sabato 21 dicembre 2013

Amianto 21 morti all'Alfa di Arese: chiesto il processo per Cantarella



L'ex amministratore delegato della Fiat sotto inchiesta a Milano insieme con i vertici dell'azienda fra gli anni Ottanta e Novanta. L'accusa a loro carico è di omicidio colposo. Sette in tutto gli indagati
Paolo Cantarella, ex amministratore delegato della Fiat, rischia di essere processato per omicidio colposo nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Milano su ex operai dello stabilimento di Arese morti per amianto. Il procuratore aggiunto Nicola Cerrato e il pm Maurizio Ascione hanno chiesto
nei giorni scorsi il rinvio a giudizio di Cantarella e altri sei indagati, tutti ex manager di Fiat, per 21 decessi legati all'esposizione all'amianto negli anni Ottanta e Novanta. Cantarella ricopre attualmente la carica di consigliere di Finmeccanica.

Cantarella è coinvolto nell'inchiesta in qualità di presidente di Alfa Lancia spa e di Alfa Industriale e di amministratore delegato di Fiat Auto spa tra il 1991 e il 1996. Rispondono in concorso per lo stesso reato i vari vertici del gruppo che si sono succeduti in quegli anni: Corrado Innocenti, ex ad Alfa Romeo spa; Piero Fusaro, ex presidente di Lancia Industriale spa ed ex ad di Lancia Industriale spa; Luigi Francione, ex presidente Alfa Lancia spa; Giorgio Garuzzo, ex presidente Fiat Auto spa; Vincenzo Moro, ex ad Alfa Romeo, e Giovan Battista Razelli, ex ad Alfa Lancia Industriale.

L'avvocato Giovannandrea Anfora, che rappresenta Cantarella, Fusaro e Francione, fa sapere in una nota che "già nel corso delle indagini preliminari sono state presentate adeguate argomentazioni tese a dimostrare l'infondatezza delle contestazioni". In particolare, si legge nel comunicato, "è già stato evidenziato che nelle lavorazioni dello stabilimento di Arese non era previsto alcun utilizzo di materiali
contenenti amianto, così come è già stato pure adeguatamente dimostrato come comunque negli anni oggetto di accertamento giudiziario fosse inesistente alcun fattore di rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori".

In occasione della prossima udienza preliminare - conclude il legale - "della quale peraltro non abbiamo ancora avuto formale comunicazione, siamo certi che tali argomentazioni potranno essere ulteriormente riproposte e meglio considerate ai fini della giusta decisione sulla insussistenza delle accuse".
(19 dicembre 2013)

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