mercoledì 17 luglio 2013
ENI TARANTO un gas che avvelena la città, con la complicità di istituzioni e sindacati
La catena di episodi gravissimi verificatesi per responsabilità dell'ENI di
Taranto negli ultimi giorni hanno creato gravi disagi e preoccupazione a
tutta la popolazione. La soglia è stata superata e il verificarsi di questi
avvenimenti chiarisce senza ombra di dubbio che l'ENI non è in grado di
assicurare la sicurezza e la salute in città, che gli organi di controllo
non hanno funzionato e non sono stati in grado di prevenire questi eventi,
che l'AIA concessa all'Eni è una truffa conclamata e che il carico
inquinante sulla città ha superato ogni limite e che, quindi, esso va
contenuto con la battaglia per la messa a norma dell'Ilva e con il blocco di
ogni fonte nociva che possa aumentare il carico inquinante fuori dall'Ilva.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe invita, quindi, tutte le forze, a
partire da quelle già attive ad una mobilitazione delle dimensioni di quella
realizzatesi in tutto quest'anno nei confronti dell'Ilva, per ottenere il
risultato concreto del blocco del carico inquinante di matrice Eni.
Ma lo Slai cobas per il sindacato di classe va oltre. Intende denunciare
direttamente il Direttore dell'Eni di Taranto che negando l'evidenza, con
arroganza e mancanza di senso di responsabilità, ha preso in giro
apertamente il Comune, la Commissione comunale che lo hanno incontrato e
pretende in maniera indegna di ritenersi in regola. L'azienda e questo
signore in particolare non possono attentare alla salute e prenderci pure in
giro. Con il suo atteggiamento, questo Direttore, si assume la
responsabilità di non dare altra alternativa che la chiusura dell'Eni.
Quindi noi chiediamo alla stessa azienda Eni di rimuovere immediatamente
questo signore e alle Istituzioni locali, sindaco in testa, di smetterla con
la politica delle parole e delle lettere e di emettere invece atti
amministrativi pienamente nelle loro competenze che rappresentino realmente
i cittadini e mettano fine a questo scempio Eni.
Durante tutto quest'anno è stato ripetutamente sollevata la questione:
perchè tutti contro l'Ilva di Riva – giustamente – e poco o niente nei
confronti dell'Eni?
Noi a questa domanda abbiamo sempre risposto sollevando, sin da tempi non
sospetti e documentabile, la questione Eni su cui pende un esposto in
Procura fatto da alcuni anni. Ma pensiamo che questa domanda sia legittima e
getti un ombra oscura sui legami esistenti tra Eni, organi di controllo,
Istituzioni, e forse qualcos'altro.
Quindi, chiediamo che la Procura faccia luce, come dice di stare facendo, su
tutta questa vicenda. Ma siccome lo Slai cobas non è abituato a lanciare
pietre e a nascondere la mano, noi denunciamo con assoluta certezza, oltre
che le responsabilità del Direttore Eni di Taranto, quella dei sindacati
Cgil, Cisl, Uil, Ugl dell'Eni, i cui dirigenti provinciali di settori e
parte dei delegati Rsu sono apertamente collusi con l'azienda Eni, ne
coprono le responsabilità in materia inquinante e ne ricavano benefici e
privilegi. Nell'esposto aggiuntivo alla Procura saranno contenuti i nomi e
cognomi esatti di questi signori.
Anche a coloro che nel malinteso senso di tutela del lavoro pensano che
questo lavoro si possa tutelare lasciando l'Eni di Taranto così com'è,
diciamo che si sbagliano, perchè proprio questa Eni se resta così com'è
rischia la chiusura certa.
Con assoluta chiarezza, inoltre, dobbiamo dire che non ci hanno convinto
assolutamente le dichiarazioni del Direttore dell'Arpa, Assennato, che da un
lato ammette che nove volte su dieci la causa è l'Eni, ma basandosi su dei
“dovrebbe”, pretende di dire che i gas emessi sono senza conseguenze sulla
salute immediata e futura dei cittadini. A parte che numerose persone sono
già andate in ospedale – e sia sicuro il Dr. Assennato che di fronte ad un
ripetersi di un episodio come quello dei giorni scorsi, saranno in tanti ad
andarci - come fa Assennato a dire che non c'è danno per la salute? Lo venga
a dire per esempio ai lavoratori del cimitero di Taranto.
Ma ancora più sconcertante è la soluzione che il Dr. Assennato propone: “Un
dispositivo messo a punto dal Prof. Gianluigi De Gennaro dell'Università di
Bari basato sulle telefonate dei cittadini e sull'intensità dell'odore
avvertito in una scala da 1 a 5... il sistema si attiverà in presenza di un
certo numero di telefonate che segnalino un odore intenso... a quel punto
automaticamente si attiverà la centralina e partirà il campionamento”. Ma
siamo su “scherzi a parte”? Assennato prosegue l'opera del direttore dell'
Eni di prenderci in giro?
Queste dichiarazioni di Assennato ci preoccupano doppiamente perchè
confermano che nei rapporti Eni-Enti di controllo c'è qualcosa che non
funziona.
Ci auguriamo che la Procura intervenga, ma certamente come sempre invitiamo
lavoratori e cittadini a non delegare ai giudici la tutela della propria
salute.
slai cobas per il sindacato di classe taranto
slaicobasta@gmail.com
347-5301704
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