lunedì 3 giugno 2013

Torino, crollo al Darwin, in appello la procura chiede 7 condanne


In primo grado era stato condannato a sette anni di carcere soltanto l'architetto responsabile dei lavori di ristrutturazione del controsoffitto crollato. Tutti gli altri imputati, tra cui tre professori, erano stati assolti
di SARAH MARTINENGHI e OTTAVIA GIUSTETTI


Al processo d'appello per il crollo del controsoffitto del liceo Darwin, in cui perse la vita lo studente di 17 anni Vito Scafidi, la procura ha chiesto le condanne dei sette imputati che in primo grado erano stati tutti assolti tranne l'architetto Michele Del Mastro (a cui erano stati inflitti sette anni di carcere). Cinque anni e quattro mesi di carcere, ovvero la stessa pena richiesta durante lo scorso processo, è la condanna che il sostituto procuratore Laura Longo ha avanzato per i tre funzionari della Provincia Sergio Moro, Enrico Marzilli e Massimo Masino.
Per i tre professori del liceo, responsabili del servizio di prevenzione, Fulvio Trucano, Paolo Pieri e Diego Sigot la procura ha chiesto quattro anni e otto mesi: "Il fatto che non avessero le specifiche competenze tecniche non può esimerli dalla responsabilità'" ha spiegato in aula il pm criticando la motivazione della loro precedente assoluzione. "Se non avevano competenza e preparazione dovevano procurarsela, oppure affidare il compito a qualcun altro".

Per Michele Del Mastro, l'unico responsabile secondo il tribunale, il pm ha invece chiesto 7 anni, sia come progettista che come funzionario della provincia: "la sua responsabilità è pari a quella degli altri imputati" ha spiegato il pm. "Del Mastro - ha aggiunto la procura- sfrutta le contraddizioni della sentenza del primo grado a suo favore nel fare appello: la sua colpa per il giudice è non aver previsto l'integrazione del numero dei pendini che reggevano il controsoffitto (dovevano essere almeno uno ogni metro quadrato, anziché uno ogni tre). Ma nella prima parte della sentenza lo stesso giudice sosteneva che la causa del dolo fosse da riscontrarsi nelle cricche, che però non erano individuabili. Noi riteniamo che entrambe siano cause del crollo, sia i pendini che le cricche, e che Del Mastro avrebbe dovuto valutare la necessità di rinforzare il numero di pendini come aveva del resto fatto al piano terzo del liceo".

"Abbiamo chiesto di nuovo le condanne che avevamo chiesto in primo grado per alcuni motivi - ha spiegato il procuratore Raffaele Guariniello - Il primo motivo è che permane un danno enorme: un ragazzo ha perso la vita e un altro ha subito danni permanenti gravissimi. E avete visto tutti quale è il danno per le loro famiglie. Il secondo motivo è l'enormità del pericolo per la pubblica incolumità. Qui la colpa assume contorni inquietanti per il fatto che queste persone custodiscono l'incolumità dei nostri ragazzi e perché non hanno mostrato il minimo turbamento. Gli imputati non potevano non sapere che custodivano nelle loro mani l'incolumità dei nostri ragazzi. Come possiamo mandare a scuola i nostri figli se non abbiamo la sicurezza che queste persone abbiano la massima attenzione e organizzazione nel tutelare la loro incolumità? Quello che è successo al liceo Darwin costituisce il frutto di inaccettabili scelte strategiche di ordine procedurale e organizzativo. È frutto di una politica della Provincia segnata da vistose lacune procedurali emerse anche durante le deposizioni della totale assenza di protocolli operativi ma si lavorava solo sulla segnalazione dei guasti".


(03 giugno 2013)

Nessun commento: