venerdì 18 gennaio 2013

Taranto Cig Ilva, nuova giornata di lotta

a proposito ultime notizie sull'Ilva
lo Slai cobas per il sindacato di classe Ilva ha avuto un ruolo attivo, proponente e organizzante nelle due iniziative di lotta dei cassintegrati e ribadisce rispetto a tutto questo la sua azione che sarà confermata con un nuovo comunicato domani
I cassintegrati devono rientrare subito - il blocco delle merci  da parte della procura non è ragione sufficiente per tenerli fuori
Se negli immediati prossimi giorni questo non avverrà, è inevitabile che Slai cobas per il sindacato di classe Ilva e operai torneranno in azione lunedì o al massimo martedì
per bloccare le merci e il carico e scarico, attività che comunque non è fermata e richiederanno a tutti gli operai che stanno lavorando di fermarsi a loro volta, contro azienda e sindacati confederali che non lo vogliono fare.

slai cobas ilva taranto tel 347-5301704


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sindacato di classe
per conoscere i prossimi appuntamenti


2° giorno di lotta Ilva taranto 15 gennaio 2015

Nuova intensa e combattiva giornata di lotta dei cassintegrati Ilva. Sin dalle 8,30 di questa mattina alla Direzione sono affluiti gli operai in cig del TNA, del Laf e di altri reparti dell'area a freddo, nell'arco di un'ora sono diventati più di 200.
La Direzione Ilva aveva fatto trovare la sorpresa dei cancelli sbarrati con catene, dimostrando subito la sua intenzione di non voler incontrare i lavoratori.
Questa mattina gli operai si sono presentati, anche su appello dello Slai cobas per il sindacato di classe, ben determinati a non perdersi in chiacchiere e a richiedere subito l'incontro con la Direzione Ilva per ottenere il rientro al lavoro, perchè non è giusto che ci siano operai in
cig, mentre tutto il resto della fabbrica è in produzione e nonostante le promesse dell'azienda di ricollocarli in altri reparti (invece non si è permesso neanche che quelli del TNA fossero ricollocati al TNA2 che è operante).
I sindacalisti Fiom prima, e Fim, Uilm dopo, hanno cercato di tenere buoni i lavoratori richiedendo la riapertura del cancello della direzione e l'incontro a cui però solo loro dovevano andare.
Lo Slai cobas ha sostenuto subito di lasciarli perdere e di cercare di entrare da un altra portineria all'interno dello stabilimento. Dopo discussione ed esitazioni, gli operai sono partiti e hanno raggiunto la portineria A. Qui, sindacati confederali e azienda hanno detto che dovevano
entrare solo i sindacati confederali e una piccola delegazione dei lavoratori. Lo Slai cobas e gli operai hanno invece preteso con decisione che tutti i cassintegrati entrassero e raggiungessero la direzione perchè l'incontro si doveva fare con tutti gli operai. La tensione è cresciuta e gli operai hanno forzato la mano e invaso la fabbrica. A questo punto Direzione, Digos, con l'appoggio dei sindacati confederali, hanno fatto muro per impedire che i coordinatori dello slai cobas per il sindacato di classe entrassero in fabbrica, utilizzando il pretesto che potevano entrare solo i dipendenti e attuando una chiara discriminazione antisindacale col preciso scopo di depotenziare la lotta e le richieste dei lavoratori. Quanto è
successo dopo e soprattutto la conclusione della mattinata è stata una chiara conseguenza di questa volontà di tenere fuori l'unica realtà a difesa degli operai per paura che potesse disturbare i manovratori: sindacati confederali e azienda.
Entrati in fabbrica e raggiunta la Direzione, gli operai si sono trovati anche questa sbarrata dall'interno. I sindacati, quindi, hanno spostato gli operai nella sala delle assemblee del consiglio di fabbrica. Qui è sopraggiunto il rappresentante dell'azienda, l'Ing. Martino, che
spalleggiato dai sindacati confederali ha incontrato gli operai, ma per ripetere il ritornello che va avanti da alcune settimane: "gli operai restano in cassintegrazione perchè ci sono i prodotti bloccati dalla magistratura di cui si chiede il dissequestro, per cui finchè permane questa situazione gli operai non possono rientrare e, per non ben precisati motivi tecnici, non si può attuare neanche la rotazione".
Non è mancato il tentativo di azienda e sindacati confederali di indirizzare gli operai contro la Magistratura a fianco dell'azienda, dicendo loro di andare al Tribunale e in Prefettura. Ma questo tentativo è fallito.
Comunque questo pilotamento dell'assemblea, nella voluta assenza dello slai cobas, è servito a ciò che era prevedibil: non dare continuità alla lotta e tentare di ricacciare gli operai in un clima di attesa dell'esito della contesa Procura/Riva.

Ma non ci possiamo stare! I cassintegrati devono rientrare subito. Se negli immediati prossimi giorni questo non avverrà, è inevitabile che Slai cobas
per il sindacato di classe Ilva e operai torneranno in azione per bloccare
le merci e il carico e scarico, attività che comunque non è fermata e
richiederanno a tutti gli operai che stanno lavorando di fermarsi a loro
volta, contro azienda e sindacati confederali che non lo vogliono fare.

SLAI COBAS per il sindacato di classe ILVA
Taranto - 15.1.13

slaicobasta@gmail.com - 3475301704



NOI CHIEDIAMO:
RICOLLOCAZIONE IN ALTRI REPARTI - PER IL TNA1 AL TNA2
IN CASO DI ASSOLUTA NECESSITA' LEGATA SOLO A FERMO IMPIANTO PER MESSA IN
SICUREZZA, GARANTIRE IL 100% DEL SALARIO (CON INTEGRAZIONE AZIENDALE),
ROTAZIONE E TEMPI CERTI E PREVENTIVI DI RIENTRO.

14 gennaio 2013

Circa un centinaio di operai dei cassintegrati del TNA1 e anche di altri
reparti hanno assediato questa mattina la portineria della Direzione Ilva e
hanno avuto un forte confronto/scontro con i rappresentanti sindacali
confederali arrivati (Talò della uilm e fiom).

I lavoratori volevano incontrare direttamente la direzione per chiedere il
loro immediato rientro in fabbrica, dato che non lavorano in maniera
continuativa praticamente dal 2008, e sono ora in cig a zero ore da almeno 2
mesi, con abbassamento netto del salario che rende sempre più difficile il
mantenimento della famiglia, il pagamento dei mutui, delle bollette, ecc.
Ferrante aveva detto che i lavoratori sarebbero stati ricollocati in altri
reparti, ma finora non è avvenuto, e non sono stati ricollocati neanche al
TNA2 che invece continua ad operare.
L'incontro con la Direzione Ilva non c'è stato perchè, a detta dei
rappresentanti di uilm e fiom, non c'era nessuno, in quanto stavano tutti a
Bari - guarda caso anche venerdì scorso i sindacalisti confederali avevano
detto che non vi era alcun dirigente dell'Ilva in sede.

I sindacalisti hanno giustificato la politica dell'azienda, dicendo che essa
dipendeva dalle decisioni della Procura e che quindi era questa decisione
che bisognava aspettare. Hanno poi dato sponda alla guerra tra operai
sostenendo che non potevano dichiarare una mobilitazione in tutta la
fabbrica (nonostante circa 2400 operai dell'area a freddo non sta lavorando
per cig o ferie forzate), perchè i lavoratori dell'area a caldo non
sarebbero stati d'accordo, ma si sono guardati bene anche solo di convocare
un'assemblea alle portinerie di tutti gli operai. Infine, hanno cercato di
deviare la protesta dall'Ilva ad un inutile presidio alla Prefettura.
Ma i sindacalisti sono stati fortemente contestati perchè sembravano la voce
dell'azienda, perchè non hanno voluto assumere nessun tipo di iniziativa, e
cercavano, come soprattutto il rappresentante della Fiom, di buttarla sul
generale ("i piani industriali..."), per eludere la richiesta di
ricollocazione degli operai in cig
Attendere la decisione della Todisco circa il prodotto sequestrato, che
doveva arrivare oggi ma è stata rinviata a domani, vuol dire di fatto
scaricare l'azienda dalle sue responsabilità (Talò Uilm è arrivato a dire
che ormai non c'è più all'Ilva una direzione che può decidere), e di fatto
subordinare gli interessi degli operai all'azienda, alla magistratura, o al
governo.

Ma sicuramente gli operai non intendono più stare fermi. A mezzogiorno hanno
sospeso il presidio ma per riconvocarsi domattina alle 9 alla Direzione
Ilva, ben decisi a non accettare altri rinvii e a passare ad altre
iniziative di lotta.

Lo slai cobas Ilva è stato presente sin dall'inizio alla protesta; sia il
rappresentante operai dell'Acc1 dell'Ilva che la coordinatrice sono
intervenuti più volte e il rappresentante dell'Ilva è stato per tutta la
mattinata un punto di chiarezza e di riferimento per gli operai. Domani lo
slai cobas sarà ancora all'Ilva per sostenere una protesta più incisiva
affinchè le richieste dei lavoratori vengano accolte e non siano sempre gli
operai a pagare lo scontro Ilva/governo - Procura.

Slai cobas per il sindacato di classe ILVA - slaicobasta@gmail.com -
3475301704

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