1 Dicembre 2013
Dall'inizio dell'anno sono documentati 539 lavoratori morti per infortuni sui luoghi di lavoro e oltre 1150
se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere (stima minima su
percentuali rispetto ai morti sul lavoro che ogni anno si rilevano
costanti con variabili del 50/55% sul totale delle morti). Tra l'altro
di altri tantissimi lavoratori (oltre 500) che muoiono sulle strade e in
itinere, e non solo, si sa solo che hanno denunciato la morte di un
parente e che la loro morte non è riconosciuta come infortunio mortale, e
spesso viene riconosciuta solo dopo lunghi processi. Come più volte
abbiamo denunciato, intere categorie e professioni non sono considerate
in caso di infortunio mortale come morti sul lavoro, su queste vittime
c'è da sempre un silenzio devastante da parte di tutti a cominciare
dalle nostre massime istituzioni, da quasi la totalità dei media e dalla
politica. Tra questi morti non segnalati, anche tra categorie di
lavoratori che difendono la nostra sicurezza come i Carabinieri, i
Poliziotti, i Soldati e i Vigili del Fuoco, ma potremmo continuare con
tantissimi altre figure professionali, tra questi molte partite IVA che
spesso nascondono un rapporto di lavoro dipendente e che sono costrette a
stipulare un'assicurazione privata e poco protettiva, per i bassi
salari pur di lavorare. Dal 1° gennaio
2008 giorno d'apertura dell'Osservatorio sono stati monitorati 3689
lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO comprese le vittime morte anche
molto tempo dopo a causa dell'infortunio. Con le morti sulle strade e in
itinere si arriva a superare le 7200 vittime di infortuni mortali.
Un’autentica
carneficina, mentre le statistiche "ufficiali" danno molto meno morti.
La politica potrebbe fare moltissimo, e con poche risorse, per far
diminuire drasticamente questo fenomeno che ci vede primi in Europa in
questa triste classifica e dove i morti sono mediamente un terzo di
quelli italiani. L'Osservatorio registra tutti i "morti sul lavoro" e
non solo quelli che dispongono di un'assicurazione. Moltissime vittime
lavoravano in "nero" e alcune categorie non sono considerate "morti sul
lavoro" solo perchè hanno assicurazioni diverse. Fino ad oggi Il 39 %
sono morti lavoratori dell' agricoltura dei quali, tantissimi
schiacciati dal trattore. Il 22,2% in edilizia, il 16,6% nei servizi, il
5,9% nell'industria (compresa la piccola industria e l'artigianato), il
5,4% nell'autotrasporto, molti altri morti sono in altre categorie che
sono percentualmente più basse. Nel 2012 sono morti 1180 lavoratori
(stima minima) di cui 625 SUI LUOGHI DI LAVORO ( tutti documentati). Si
arriva a superare il numero totale di oltre 1180 vittime se si
aggiungono i lavoratori deceduti in itinere e sulle strade che sono
considerati giustamente, per le normative vigenti, morti per infortuni
sul lavoro a tutti gli effetti. L'Osservatorio considera "morti sul
lavoro" tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono un'attività
lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa e dalla
loro età. Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti
sul lavoro che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti
in autostrada: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e
lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada
può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti
i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della
fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari
in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50
al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere
quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud,
soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo
diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste
vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono
tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono
sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come
"morti per incidenti stradali" Le province con più di 5 morti sui luoghi di lavoro e numero totali delle morti sui luoghi d lavoro nelle regioni: Genova 16 morti (Liguria 22). Roma 11, Latina 5 (Lazio 23). Brescia 15, Milano 15, Pavia 7, Bergamo e Como 6, Sondrio 5 (Lombardia 67). Torino 13, Cuneo 10 (Piemonte 33). Chieti 11, Pescara 6, L'Aquila 5 (Abruzzo 24). Foggia 12, Bari 10, Taranto 5
(Puglia
32). Cosenza 12, Vibo Valentia 5 (Calabria 27). Palermo 12, Messina 8,
Trapani 8, Agrigento 7, Ragusa 5 (Sicilia 47). Bologna 9, Modena, Parma e
Ferrara 6, Reggio Emilia 5 (Emilia Romagna 43). Verona 11, Padova e
Treviso 7, Venezia e Rovigo 5 (Veneto 41). Salerno 12, Napoli 8,
Avellino 6 (Campania 33). Cagliari 8 (Sardegna 15). Perugia 11 (Umbria
12), Ancona 9 (Marche 20), Trento 7 (Trentino Alto Adige 11) Siena 7,
Pistoia e Firenze 6 (Toscana 32), Friuli Venezia Giulia 8, Basilicata 4,
Molise 6, Val D'Aosta 1.Carlo Soricelli curatore dell'osservatorio Indipendente diBologna morti sul lavoro
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