martedì 7 febbraio 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 06/02/12







INDICE



Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it

MARLANE PRAIA MARE: NESSUNO LI PUÒ GIUDICARE



Erika nilams@alice.it

LO SFOGO... ;)



Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it

INFORTUNI: FANTINI (LAVORO), NOSTRO IMPEGNO È FORTE


Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it

COMUNICATO OPERAI THYSSENKRUPP ADESIONE MANIFESTAZIONE NAZIONALE FIOM-CGIL
11 FEBBRAIO 2012


NotizieInMARCIA ! redazione@ancorainmarcia.it

LICENZIAMENTO DE ANGELIS: TRENITALIA PRESENTA RICORSO E POI CHIEDE A DE
ANGELIS UN' ABIURA PER RITIRARLO



Stefano Ghio procomto@libero.it

PROCESSO ETERNIT: SI AVVICINA LA SENTENZA



Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com

18 RAGIONI PER DIRE NO ALL' ABOLIZIONE DELL' ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI
LAVORATORI



Assemblea 29 giugno assemblea29giugno@gmail.com

INIZIATIVA A GENOVA CON IL FERROVIERE RICCARDO ANTONINI LICENZIATO DA
TRENITALIA



Giuseppe Grillo grillo@macchinistiuniti.it

PER UNA PICCOLA IMPRESA LICENZIARE E' SEMPRE GIUSTO: UNA STORIA REALMENTE
ACCADUTA



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From: Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it

To:

Sent: Wednesday, January 25, 2012 9:45 PM

Subject: MARLANE PRAIA MARE: NESSUNO LI PUÒ GIUDICARE



Vi allego questo comunicato che mi è stato girato per email.

E' del 30 Dicembre, dopo l' ennesimo rinvio per l' inizio del processo per
la Marlane di Praia a Mare, dopo sono morti oltre 100 lavoratori per tumore.

Credo che il comunicato sia chiarissimo e non ci sia bisogno di ulteriori
commenti.

L' unica cosa che mi sento di aggiungere è questa: spero che questo
comunicato inviti alla riflessione chi di dovere!!!

Saluti.
Marco Bazzoni

Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Firenze




30 dicembre 2011


NESSUNO LI PUÒ GIUDICARE !


La notizia.

PAOLA (COSENZA), 30 DICEMBRE

L' ennesimo errore di notifica di alcuni atti ha provocato un nuovo rinvio,
il quinto in dieci mesi, del processo a 13 imputati, tra ex responsabili e
dirigenti dello stabilimento Marlane Marzotto di Praia a Mare, dismesso nel
2004, accusati della morte per tumore di una cinquantina di lavoratori.

Prima dell' inizio dell' udienza alcuni difensori hanno fatto presente il
problema delle notifiche ed i giudici, dopo una lunga camera di consiglio,
hanno deciso di far slittare l' inizio del processo al 24 febbraio prossimo
L' ennesimo rinvio ha provocato malumori tra i familiari dei lavoratori
morti che erano presenti in aula.


Ogni commento sarebbe superfluo, ma riteniamo sia giusto esprimere tutta la
nostra indignazione e la nostra rabbia. Indignazione e rabbia che dovrebbero
essere le stesse di ogni cittadino.

Dopo anni di continui rinvii è indecente che non si riesca ancora a dare
inizio a un processo così importante. Evidentemente il nome degli imputati è
un enorme ostacolo alla Giustizia.

Con altrettanta evidenza gli imputati eccellenti di questo processo non
vogliono essere assolti ma, semplicemente, pretendono di non essere
giudicati.

Un atteggiamento che disprezziamo e condanniamo.


NOI ACCUSIAMO chi, in tutti questi anni, non ha voluto parlare della
Marlane, chi ha chiuso gli occhi davanti alla morte e alla malattia di oltre
cento lavoratori.

NOI ACCUSIAMO chi non vuole farsi processare, chi chiede e ottiene continui
rinvii adducendo scuse e trovando cavilli.

NOI ACCUSIAMO chi rinvia il processo.

NOI ACCUSIAMO quelle forze politiche e sociali che sono rimaste silenziose e
aspettano che tutto si dimentichi.

NOI ACCUSIAMO chi non ha coraggio di protestare di fronte a questa
ingiustizia.


L' INDIFFERENZA NON ASSOLVE NESSUNO MA RENDE COMPLICI.

E cancella la Democrazia.


Noi, comunisti italiani di Vicenza, continueremo a lottare a fianco dei
lavoratori della Marlane e delle loro famiglie perché venga fatta Giustizia.


Partito dei Comunisti Italiani - FdS Vicenza



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From: Erika nilams@alice.it

To:

Sent: Tuesday, January 31, 2012 5:52 PM

Subject: LO SFOGO... ;)



LO SFOGO... ;)



Caro amico tassista, notaio, onorevole, farmacista.


Caro tassista che dichiari 1.000 euro al mese, che non si sa chi te l' ha
fatto fare allora di comprarti la licenza a duecento mila euro, forse c' hai
pure ragione quando dici che la liberalizzazione dei taxi come la soluzione
di tutti i problemi dell' Italia è un' ingiustizia.


Caro onorevole deputato che non arrivi alla fine del mese con i 16.000 euro
di indennità, forse c' hai pure ragione che non è abbassandovi lo stipendio
di qualche euro che si risolvono i problemi dell' Italia.


Caro farmacista che ti "tocca" ereditare un' attività dei cui servizi in
molti vorrebbero poter fare a meno, ma nessuno può, forse c' hai ragione
pure te quando dici che non è liberalizzando il mercato delle farmacie che
si risolvono i problemi dell' Italia.


Caro vescovo, che ti tocca stare una vita senza trombare, forse c' hai
ragione pure te, quando mi dici che se la chiesa pagasse l' ICI non ci
farebbe più tutto quel bene che c' ha fatto in questi secoli di oscurantismo
culturale.


Caro benzinaio che mi vendi la benzina manco fosse chianti, forse c' hai
ragione pure te a dirmi che le liberalizzazioni non mi faranno calare il
prezzo e ti metteranno pure sul lastrico.


Caro povero possessore di uno yacht da 19 metri o di un Porche Cayenne, lo
so che ti tocca fare gli straordinari in miniera per poterti pagare le rate
di quell' unica soddisfazione che ti sei potuto concedere in una vita fatta
di sacrifici e rinunce, forse c' hai ragione pure te quando mi dici, che se
ti ci metto pure la tassa ti rovino, te e tutti gli operai che lavorano nei
cantieri e nelle fabbriche della Porsche per quel discorso dell' offerta e
della domanda.


Caro amico notaio, della cui professione devo ancora riuscire a comprendere
l' utilità, c' hai ragione pure tu quando mi dici che il lavoro è l' unica
cosa buona che ti può lasciare tuo padre dopo averti condannato fin dall'
infanzia alla certezza che avresti fatto quel mestiere, tanto che apponevi
timbro e firma pure sugli scambi delle figurine alle elementari in cambio
della merendina, e che non ce la possiamo prendere con voi, che in fondo
siete solo 6.000, che cosa vuoi che contino 6.000 persone su una popolazione
di 60 milioni.


Mo che ci penso, stai a vedere che il problema sono proprio io, io che vi
sto ancora ad ascoltare invece che di venire in piazza a darvi foco uno per
uno. Che per fortuna sono contro la violenza.


Che mi chiedo dove eravate simpatici amici, quando i governi di un colore o
dell' altro si inventavano la flessibilità, spazzando via ogni garanzia per
chiunque non fosse vostro figlio e noi scendevamo in piazza a prenderci
manganellate e lacrimogeni?


Dove eravate quando il governo giocava a Sudoku con le nostre date di
nascita e i contributi versati?
Dove eravate quando Fiat, Omsa & Co. licenziavano e trasferivano gli
stabilimenti all' estero?
Dove eravate mentre amichevoli poliziotti manganellavano studenti che in
piazza chiedevano una scuola e una università più giuste ed efficienti anche
per i vostri figli?

Dove eravate, piccole amorevoli teste di cazzo, quando pur di non
controllare i vostri negozi, le vostre attività, si cercava di dare la colpa
della crisi a quattro disgraziati di immigrati, per esempio prendendosela
con le "frutterie etniche" (sic) o i negozi di kebab.


Ecco io non so dove eravate, ma so dove vorrei mandarvi : AFFANCULO.



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From: Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it

To:

Sent: Thursday, February 02, 2012 12:24 AM

Subject: INFORTUNI: FANTINI (LAVORO), NOSTRO IMPEGNO È FORTE



Riporto a seguire l' intervento del dirigente del Ministero del Lavoro
(Fantini) al convegno alla Camera del lavoro di Rimini.



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L' INTERVENTO DI FANTINI

http://www.rassegna.it/articoli/2012/01/31/82791/infortuni-fantini-lavoro-nostro-impegno-e-forte

"Il ministero del Lavoro è costantemente impegnato sul fronte della
sicurezza. Continuano anzitutto, senza soluzione di continuità, le attività
della Commissione consultiva per la salute e sicurezza sul lavoro: finora
abbiamo svolto 30 riunioni, la prossima è in calendario per il 7 marzo
prossimo. Il nostro impegno, insomma, è forte e va avanti senza soste".

A dirlo è Lorenzo Fantini, dirigente del Ministero del Lavoro, intervenendo
al convegno "Le nuove sfide per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro"
in corso a Rimini, presso la sede della locale Camera del lavoro.

Fantini ha elencato provvedimenti attuati e attività in corso, a partire
dall' approvazione (il 21 dicembre scorso) degli accordi in Conferenza
Stato-Regioni su contenuti e modalità della formazione di datori di lavoro,
dirigenti, preposti e lavoratori.

"Vista la rilevanza del tema, al momento stiamo predisponendo una circolare
esplicativa e valutando la possibilità che il documento venga emanato di
concerto con le Regioni, in ragione della loro competenza in materia".

Il dirigente del Ministero è anche intervenuto sul Sistema informativo
nazionale per la prevenzione (SINP), su cui la CGIL ha rimarcato il ritardo
nell' attuazione: "Lo schema di decreto interministeriale per la
costituzione e la regolamentazione è stato predisposto e approvato dalla
Conferenza Stato-Regioni alla fine dell' anno scorso. Attualmente stiamo
procedendo all' invio del provvedimento, corredato di parere positivo da
parte della Conferenza Stato-Regioni, al Consiglio di Stato perché renda il
prescritto parere. Di seguito, inoltreremo il provvedimento per la firma dei
ministri coinvolti".

Le ultime battute le ha dedicate a due temi specifici.

Il primo è il decreto interministeriale per la segnaletica stradale per i
cantieri in presenza di traffico veicolare, attuativo dell' articolo 161 del
Testo Unico: "Nel settembre 2010 sono iniziati i confronti con il ministero
delle Infrastrutture, le Regioni e le parti sociali del settore trasporti,
adesso è stato finalmente elaborato il relativo schema di decreto, che sta
per essere inviato alla Conferenza Stato-Regioni per il loro parere".



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Si, come no, Fantini, il vostro impegno per la sicurezza è forte!!!



Vi siete forse dimenticati il D.Lgs.106/09 e i danni che ha prodotto?!

E la procedura d' infrazione in corso della Commissione Europea?!

Proprio Fantini aveva detto, che "l' Europa aveva commesso un errore a
mettere l' Italia in mora".
E l' ulteriore proroga al 31 Dicembre 2012 (scadeva il 31 dicembre 2011) per
adeguamento antincendio delle strutture ricettive turistico-alberghiere,
anche quello è un forte impegno del Ministero del Lavoro?

Tanto che anche il segretario confederale della CGIL Scudiere, ha detto al
Governo: "Dare priorità a sicurezza sul lavoro".



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La Cgil al governo: "Dare priorità alla sicurezza sul lavoro"

http://www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Lavoro/Zoom/info-145260416.html

Troppe morti bianche, troppi incidenti "evitabili", soprattutto nell'
edilizia e nell' agricoltura. Ma con la crisi economica l' Italia rischia di
dimenticare la sicurezza sul lavoro.

Riunita a Rimini per il convegno "Le nuove sfide per la salute e la
sicurezza nei luoghi di lavoro", la CGIL sprona il governo Monti a dare più
attenzione alle morti bianche.

"La sicurezza sul lavoro non sembra essere una priorità", spiega il
segretario confederale Vincenzo Scudiere, "abbiamo chiesto un impegno
diretto da parte del ministro Fornero, ma ad oggi non sappiamo ancora chi si
occuperà di questi temi".

Per la CGIL il tema è tanto più attuale se affiancato a quello della crisi
economica. "La crisi non può essere una scusa per dimenticare la sicurezza
sul lavoro", continua Scudiere. "Su questi temi l' Italia non può essere il
figlio povero dell' Europa, la vera crescita c' è solo se si investe sulla
qualità, e questo significa investire sulla sicurezza".

Il timore del sindacato è che al contrario si sacrifichi la sicurezza in
nome di una crescita a tutti i costi. Un segnale preoccupante, secondo
Scudiere, "riguarda i lavoratori dell' edilizia che andranno in pensione fra
i 60 e i 70 anni".

Proprio l' edilizia, insieme all' agricoltura, è il settore in cui la
situazione è più pesante.

Incidenti "banali" come cadute dalle impalcature o ribaltamenti di trattori
sono all' ordine del giorno.

"È inaccettabile che si verifichino ancora episodi di questo genere", spiega
il segretario, "in Italia la situazione sembra essere schizofrenica: da un
lato c' è un buon numero di aziende che si impegna sulla sicurezza, dall'
altro continuano a verificarsi incidenti che potrebbero essere evitati anche
con poco sforzo".

Il convegno di Rimini, a cui partecipano anche rappresentanti di INAIL,
ANMIL, Ministero del Lavoro, Confindustria, CONFAPI e CNA, è anche un'
occasione di confronto fra sindacato e imprese su "un percorso comune che
andrà avanti", conclude Scudiere.

1 febbraio 2012



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Segno che c' è qualcosa che non va.


Quando circa 2 mesi fa nella mia lettera aperta al Ministro Fornero (che
parlava di un suo impegno personale e del Governo sulla sicurezza sul
lavoro), ricordavo che al di là delle belle parole sulla sicurezza sul
lavoro, poi ci vogliono i fatti, probabilmente avevo ragione.


Il Governo Monti sta facendo poco per la sicurezza sul lavoro.

Non è con le dichiarazioni sui mezzi d' informazione che si migliora la
sicurezza sul lavoro.



Dal Governo Monti e in particolar modo dal Ministro Fornero, che ne ha fatto
una suo impegno personale, tanto da essersi tenuta la delega per la
sicurezza sul lavoro, ci aspettiamo molto di più.



Il Governo Monti vuole veramente migliorare la sicurezza sul lavoro?

Inizi a ripristinare le norme per la sicurezza sul lavoro volute dal Governo
Prodi, e stravolte dall' ex Governo Berlusconi, per mano dell' ex Ministro
Sacconi.

Quello si che sarebbe davvero un bel passo in avanti per la sicurezza sul
lavoro!!!

Ovviamente, non basta solo quello!



Marco Bazzoni

Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Firenze



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Da: Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it

Data: 02/02/2012 20.27

A:
Ogg: COMUNICATO OPERAI THYSSENKRUPP ADESIONE MANIFESTAZIONE NAZIONALE
FIOM-CGIL 11 FEBBRAIO 2012


Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino in sostegno alla Manifestazione Nazionale
indetta da FIOM-CGIL a Roma, sabato 11 febbraio 2012


Il recente decreto "salva Italia" varato dal Governo Monti, che impone
misure "lacrime e sangue" per i lavoratori e gli strati più poveri della
popolazione (eliminazione del CCNL, del reintegro sul posto di lavoro per i
licenziati "senza giusta causa", dell' articolo 18 ed eliminazione e
riduzione degli ammortizzatori sociali in sostegno al reddito), spinge alla
mobilitazione intere fasce di lavoratori e cittadini in difesa della propria
dignità e del proprio posto di lavoro: taxisti, lavoratori dei trasporti e
coltivatori in Sicilia, Movimento dei Forconi, lavoratori della pesca,
Movimento Pastori Sardi, lavoratori degli appalti su Trenitalia, lavoratrici
Omsa, Alcoa, Fincantieri Genova, comitati di lotta, studenti, movimento NO
Tav, ecc.


Esponenti dei poteri economici quali Goldman Sachs, BCE e banche europee
(Monti in Italia e Papademos in Grecia, il primo ex commissario europeo, il
secondo ex vicepresidente della BCE) sono chiamati a risolvere questa crisi,
dopo che essi stessi l' hanno creata!

Per questo non dobbiamo cadere nel tranello e credere che facendo "qualche"
sacrificio ci condurrà fuori dalla crisi. Solo con la lotta per estromettere
i vari Monti e i suoi lacchè e porre al governo esponenti accreditati tra
cittadini e lavoratori potremmo prendere quelle misure necessarie per uscire
dalla crisi: creare occupazione nazionalizzando e riconvertendo alcune
produzioni nocive nel rispetto della salute dei lavoratori e dell' ambiente,
investendo nella cultura (potenziare musei, aprirli di più e meglio),
rendere più efficiente il trasporto pubblico (corse notturne di bus e metro
a prezzi contenuti in tutte le città italiane), salvaguardando il territorio
da abusivismi vecchi e nuovi (occupando nella pulizia dell' ambiente e nelle
bonifiche disoccupati e cassintegrati).


Anche noi come lavoratori in mobilità ed ex lavoratori ThyssenKrupp abbiamo,
come tutti, sogni, aspirazioni e competenze da mettere in campo, se solo ce
ne venisse data l' opportunità: il sindaco di Torino Fassino si è preso
questo pubblicamente impegno nell' ottica del progetto di rilancio della
Gran Torino capitale del lavoro alla quale anche noi vogliamo dare il nostro
contributo. Finora, dopo sette mesi dall' incontro con il Sindaco, ancora
nessun riscontro concreto.

Buona l' idea di rompere il patto di stabilità, ma solo se serve per creare
posti di lavoro (utilizzando anche gli ingenti risarcimenti ottenuti dagli
Enti locali dal processo Thyssen) e non per pagare i debiti che il Comune ha
verso banche e istituti finanziari, veri responsabili delle condizioni in
cui versiamo.


In risposta a queste misure che fanno carta straccia dei diritti di
cittadini e lavoratori la FIOM-CGIL ha indetto una Manifestazione Nazionale
a Roma sabato 11 febbraio alla quale gli ex lavoratori ThyssenKrupp di
Torino aderiscono e si fanno promotori invitando anche i sindacati di base
(USB, COBAS, SLAI COBAS, ecc.), tutti i lavoratori, cittadini e appartenenti
a comitati di lotta, organismi e associazioni che si battono in difesa dei
diritti dei lavoratori ad aderire e partecipare a questa importante giornata
di lotta.


Importante aderire, firmare e promuovere fra i propri contatti l' Appello 11
febbraio, la società civile in piazza con la Fiom per un' Italia di
"giustizia e libertà" promosso da FIOM-CGIL e Micromega a sostegno della
manifestazione.



NO ALLE MISURE IMPOSTE DAL GOVERNO MONTI!

SI AL COORDINAMENTO TRA LAVORATORI E LOTTE!


Torino, 2 febbraio 2012 Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino



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From: NotizieInMARCIA ! redazione@ancorainmarcia.it

To:

Sent: Saturday, February 04, 2012 10:40 PM

Subject: LICENZIAMENTO DE ANGELIS: TRENITALIA PRESENTA RICORSO E POI CHIEDE
A DE ANGELIS UN' ABIURA PER RITIRARLO


ULTIM' ORA: il Prefetto di Roma, a causa del maltempo, dispone per lunedì 6
febbraio 2012 la chiusura totale di scuole e uffici.

Saranno quindi chiusi anche tutti gli uffici giudiziari conseguentemente l'
udienza d' appello del ricorso di Trenitalia, prevista proprio il 6
febbraio, contro il reintegro di Dante De Angelis sarà rinviata a data da
destinarsi.



LICENZIAMENTO DE ANGELIS: TRENITALIA PRESENTA RICORSO E POI CHIEDE A DE
ANGELIS UN' ABIURA PER RITIRARLO



Si terrà quindi in data da destinarsi, l' udienza conclusiva sul ricorso
presentato da Trenitalia, presso la Corte d' Appello di Roma, relatrice la
dottoressa Donatella Casablanca, contro la sentenza di annullamento che ha
reintegrato il "nostro" macchinista Dante De Angelis al suo posto di lavoro
dopo il clamoroso licenziamento di ferragosto del 2008. Il provvedimento era
stato motivato dalle dichiarazioni che egli aveva rilasciato a seguito dei
ripetuti incidenti accaduti ai treni Eurostar in quel periodo.

Secondo l' azienda gli allarmi lanciati risultavano non veritieri e dannosi
per la sua immagine.



Tra gli incidenti avvenuti in quel periodo, aveva fatto scalpore, in
particolare, lo spezzamento dei treni ETR 500 Frecciarossa, che pur non
avendo causato danni alle persone avevano messo in evidenza seri problemi
strutturali, di progettazione e di manutenzione ai treni "di punta" delle
FS. Da questo la durissima reazione dall' azienda nei confronti di un
rappresentante per la sicurezza dei lavoratori che aveva doverosamente posto
il problema della sicurezza su alcuni convogli per prevenire il ripetersi di
fatti analoghi.



Era intervenuto direttamente anche l' Amministratore Delegato Mauro Moretti
il quale, pur riconoscendo i difetti progettuali di quei treni, aveva
rivendicato personalmente la scelta del licenziamento.



In realtà fu chiaro a tutti che i dirigenti aziendali colsero l' occasione
per espellere un delegato sindacale scomodo che aveva posto al centro della
sua attività la verifica ed il controllo delle condizioni di sicurezza dei
lavoratori e dei viaggiatori.

Tanto più che dopo alcuni giorni dal primo spezzamento, avvenuto il 14
luglio 2008, ne avvenne un secondo che interessò un treno vuoto, appena
arrivato a Milano e il 24 gennaio 2009 ad Anagni, sulla linea Alta Velocità
Napoli-Roma, si spezzò addirittura il treno Frecciarossa 9456, partito da
Napoli e diretto a Bologna, carico di viaggiatori. Fortunatamente nonostante
il rischio corso dai viaggiatori e dal personale non vi sono stati feriti.
Però solo dopo il clamoroso spezzamento di Anagni e grazie alla conseguente
inchiesta ministeriale, ed alle prescrizioni dell' Agenzia Nazionale per la
Sicurezza Ferroviaria (ANSF) Trenitalia è stata finalmente costretta a
riconoscere la necessità di rivedere i protocolli di manutenzione e
sostituire i ganci di tutta la flotta, cose di cui fino a quel momento aveva
fermamente negato la necessità.



Nonostante questi eventi che dimostravano la fondatezza e la correttezza
dell' operato di De Angelis, egli per vedere annullato il licenziamento
dovette attendere il 26 ottobre 2009 per la pronuncia del Giudice del Lavoro
di Roma, Dario Conte, il quale con una dettagliata sentenza riconobbe che De
Angelis aveva agito legittimamente, nell' interesse generale, rispettato la
verità sostanziale dei fatti e che non aveva usato termini offensivi o
denigratori.



L' azienda, con un accanimento degno di ben altre finalità ha presentato,
contro ogni logica giuridica, ricorso in appello contro questa sentenza
insistendo e sostenendo una tesi molto insidiosa pur di per espellere De
Angelis dal suo lavoro: secondo i legali del gruppo FS Spa, infatti, il
diritto di critica garantito a tutti i cittadini dall' articolo 21 della
Costituzione si applicherebbe in maniera attenuata ai lavoratori dipendenti
e pertanto resterebbe preclusa la possibilità di criticare la propria
azienda, a prescindere dalla veridicità di quanto si dice, anche su un tema
così rilevante come quello della prevenzione degli incidenti ferroviari.



Nella prima udienza del giudizio d' appello, tenutasi il 21 novembre scorso,
la Corte d' Appello, rinviando la sentenza a successiva udienza (che avrebbe
dovuta appunto il 6 febbraio) aveva pure invitato le parti a trovare un'
intesa per una transazione bonaria.

Trenitalia ha inviato nei giorni scorsi la propria offerta per ritirare il
ricorso d' appello: chiede che De Angelis accetti di subire 10 giorni di
sospensione e, soprattutto, firmi una dichiarazione che smentisca le
risultanze delle inchieste sugli spezzamenti.

Quella che chiedono al nostro compagno di lavoro somiglia ad una vera e
propria "ritrattazione" dal vago sapore di "abiura", che ha scarse
probabilità di essere accettata, finalizzata evidentemente più ad una
pubblica umiliazione di fronte ai compagni di lavoro e all' opinione
pubblica, che ad una reale volontà conciliativa.



Questa vicenda mostra come ancora una volta l' articolo 18 sia un presidio
di giustizia e di tutela non solo del singolo lavoratore ma anche della
prevenzione, della sicurezza sul lavoro, la sicurezza nei trasporti e in
generale di una qualsiasi attività produttiva: senza queste tutele nessun
lavoratore potrebbe mai occuparsi ed esprimersi sui rischi e i pericoli di
cui è a conoscenza.

La sentenza che sarà pronunciata è estremamente importante per tutti; per
questo invitiamo i ferrovieri e tutte le persone interessate a presenziare
all' udienza.



Roma, 1 febbraio 2012




ECCO IL TESTO DELL' ABIURA

BOZZA DICHIARAZIONE CHE SI CHIEDE VENGA RILASCIATA DAL SIG. DE ANGELIS

In merito al contenzioso da me promosso nei confronti della società,
relativo al provvedimento adottato nei miei confronti a seguito delle
dichiarazioni da me rese all' Agenzia di stampa Adnkronos in data 18 luglio
2008, a seguito di quanto accaduto durante le operazioni preliminari di
controllo e di predisposizione dell' Eurostar 9427 Milano-Roma, gli elementi
di conoscenza più precisi che successivamente sono emersi, e che ho avuto
modo di acquisire e condividere, mi consentono di precisare oggi quanto
segue.



Devo anzitutto riconoscere che l' inchiesta tecnica effettuata sull'
episodio ha escluso carenze manutentive, o usura dei materiali, ed ha
consentito di ribadire che nell' evento non è stata messa a rischio né l'
incolumità dei lavoratori, né si sarebbe potuta potenzialmente mettere a
rischio l' incolumità dei passeggeri.



Tale tesi ha successivamente trovato conferma nella pronuncia in data 20
novembre 2008 del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di
Milano che, accogliendola richiesta avanzata dal Pubblico Ministero, ha
disposto l' archiviazione del procedimento penale avviato in relazione agli
stessi fatti dichiarando che: "il reato contestato si ritiene concretizzato
con il verificarsi del pericolo cui la propria azione od omissione è
diretta. Nella specie, l' evento ipotizzato, non risulta essersi
verificato".



Le dichiarazioni che ho rilasciato nell' immediatezza del fatto erano
ovviamente fondate sugli scarsi elementi di conoscenza che avevo in quei
momenti.



Quanto è stato da me successivamente acquisito mi permette oggi di asserire
che le mie valutazioni relative allo stato di manutenzione ed usura dei
materiali rotabili, riferite in particolare all' evento del 14 luglio u.s.,
erano errate.

Voglio confermare di non aver mai messo in discussione lo stato di sicurezza
delle Ferrovie Italiane. Ho invece rappresentato l' esigenza di tenere alta
la vigilanza che l' Azienda quotidianamente persegue anche attraverso la
collaborazione e l' esperienza dei lavoratori, con risultati di cui, per
primi, i dipendenti vanno fieri.



Devo riconoscere altresì che, relativamente all' episodio verificatosi, l'
Azienda si è adoperata in questo lasso di tempo trascorso dall' evento per
neutralizzare anche eventuali errori degli operatori comunicando correttivi
tecnologici alle imprese fornitrici.



Va infine dato atto alla società che ha colto l' opportunità di quanto
avvenuto per rafforzare e migliorare il rapporto con le Organizzazioni
Sindacali ed i Rappresentati della Sicurezza dei Lavoratori, che possono
fornire un importante contributo al mantenimento dei livelli di eccellenza
nella sicurezza delle ferrovie italiane.



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From: Stefano Ghio procomto@libero.it

To:

Sent: Saturday, February 04, 2012 10:19 AM

Subject: PROCESSO ETERNIT: SI AVVICINA LA SENTENZA



PROCESSO ETERNIT: SI AVVICINA LA SENTENZA

Lunedì 13 febbraio, la Rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro
sarà, come sempre, presente con una sua delegazione al processo Eternit.



La Corte, presieduta dal giudice Giuseppe Casalbore, leggerà la sentenza che
chiude il primo grado del processo al miliardario svizzero Stephan
Schmidheiny e al barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de
Marchienne: i padroni della multinazionale svizzero-belga dell' amianto, l'
Eternit, responsabile del genocidio pianificato ai danni dei lavoratori e
dei residenti nelle città, comprese quelle vicine, dove avveniva la
produzione di manufatti in cemento-amianto.


Nell' attesa, occorre registrare (con una certa soddisfazione) una notizia
sul fronte degli accordi tentati dal magnate svizzero per evitare la giusta
condanna, e conseguente meritatissima galera: il Comune di Casale Monferrato
ha deciso di rifiutare, come già pochi giorni fa avevano fatto sette paesi
più piccoli del suo comprensorio, la "offerta del diavolo", i 18,3 milioni
con i quali lo Schmidheiny avrebbe voluto lavarsi la coscienza dai quasi
1.700 decessi per malattie asbesto-correlate avvenuti nel capoluogo
monferrino e nei paesi limitrofi.



Nel contempo dalla Liguria arriva una storia, concernente sempre il medesimo
tema, che dimostra ancora una volta come ai padroni, anche se sono
cooperative, non interessi nulla della salute dei lavoratori; al porto di
Savona e Vado Ligure opera la Compagnia Unica Lavoratori Portuali (CULP): un
anno fa, dopo dieci anni di dibattito, il Tribunale civile del capoluogo del
ponente ligure ha condannato la CULP, nella sua qualità di datore di lavoro,
al risarcimento di due milioni e quattrocentomila euro a favore degli eredi
di due ex soci deceduti, nel corso degli anni novanta, a causa del
mesotelioma pleurico.

La CULP si difende affermando che all' epoca dei fatti non svolgeva funzioni
di impresa, ma si limitava a mettere a disposizione il personale "in base
alle disposizioni dell' Ufficio lavoro portuale"; insomma, non era un'
impresa ma operava come intermediatrice nella cessione di personale ad altri
soggetti: né più né meno che caporalato legalizzato, la stessa odiosa
pratica che oggi viene applicata dalle agenzie interinali.



Casale Monferrato (Al), 04 febbraio 2012



Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova

http://pennatagliente.wordpress.com



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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com

To:

Sent: Saturday, February 04, 2012 11:45 AM

Subject: 18 RAGIONI PER DIRE NO ALL' ABOLIZIONE DELL' ARTICOLO 18 DELLO
STATUTO DEI LAVORATORI



PRESIDENTE MONTI E MINISTRA FORNERO L' ARTICOLO 18 NON ANNOIA MA DA'
DIGNITA' A CHI LAVORA



18 RAGIONI PER DIRE NO ALL' ABOLIZIONE DELL' ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI
LAVORATORI



Premessa

Come tutti gli umani anche i datori di lavoro e i superiori non sono tutti
degli stinchi di santo



Con una scusa potrai essere licenziato se:

1) sciopererai contro l' azienda o per il contratto (i precari non
scioperano mai pena il mancato rinnovo);

2) sei donna e vuoi fare più di un figlio (ricordiamoci dei licenziamenti in
bianco fatti firmare dalle giovani donne);

3) ti ammali di una patologia invalidante e hai ridotto le tue capacità
lavorative;

4) passi un periodo di vita difficile e non dai il massimo;

5) hai acciacchi ad una certa età che riducono le tue prestazioni (ed è
molto probabile con l' allungamento dell' età lavorativa voluta dal
governo);

6) sei "antipatico" al proprietario o a un capo che ti mettono a fare lavori
meno qualificati e umilianti (mobbing);

7) chiedi il rispetto delle norme sulla sicurezza (nei luoghi di lavoro dove
non esiste l' articolo 18 gli infortuni gravi e i casi mortali sono molti di
più);

8) rivendichi la dignità di lavoratore, di uomo e donna;

9) sei politicamente scomodo (ricordiamoci dei licenziamenti e dei reparti
confine degli anni ' 50 e ' 60);

10) non ci stai con i superiori;

11) contesti l' aumento del ritmo di lavoro;

12) t' iscrivi ad un sindacato vero (su 1.000 lavoratori richiamati alla
FIAT di Pomigliano non uno è iscritto alla FIOM);

13) appoggi una rivendicazione salariale o di miglioramento delle condizioni
di lavoro;

14) fai ombra al superiore e se pensa che sei più bravo di lui e puoi
prenderne il posto (a volte comandano più del proprietario);

15) hai parenti stretti con gravi malattie e hai bisogno di lunghi permessi;

16) non sei più funzionale alle strategie aziendali;

17) reagisci male ad un' offesa di un superiore;

18) dimostri anche allusivamente una mancanza di stima verso il capo e il
proprietario.



Ne avrei altre, ma sono 18 come l' articolo che vogliono abolire o
stravolgere.



Molte di queste situazioni le ho toccate con mano nei miei quarant' anni di
lavoro in fabbrica e alcune altre riportate dalla stampa.



Se il Presidente Monti e la Ministra Fornero rispondono in merito a quanto
ho scritto spiegando ai lavoratori italiani cosa faranno contro queste
potenziali discriminazioni, mi convinceranno sull' abolizione dell' articolo
18.



Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione e curatore dell' Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro

http://cadutisullavoro.blogspot.com



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From: Assemblea 29 giugno assemblea29giugno@gmail.com

To:

Sent: Sunday, February 05, 2012 7:30 PM

Subject: INIZIATIVA A GENOVA CON IL FERROVIERE RICCARDO ANTONINI LICENZIATO
DA TRENITALIA


Estendo l' invito a chiunque voglia partecipare all' iniziativa che si terrà
mercoledì 15 febbraio alle ore 21 presso il CAP di via Albertazzi (di fronte
ingresso COOP stazioni marittime) con Riccardo Antonini promossa dal
Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova.

Giacomo

No al licenziamento del ferroviere Riccardo Antonini La notte del 29 giugno
2009, un treno merci che trasportava GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) è
deragliato nella stazione ferroviaria di
Viareggio. Un carrello si è rotto, alcune cisterne sono deragliate di cui
una cisterna si è forata.

E' fuoriuscito il GPL e dopo 3-4 minuti l' esplosione e l' incendio che ha
provocato la morte di 32 persone, ustioni gravissime per altre e un' intera
zona della città devastata.


Non è stata una fatalità, ma una strage annunciata e consumata sull' altare
del profitto, del supersfruttamento, del disprezzo della vita umana: UNA
STRAGE DEL CAPITALE.

Un' impresa capitalistica, infatti, funziona proprio così: valuta i costi e
se ritiene economicamente conveniente abbassare i livelli di sicurezza per
aumentare i profitti, penalizza fino a cancellare la sicurezza e la salute
per i lavoratori e i cittadini. È quello che avviene
quotidianamente in mare, nei porti, nei cantieri edili, nelle fabbriche e,
appunto, in ferrovia.


Il 9 settembre 2011 slogan e fischi alla Festa del PD di Genova hanno
accolto l' Amministratore Delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane,
Mauro Moretti.

L' Associazione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio, che
continua a chiedere le dimissioni di Moretti e nella sola città di Viareggio
ha raccolto 10.000 firme, ha mostrato le foto delle 32 vittime del disastro
ferroviario.

Altri solidali con la lotta contro la TAV hanno gridato, annullando la voce
del moderatore del dibattito.
Moretti ha pensato bene di levare le tende ad "alta velocità" scortato da
agenti di polizia che lo hanno imbarcato sull' auto di rappresentanza.


Il 7 novembre 2011 il ferroviere Riccardo Antonini, tra i promotori dell'
Assemblea 29 giugno, costituitasi immediatamente dopo la strage, e
consulente nominato da alcuni famigliari delle vittime e dalla FILT-CGIL di
Lucca nell' incidente probatorio (ambito che precede il processo nella
formazione di prove irripetibili), è stato prima diffidato, poi sospeso 10
giorni ed infine licenziato con motivazioni a dir poco ridicole e
provocatorie "per essersi posto in un evidente conflitto d' interessi". L'
indagato Moretti licenzia il ferroviere consulente di familiari e del
sindacato! Tra le motivazioni del licenziamento anche la presenza al mancato
dibattito a Genova, per la contestazione all' indagato Moretti.

Un altro ferroviere, macchinista RLS (Rappresentante per i Lavoratori per la
Sicurezza), a causa della stessa diffida, era stato costretto ad abbandonare
l' incarico di consulente di parte nell' incidente probatorio.


Riccardo è stato licenziato perché ha scelto di mettere le sue competenze a
disposizione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio, per la
verità e la giustizia. Il suo licenziamento è una rappresaglia non solo
contro l' impegno politico e sociale di un lavoratore, ma contro tutti
coloro che si battono per la sicurezza nei luoghi di lavoro e sul
territorio. Vogliamo unirci alla mobilitazione per la riassunzione di
Riccardo.Assemblee, cortei, occupazione di binari con blocco di un intercity
in stazione, sono state le prime risposte al licenziamento.



Il 6 dicembre lo sciopero generale della Versilia ed una manifestazione a
cui hanno partecipato oltre mille persone hanno ribadito la solidarietà ed
il sostegno a Riccardo. Poi le presa di posizione all' unanimità del
Consiglio provinciale di Lucca, del Consiglio comunale di Viareggio e dei
Comuni della Versilia. La Cassa di solidarietà tra ferrovieri contribuisce a
sostenere anche economicamente i lavoratori delle ferrovie colpiti dalle
rappresaglie politico-sindacali come i licenziamenti, le sospensioni ed
altri provvedimenti.



MERCOLEDÌ 15 FEBBRAIO ALLE ORE 21.00 PRESSO IL CIRCOLO AUTORITA' PORTUALE
VIA ALBERTAZZI 3R A GENOVA INCONTRO/DIBATTITO CON RICCARDO ANTONINI



Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali



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From: Giuseppe Grillo grillo@macchinistiuniti.it

To:

Sent: Sunday, February 05, 2012 8:23 PM

Subject: PER UNA PICCOLA IMPRESA LICENZIARE E' SEMPRE GIUSTO? UNA STORIA
REALMENTE ACCADUTA.



NON E' L' ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI CHE FA DIMINUIRE IL PIL E
AUMENTARE LO SPREAD......

IL 3 DICEMBRE 2010 LO SPREAD TRA BTP E BUND TEDESCHI ERA PARI A 162 PUNTI
BASE..... EPPURE L' ARTICOLO 18 ERA VIVO E VEGETO!!!!!!



LOR SIGNORI...... GLI AZZECCAGARBUGLI DI MANZONIANA MEMORIA..... QUANTO MI
MANCA ENRICO....



Cari cittadini della Repubblica Antifascista Italiana.

Sono un cittadino di 54,5 anni. Vi racconto una storia.

Dal gennaio del 1980 fino all' aprile del 1981 ho lavorato in una piccola
impresa metalmeccanica del natio paese calabro.

I primi mesi di lavoro trascorsero senza particolari difficoltà con la
dirigenza dell' azienda, pur consapevole che l' impresa non rispettava del
tutto il CCNL dei metalmeccanici.



Si lavorava il sabato, retribuito senza la maggiorazione per lavoro
straordinario previsto dal CCNL. Inoltre i minimi stipendiali erano
inferiori a quelli previsti dal CCNL in vigore.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quando i miei colleghi
lavoratori mi dissero che sulla 13a mensilità non veniva riconosciuta l'
indennità di contingenza.

Bisogna ammettere che la dirigenza di questa piccola impresa aveva già
capito tutto sul fatto che la scala mobile, prima o poi, dovesse essere
abolita...

Ero un ragazzo più che 20enne iscritto al PCI, partito nelle cui fila
militava il Presidente Giorgio Napolitano.



A tutto questo mi ribellai, convinsi gli operai a scioperare. Con l' aiuto
della CGIL costringemmo l' impresa ad aprire un tavolo di discussione all'
associazione industriale di Cosenza per dirimere la controversia.

In tale occasione seppi che nelle piccole imprese non potevano esserci
delegati dei lavoratori. L' azienda promise il rispetto del CCNL e lo
sciopero terminò.

Purtroppo le cose non andarono per il verso giusto. Alla prima occasione
utile l' impresa mi spedì la lettera del licenziamento senza "Giusta Causa".

Mi ha licenziato un "imprenditore socialista" con una scusa perché lo poteva
fare, perché in quella piccola azienda non si applicava l' articolo 18 dello
Statuto dei Lavoratori (L.300/70).


A 23 anni ho potuto verificare la mia "impotenza" di fronte all' arroganza
padronale. Mi disse: "Giuseppe io ti posso licenziare, l' avvocato mi ha
detto che posso farlo occupando meno di 16 persone".

Per essere più sicuro di licenziare l' imprenditore socialista occupava solo
13 persone. Dopo pochi mesi dal mio licenziamento l' azienda continuò come
prima, tenendo a bada qualsiasi velleità dei lavoratori rimasti.

Dopo qualche anno l' azienda licenziò tutti gli operai.....



Cari cittadini della Repubblica Antifascista Italiana.

Si può licenziare senza o con "Giusta Causa"?

In verità vi dico che la causa è sempre "Giusta" per qualsiasi imprenditore
che vuole eliminare la "gramigna lavoratore" che chiede il rispetto dei
propri Diritti e della propria Dignità!



Bisognerebbe far rispettare a tutte le imprese l' articolo 18 dello Statuto
dei Lavoratori.

Che significa che le imprese non vengono ad investire se non si abolisce l'
articolo 18?

Ma che razza di società si vuole costruire?

Spero che il sindacato tutto non accetti siffatto RICATTO!!!!!!



Buona Vita!



Cittadino Giuseppe Grillo


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