratori colpiti da
mesotelioma.
La Regione Liguria e l'INAIL devono garantire tutte le risorse necessarie
per permettere il funzionamento e la sopravvivenza del RENAM (Registro dei
mesoteliomi) perché i continui tagli operati rischiano di far "morire"
questo importante osservatorio delle malattie dovute all'amianto.
Dobbiamo restituire dignità e serenità ai tanti lavoratori che hanno operato
un'intera vita in ambienti lavorativi a rischio amianto e che oggi vedono
negati i propri diritti, anzi vivono con grande disagio la condizione di
indagati.
Lavoratrici e lavoratori non devono dimostrare la propria innocenza
ammalandosi o morendo come è già successo a tanti lavoratori a Genova.

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