Pirelli, operai uccisi dall'amianto
processo per undici ex dirigenti
L'accusa è di non aver preso contromisure per l'esposizione dei lavoratori alla sostanza che ha provocato malattie respiratorie che, nella maggioranza dei casi, si sono rivelate mortali Sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo undici ex dirigenti degli stabilimenti Pirelli di viale Sarca e via Ripamonti accusati di aver lasciato esposti all'amianto negli anni Ottanta 24 lavoratori, provocando l'insorgere di gravi malattie che, nella maggioranza dei casi, li ha portati alla morte nell'ultimo decennio.
Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Luigi Varanelli su richiesta del pubblico ministero Maurizio Ascione. Il processo comincerà il 19 dicembre davanti alla sesta sezione penale del tribnale di Milano. Sono già costituiti parte civile non solo tutte le presunte vittime o i loro eredi, ma anche Inail, Asl e Regione.
Gli ex dirigenti della Pirelli, mandati a processo dal giudice, sono ex componenti del cda o ex ad della società che sono stati in carica, per periodi diversi, negli anni che vanno dal '79 all88. Secondo l'accusa, in quel periodo gli operai, che si sono poi ammalati di forme tumorali gravi o sono morti per mesotelioma pleurico, lavoravano all'interno degli stabilimenti milanesi, senza alcun sistema di protezione.
Hanno subito dunque esposizioni 'massicce e ripetute' all'amianto che hanno causato le malattie e le morti. Gli operai vittime della sostanza tossica, poi messa al bando, lavoravano in diversi reparti, da quello relativo agli autocarri a quello delle mescole. L'amianto, stando al capo d'imputazione, veniva usato dalla mescola delle gomme alla tubazione dei serbatoi. Il reato di omicidio colposo, contestato a tutti gli ex responsabili Pirelli, è aggravato dalla violazione di alcune normative sulla sicurezza sul lavoro
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