giovedì 15 settembre 2011

LA MALATTIA È UN LUSSO". GIUDICE: INCOSTITUZIONALE LA LEGGE BRUNETTA



"LA MALATTIA È UN LUSSO". GIUDICE: INCOSTITUZIONALE LA LEGGE BRUNETTA Decurtazione dello stipendio per i primi dieci giorni di malattia. Il tribunale del lavoro di Livorno.

"AMMALARSI È UN LUSSO".
LA LEGGE BRUNETTA
FINISCE ALLA CONSULTA
Mercoledì 14 Settembre 2011 - 07:59

di Claudio Fabretti
ROMA - Con la legge Brunetta ammalarsi è diventato «un lusso che il lavoratore non potrà più permettersi». E ciò contrasta «con l’articolo 36 della Costituzione che prevede che sia garantita una retribuzione proporzionata e in ogni caso sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa». Con questa motivazione il giudice del lavoro di Livorno, Jacqueline Monica Magi, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 71 della legge 133/2008, che prevede per i dipendenti pubblici una decurtazione dello stipendio per i primi 10 giorni di malattia.
L’ordinanza è del 5 agosto ma è stata resa nota ieri da Unicobas della Toscana che assiste 50 tra docenti e lavoratori Ata della provincia di Livorno, alcuni dei quali avevano avuto una riduzione della busta paga dopo periodi di malattia. I lavoratori hanno presentato un ricorso al tribunale, sollevando l’eccezione di costituzionalità, che il giudice ha accolto.
Secondo il giudice, la legge Brunetta viola più norme costituzionali: il principio di uguaglianza (art. 3) creando una «illegittima disparità» tra lavoratori pubblici e privati, l’articolo 32, comprimendo il diritto alla salute, l’articolo 36 per via della decurtazione del guadagno, «tale da non garantire al lavoratore una vita dignitosa» e l’articolo 38 facendo «venire meno i mezzi di mantenimento e assistenza al cittadino in quel momento inabile al lavoro».
«Il rischio di un abbassamento della tutela della salute dei lavoratori esiste» commenta Giacomo Milillo, segretario dei Medici di Medicina Generale. Dal ministero della Pubblica Amministrazione fanno invece sapere che la norma contestata «esiste anche in altri contratti collettivi».

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