giovedì 5 dicembre 2013

Tirreno Power Savona - emissioni mortali


Savona - Sarebbe compreso in una forbice tra 470 e 490 l’aumento dei casi di mortalità in seguito alle emissioni di Tirreno Power.
Ma non solo. Nelle zone a maggior ricaduta degli effetti nocivi della centrale, ci sarebbe stato un aumento dei ricoveri sia nelle persone adulte sia in quelle in giovane età, che si aggira sul migliaio di casi.
È una delle conclusioni a cui sono arrivati i periti nominati dalla procura nella consulenza depositata
nei mesi scorsi e che prende a riferimento il periodo tra il 2000 e il 2007. Un lavoro che è già stato illustrato al direttore dello stabilimento vadese quindici giorni fa nel corso dell’interrogatorio davanti al procuratore Francantonio Granero e al sostituto Chiara Maria Paolucci e che entro il fine settimana dovrebbe diventare di pubblico dominio con la consegna al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando
(l’unica amministrazione ad averlo richiesto), ma anche alle difese dei tre indagati del voluminoso dossier.
Ma le sorprese dell’accurato lavoro tecnico si annunciano piuttosto clamorose. A cominciare dalle cause prese in esame per l’incremento della mortalità.
I consulenti dell’accusa infatti hanno tralasciato gli aspetti tumorali (difficili da imputare con esclusività alla centrale a carbone) concentrandosi sulle malattie cardiovascolari e respiratorie. Un colpo di scena inatteso, ma che gli esperti avrebbero spiegato con la maggior facilità ad individuare le possibili cause.
Il lavoro dei periti è stato piuttosto capillare a cominciare dallo studio sui licheni che ha permesso di stabilire le zone della provincia a minore o maggiore ricaduta degli effetti della centrale. E in questa fase è stato possibile accertare, per esempio, come la frazione di San Genesio sia quella maggiormente a rischio per la salute pubblica. Un primato finora sconosciuto e che indubbiamente non lascia tranquilli chi in quella frazione a ridosso delle ciminiere tanto contestate dagli ambientalisti cui vive. Ma è proprio da questi elementi che i tecnici sono poi potuti arrivare alla conclusione dell’aumento nella mortalità piuttosto elevato. L’incremento, riferito al periodo preso in esame, ha infatti come parametro di riferimento le aree a minore ricaduta rispetto a San Genesio per esempio
Ed è proprio su queste basi che il procuratore Francantonio Granero ha aperto il fascicolo per disastro ambientale, reato contestato a tre manager dell’azienda.
Elementi che due mesi fa avevano spinto lo stesso magistrato ad evidenziare come «ci sia stato un danno per la salute pubblica». Contestazioni che l’azienda ha sempre rispedito al mittente evidenziando come i dati e i monitoraggi abbiano sempre mostrato la buona qualità dell’aria nell’area vadese. Più complicato invece per gli inquirenti dimostrare il nesso causale tra l’inquinamento e i casi di morte. Non a caso il fascicolo per omicidio colposo è rimasto a carico di ignoti.
Che qualcosa non sia andato per il verso giusto in quel periodo specifico preso in esame starebbero a dimostrarlo le centinaia di documenti acquisiti la scorsa settimana dai carabinieri del Noe di Genova in
missione con la procura nei palazzi romani del ministero, Ispra e Ippc, ossia nella trafila degli organismi incaricati di controllare e vigilare sull’autorizzazione integrata ambientale. Ma il lavoro non sembra essersi ancora concluso. I blitz al di fuori della cittadella giudiziaria dovrebbero ripetersi a breve.

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