venerdì 2 dicembre 2011

"Abbiamo respirato la discarica in fiamme"


Bruciore alla gola avvertito dagli operai di un magazzino cereali durante l'incendio della notte al centro rifiuti "Airone"

RAVENNA - Hanno continuato a lavorare tutta la notte mentre a qualche chilometro di distanza una montagna di rifiuti andava a fuoco. E pur non vedendo le fiamme che si erano levate alte dal centro di selezione e recupero rifiuti "Airone" di via Baiona, si sono accorti che qualcosa nell'aria inalata non andava. "Fastidio alla respirazione e bruciore agli occhi". Per questo da un magazzino cereali della zona del porto "San Vitale" un operaio ha contattato Arpa. Per l'esattezza alle 22.42, quando già da due ore le fiamme stavano divorando legno, plastica, gomma, e altro materiale scartato e ammucchiato in un'apposita area nel piazzale dell'impianto. Ora in una nota inviata alla stampa lo stesso operaio vuole risposte chiare: "Che cavolo ci siamo respirati per otto ore io e i miei colleghi? E per quale motivo gli operatori Arpa non ci hanno avvisato del reale rischio che correvamo stando esposti a tali fumi?".

I dati raccolti da Arpa attraverso campionatori utilizzati per una prima valutazione della concentrazione dell'aria e quelli registrati dai macchinari installati nel raggio di caduta delle polveri (tra i quali anche lo stabilimento da cui è partita la segnalazione) non saranno pronti prima di alcuni giorni. E' Arpa stessa a comunicarlo, precisando che a bruciare per 11 ore la scorsa notte al civico 174 di via Baiona è stato "materiale di sovvallo proveniente dalla vagliatura dei rifiuti". "Gli operatori di Arpa, intervenuti sul luogo, hanno effettuato misure della qualità dell'aria con strumentazione portatile, per una prima valutazione della concentrazione di composti volatili organici prodotti dalla combustione. Nella zona "di ricaduta", stimata in base alla direzione del vento, e a seguito di successiva segnalazione, gli operatori hanno prelevato altri campioni di campioni di aria e posizionato un campionatore automatico, per polveri e diossine, che è rimasto in attività per circa 12 ore".

Dal centro Airone escludono cause dolose. "Non abbiamo riscontrato segni di ostilità o inimicizie, nè all'esterno nè tra i dipendenti - spiega il responsabile -. In più nello stabilimento sono presenti telecamere puntate sull'area". Più plausibile secondo la gestione dell'impianto un fattore accidentale, magari un mozzicone gettato da uno dei trasportatori. "Se qualcuno avesse voluto provocare danni seri avrebbe potuto incendiare gli ammassi di cartone sotto l'impianto di recupero. In questo modo sono bruciati solamente i materiali di scarto, il 20% dei rifiuti passati". Soprattutto legno, destinato all'impianto "Falco" di pomposa, ma anche materassi, plastica, gomma e altri composti, i cui fumi non proprio salutari hanno impegnato fino a matina cinque squadre dei vigili del fuoco. "Le acque di spegnimento - precisa Arpa - sono state raccolte dal centro Airone in vasche di prima pioggia e inviate allo smaltimento".

FedS

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