giovedì 17 maggio 2012

Discarica di amianto di Cappella Cantone: la Commissione Europea accoglie la richiesta di Cittadini contro l’amianto e dei 1200 firmatari della Petizione


Comunicato stampa
Cremona, 16 maggio 2012
Oggetto: La Commissione Europea accoglie la richiesta di Cittadini contro l’amianto e dei 1200 firmatari della Petizione di indagare sull’autorizzazione concessa a Locatelli per realizzare la discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona).
Il 15 maggio abbiamo ricevuto dalla Commissione Petizioni dell’Unione Europea la comunicazione ufficiale di aver avviato le procedure per svolgere un’indagine preliminare sui vari aspetti dell’autorizzazione data dalla Regione Lombardia per realizzare la discarica di amianto di Cappella Cantone. Stiamo lavorando per fare in modo che i commissari europei vengano direttamente sul posto. Questa decisione costituisce un altro risultato politico raggiunto dai cittadini della zona interessata, dopo che la mobilitazione e la magistratura avevano bloccato e messo sotto sequestro l’area destinata alla discarica.
Con questa decisione il Parlamento Europeo si dimostra più sollecito della giunta Formigoni nel voler indagare sulla discarica di Cappella Cantone. Infatti da circa due mesi è stata costituita ufficialmente a livello regionale una commissione d’inchiesta che naturalmente non si è ancora riunita per lavorare. Inoltre poco o nulla è stato fatto per modificare e ridefinire ruolo e funzione dell’ARPA soprattutto per quanto riguarda la nomina dei dirigenti, dopo che il massimo esponente dell’ARPA Lombardia, Rotondaro, è stato arrestato con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla discarica di Cappella Cantone che ha portato anche agli arresti di Locatelli, intestatario dell’autorizzazione, e Nicoli Cristiani (Pdl) ex assessore all’ambiente della Regione Lombardia. Ricordiamo che Rotondaro è accusato di aver ricevuto mazzette per ammorbidire i controlli della falda acquifera dell’ex cava Retorto, il luogo dove si voleva  realizzare la discarica. Questa una delle intercettazioni:  8 giugno 2011, il giorno precedente alla conferenza dei servizi  LOCATELLI: Pronto. ROTONDARO: Buongiorno, come stai? LOCATELLI: Eh non lo so, ti farò sapere domani. ROTONDARO: Eh...dai...vedrai che domani starai meglio. LOCATELLI: Dici? ROTONDARO: Si, si, si. Dove sei? LOCATELLI: A Grumello. ROTONDARO: Ah. Niente, io...penso che sia tutto a posto. Ho fatto anche delle verifiche … LOCATELLI: Hai fatto un po’ di verifiche? ROTONDARO: Si, son stato giù anche l'altro giorno lì...dalle tue parti, non te l'han detto?
Dopo questi fatti non è più possibile tollerare che chi deve fare i controlli ambientali sia un organismo dipendente dal governo regionale;  come è noto le nomine dei dirigenti dell’ARPA Lombardia sono fatte direttamente dalla giunta Formigoni e non è più prevista l’approvazione da parte del consiglio regionale.
Ci preme inoltre sottolineare come sia stato inopportuno e fuori luogo e tempo costituire un “tavolo tecnico” , che nei fatti è solo politico, nelle province di Cremona e Pavia al fine di individuare siti idonei per lo smaltimento dell’amianto. A questo proposito abbiamo già avuto modo di esprimere la nostra valutazione radicalmente negativa per i seguenti motivi che riassumiamo:
1) Già dal 2008 Cittadini contro l’amianto denunciava che non si potevano autorizzare discariche senza una pianificazione dei siti idonei a livello regionale. La Regione ha sempre ignorato le nostre richieste, ha autorizzato la discarica di Cappella Cantone e solo adesso che è scoppiato lo scandalo decide di procedere alla pianificazione.
2) Si vuole discutere di siti idonei senza coinvolgere direttamente i cittadini interessati, tutti i partiti politici e tutte le organizzazioni sindacali.
3) Secondo la Regione Lombardia uno degli interlocutori , per la provincia di Cremona, è l’attuale amministrazione provinciale di centro-destra del ciellino Salini, la stessa, cioè, che diede parere favorevole alla valutazione di impatto ambientale per la discarica di Cappella Cantone e negativo per la discarica di Cingia de’ Botti pur avendo i due progetti caratteristiche simili; la stessa che non disse né SI né NO alla discarica in sede di autorizzazione integrata ambientale (e per legge si intende un SI).
4) La composizione di questi “tavoli” a Cremona e Pavia ha seguito principi inspiegabili e non corrisponde ai criteri di competenza e neanche alle procedure previste per la pianificazione del trattamento e smaltimento dei rifiuti.
5) Le proposte di pianificazione dovrebbero essere preventive, fatte da tecnici qualificati e non da politici, prendendo in considerazione TUTTO il territorio regionale.  Ci risulta, invece,  che questi tavoli siano attivi solo a Cremona e Pavia, guarda caso le uniche province, oltre a Bergamo e Brescia, dove i privati vogliono realizzare discariche di amianto. Ci tornano con inquietudine alla memoria le intercettazioni fatte dagli inquirenti in un ristorante di Brescia in cui si ritrovano Locatelli, Nicoli Cristiani e Mauro Papa, amministratore della Ecoeternit, e parlano di una sorta di spartizione delle aree di competenza: Papa nelle province di Brescia e Bergamo, Locatelli a Cremona e Pavia. I tre parlano anche di Faustini. La Ecoeternit sta gestendo una discarica di amianto a Montichiari, Faustini sta per finire la realizzazione di una discarica di amianto a Brescia, località San Polo, e ha chiesto di realizzare una discarica di rifiuti di  amianto pericolosi accanto alla discarica della Ecoeternit.
Noi riteniamo comunque urgente risolvere il problema dello smaltimento dell’amianto, ma nello stesso tempo pensiamo che di questo NON SI POSSA OCCUPARE l’attuale giunta Formigoni a seguito delle recenti e note vicende giudiziarie che hanno coinvolto assessori ed ex assessori in gravi reati di corruzione e scempio ambientale. Formigoni non poteva non sapere nonostante che, con arroganza, continui a definirsi estraneo all’operato dei suoi uomini, senza il timore di sfiorare il senso del ridicolo e documentare quanto dice con prove.
In sostanza noi ribadiamo la necessità di provvedere sia alla revoca delle autorizzazioni date che alla moratoria di tutte le domande in corso di autorizzazione per lo smaltimento dell’amianto in Lombardia;  vogliamo che si costituisca un organismo qualificato con il compito di verificare l’idoneità e la  sicurezza dei progetti e dei siti destinati allo smaltimento dell’amianto ,  che sia indipendente dalla politica e che tuteli i reali interessi dei cittadini, che sono la difesa della salute e del territorio, e non le lobbies di varia natura.
Un’ultima annotazione: siamo contenti e soddisfatti che quasi tutti si siano convertiti alla necessità di esplorare metodi e soluzioni alternativi all’interramento del cemento amianto. Quattro convegni scientifici qualificati organizzati da noi in questi quattro anni sono serviti a convincere anche esponenti della giunta regionale sulla necessità di seguire questa strada. E questo non è poco anche se bisognerà sempre vigilare su possibili colpi di mano. Politici corrotti ed imprenditori invischiati con la criminalità organizzata sono sempre in agguato.
Cittadini contro l’amianto
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