venerdì 24 febbraio 2012

Processo per amianto alla Pirelli

Comunicato
Riteniamo sbagliato, anche se la comprendiamo, la decisione di 6 famiglie degli operai della Pirelli di accettare la transazione di risarcimento proposta dall’Azienda e di conseguenza ritirarsi dalla costituzione di parte civile nel processo che si è aperto a Milano. Ci colpisce che ha fare questa scelta tra gli altri vi sia la figlia di Ennio Marciano, Giusy, che è avvocato e legale rappresentante nel procedimento. Marciano è l’operaio morto nel 2002 e il cui decesso ha dato il via all’inchiesta. In un intervista a Radio Popolare l’avvocato ha “giustificato” questa decisione col fatto che questo è il “riconoscimento” della battaglia per avere giustizia. Ma è vero il contrario. Non costituirsi parte civile permette alle Aziende di non essere accusate per l’utilizzo di materiale dannoso e letale per la salute degli operai, il tutto e in nome del profitto. Infatti quanto emerso alla seconda udienza chiarisce bene. Prendendo la parola un legale della Pirelli ha fatto il punto "sulle trattative che stiamo conducendo con gli eredi dei lavoratori deceduti" e continuando, in sei casi le "transazioni" si sono "concluse" con buon esito, una è fallita e altre sei sono "ancora in corso", come quelle con l'Asl, con la Regione Lombardia e con l'Inail. Da qui la decisione della corte di aggiornare il processo al 19 aprile, per permettere all’Azienda di portare avanti le trattative. Comprendiamo il dolore dei familiari, ma non possiamo credere che si siano fatti, magari, “ammaliare” dalle parole del comunicato della Pirelli che ribadisce "il profondo dolore per quanto accaduto", rimarcare "di essere sempre stata vicina ai propri ex dipendenti colpiti da malattie e alle loro famiglie", spiegando che '''non ha mai utilizzato amianto quale componente nella produzione degli pneumatici e che all'epoca l'uso dell'amianto negli edifici era pratica comune nelle tecniche di costruzione". Diciamo noi che si la Pirelli è stata “vicina” agli operai, tanto vicina da entrargli fin dentro i polmoni e ucciderli, così come è stato alla Eternit di Casale, alla Fibronit di Bari, a Broni, ecc. Allo stesso tempo condividiamo la decisione dell’AIEA-Medicina Democratica-Comitato per la difesa della salute sui luoghi di lavoro e sul territorio, di chiedere di costituirsi parte civile presentando una domanda simbolica di un euro di risarcimento e sottolineando: "La Pirelli cerca di comprarsi la licenza di uccidere e l'impunità. Noi non accetteremo nessuna trattativa o transazione, perchè siamo contrari a monetizzare la salute e la vita umana". Non lasciamo che la scelta di alcuni familiari faccia calare, un’altra volta, il silenzio su questo omicidio padronale. Occorre unire le forze e costruire una grande mobilitazione popolare per ottenere verità e giustizia. Questo è un atto dovuto ai tanti Eroi della classe operaia sacrificati sull’altare del profitto padronale.
Rete nazionale sicurezza sul lavoro Nodo Milano/Bergamo

retesicurezzamilano@gmail.com
24-02-12



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