martedì 14 febbraio 2012

Ancora sul processo Eternit - testimonianze e commenti


1) Oggi un pallido sole ha accolto le tante delegazioni, associazioni, singoli che hanno voluto
con la loro presenza sostenere chi in questi 30 lunghi anni ha cercato giustizia per i propri cari sacrificati sull’altare del profitto assassino dei padroni della Eternit.
E nell’attesa che venisse letta la sentenza, fuori un lungo microfono aperto ha dato voce alle tante testimonianze di chi il dramma della fibra killer lo vive sulla propria pelle come Elena delle Withe House di Rogoredo (MI), o una signora di Grosseto che ha contratto il mesotelioma e che su Facebook ha incontrato un’associazione contro l’amianto trovando sostegno alla sua
battaglia, ma anche l’operaio della Fibronit di Bari che ha ricordato come questo caso è un’altra Casale.
Tre interventi fatti senza lamentele, senza una lacrima, ma ne siamo certi, con una grande
commozione interiore e un messaggio di lotta. Hanno preso la parola dagli ex operai della Thyssen a quelli dell’associazione 29 giugno di Viareggio, dall’associazione di Sesto San Giovanni a Medicina Democratica di Torino, che hanno ricordato come questo sistema vive e si consolida sulla pelle degli operai e della popolazione e che occorre costruire un movimento unitario per farla finita con incidenti e morte di e sul lavoro. Ma più di altri e nella loro semplicità hanno mandato messaggi e proposte per proseguire in questa battaglia.
Il primo è stato l’intervento di un giovane studente di Casale (questa è stata la nota in più, ovvero la presenza enorme di intere scolaresche non solo da Casale ma anche da Bologna) che ha dato una risposta alla Fornero, rivendicando l’orgoglio di essere “bamboccione” che hanno fatto fare marcia indietro al Comune che era stato tentato dal risarcimento Eternit.
Anche se non detto a mò di slogan la sostanza è stata 10, 100,1000 bamboccioni così.
Quindi è intervenuta Maria del movimento NoTav della Val Susa che ha ribadito come la loro lotta sia anche una lotta contro le morti sul lavoro e da devastazione ambientale, ricordando quello che già ha prodotto l’alta velocità nel Mugello: 83 km di gallerie=83 operai morti, ma ha ricordato anche ai signori governanti che questa Tav non la faranno mai perché davanti non hanno dei black block ma un popolo che resiste.
Ha rincarato la dose Perino che ha aggiunto solo due concetti: che l’attacco repressivo in stile “teorema” mostra che la Val Susa non è solo in Piemonte ma vive in tutto il paese; che questo governo tecnico è “il più infame” della storia repubblicana. Giudizio che condividiamo in pieno.
Infine citiamo l’intervento si Sebastiano (operaio della Tenaris Dalmine e aderente alla Rete nazionale sicurezza sui posti di lavoro) che ripercorrendo la nascita, le manifestazioni, il percorso della Rete ha rilanciato la necessità di rilanciare il percorso di rivoluzione politica e sociale
che in questi 5 anni di vita la rete ha saputo costruire.

Giuppi - della Rete di Milano

2) “Signor Stefhan Schmidheiny il vostro posto è in prigione”

Dopo la Thyssen, da Torino un'altra sentenza che condanna i padroni assassini.

Il processo Eternit di Torino si è concluso con la condanna dei padroni della multinazionale Svizzero-Belga, "Eternit", Stephan Schmidheiny ed il barone belga Louis de Cartier de Marchienne a 16 anni di carcere per disastro ambientale doloso e rimozione di cautele antinfortunistiche e risarcimenti milionari alle vittime e alle 6 mila parti civili. E' l'ennesima verità che i padroni sono i criminali e che i lavoratori e i cittadini esposti alle nocività pagano con la vita le scelte padronali che mettono il profitto al centro dei propri interessi, quelli di padroni senza scrupoli che hanno occultato e manipolato in maniera pianificata i rischi connessi all’esposizione all’amianto.

E' una grande vittoria dei lavoratori e delle popolazioni che non hanno mai creduto alle menzogne del miliardario Stephan Schmidheiny che, mentre gli operai e le popolazioni morivano per l'amianto, lui si arricchiva: altro che filantropo ambientalista come ha cercato di farsi passare! “Signor Stefhan Schmidheiny il vostro posto è in prigione” è scritto su un volantino distribuito dal comitato svizzero Caova.

La Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro, presente con una delegazione al Tribunale di Torino presa d'assedio da uno straordinario presidio di massa, si schiera con tutti coloro che hanno lottato instancabilmente in tutti questi anni per ottenere giustizia per la strage dell'amianto, i lavoratori che si sono ribellati al padrone nella sua fabbrica della morte, i loro famigliari, la popolazione di Casale che si è battuta

sul territorio contro i cancerogeni "polverini" di scarto, le associazioni e comitati delle vittime d'amianto, una rete che ha costretto governo e parlamento a varare la Legge 257 nel 1992 che ha messo al bando l'amianto, una mobilitazione che conferma, ancora una volta, che le battaglie si possono vincere con l'unità e la mobilitazione dal basso.

Una sentenza storica che va oltre le vittime dei siti italiani e che sarà il riferimento per tutti i lavoratori di Francia, Brasile, USA, Svizzera, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, anche loro presenti in massa al processo.

Una sentenza che tuttavia non rende giustizia agli operai e alla popolazione di Rubiera e Bagnoli (eppure per questo sito la cgil ha denunciato 1.045 morti per tumori collegati all'amianto).

Una sentenza che spinge a dire al pm Guariniello "l’insegnamento di questo processo è che noi dobbiamo entrare nelle stanze dei consigli di amministrazione dove si decide quanto si spende per fare sicurezza". Speriamo che qualche altro coraggioso pm segua il suo esempio, anche se la realtà dei processi non porta a facili illusioni.

Ora questa sentenza rende più forte la battaglia per la sicurezza e la salute dei lavoratori e da quì riparte il lavoro della Rete Nazionale per una nuova campagna nazionale che porti ad una assemblea nazionale a cui invitiamo fin da subito i comitati dell’Eternit e ad una manifestazione nazionale.

Enzo della Rete Nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro - ravenna

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