lunedì 15 luglio 2013

Bondi - aria viziata per lui all'ilva e a taranto - se ne vada subito !

Comunicato dello Slai cobas per il sindacato di classe Ilva taranto
347-5301704

Le ignobili e gravissimi atti, testi e dichiarazioni del commissario Bondi
sono un insulto agli operai, ai cittadini, ai morti, ai malati. Sono un
aperto e irridente attacco ai magistrati, agli organi di controllo. Una
messa in luce di quanta ipocrisia si celi dietro le dichiarazioni e le leggi

Bisogna reagire subito!
Il commissario Bondi se ne deve andare e deve essere immediatamente rimosso!
Tutte le istituzioni locali hanno il dovere di avere un sussulto di dignità!
La magistratura deve verificare tutte le ipotesi di reato che si possono
celare dietro l'azione di questo ignobile, lurido, spregevole gran commis di
padron Riva, lautamente pagato ora anche dai noi cittadini.
Ma naturalmente facciamo appello agli operai e ai cittadini con le loro
organizzazioni sindacali e comitati perchè reagiscano subito e duramente.
Noi da parte nostra diciamo chiaro anche agli organi di polizia che la
presenza di Bondi è incompatibile con questa città e con questa fabbrica e
metteremo in atto tutte le azioni possibili per rendere pratico questo
bando.

Slai cobas per il sindacato di classe ILVA Taranto

ILVA TARANTO - Bondi un cinico bastardo gran commis del capitale al servizio 
di RIVA - ora Basta ! Giustizia vuole che persone come Bondi debbano morire
"Tumori per le sigarette", bufera su Bondi
In un documento inviato alla Regione contesta il collegamento tra 
inquinamento del siderurgico e malattie.

"E' noto che a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in 
passato piu alta rispetto ad altre aree del Sud Italia dove per ragioni 
economiche il fumo di sigaretta era ridotto fino agli anni '70". Hanno 
subito creato una bufera polemica le affermazioni contenute in una lettera 
che il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, ha inviato al presidente della 
Regione Puglia, Nichi Vendola, nonché all'Arpa Puglia, all'Ares Puglia e 
all'Asl di Taranto, con la quale contesta sia il collegamento fra 
inquinamento del siderurgico e casi di tumore a Taranto - relazione 
evidenziata nelle relazioni consegnate dai periti alla magistratura - sia 
l'introduzione della Valutazione del danno sanitario nell'Aia, 
l'autorizzazione integrata ambientale dell'Ilva.

Il Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando avrebbe già convocato il 
commissario dell'Ilva Bondi per un chiarimento immediato. Il ministro ha 
anche provveduto a scegliere i tre esperti che contribuiranno a redigere il 
piano di risanamento e riqualificazione dello stabilimento Ilva di Taranto. 
Si tratta di Marco Lupo, commissario all'emergenza rifiuti della regione 
siciliana e già dirigente del ministero dell'Ambiente; Giuseppe Genon, 
docente di ingegneria dell'ambiente al Politecnico di Torino; e Lucia 
Bisceglia, medico epidemiologo, dirigente dell'Arpa Puglia.

Gli "argomenti di Bondi sono inaccettabili",

tuona il governatore Nichi Vendola dopo aver letto del legame causa effetto 
ipotizzato con il contrabbando. "I dati dell'Arpa sui danni salute sono 
chiari e precisi. Si confermano  - aggiunge - tutti i miei dubbi 
sull'affidare il ruolo di commissario all'amministratore delegato 
dell'azienda. Mi sarei aspettato dal commissario una più netta presa di 
distanza dall'approccio negazionista che l'Ilva ha tenuto negli ultimi 
vent'anni". Bondi nella sua lettera sposa le contestazioni portate avanti in 
passato dalla famiglia Riva e demolisce le conclusioni cui nel tempo sono 
arrivati gli studi sull'impatto delle emissioni compiuti dall'Arpa, dai 
consulenti del tribunale di Taranto e dagli esperti del ministero della 
Salute. Per il commissario straordinario nominato dal governo Letta - si 
legge nel contenuto del documento riportato da alcuni giornali - "i criteri 
adottati e Ia procedura valutativa seguita dall'Arpa e dalla Regione Puglia 
nel rapporto sulla valutazione del danno sanitario dello stabilimento Ilva 
di Taranto presentano numerosi profili critici, sia sotto il profilo 
dell'attendibilita scientifica, sia sotto il profilo delle conclusioni 
raggiunte".

"Siamo abituati - lamenta l'assessore regionale all'Ambiente, Lorenzo 
Nicastro - a un atteggiamento aziendale che non accetta controllo e che è 
insofferente a qualunque meccanismo di garanzia rispetto a tutela 
dell'ambiente e della salute dei tarantini. E' grave, tuttavia, che lo 
stesso atteggiamento del privato e della proprietà si riverberino oggi nelle 
parole e nelle azioni di un manager nominato dal governo che, nei fatti, ha 
una mandato pubblico volto a dirimere una questione di importanza nazionale, 
sulla cui urgenza non ci sono dubbi".

La strage silenziosa dell'Ilva
in tredici anni 386 i morti
E' del gennaio 2012 la relazione degli esperti nominati dal tribunale che ha 
stabilito una connessione tra i decessi, le malattie e le emissioni 
dell'acciaieria

TARANTO - Trent' anni fa la prima inchiesta partì grazie a una casalinga: 
esasperata dalla polvere rosa che ogni giorno era costretta a raccogliere 
sul suo balcone in una casa popolare del quartiere Tamburi, il quartiere 
degli operai, chiese alla Pretura chi e perché faceva arrivare in quelle 
case tutto quel minerale. Vent' anni dopo si è scoperto che dietro quella 
polvere non si nascondevano solo fastidio o sporcizia. Ma una strage.

In 13 anni (dal 1998 al 2010) sono morte a Taranto 386 persone per colpa 
delle emissioni industriali. Negli ultimi sette anni 174 soltanto per colpa 
del Pm 10. I bambini si sono ammalati più di quanto avrebbero dovuto. Sono 
morti. Gli operai hanno avuto tumori allo stomaco o all'ulcera, i cittadini 
di serie B, quelli che abitavano i quartieri popolari a ridosso dello 
stabilimento siderurgico, condannati a vite brevi dalla geografia.

I dati sono contenuti nella relazione che tre epidemiologi di fama (i 
professori Annibale Biggeri, Maria Triassi e Francesco Forastiere) hanno 
consegnato a gennaio 2012 al giudice per le indagini preliminari del 
tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, che ha sul suo tavolo gli atti di 
un'inchiesta a carico dei dirigenti dello stabilimento siderurgico Ilva. 
Poco prima era stata depositata una perizia chimica che raccontava come gran 
parte dell'inquinamento industriale di Taranto fosse riconducibile all'Ilva. 
Così i medici per la prima volta hanno stabilito una connessione tra le 
malattie, le morti causate da tumori e l'inquinamento prodotto dalle 
emissioni

dagli impianti industriali.

I periti scrivono che "nei 13 anni di osservazione sono attribuibili alle 
emissioni industriali 386 decessi totali (30 per anno). Negli ultimi sette 
anni 178 sono stati sono stati i morti soltanto per colpa del pm 10. 
Novantuno abitavano i quartieri Borgo e Tamburi, quelli più vicini allo 
stabilimento siderurgico Ilva insieme con il Paolo VI. Proprio in questa 
zona è stato riscontrato un più 27 per cento di mortalità rispetto alle 
stime effettuate sui dati messi a disposizione dell'Organizzazione mondiale 
della Sanità con un incremento nella popolazione maschile del 42 per cento 
per i tumori maligni e del 64, addirittura, per le malattie dell'apparato 
respiratorio.

Al Tamburi invece si ammalano particolarmente le donne (+ 46) di malattie 
ischemiche del cuore e +24 di malattie cardiache. I più colpiti sono stati i 
dipendenti dell'Ilva. Novantotto le morti da inquinamento in 10 anni. Gli 
operai che hanno lavorato negli anni ' 70-' 90 hanno mostrato, si legge 
nella relazione , "un eccesso di mortalità per patologia tumorale (+11%) in 
particolare per tumore dello stomaco (+107%), della pleura (+71%), della 
prostata (+50%) e della vescica (+69%). Tra le malattie non tumorali sono 
risultate in eccesso le malattie neurologiche (+64%) e quelle cardiache 
(+14%)".

Non soltanto gli operai. "I lavoratori con la qualifica di impiegato hanno 
presentato eccessi di mortalità per tumore della pleura (+153%) e 
dell'encefalo (+111%)". "Ci troviamo di fronte - scrivono i periti nelle 
conclusioni della loro relazione - a un effetto statisticamente 
significativo per i ricoveri ospedalieri per cause respiratorie e un effetto 
al limite della significatività statistica per i tumori in età pediatrica".

(14 luglio 2013) © Riproduzione riservata

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14 luglio 2013

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