Come Francesco Pinna muoiono in Italia sul lavoro centinaia di giovani, vittime perchè la precarietà non lascia vie d'uscita. La responsabilità ha nome e cognome: si chiama lavoro nero, agenzie interinali, contratti "atipici". Tutte forme del moderno schiavismo di questo sistema criminale per estorcere il massimo profitto dagli operai. Questa è la quotidiana violenza del Capitale che la propaganda dei padroni assassini copre per fare passare la rassegnazione verso quelle che chiamano "fatalità", "morti bianche" e altre mistificazioni di questo genere.
Un sistema che è incompatibile con la vita dei lavoratori e che richiede ribellione e organizzazione per il suo rovesciamento.
Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro-nodo di Ravenna
Un'immagine di Francesco Pinna, il ragazzo ucciso dal crollo del palco di Jovanotti.
alcune notizie di cronaca sulla vicenda di Trieste
Un gruppo di operai è rimasto travolto a causa del crollo di un'impalcatura all'interno del PalaTrieste, situata nel rione di San Sabba, adiacente allo stadio 'Nereo Rocco', dove nella serata del 12 dicembre si sarebbe dovuto svolgere il concerto di Jovanotti. Uno è rimasto ucciso, 12 sono i feriti.
L'incidente è avvenuto intorno alle ore 14.
La vittima è un ventenne di Trieste, morto all'istante nell'impatto con l'impalcatura alta una decina di metri, che era quasi finita, già comprensiva dell'impianto luci completo.
LA DISPERAZIONE DEI PARENTI. Scene di disperazione si sono verificate quando un gruppo di persone, che erano in attesa davanti al palasport, ha appreso la notizia che la vittima dell'incidente era un loro parente. A quel punto una ragazza del gruppo ha più volte urlato «Francesco», «Francesco ti amo, ti prego torna». Dopo alcuni minuti il gruppo di parenti è stato fatto entrare nella struttura.
LA TRAPPOLA DEI TUBI DI ACCIAIO. Stando alle prime testimonianze, l'impalcatura si è «accartocciata» su se stessa. Gli operai, che stavano ultimando gli ultimi lavori necessari per il corretto funzionamento della struttura, sono stati investiti dal crollo e alcuni di essi sono rimasti incastrati tra i tubi di acciaio.
OTTO UOMINI TRASPORTATI AL PRONTO SOCCORSO. Sono otto gli operai travolti dall'impalcatura trasportati al pronto soccorso dell'ospedale Cattinara del capoluogo giuliano.
Secondo quanto appreso da fonti sanitarie, tutti presentano lesioni da traumatismo, c'è anche un 'codice giallo'.
Il più grave è però ricoverato nel reparto di rianimazione. Le condizioni dell'uomo sono giudicate da 'codice rosso'. Un altro dei feriti è stato ricoverato nel reparto di chirurgia.
GUADAGNAVA CINQUE EURO L'ORA. Dopo il tremendo incidente sono intervenuti anche i colleghi di lavoro di Francesco: «Non si può morire così, a 19 anni, a 20 anni, per una cosa del genere... no, non lo conoscevamo, l'abbiamo visto per la prima volta e poi... là sotto... così...».
I compagni di lavoro della vittima sono riconoscibili dagli zaini, i caschetti di plastica e i moschettoni: «Sai quanto guadagna un ragazzo come lui?» ha chiesto provocatoriamente uno del gruppo. «Guadagna cinque euro l'ora. Non si diventa ricchi; si può morire per questo? Per cinque euro l'ora? È una follia».
Uno sfogo senza pace: «Siamo quasi tutti ragazzi che lavoriamo un giorno qui, un giorno lì, dove capita, anche lui, anche il ragazzo che è morto».
Appena conclusi gli accertamenti preliminari, il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, Matteo Tripani, è pronto ad aprire un fascicolo per omicidio colposo e lesioni, contro ignoti.
Lunedì, 12 Dicembre 2011
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