martedì 22 gennaio 2013

da Rete Milano - continua la strage di operai

IL 2013 SI APRE CON LA CONTINUA STRAGE DI OPERAI.
17/18 QUELLE UFFICIALI?, OLTRE 25 SE SI CONSIDERANO QUELLI NON DENUNCIATI O VENGONO
RELEGATI COME NOTIZIE DI CRONACA NERA O INCIDENTI STRADALI. E ANCORA
UNA VOLTA LA LOMBARDIA SI DISTINGUE IN QUESTO TRISTE PRIMATO,
SPECIALMENTE NEL SETTORE DELL’EDILIZIA.

Incidente sul lavoro a Lozza
Muore operaio colpito da masso
Pedemontana, sindacati: sciopero di otto ore
La vittima è Costanzo Palmo, 55 anni. E' successo alla Galleria di
Morazzone.  Al momento della disgrazia stava lavorando con una decina
di colleghi, tutti impegnati nelle operazioni di stabilizzazione del
tunnel
Lozza, 21 gennaio 2013 - Un operaio ha perso la vita in un
incidente avvenuto sul cantiere di Pedemontana nella Galleria di
Morazzone nel comune di Lozza. Secondo la ricostruzione, l’operaio è
stato colpito alla testa dalla caduta di materiale durante le
operazioni di scavo della galleria.
Secondo quanto ricostruito la
vittima, Costanzo Palmo, 55enne crotonese, è stato colpito da un
pesante masso. Al momento della disgrazia stava lavorando con una
decina di colleghi, tutti impegnati nelle operazioni di stabilizzazione
del tunnel. D’improvviso si sarebbe staccata una delle reti di
protezione facendo cosi’ cadere parte del materiale roccioso. La
vittima indossava regolarmente il casco protettivo.
“Sono profondamente addolorato - ha detto l’assessore alle Infrastrutture e
Mobilità della Regione Lombardia, Andrea Gilardoni per quanto avvenuto
questa mattina nel cantiere di Pedemontana ed esprimo la mia personale
vicinanza alla famiglia dell’operaio deceduto, alle maestranze e alla
società. Episodi dolorosi come questo ci invitano a riflettere sull’
importanza di garantire il massimo della sicurezza nei nostri cantiere:
l’impegno su questo tema deve essere assolutamente prioritario”.
I
SINDACATI - I sindacati edili di Uil, Cisl e Cgil delle province di
Varese e Como, sono fortemente preoccupati per quanto accaduto ed hanno
indetto uno sciopero di otto ore con assemblea permanente in tutti i
cantieri della Pedemontana. In particolare, scrivono i sindacati, ‘’
denunciamo che l’accelerazione dei lavori, con i conseguenti turni
lavorativi, mal si concilia con le condizioni di sicurezza dei
lavoratori.

‘’E’ inaccettabile - spiegano - che in un’opera di tali
dimensioni, dove sono occupati circa mille lavoratori, che si estende
su piu’ province della Lombardia, laddove la prevenzione deve essere
all’ordine del giorno, accadano tali disgrazie. Pertanto chiediamo una
maggiore e costante attenzione a tutti i soggetti preposti. Attendiamo
con ansia l’esito delle indagini degli organismi preposti al fine di
fare chiarezza’’.

Adro, muore schiacciato da un «muletto»
ADRO.
Tragedia all'interno dell'azienda «Streparava» che produce sospensioni
e assali e che occupa più di 350 persone. Tempestivi ma purtroppo
inutili i soccorsi. Paolo Gavazzi, 54 anni, residente a Zocco di
Erbusco, era sposato e padre di due figli Autista della «Vertua» di
Cologne, è stato travolto durante la fase di carico del mezzo
In via Zocco sono arrivati i soccorsi: per Gavazzi non c'era nulla da fare

Adro. A poco sono serviti i soccorsi inviati sul piazzale di carico
della Streparava, in via Zocco 13 ad Adro: per Paolo Gavazzi,
camionista 54enne della Autotrasporti Vertua di Cologne, investito dal
muletto che doveva caricare il suo camion, non c'era più nulla da fare.
Alle 17 e 20 di una giornata nebbiosa, Gavazzi, sposato e padre di due
figli, è spirato a due passi dal camion, per le lesioni riportate,
facendo piombare nella disperazione l'addetto al carico che guidava il
muletto.  NELLA FABBRICA, che produce assali e sospensioni che
finiscono in mezzo mondo e garantisce 354 posti di lavoro, l'attività è
continuata fino alle 20: con il medico dell'Asl sono arrivati i
carabinieri di Adro, per effettuare i rilievi utili a ricostruire la
dinamica dell'incidente. Ai cancelli si sono presentati i delegati
delle Rsu che, finito il turno di lavoro, volevano capire cosa fosse
successo. Con loro c'erano Paolo Franzoni, delegato Fiom-Cgil e Michele
D'Ariano, della Fim-Cisl: il direttore della fabbrica ha però negato
loro l'accesso.  Poco più tardi la cognata dello sfortunato camionista,
che abita nella vicina frazione di Zocco di Erbusco, è entrata alla
Streparava, così come è arrivato sul luogo dell'infortunio il titolare
dell'azienda di autotrasporti per cui lavorava il 54enne.  Davanti ai
cancelli, con i sindacalisti di Fiom, Fim e Uilm, c'erano le Rsu e
alcuni dipendenti fuori servizio, che chiedevano notizie, cercando di
capire l'accaduto. «Non mi è mai capitato - ha commentato Franzoni - in
tanti anni di attività sindacale, che dopo un infortunio mortale
un'azienda non lasciasse entrare il delegato e le Rsu».  A Erbusco la
notizia è arrivata in un lampo: «Paolo Gavazzi - ha raccontato un
conoscente - era un donatore di sangue della Croce Rossa, apprezzato da
tutti per il suo spirito e la sua capacità di stare in mezzo alla
gente».  Fim, Fiom, Uilm e le Rsu nel frattempo hanno deciso per uno
sciopero di ventiquattr'ore a partire dalle 22 di ieri, con vari
momenti di assemblea, previsti nelle ore notturne e questa mattina.


Giancarlo Chiari
© RIPRODUZIONE RISERVATA


Di seguito il commento di
Gino Carpentiero di Medicina Democratica


martedì 22 gennaio 2013

Brescia 21 gennaio 2013 e' morto un operaio di 54 anni a Adro
schiacciato da un muletto. Il personale medico del 118è subito
intervenuto, ma non c'è stato nulla da fare. I sanitari hanno soltanto
potuto constatare la morte. Non si conosce ancora l'identità della
vittima. Purtroppo è già il secondo morto nella provincia di Brescia in
pochi giorni e come gli anno passati è sempre ai vertici di questa
triste classifica. Varese E' morto Palmo Costanzo un operaio calabrese
di 55 anni colpito da un masso, nel cantiere dell'autostrada
Pedemontana a Lozza. Costanzo era al lavoro in una galleria insieme ad
altri operai, quando dalla galleria si è staccato un masso che lo ha
colpito alla testa, è stato trasportato dal personale del 118
all'ospedale di Varese, dove è morto per le ferite gravi riportate alla
testa. Al momento della tragedia stava lavorando diversi colleghi,
tutti impegnati nelle operazioni di stabilizzazione del tunnel: quando
si è staccata una parte di parete nonostante la rete di protezione.
Dell'accaduto è stata informata la Procura, mentre sul posto per i
primi sopralluoghi sono arrivati i carabinieri e gli ispettori dell'Asl
per verificare il rispetto delle norme antinfortunistiche nei cantieri
edili. cantiere: l'impegno su questo tema deve essere assolutamente
prioritario".
Mentre imprenditori affaristi, banchieri e politici 
corrotti sono impegnati a dare l’assalto finale alla diligenza 
(l’Italia) un altro lavoratore, Palmo Costanzo, minatore della comunità
calabrese, amico di Pietro Mirabelli’ è morto stamattina in una grande
opera in corso in provincia di Varese: la Pedemontana. Un masso si è
staccato dalla volta durante l’operazione di centinatura e lo ha
schiacciato: è morto poco dopo il ricovero all’Ospedale di Varese. La
dinamica è molto simile a quella che uccise il nostro Pietro Mirabelli.
Ancora un omicidio (senza aggettivi) di un lavoratore sull’altare del
profitto. Palmo Costanzo aveva lavorato come minatore alla Galleria del
Carlone a Vaglia (FI) nella squadra di Pietro Mirabelli. Era zio del
giovane Pasqualino Costanzo che perse la vita proprio nella galleria di
Vaglia a soli 23 anni nel gennaio del 2000. Il profitto e gli affari al
primo posto…e la sicurezza dei lavoratori all’ultimo! Anche la dinamica
di questo infortunio, come già era stata quella di Pietro nel cantiere
svizzero di Sigirino (Canton Ticino) sembra evidenziare l’accettazione
del rischio per evitare i cosiddetti tempi morti. L’operazione di
disgaggio che deve necessariamente seguire lo scavo e che precede il
consolidamento della galleria, se non viene compiuto con la massima
precisione e senza fretta con il martellone demolitore può determinare
il distacco di massi dal fronte o dalla volta. Cercheremo di fornire
nei prossimi giorni notizie più precise. Medicina Democratica si unisce
al cordoglio della famiglia e degli amici tra i quali l’Associazione
Minatori di Pagliarelle. Intanto dal perito elvetico che il 30 novembre
doveva consegnare la relazione conclusiva per l’omicidio sul lavoro di
Pietro Mirabelli al Procuratore di Lugano nulla trapela. Probabile che
abbia chiesto un ulteriore proroga. 

Gino Carpentiero – sezione Pietro Mirabelli di Medicina Democratica

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