mercoledì 29 febbraio 2012

Contro il Decreto semplificazioni

Comunicato Stampa


IL GOVERNO : CONTRO L'EVASIONE FISCALE MA A PER L'ESTENSIONE DELL'EVASIONE
DEL DIRITTO ALLA SICUREZZA E ALLA SALUTE DEI LAVORATORI

Nel "decreto semplificazioni" (DL 5/2012, art. 14) è presente un articolo
relativo alla "semplificazione dei controlli sulle imprese" che costituisce
un esempio chiaro di "guerra sporca" (in quanto subdola, indiretta e non
dichiarata) contro la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Usando il "grimaldello" della certificazione volontaria ISO 9001 (che
riguarda esclusivamente la qualità e non la sicurezza e/o l'ambiente) "o
altra certificazione appropriata emessa" il Governo propone di sopprimere o
ridurre i controlli sulle imprese.

Questa norma, unitamente a quelle relativa alla SCIA (Segnalazione
Certificata di Inizio Attività) già introdotta dal precedente Governo,
configura il concreto smantellamento dell'art. 41 della Costituzione che
limita la libertà d'impresa rispetto alla sicurezza, alla libertà e alla
dignità umana (non a caso queste tutele sono accostate in quanto legate
l'una con l'altra).

La nuova disposizione di legge svuota di significato il capoverso in cui
l'iniziativa economica è sottoposta alle leggi e, appunto, ai controlli.

Con la scusa della semplificazione e della razionalizzazione dei controlli
si invia un chiaro messaggio "operativo" agli organi di vigilanza e alle
imprese nella direzione opposta a quella che chiedono i cittadini/e e i
lavoratori/e.

Da un lato si chiedono meno controlli e dall'altro una "collaborazione
amichevole con i soggetti controllati al fine di prevenire rischi e
situazioni di irregolarità". Previsione oscura se non leggendola come un
chiaro messaggio agli enti di controllo (servizio sanitario in primis) a non
applicare le norme in modo completo e coerente con l'importanza dei reati
che la legge (a partire dalla Costituzione della Repubblica) attribuisce a
quelli commessi nel campo della sicurezza e dell'ambiente.

Sulle sanzioni vi è ancora discussione se quelle vigenti siano "effettive,
proporzionate e dissuasive", oggi si propone di "prevenire" l'accertamento
dei reali e le sanzioni anziché i comportamenti illeciti.

Apparentemente un comportamento schizofrenico visto che il Governo si è
impegnato alla lotta contro l'evasione mediante l'incremento e il
miglioramento dei controlli fiscali (esplicitamente esclusi della nuova
norma) attuando le normative esistenti. Nel campo della sicurezza e della
salute dei lavoratori non dovrebbe far altro che rendere reali le
disposizioni già previste dal Dlgs 81/2008.

La normativa già prevede dei "bonus" alle aziende che aderiscono a forme di
certificazione: ad esempio nel campo ambientale ottengono un aumento della
durata delle autorizzazioni integrate ambientali, nel campo della sicurezza
l'azienda può essere esclusa dal rispondere penalmente unitamente agli
indagati-persone fisiche.

Basta e avanza.

Senza voler addentrarci in valutazioni complesse una norma del genere
conferma la spasmodica attenzione del Governo al dato economico quantitativo
e la sua indifferenza alle condizioni sociali (non a caso va di pari passo
con il tentativo di smantellamento dello Statuto dei diritti dei
lavoratori).

Se questa norma passerà invitiamo il Governo (e le altre istituzioni) di
risparmiarci l'ipocrisia del lutto di fronte al prossimo evento mediatico
che porterà all'attenzione la morte operaia (sia sottoforma di omicidio
infortunistico che di malattia professionale) come pure di risparmiarci la
litania del richiamo alla necessità di "più controlli nelle fabbriche".

Agli operatori chiediamo disobbedienza civile di fronte a queste norme, ai
lavoratori e alle loro rappresentanze di riprendere in mano, in prima
persona, la tutela delle proprie condizioni di lavoro e di sicurezza.


Medicina Democratica sarà al loro fianco.

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