lunedì 25 febbraio 2013

Elezioni e boicottaggio - il caso Taranto


ringraziamo Gianmario Leone per le osservazioni, con qualche piccolo chiarimento l'impianto sociologico che critichiamo non è rivolto all'articolo sull'ilva di G.leone, come al solito invece puntuale e informato, quanto alla pagina del giornale 'il manifesto'di ieri e all'articolo principale su 'l'astensionismo puro e duro' in essa contenuto quello che volevamo sottolineare è che l'astensionismo a taranto è precedente alla vicenda ilva e ha un suo nucleo strutturato e programmato che punto a modificare non con mezzi elettorali lo stato di cose esistente
infine su Riondino è chiaro a tutti che si tratta di una provocazione 'lo  0%' di votanti' ed è invece è la richiesta a chi scende in piazza e si oppone a quello che a taranto succede di essere coerenti in occasione delle elezioni,- non è giusto poi come dire sminuire il suo messaggio con il discorso " Ma ha i soldi e può permettersi di dire quello che vuole. E vive lontano da qui" Michele è di qui e ci tiene a Taranto, e poi questi argomenti non sono stati usati quando li ha affermati spendendosi in piazza a Tamburi e in tante
occasioni... ricambiamo gli abbracci e il buon lavoro
----- Original Message -----
From: "g.leone" <g.leone@tarantooggi.it
To: <slaicobasta@gmail.com
Sent: Sunday, February 24, 2013 6:03 PM
Subject: Re: Fw: elezioni e boicottaggio - il caso taranto


In poche righe non era possibile fare un'analisi politica di ampio respiro.
La mia non era e non voleva essere un'analisi sociologica. Ma raccontare i fatti e dire che l'astensionismo é colpa dei politici e dei sindacati per come non hanno lavorato per decenni. A questo si aggiunge la vicenda Ilva.
Sapete come la penso e lavoro da anni. Anch'io, sul gionale e in pubblico ho sostenuto che Taranto non sarebbe dovuta andare a votare facendo registrare un'affluenza dello 0%. Ma questa resta pura utopia se continuiamo ad andare ognuno per la propria strada.

ps: Riondino é un ottimo attore e un bravo ragazzo. Ma ha i soldi e può permettersi di dire quello che vuole. E vive lontano da qui.

Un abbraccio e buon lavoro
Gianmario Leone

Da: "cobasta" slaicobasta@gmail.com
A: Undisclosed-Recipient:,
Cc:
Data: Sun, 24 Feb 2013 12:25:24 +0100
Oggetto: Fw: elezioni e boicottaggio - il caso taranto


 dal blog
 http://tarantocontro.blogspot.it


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 Su Il Manifesto di oggi, in una pagina dedicata ai "duri e puri  dell'astensione", una pagina che si butta più sulla sociologia che sulla politica, vi è una foto degli operai Ilva di Taranto e un articolo di Gianmario Leone sul fenomeno dell'astensionismo a Taranto.

Scrive Leone: "E' molto probabile che i tarantini che si recheranno ai seggi per votare saranno pochi, se non pochissimi. Anzi, a guardare i dati delle amministrative 2012 c'è il rischio concreto di registrare un record
storico dell'astensionismo. Lo scorso maggio al 1° turno votò poco più del 60%... e al ballottaggio, vinto dal rieletto Stefano appoggiato da tutto il centrosinistra (e non solo, diciamo noi), votò invece soltanto il 43%; su
 174mila aventi diritto, se ne presentarono 74.997, in 100mila preferirono "andare al mare" (espressione volgare e insultante, stia tranquillo Leone al mare non ci andarono più di quanto ci andassero gli altri giorni)".

 Dopo di che l'articolo si dilunga sull'Ilva, riprendendo l'attuale vicenda e la lunga tematica che l'attraversa, sulle responsabilità dei partiti politici e delle istituzioni nella vicenda tragica dell'inquinamento e sull'attuale allineamento a Riva e al governo - vedi decreto Aia - dei partiti, cercando di stabilirvi una sorta di causa/effetto.

 Qui Leone si sbaglia. Il primato e la crescita dell'astensionismo si sviluppa a Taranto molto prima, ed è un'astensionismo operaio e popolare che nasce sui problemi del lavoro innanzittutto, della povertà, dei diritti
 negati in fabbrica e in città, nella discarica del dissesto finanziario sulla povera gente, e naturalmente della sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio. Ma esso trova il suo radicamento anche nel fatto che una forza politica e sindacale precisea, lo slai cobas per il sindacato di classe e Proletari comunisti, conducono in forma organizzata e sistematica la linea e la pratica del non voto e del boicottaggio elettorale, organizzando negli anni iniziative e forme di lotta quali riconsegna collettiva di certificati elettorali, proteste e forme di rivolta nei giorni di campagna elettorale - vedi in particolare negli anni scorsi quelle delle lavoratrici e lavoratori delle ditte di pulizia delle scuole, degli appalti comunali e più recentemente quella dei disoccupati organizzati - che unitamente alla campagna esplicita con volantini all'Ilva e appalto di Taranto, hanno fatto del non voto e perfino della minaccia credibile di blocco delle scuole dove stavano i seggi elettorali, una costante arma di
 lotta.

 A questo, oggi certamente si è aggiunta la vicenda Ilva, ma non nel senso che ne parla Leone. Perchè qui i sostenitori più spinti della chiusura dell'Ilva si sono sempre presentati alle elezioni e anche in queste elezioni esponenti di essi votano e sono candidati. Perfino nelle fila del Comitato liberi e pensanti, sono non pochi coloro che votano per 'Rivoluzione civile' o 'Grillo'.
 Se fosse tutto un fenomeno "spontaneo e sociologicamente determinato", come mai non si registra in altre regioni e in altre provincie vicine che sono toccate dagli stessi problemi di lavoro,precarietà povertà? Come mai non si registra nelle altre città dove esistono analoghi disastri ambientali? Come mai Grillo viene a Taranto e non riempie la piazza?

 Anche se questa volta anche a Taranto, trainato da tv e Mass media, Grillo prenderà parecchi voti a Taranto anche tra gli operai dell'Ilva. Ma certamente anche questi signori non sono in grado di ricucire il distacco tra masse e Stato borghese che trova le sue ragioni nei problemi sociali e politici dei proletari e delle masse popolari, e che qui a Taranto ha trovato una precisa sponda politica e sindacale di classe che contribuisce ad alimentarla, orientarla e si sforza di trasformarla nel tempo in coscienza e organizzazione.
 E non si tratta di 'puri e duri' dell'astensionismo, come si dice con superficialità, ma di comunisti, classisti e antagonisti che lavorano quotidianamente per trasformare questo rifiuto del voto in rivolta popolare organizzata e che operano perchè il rifiuto del voto sia embrione di coscienza da "deviare", indirizzare verso l'unica strada vera e concreta la rivoluzione (non quella "civile", ma proletaria) per porre fine a un sistema
che nega salute, lavoro, salari, vita dignitosa. Una strada ancora lunga e tortuosa, ma che avanza determinata

 In questo senso, pensiamo che l'altra Taranto, la tarantocontro, farà la sua parte anche in questa elezione


 dal blog tarantocontro


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 Noi sul voto la pensiamo come Michele Riondino..

 sul 'quotidiano' di oggi Michele Riondino dichiara

 "che bello sarebbe se lunedì, tra i risultati che indicheranno il
 vincitore di queste elezioni politiche , tra i titoli che documenteranno l'Italia al
 voto ci fosse un servizio, un articolo sull'unica città astenuta TARANTO,
 Un  servizio che parli dei suoi cittadini che rifiutando il bieco gioco e
 traditore di falsi rappresentanti politici, rifiutano di prestarsi ancora
 una volta alla farsa e recandosi ai seggi si avvalgono di un sacrosanto
 diritto, ovvero quello di farsi annullare la scheda "

 purtroppo alcuni o molti non lo sappiamo attivi nel 'Comitato liberi e
 pensanti' la pensano diversamente, pur avendo nei mesi scorsi sostenuto
 Michele nei comizi e assemblee, pure avendo il 15 dicembre attaccato tutti
 i partiti e le istituzioni, nell'avvicinarsi delle elezioni non li abbiamo
 molto sentiti sulla questione e sappiamo per certo che alcuni sono corsi a
 votare Ingroia, altri Grillo..
 purtroppo solo noi abbiamo fatto una campagna esplicita e visibile per il
 boicottaggio delle elezioni.. nel silenzio e censura reale di stampa e
 televisioni...abituati a seguire, mode e folclore mediatico... piuttosto
 che argomenti attività militanti costanti, serie e determinate...

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