COMUNICATO STAMPA
3 giugno 2013 Torino
CONFERMATA LA SENTENZA DI CONDANNA
Ancora una volta la forte partecipazione e presenza dei lavoratori, dei
cittadini e delle associazioni solidali che si battono da oltre trent’anni
contro l’amianto ha contribuito ad una nuova vittoria: la conferma della
condanna di Schmidheiny.
La corte d’appello di Torino ha condannato l'imprenditore elvetico Stephan
Schmidheiny a 18 anni per disastro doloso e omissione di cautele
antinfortunistiche che in primo grado era stato condannato a 16 anni. I
giudici hanno esteso la responsabilità dell'imputato anche agli stabilimenti
di Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia).
Il coordinamento delle associazioni considera questo giudizio fortemente
positivo in quanto non solo conferma la condanna ma sono stati mantenuti la
maggior parte dei risarcimenti e hanno goduto del risarcimento anche diversi
abitanti dei comuni interessati all’esposizione all’amianto, pur senza aver
contratto malattie da esso derivate, e le associazioni delle vittime già
riconosciute come parte civile nel processo: AFEVA, AIEA e MEDICINA
DEMOCRATICA. Questa sentenza rafforza la determinazione delle associazioni
nazionali e internazionali presenti all’ascolto della sentenza che per l’occasione
si sono riunite e hanno ribadito le seguenti decisioni:
1. A sostegno del finanziamento del Piano Nazionale Amianto e della proposta
di legge n. 8 del 15 marzo 2013 del Sen. Casson le associazioni presenti
oggi hanno deciso di organizzare entro settembre una manifestazione
nazionale davanti al Parlamento prima che venga approvata la legge
finanziaria.A tale scopo si è deciso di contattare tutte le associazioni e i
capigruppo parlamentari chiedendogli di sostenere la proposta di legge del
Sen. Casson e tutte le iniziative il cui obiettivo è quello di tutelare la
salute dei cittadini.
2. Le associazioni presenti hanno deciso di lanciare una petizione a livello
europeo per l’eliminazione definitiva dell’amianto da tutti i paesi e per
perseguire i responsabili della catastrofe internazionale prodotta a puro
scopo di profitto, cercando di stabilire un legame tra i vari paesi e fare
azione comune,sostenendo tutte le cause giudiziarie in corso e promuovendo
ulteriori azioni e ricorsi in materia.
3. Le associazioni chiedono con forza che a livello europeo venga acquisita
la migliore legislazione in atto sull’amianto. Si rileva che la legislazione
francese relativamente al Fondo Vittime dell’amianto ha stanziato una somma
di circa dieci volte superiore a quella stanziata dal governo italiano.
Inoltre il Fondo francese prevede il risarcimento a tutti i cittadini che
sono stati esposti all’amianto, non solo in ambito professionale ma anche
ambientale.
4. Nei vari paesi europei gli Istituti assicurativi hanno il compito di
accertare le malattie professionali e di indenizzarle, vedi Inail in Italia.
E’ evidente che si manifesta un palese conflitto d’interesse laddove l’ente
che dovrebbe accertare la malattia professionale ha tutto l’interesse a non
riconoscerla. Si rivendica dunque la necessità di individuare un ente terzo
(nello specifico il servizio di prevenzione della A-USL) che accerti la
malattia professionale, evitando le speculazione sulla vita dei lavoratori e
dei cittadini vittime dell’amianto.
5. Si rivendica infine l’abolizione della prescrizione del reato, presente
nella legiglazione italiana ed europea , che riguarda gli infortuni sul
lavoro e le malattie professionali, convinti che non ci possa essere un
termine per il diritto alla salute e il risarcimento del danno di qualunque
cittadino esposto sia in ambito lavorativo che ambientale all’amianto e
altri agenti inquinanti.
Le associazioni presenti che fanno parte del Coordinamento Nazionale
Amianto:
AIEA Onlus
Medicina democratica, Movimento di Lotta per la Salute
Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio
AVANI
COPAL
CAOVA Comitè d’aide et d’orientation des victimes de l’amiante (Suisse)
Ban Asbestos France
ABEVA Bruxelles
Centro Studi Sereno Regis di Torino
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