venerdì 1 giugno 2012

Sanità lombarda: lo strano caso di Cuzzoli, neo primario del Pronto Soccorso all’ospedale di Cremona


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Sanità lombarda: lo strano caso di Cuzzoli, neo primario del Pronto Soccorso all’ospedale di Cremona
Non è la prima volta che la sanità lombarda dà ‘asilo’ a dirigenti fortemente criticati e costretti a lasciare il proprio posto di lavoro in altre Regioni.  L’ultimo episodio eclatante è stato quello di Alessandra  Massei, la ciellina socia in affari di Daccò, l'amico di Formigoni ora in carcere, che prima di approdare negli uffici delle programmazione sanitaria della Regione Lombardia si era dimessa da direttore amministrativo dell'ASL 12 di Venezia dopo le pressioni del mondo politico, dal Pdl a Rifondazione Comunista, ed uno sciopero generale, il primo nella storia contro la dirigenza dell'ospedale,  di CGIL, CISL e UIL con corteo di oltre duemila persone. Ma questa é un'altra storia su cui torneremo prossimamente.
Passiamo al 'caso' della sanità cremonese.
Antonio Cuzzoli è primario del Pronto Soccorso dell’ospedale di Cremona dal novembre 2011. E’ stato presentato con grande enfasi insieme agli altri tre nuovi primari, sempre assunti  lo scorso novembre, dal direttore generale dell’ospedale di Cremona, Simona Mariani , che gli ha assegnato il compito di rivedere la parte organizzativa del Pronto Soccorso cremonese e di quello dell’Oglio Po.
La sua biografia recita “dal 2004 direttore di struttura complessa di Pronto Soccorso negli ospedali di Tarquinia, Civitavecchia e Viterbo”  e se andiamo a vedere bene la sua storia qualche domanda uno se la può fare sul perché si é scelto proprio questo dottore per fare il primario in un ospedale della Lombardia.
Nel novembre 2004 l’ex commissario straordinario dell’ASL Roma F, Domenico Pasta, nominava primario facente funzione del Pronto Soccorso dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia il dottor Piaggio, a seguito dell’aspettativa chiesta dal primario in carica dottor Pugliese. Subito dopo il Pasta emanava una nuova delibera in cui nominava primario del Pronto Soccorso  in via definitiva il dottor Antonio Cuzzoli in quanto era risultato idoneo ad un concorso 15 mesi prima (a cui peraltro aveva partecipato anche il dottor Piaggio)
Il dottor Piaggio fa causa all’ASL e il TAR, a gennaio del 2007, gli dà ragione. La nomina di Cuzzoli a primario del Pronto Soccorso di Civitavecchia viene annullata perché la ASL aveva attinto ad una rosa di candidati non creata ad hoc per lo specifico caso, ma già esistente. Da notare poi che la commissione esaminatrice incaricata di valutare i titoli e l’esperienza dei candidati al primariato del Pronto Soccorso di Civitavecchia aveva considerato Cuzzoli privo dell’esperienza oggetto del bando e aveva dato al suo “rivale” dott. Piaggio un punteggio superiore anche perché aveva un’esperienza di 25 anni esclusivamente proprio presso il Pronto Soccorso.
Il nostro lo ritroviamo più tardi all’ospedale di Belcolle a Viterbo, dove scatena un altro putiferio. La funzione pubblica della CGIL arriva anche a minacciare giornate di sciopero contro la gestione inadeguata del Pronto Soccorso, i disservizi all’utenza e le continue pressioni ed intimidazioni agli infermieri. Questo a marzo 2011. Ad aprile dello stesso anno il direttore generale dell’ASL, Adolfo Pipino, con provvedimento immediato,  trasferisce Cuzzoli  a Tarquinia.
Nel frattempo troviamo Cuzzoli candidato alle amministrative di Vetralla del maggio 2011 con la lista Teresa Sestito appoggiata dal senatore Cursi del Pdl e dalla consigliera regionale Isabella Rauti, pure lei del Pdl ed ex esponente di movimenti di estrema destra, nonché figlia di Pino Rauti noto estremista di destra e fondatore del MSI-Fiamma Tricolore, nonché moglie attuale del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Cuzzoli non viene eletto.
Dopo appena sei mesi Cuzzoli cambia di nuovo e lo ritroviamo a Cremona a gestire la nuova organizzazione del Pronto Soccorso. Lavori di ristrutturazione per un milione e mezzo di euro e sperimentazione di  un ambulatorio adiacente al Pronto Soccorso per curare le patologie di minori gravità.  Sono quasi trascorsi i sei mesi di sperimentazione del progetto e già arrivano le prime proteste. Una signora anziana lamenta di essere stata dimessa i primi di aprile alle 1.30 di notte e solo dopo le sue insistenze è potuta rimanere su una brandina ad attendere il mattino. E la risposta di Cuzzoli? “ La signora è stata sottoposta a tutti gli accertamenti … Poi, dato che si era fatto molto tardi, la collega l’ha trattenuta per alcune ore in osservazione. Verso mattina è stata dimessa in buona salute … Se qualcosa non è andato come lei si aspettava non posso dirlo …”.
Come si può vedere dagli episodi citati, la sanità lombarda, contrariamente a quanto sostiene Formigoni, non solo fa acqua da molte parti, ma spesso è affidata a ‘dirigenti’ il cui curriculum è alquanto discutibile, come dimostra anche quello della signora Massei (su cui ritorneremo) precipitosamente trasferita  ad altro incarico dopo solo pochi mesi di attività nella Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia, guarda caso poco tempo dopo l’esplosione dello scandalo  Daccò e la perquisizione dell’ ufficio in Regione della Massei a novembre 2011.
In realtà in Regione Lombardia la sanità è considerata una fonte di guadagno ed è per questo che si privilegiano le convenzioni con la sanità privata , rispetto a quella pubblica che viene progressivamente smantellata.
Alla giunta Formigoni poco importa se il dare in appalto un servizio sanitario porta a diminuire la qualità e la professionalità delle prestazioni mediche, cliniche e diagnostiche. Quello che conta è che queste scelte consentono di accrescere le fonti di guadagno , senza contare che ad ogni convenzione firmata e ad ogni appalto dato si corre il rischio di alimentare il mercato delle tangenti e foraggiare affaristi, come il caso Daccò insegna.
SU LA TESTA l’altra Lombardia
Milano, 31 maggio 2012

laltralombardia@laltralombardia.it
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