mercoledì 5 dicembre 2012

Allarme amianto all'ILVA di Taranto


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L'Ilva non trova pace: fibre d'amianto disperse dalla fabbrica tarantina a causa della recente tromba d'aria

La tromba d'aria che ha sconvolto l'Ilva e Taranto mercoledì scorso ha provocato danni immediati ma anche, purtroppo, una scia di conseguenze per il futuro.

La spaventosa tromba d'aria avrebbe disperso nell'aria fibre di amianto e manufatti contenenti asbesto e frammentati avrebbero giaciuto per giorni alle intemperie, come ha denunciato il Fondo Antidiossina del professor Fabio Matacchiera e come ha testimoniato un operaio che domenica ha girato un video nel quale si vede chiaramente una ditta specializzata raccogliere questo materiale all'intervno dell'Ilva, bardati con tute protettive e diversi sacchi bianchi con su impressa la A di amianto.

Secondo quanto risulta al Fondo, sono arrivate ripetute segnalazioni su presunta allerta amianto in diversi reparti dell'Ilva, come, per esempio, nel reparto colata continua (CCO5) e nei pressi della ciminiera di 80 metri di altezza che si sarebbe totalmente frantumata al suolo. «Dal video si vedono le ditte iniziare la bonifica, ma sono sono volate nel frattempo le fibre?», si chiede Matacchiera in un esposto presentato ieri.

«Non ci risulta, tuttavia, che siano stati presi adeguati provvedimenti dopo la caduta del camino di 80 metri, presumibilmente coibentato da tonnellate di amianto. All'Arpa Puglia e alla Procura, si chiede di valutare la possibilità di rischi a cui possono andare incontro, sia i lavoratori, sia la popolazione residente».

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato e di fatto emanato ieri sera il decreto Clini sull'Ilva. Un testo che di fatto sconfessa il decreto della magistratura tarantina: Il potere legislativo sta creando di fatto - secondo i primi commenti dagli ambienti giudiziari - interferenze con l'ordine giudiziario: e, soprattutto, il decreto legge del governo per l'Ilva di Taranto non difende il diritto alla salute e mette in discussione le perizie epidemiologiche e chimiche che sono state affrontate nell'incidente probatorio.

Ora la procura ionica sta valutando le due possibili vie: una è chiedere al giudice che sia proposta una questione di legittimità costituzionale del decreto, l'altra è sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione allo stesso decreto. L'occasione potrebbe essere già l'udienza del 6 dicembre. Una cosa è certa: il decreto legge va studiato e in Procura sono al lavoro anche su questo fronte

 

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