Purtroppo è un anno tragico, in questo momento con 626 morti sui luoghi di lavoro, quasi 1100 con i lavoratori morti sulle strade, ci stiamo avvicinando a superare entro pochi giorni i morti sui luoghi di lavoro del 2008 (637). Il mese scorso sono già stati superati quelli del 2009
(555) e del 2010 (594). Praticamente siamo tornati indietro di 4 anni, e la prevenzione, alla luce di questi dati, è diminuita e non aumentata.
Speriamo che il nuovo governo si occupi seriamente, e non con la propaganda, di far diminuire con atti concreti queste tragedie. A queste vittime ho dedicato un dipinto e una poesia che vi allego. Con l'Augurio che il prossimo anno sia migliore, su tutti i punti di vista, gli italiani se lo meritano.
Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza
non è il bianco della purezza
non è il bianco candido di una nevicata in montagna
E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli
che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto
occhi spalancati dal terrore
dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza
l’attimo di una caduta da diversi metri
dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni
del trattore senza protezioni che sta schiacciando
dell’impatto sulla strada verso il lavoro
del frastuono dell’esplosione che lacera la carne
di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso
di una vita che si spegne lontana dagli affetti
di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti
vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese da chi è spesso solo moderno schiavo.
Dipinto e poesia di Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
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