E se a morire per infortuni sul lavoro fosse uno di loro ci sarebbe più interesse verso queste tragedie?
Tra pochi giorni sarà il 1 moggio, la Festa dei Lavoratori e purtroppo continua, nell’indifferenza della nostra classe dirigente, la strage di lavoratori morti per infortuni sul lavoro. Dall’inizio dell’anno sono già
155 i morti sui luoghi di lavoro e si superano i 300 con i morti sulle strade e in itinere. In poco tempo si potrebbero salvare centinaia di vite se solo ci fosse la volontà politica e sociale per farlo. Anche i tanti nostri intellettuali, artisti dello spettacolo e giornalisti che prendono posizione e si scandalizzano su tutto, restano indifferenti verso questa carneficina che ha provovato l’anno scorso la morte di 663 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1200 con i morti sulle strade. Nel 2011 sono stati
139 gli agricoltori schiacciati da quell’autentica bara in movimento che chiamiamo trattore: con pochi accorgimenti sulla cabina, che impedisce al guidatore di essere sbalzato fuori si potevano salvare tutti. A morire nelle fabbriche e soprattutto nei cantieri di tutto il Paese, sono operai meridionali e stranieri, ed è forse per questo che nessuno se ne occupa.
L’allungamento dell’età pensionabile, anche per chi fa lavori rischiosi, provocherà un aumento dei morti sul lavoro a causa dei riflessi poco pronti, che diventeranno micidiali con gli acciacchi dovuti all’età. Per questa occasione ho voluto fare un disegno che ricorda queste tragedie. Nel disegno ci sono decine di lavoratori morti sul lavoro cancellati con una croce nera: molti hanno uno sguardo terrorizzato, altri fissano il cielo, uno di loro, come un condannato a morte, ha fumato l’ultima sigaretta prima di morire; un altro ha un sorriso sgargiante, e non si rende conto che è già finita, e che il suo ottimismo è fuori luogo. Alcuni anziani, morti prima di arrivare alla pensione, che è diventata una chimera, guardano il vuoto rassegnati, un altro ancora, con la barba, probabilmente non abituato al silenzio, sembra interrogarsi sul perchè è morto. Un urlo disperato sul volto di un altro lavoratore chi si è reso conto che la sua vita è finita……Se vedete in questi volti somiglianze con qualcuno sappiate che è solo una casualità….
Carlo Soricelli Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.com
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