mercoledì 6 giugno 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 05/06/12




INDICE

Angelo Baracca baracca@fi.infn.it
TERREMOTO: LA VERGOGNA DI UNO STATO CHE NON PAGA PIÙ I DANNI

A.I.E.A. Paderno Dugnano a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
INIZIATIVA A SOSTEGNO FAMILIARI VITTIME E LAVORATORI EURECO

Angelo Baracca baracca@fi.infn.it
ANCORA A PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA

LA RIFORMA DEL LAVORO APPENA APPROVATA AL SENATO PEGGIORA I DIRITTI DEI LAVORATORI, DEI PRECARI E DEI DISOCCUPATI.

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
CARTINE GEOGRAFICHE MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEI PRIMI 5 MESI DEL 2012. OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO

Nicoletta Fabbroni nifrabbo@alice.it
TERREMOTO E LAVORO E SCUOLE

Assemblea 29 giugno assemblea29giugno@gmail.com
VOLANTINO DIFFUSO AL PRESIDIO TENUTO A LUCCA DI FRONTE ALLA STAZIONE FS LUNEDÌ 4 GIUGNO DALLE ORE 9 ALLE ORE 12
PRIME PERIZIE SUI CAPANNONI LE SCOSSE HANNO MOSSO I TETTI

Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
COMUNICATO STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO: IL PROFITTO DEI PADRONI, IL VERO EPICENTRO DI TUTTI I DISASTRI

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From: Angelo Baracca baracca@fi.infn.it
To:
Sent: Thursday, May 31, 2012 12:14 PM
Subject: TERREMOTO: LA VERGOGNA DI UNO STATO CHE NON PAGA PIÙ I DANNI

Questa notizia così scandalosa da sembrare incredibile l'avete letta?
Mentre parallelamente si vogliono stanziare 100 miliardi di soldi pubblici per le grandi opere!
Ma in che paese viviamo? Non c'è limite al peggio?
TERREMOTO: LA VERGOGNA DI UNO STATO CHE NON PAGA PIÙ I DANNI
21 maggio 2012

Siete terremotati? Avete avuto la casa rasa al suolo dal sisma? Avete perso tutti i vostri beni? Non siete assicurati? Tanto peggio per voi: la Repubblica Italiana non vi darà un euro.
L'ultima porcheria della Casta che ci ammorba la vita è tanto intempestiva quanto ributtante. Si chiama decreto legge n.59.
La pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale è datata 17 maggio 2012, meno di 72 ore prima del tremendo sisma che ha devastato l'Emilia Romagna.
In base alla riforma della Protezione Civile, d'ora in poi qualunque calamità naturale è interamente a carico del cittadino. In caso di terremoti, alluvioni, frane, tsunami, lo Stato non paga i danni subiti dai contribuenti,  gli stessi piallati dall'Imu e dalle altre centinaia di tasse che nemmeno lo sceriffo di Nottingham si sognava di imporre.
Nel solito burocratese dei politici, il decreto legge stabilisce solennemente: "Al fine di consentire l'avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali sui fabbricati a qualunque uso destinati, possono essere estese tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di fabbricato appartenente a privati. E questo per poter garantire adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione".
Tradotto in italiano significa che o ti assicuri o in caso di calamità, t'attacchi.
Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha sentenziato: "Purtroppo,per il futuro dovremo pensare alle assicurazioni perchè lo Stato non è più in grado di fare investimenti sulle calamità: gli aquilani sono stati gli ultimi a ricevere assistenza". Con tanti saluti al principio costituzionale in base al quale tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Anche in caso di terremoto.
Una bestialità insopportabile, soprattutto in queste ore tremende per  le popolazioni dell'Emilia-Romagna. Monti  ha anticipato il ritorno dagli Stati Uniti per rendersi conto personalmente del disastro. Sarà bene che lui e le teste d'uovo gabelliere che l'accompagnano trovino il modo per cancellare il famigerato decreto spennaterremotati. L'ultima vergogna di uno Stato senza pudore.
Xavier Jacobelli

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From: A.I.E.A. Paderno Dugnano a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
To:
Sent: Saturday, June 02, 2012 11:30 AM
Subject: INIZIATIVA A SOSTEGNO FAMILIARI VITTIME E LAVORATORI EURECO

Buongiorno,
l'Amministrazione Comunale di Cologno Monzese, organizza uno spettacolo del Teatro  Cooperativa dal titolo: “CCA NA VOTA ERA TUTTA CAMPAGNA”.
L'iniziativa si terrà il giorno mercoledì 6 giugno e l'incasso sarà devoluto ai Familiari delle Vittime e ai Lavoratori superstiti dell'Eureco, fabbrica di Paderno Dugnano dove il 4 novembre 2010 scoppiò un terribile incendio in cui persero la vita 4 lavoratori e tre rimasero feriti.
I Familiari dei lavoratori deceduti e i lavoratori superstiti a quasi due anni dalla tragedia sono ancora in una situazione  di estremo disagio.
Hanno perso i loro cari e il lavoro, e hanno la necessità di qualsiasi aiuto da parte di tutti e invece sono stati completamente abbandonati dallo Stato.
Per aiutare queste Famiglie si è creato un comitato composto da varie associazioni e da privati cittadini, insieme abbiamo organizzato varie iniziative per raccogliere fondi, in modo da aiutarle almeno nelle necessità più immediate.
Tutto questo non è assolutamente sufficiente e le Istituzioni devono intervenire al più presto.
Ringraziamo quindi l'Amministrazione Comunale di Cologno Monzese e il Teatro Cooperativa diretto da Renato Sarti, testimoniando  come  la buona volontà può dare un riscontro positivo alle necessità di queste Famiglie.
Vi invitiamo quindi a partecipare numerosi allo spettacolo di mercoledì e vi preghiamo di divulgare l'iniziativa che si terrà presso:
Cineteatro "Peppino Impastato" Via Volta 11 - Cologno Monzese  ore 21,15
Ricordo ancora che per aiutare queste Famiglie è stato aperto un conto corrente postale  per chi volesse contribuire al loro sostegno.
Il numero IBAN è IT71P0760101600000009791656.
La causale è “Conto di solidarietà per Lavoratori Eureco”.

Grazie
Lorena Tacco

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From: Angelo Baracca baracca@fi.infn.it
To:
Sent: Saturday, June 02, 2012 4:44 PM
Subject: ANCORA A PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA

Seguo l'esempio di Gino girando l'informazione di questa via ulteriore per concorrere agli aiuti per l'emergenza terremoto, promossa da Massimo Bonfatti, dell'Associazione "Mondo in Cammino": mi sembra un altro possibile canale diretto, affidabile.
Il collegamento è originale, ed anche attuale.
Grazie, un saluto
Angelo

Vi chiedo scuso se vi disturbo a così pochissima distanza di tempo...ma mi sembra una bella notizia da condividere. Non me ne vogliate!
DA FUKUSHIMA ALLA BASSA
Voglio correre il rischio di essere banale e non tanto per l’importo ricevuto (700 euro), quanto piuttosto per i donatori. Questi sono un gruppo di giapponesi duramente colpiti dal terremoto e dallo tsunami dell’anno scorso. Fanno parte di un circolo di pagaiatori di Qayaq.
Uno di essi vive nella prefettura di Fukushima e candidamente, e senza fare sconti alle parole, afferma: “Sono fottuto!”.
La persona italiana che ha fatto da tramite per la donazione, anche lei pagaiatrice, mi ha scritto:Credo che agli italiani farebbe bene sapere che dei giapponesi duramente colpiti (e che stanno soffrendo ancora oggi) stiano aiutando gli italiani. Credo sia una notizia da fare circolare per dare speranza e per dare la certezza che siamo tutti fratelli indipendentemente dalla razza, cultura, appartenenza di nazione.
Che si possa comprendere il  "Noi siamo Uno", tutti appartenenti alla stessa famiglia umana e che quando uno soffre, questa sofferenza è di tutti, quando uno gioisce lo è di tutti (questo è: servire l'umanità).
E conclude: “Da qui che nasca un albero di ciliegio in fiore tra giapponesi ed italiani (loro sentono sacri i fiori, noi le ciliegie. Un po' di umorismo e leggerezza ci vuole in tanta sofferenza condivisa!).
Non ho commenti da fare. Tutto è chiaro come l’impegno e la solidarietà che non dobbiamo smettere.
Massimo Bonfatti

PER INFORMAZIONI
366 20 89 847

Le coordinate per contribuire sono:
IBAN BANCARIO
IT 44 W 05018 01000 000000512770 Banca Popolare Etica, Via San Pio, 15 bis, 10100 Torino
IBAN POSTALE
IT 76 U 07601 01600 000002926169
DONAZIONE CON CARTA DI CREDITO: CLICCA SU “DONAZIONE” A QUESTO LINK:
CONTO CORRENTE POSTALE:
000002926169
Per tutti i conti la causale è: “TERREMOTO EMILIA”

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From: Franco Pinerolo francesco.pinerolo@fastwebnet.it
To:
Sent: Saturday, June 02, 2012 5:19 PM
Subject: LA RIFORMA DEL LAVORO APPENA APPROVATA AL SENATO PEGGIORA I DIRITTI DEI LAVORATORI, DEI PRECARI E DEI DISOCCUPATI.

NO A UN TESTO BLINDATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, SI’ A MIGLIORAMENTI SOSTANZIALI SOSTENUTI DALLA MOBILITAZIONE GENERALE.
Voltando le spalle ai lavoratori, impedendo i miglioramenti necessari a colpi di fiducia con un atto di imperio inaudito che certifica la sospensione della democrazia nel nostro Paese, il Senato ha approvato il DDL Fornero, ovvero la cosiddetta “riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali”, e ora la parola passa alla Camera. È una riforma che non piace a nessuno: aumenta i licenziamenti, non interviene sufficientemente nel contrasto alla precarietà, riduce le tutele per chi si ritrova disoccupato e non serve allo sviluppo. Dunque è un provvedimento sbagliato e dannoso che non risolve ma aggrava i problemi del Paese, è un atto di violenza contro i diritti dei lavoratori e per questo non si può rinunciare a produrre le correzioni necessarie alla Camera per rendere socialmente accettabili le riforme.
Se il PD approverà questa riforma anche alla Camera senza far applicare gli emendamenti presentati dalla Cgil nell’audizione parlamentare di aprile, provocherà il distacco di settori sociali sempre più ampi dal suo bacino elettorale, perchè si assumerà una responsabilità storica di fronte a milioni di lavoratori che pure ritengono di essere ancora rappresentati da quel partito. E questo porrà una pesantissima ipoteca sulla possibilità che l’Italia, al pari delle altri grandi nazioni, possa contribuire a delineare un percorso di uscita dalle macerie prodotte dal lungo governo della destra europea.
La cura Monti sta uccidendo il Paese: quasi 3 milioni di persone sono in cerca di occupazione, i salari dei lavoratori italiani sono tra i più bassi d’Europa secondo dati Eurostat, siamo per l’Ocse il Paese in cui si lavorano più ore l’anno in Europa, il 35% dei giovani è disoccupato, e l’80% delle poche nuove assunzioni sono precarie. In questi dati è racchiuso il segno del fallimento delle politiche neoliberiste del lavoro incentrate sulla diminuzione delle tutele e sulla riduzione della regolazione, di cui sono effetto tragico anche le decine di operai morti durante il lavoro nei fatiscenti capannoni industriali miseramente crollati dopo il terremoto.
C'e' tolleranza zero per gli onesti e i poveri cristi, mentre tutto e' tollerato per i furbi, i delinquenti, gli evasori, i banchieri, i finanzieri. Monti si è rivelato continuatore di Berlusconi con altro stile, e quello che sta attuando questo governo verso il mondo del lavoro non era riuscito a farlo neanche il sultano di Arcore, perché peggio di un governo di destra come quello di Berlusconi c’è solo un governo di destra senza opposizione.
Ma il vento in Europa sta cambiando e soprattutto gli equilibri in Italia adesso sono mutati, e dunque bisogna cominciare a far pesare decisamente il recente successo elettorale ottenuto contro il centro-destra e la disgregazione del Terzo Polo per far cambiare rotta al governo Monti. Perchè la smetta con la vuota chiacchiera sulla crescita e produca finalmente dei risultati, perchè metta in discussione il dogma dell’austerità e del pareggio di bilancio per il 2013, dal momento che l'Italia  e' l'unico Paese europeo ad aver fissato quel traguardo per l'anno prossimo col risultato di avere previsioni di un Pil in rosso per tutto il 2012; e perchè modifichi in modo radicale e sostanziale la “riforma” del mercato del lavoro.
I sindacati Confederali, autonomi e di base, se non vogliono diventare un’associazione dei servizi modello 740, sono chiamati ad una mobilitazione straordinaria contro il DDL Fornero.
IN TUTTO IL PAESE UN GROSSO MOTO DI PARTECIPAZIONE È GIÀ INIZIATO DA TEMPO CON FERMATE, SCIOPERI, PICCHETTAGGI, BLOCCHI STRADALI E MANIFESTAZIONI, MA DEVE CONTINUARE ANCORA CON PIÙ FORZA COMPRENDENDO LA PROCLAMAZIONE DELLO SCIOPERO GENERALE, DA SVOLGERSI DURANTE E NON DOPO LA PROSSIMA DISCUSSIONE PARLAMENTARE, PER MODIFICARE PROFONDAMENTE QUESTA RIFORMA SBAGLIATA E DANNOSA

Franco Pinerolo
2 giugno 2012

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Sunday, June 03, 2012 7:33 PM
Subject: CARTINE GEOGRAFICHE MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEI PRIMI 5 MESI DEL 2012. OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO

All’ indirizzo sotto riportato le cartine geografiche dei morti sui luoghi di lavoro in Italia nei primi 5 mesi del 2012.
In queste cartine non ci sono i lavoratori morti sulle autostrade, in itinere e sulle strade.
Se si aggiungono queste vittime si arriva contare oltre 460 morti sul lavoro.

Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendente di Bologna

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Da: Nicoletta Fabbroni nifrabbo@alice.it
Data: 04/06/2012 0.03
A:
Ogg: TERREMOTO E LAVORO E SCUOLE

So che è dura per noi questa ansia del terremoto, ma le cose stanno così.
Vi invio questo scritto del presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Stefano Gresta
La questione è molto seria per noi che oggi facciamo i conti con il terremoto e certo non lo avremmo mai immaginato.
Cerchiamo di ragionare e di non fare questioni diverse.
Nicoletta

”Sarà una sequenza sismica lunga, che potrebbe durare mesi o anni, con sequenze di magnitudo confrontabile alla scossa principale”, ha detto oggi il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Stefano Gresta, nella conferenza stampa organizzata dall’istituto all’indomani del terremoto di magnitudo 5,8 nel modenese.
”Dal punto di vista scientifico – ha proseguito Gresta – la sequenza rimanda a conoscenze passate” perché ”il terremoto è avvenuto in un’area che per centinaia di anni non ha visto terremoti. Per questo – ha aggiunto – dobbiamo fare un atto di umiltà e recuperare documenti storici”.
In questo caso il punto di riferimento è la descrizione del terremoto avvenuto nella stessa area nel 1570, ricostruita nel 1905 dal sismologo Mario Baratta. Da quei documenti emerge che le scosse durarono per nove mesi, nei quali non vi fu una giornata senza un terremoto percepibile dalla popolazione, dopodiché il ritmo delle scosse cominciò a rallentare, stabilizzandosi per i quattro anni successivi. Solo a partire dal 1574 il ritmo cominciò a ridursi ed i terremoti cessarono nel 1576.
L’Istituto, ovviamente, sta lavorando a tempo pieno per raccogliere la massima quantità di dati ed avere un quadro sempre più dettagliato della situazione. “Decine di ricercatori sono sul campo in questo momento, la sala operativa lavora a pieno ritmo“. Al momento tutto il personale di ruolo, 580 persone, e i circa 270 precari, più i circa 130 tra borsisti e dottorandi, sono impiegati totalmente nelle operazioni legate al sisma in Emilia.
“Ringrazio tutti per il forte impegno – dice ancora Gresta - e ricordo che da tempo auspichiamo un allargamento significato dell’organico“. Per il momento, in attesa della piena regolarizzazione dei precari, l’INGV anche sulla scorta di quanto sta avvenendo sul territorio sottoporrà ai sindacati un’ipotesi di accordo per il rinnovo quinquennale dei contratti a tempo in scadenza a dicembre 2012: “è necessario“, sottolinea Gresta.
Anche perché bisogna aggiornare “ogni 5 o 10 anni le mappe della pericolosità, per migliorare la conoscenza e l’analisi dei dati – dice il presidente dell’INGV - si tratta di elaborazioni di tipo probabilistico, ma zone a bassa pericolosita’, come gia’ detto, non vuol dire che siano a basso rischio: magari lo sono, ma a distanza di secoli, non di decenni“.

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Da: Assemblea 29 giugno assemblea29giugno@gmail.com
Data: 04/06/2012 8.00
A:
Ogg: VOLANTINO DIFFUSO AL PRESIDIO TENUTO A LUCCA DI FRONTE ALLA STAZIONE FS LUNEDÌ 4 GIUGNO DALLE ORE 9 ALLE ORE 12

Grazie per la diffusione e la pubblicazione

Gli AD delle ferrovie, indagati per la strage di Viareggio, promuovono convegni, sospendono e licenziano ferrovieri

Martedì 22 maggio a Roma Termini, le Ferrovie dello Stato italiane hanno organizzato un Convegno su “Approccio integrato alla sicurezza: l’esperienza del Gruppo Fs”. Ad aprire i lavori del convegno Mauro Moretti, a seguire interventi di Michele Elia, Vincenzo Soprano. Amministratori delegati di Ferrovie Spa, Rfi Spa e Trenitalia Spa e indagati con le rispettive Società nell’inchiesta della strage di Viareggio del 29 giugno 2009. Interventi anche da parte di loro consulenti nel procedimento giudiziario.
Questi Amministratori Fs, anziché dimettersi di fronte all’immane tragedia di Viareggio, che li vede indagati dalla procura della Repubblica di Lucca, organizzano convegni sulla sicurezza ferroviario per sostenere che “le ferrovie italiane sono le più sicure d’Europa” (dichiarazioni dell’Ad Moretti).
Inoltre, si vantano di aver migliorato i bilanci aziendali … tagliando personale addetto alla manutenzione e risparmiando sui dispositivi di sicurezza, arrivando a sostenere il “rischio accettabile”. Chiediamo
loro: le 32 vittime di Viareggio, i 33 lavoratori morti sui binari, dal 2007 ad oggi, sono un rischio accettabile?
Questi indagati si permettono persino di:
- licenziare e sospendere ferrovieri impegnati concretamente e coerentemente sulla sicurezza e non a chiacchiere o con ipocrite passerelle;
- licenziare e sospendere dipendenti per essere a loro volta indagati in altre vicende.
Chi licenzia chi? Chi deve licenziare o sospendere questi Ad per essere indagati in un disastro ferroviario che ha ucciso 32 persone (donne, bambini, ragazze) che stavano riposando nelle proprie abitazioni? Aspettano che siano imputati o condannati? A chi compete questa decisione? A chi li coccola e a chi si inchina loro fino ad insignirli di cariche e nomine, ad invitarli a convegni, seminari, stage, dibattiti …
Chi si batte seriamente e responsabilmente per la salute e la sicurezza in ferrovia viene intimidito e colpito con provvedimenti: multe, sospensioni, licenziamenti .. Hanno persino costretto, con la diffida, un Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza (Rls) ad abbandonare l’incidente probatorio nella strage di Viareggio, chi non si è piegato a questa violenza, innanzitutto, contro i familiari delle vittime, è stato sospeso e poi licenziato.
Altri ferrovieri sono stati sospesi e licenziati.

Sostenere la battaglia dei ferrovieri per la sicurezza di tutti (viaggiatori e lavoratori)
Sostenere la Cassa di solidarietà tra i ferrovieri (ccp n.71092852 intestato a Marco Crociati)
Sostenere e solidarizzare con i ferrovieri licenziati 

Viareggio, 4 giugno 2012                                           
                                                                    
Assemblea 29 giugno

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Data: 04/06/2012 9.38

A:
Ogg:
PRIME PERIZIE SUI CAPANNONI LE SCOSSE HANNO MOSSO I TETTI


LEGGETE E INFORMATEVI !!!



DOPO IL TERREMOTO

Prime perizie sui capannoni le scosse hanno mosso i tetti.

Padova, sorpresa in zona industriale: “Coperture solo appoggiate”.

Gli ingegneri: “Come a Mirandola, qui di antisismico non c’è nulla”.


VENEZIA
Uno l’hanno controllato giovedì. Altri due venerdì mattina. E il risultato non è dei più incoraggianti: su tre capannoni della zona industriale di Padova esaminati dagli ingegneri nelle ultime 48 ore, due hanno già alcune travi fuori asse e devono essere messi in sicurezza.
Perché a sentire Roberto Rovoletto, presidente del Gizip, il gruppo degli imprenditori della zona industriale di Padova, “i tetti della maggior parte dei nuovi prefabbricati industriali non sono agganciati alle travi, sono semplicemente appoggiati”.
In effetti finora nessuno aveva pensato che in una zona fino a ieri considerata non a rischio sismico una scossa lontana (lontana?) potesse mettere in crisi la struttura portante del le fabbriche e chi ci sta dentro a lavorare.
Come a Mirandola, a Medolla, a San Felice sul Panaro - i centri del Modenese dove i crolli hanno ucciso 16 operai - i capannoni padovani di antisismico non hanno nulla. “Purtroppo i terremoti sono diventati una sorta di macabro collaudo definitivo per gli edifici - interviene Salvatore Russo, docente di tecnica delle costruzioni dello Iuav di Venezia - Con la ridefinizione della mappa sismica invece bisognerebbe estendere i controlli statici a tutte le costruzioni, le verifiche sono un problema etico”.
Anche perché in Veneto è già inaccettabile che la gente muoia cadendo dai tetti. Che poi sia il tetto che cade sulla testa dei lavoratori, operai come impiegati, a maggior ragione.
Tanto che ieri, quando l’ingegnere dello studio Erreti di Rovoletto è andato a controllare un grande capannone nel centro della zona industriale padovana, mancava poco che gli oltre duecento lavoratori scattassero in un applauso. “Gli stessi operai avevano notato che c’erano dei pilastri fuori posto - continua Rovoletto - e quindi abbiamo deciso di mettere a disposizione di tutti gli imprenditori che ne faranno richiesta prove statiche gratuite in vista della messa in sicurezza”.
E considerato che intervenire su un capannone del valore di quattro, cinque milioni di euro costa qualche migliaio di euro (con un massimo di ventimila euro) è anche nell’interesse degli imprenditori intervenire il prima possibile con bulloni passanti per fissare i tetti o con pendoli a dissipazione.
“I pendoli vibrano in senso opposto rispetto alle onde del terremoto mantenendo stabile il fabbricato”, spiega Renato Vitaliani, docente di tecnica delle costruzioni presso la facoltà di Ingegneria di Padova che ha sperimentato nel tempo anche campane antisismiche che vibrando in senso contrario al terremoto rendono stabili vecchi campanili.
“Ma il problema non riguarda solo i capannoni industriali o le vecchie chiese - continua Vitaliani - tutti gli edifici di tutto il Veneto devono essere monitorati. Mi piacerebbe essere rassicurante su questo, ma non è così: c’è bisogno di controlli sugli edifici come sui terreni, perché non basta che una costruzione sia anticrollo, bisogna anche capire se il terreno sprofonda”.
Posti come la zona industriale di Marghera infatti non sono mai stati studiati da questo punto di vista. Anche se gli impianti chimici non dovrebbero presentare problemi (a Ferrara e a Mantova gli stabilimenti dell’Eni non hanno ricevuto danni dalle scosse), resta il fatto che i terreni sono avvelenati nel profondo e le scosse possono far smottare porzioni di terreni non bonificati (il fenomeno della liquefazione delle sabbie lo abbiamo visto in questi giorni) direttamente in laguna aggiungendo danni ambientali a danni ambientali. E come Marghera non sono mai state studiate nemmeno le altre 999 zone industriali della nostra regione, tanto che prima dell’ultimo referendum l’area tra il Rodigino e Chioggia era considerata così stabile da pensare di costruirci sopra una centrale nucleare.

Alessio Antonini

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Da: Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
Data: 04/06/2012 17.37
A:
Ogg: COMUNICATO STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO: IL PROFITTO DEI PADRONI, IL VERO EPICENTRO DI TUTTI I DISASTRI

Ancora una volta ci ritroviamo, dopo l’alluvione che ha colpito la Liguria lo scorso novembre e il terremoto che ha devastato l’Aquila e provincia nel 2009, a dover esprimere vicinanza e solidarietà alle famiglie dei lavoratori duramente colpite nei giorni scorsi dal terremotato in Emilia-Romagna.
Sempre più evidenti appaiono, alla luce di questi tragici eventi, i legami tra crisi economica e, di conseguenza, ambientale, che accomuna queste calamità: scarso rispetto delle norme che regolano le costruzioni antisismiche, Amministrazioni Comunali che non adottano adeguate misure di sicurezza e di evacuazione in caso di rischio sismico o di calamità naturali in generale (sempre più prevedibili), ripresa dell’attività produttiva anche in quei casi in cui il ripetersi delle scosse di assestamento, dovute allo sciame sismico, era sotto gli occhi di tutti e presagiva al peggio.
Ma, come si sa, con la scusa di preservare produttività e occupazione, tutto diventa lecito: anche mettere a repentaglio la vita dei lavoratori, quando in ballo vi sono interessi economici da salvare.
Così a rimetterci la vita sono sempre i lavoratori, ricattati e costretti a lavorare, come successo in Emilia in questi giorni, in capannoni già danneggiati e resi pericolanti dal sisma.
E i risultati di queste scelte criminali non si sono fatti attendere: 24 morti, in gran parte lavoratori, travolti dal crollo di quei capannoni che dovevano essere agibili e sicuri.
Mentre la terra ancora tremava già ai cancelli delle fabbriche apparivano sinistri cartelli in cui si intimava ai lavoratori di riprendere prontamente il lavoro, pena la messa in libertà o la detrazione delle ferie. Ma le misure contro i lavoratori che i padroni adotteranno non si limiteranno soltanto a queste intimidazioni: chissà quante aziende, con il pretesto dei danni subiti dal sisma, coglieranno l’occasione per delocalizzare le produzioni, facilitati in questo compito anche dal credito negato da parte delle banche. Niente crediti, niente ripresa…
Un accorato appello quindi a lavoratori, cittadini, rsu, sindacalisti combattivi della Ducati, della Ferrari e della CNH e delle altre numerose aziende di quel ricco territorio a mobilitarsi prontamente con ogni mezzo per spingere anche i vertici sindacali ad impedire questi scempi. Sicuramente non mancherà loro il sostegno e la solidarietà dei lavoratori e delle popolazioni di tutto il Paese. Sono loro che, con la necessaria mobilitazione popolare, possono e devono imporre invece, misure propositive e alternative a quelle dei soliti speculatori.
Mentre a Roma si sono dilapidate montagne di denaro pubblico nelle sobrie celebrazioni del 2 giugno e contemporaneamente, a Milano, il Comune spendeva 3 milioni di euro per l’ospitalità al Papa, ci chiediamo se non era meglio, per risparmiare risorse economiche preziose, trasmettere in tv la registrazione del 2 giugno celebrato lo scorso anno e destinare parte dei volontari utilizzati per l’accoglienza al Pontefice (ben 7000) ad aiutare ed alleviare le sofferenze e i disagi patiti dalle popolazioni colpite dal sisma in Emilia.
Queste parate, messe in piedi l’una per ricostruire un’unità nazionale (la Festa della Repubblica) ai minimi storici e l’altra quella spirituale (la visita del Papa), ancora più messa in discussione dalle lotte interne al Vaticano a cui assistiamo in questi giorni, ricordano molto gli sfarzi, oggi anacronistici, delle corti imperiali in piena decadenza: fasti e sontuosità nei palazzi e miseria e povertà per le strade. Sia il Pontefice che il Pres. Napolitano avrebbero tutto il potere, le risorse e i mezzi per adottare misure concrete e risolutive per affrontare questa e altre emergenze: altro che l’elemosina di 500000 euro o la “vicinanza morale” e le preghiere offerte dal Papa e dal Presidente della Repubblica! E’ semplicemente una questione di volontà.
Contro la crisi economica, ambientale (e morale) in cui il profitto dei padroni ci sta trascinando occorrono misure immediate: a sostegno del lavoro e mirate ad una ricostruzione immediata delle zone colpite dalle calamità (non solo in Emilia) e del lavoro, utile e dignitoso per tutti, più in generale, specie per donne e giovani; un serio monitoraggio dei rischi in tutto il Paese; la bonifica di tutte le produzioni nocive e pericolose per la popolazione e la loro riconversione a produzioni utili e non dannose; una maggiore tutela del patrimonio urbanistico ed artistico, che oltre a rappresentare gran parte patrimonio della cultura mondiale è anche, per gli operatori del turismo e dell’indotto di quest’ultimo, una preziosa fonte di reddito.
Se non si comincia da subito l’opera di ricostruzione delle zone colpite si rischia il ripetersi del dramma dell’Aquila e della Liguria: prima indebolite e rese fragili dall’incuria, dalla speculazione edilizia e dalla devastazione ambientale, poi abbattute come castelli di carta dalla furia degli elementi e infine, dopo mille promesse di una pronta e migliore ricostruzione, puntellate (L’Aquila) alla meglio e così lasciate, in un limbo che fa venire rabbia al solo pensiero. In attesa di cosa? La ricostruzione promessa? O l’ennesimo sisma che mieta nuove vittime tra gli uomini già duramente provati e spazzi via definitivamente le già precarie costruzioni?
Prendere soluzioni immediate oggi, volte alla salvaguardia della dignità delle persone e del lavoro utile e dignitoso per tutti, significa salvare vite e insieme salvaguardare ambiente e posti di lavoro domani.
In definitiva dipende da noi.

Torino, 4 giugno 2012                                                                                                         Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino

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