Repubblica
"Solvay, una nuova Ilva". Ma il risanamento slitta al 2015
I dati sull'inquinamento della costa tra Rosignano Marittima e Vada sono inquietanti e confermati dalla Agenzia ambientale dell'Onu. Un'interrogazione parlamentare rivela i contorni di una possibile "bomba ecologica" sulla riviera toscana
"Solvay, una nuova Ilva". Ma il risanamento slitta al 2015 A ROSIGNANO, in Toscana, il timore di una nuova "Ilva". La denuncia approda in Parlamento, dopo l'interrogazione presentata al governo dal deputato Adriano Zaccagnini, ex M5S e ora appartenente al gruppo misto. Una "bomba ecologica", così viene definita la situazione dello stabilimento Solvay, sorto sulla costa toscana nel 1941. Lo gestisce una multinazionale belga che estrae salgemma dai giacimenti di Volterra e della Val di Cecina. Produce sale, cloro, e derivati;oltre alla produzione elettrica, a partire dagli ultimi 20 anni, la Solvay ha sempre prodotto carbonato di sodio, bicarbonato di sodio, cloro, soda caustica, clorometani e acqua ossigenata.
I risultati - secondo i dati forniti dal deputato - sono stati un valore aggiunto modesto sul territorio e un costo enorme in termini ambientali: un visibile degrado del mare, enormi consumi di acqua e l'estrazione di salgemma nella Val di Cecina fino alle saline di Volterra; la gente accorre a frotte in un'area non balneabile: i cartelli stradali indicano proprio «spiagge bianche», da Rosignano Marittima a Vado, nonostante l'acqua - si legge nell'interrogazione - "nasconda insidie letali. Tuttavia, nel raggio di chilometri non s'intravede un solo divieto. Anzi, con denaro pubblico è sorto un lido balneare e l'Asl organizza addirittura la balneazione per gruppi di persone disabili".
l’Agenzia ambientale Onu ha classificato questo tratto costiero come uno dei 15 più inquinanti d’Italia: secondo le stime per difetto del Cnr di Pisa, nella sabbia bianca la Solvay ha scaricato 337 tonnellate di mercurio ed altri veleni: arsenico, cadmio, nickel, piombo, zinco, dicloroetano. L’elenco completo è stato pubblicato sul sito dell’Agenzia europea dell’Ambiente. Più precisamente a Rosignano, secondo Legambiente, sono state 500 tonnellate di mercurio, presenti fino a 14 chilometri dalla battigia. E gli albergatori hanno addirittura chiesto di cambiare il nome della cittadina togliendo il "marchio" Solvay proprio per non abbinare la città alla situazione di degrado ambientale
Oggi la Solvay è finita sotto inchiesta per gli scarichi abusivi nel mare toscano, sono stati indagati sia la direttrice che i 4 ingegneri. La Solvay è stata chiamata ad agire subito poiché vi è la paura di essere di fronte ad una Ilva toscana. Per i pm, infatti c'erano punti di rilascio sconosciuti all'Arpat, agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, i fanghi erano annacquati per diluire la concentrazione.
La società ha chiesto di patteggiare, ma la Procura ha posto precise condizioni: risanamento e fine delle violazioni. L’ultima scadenza per la Solvay è il 2015: se non sarà tutto ok, potrebbero scattare i sequestri.
Aspettando ulteriori sviluppi, Zaccagnini ha così chiamato in causa il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ed il Ministero della Salute - con l'interpellanza nella quale sottolinea che "la Solvay, gettando in mare gli scarti di fabbrica, ha reso la zona di Rosignano-Vada in Toscana un luogo ai limiti della fantascienza. Il mare azzurro turchese e la spiaggia bianca candida richiamano un paesaggio tropicale e una visione paradisiaca che però nascondono un inferno malato. È un paradiso artificiale che non può portare alcun beneficio a coloro che lo frequentano. La natura è stata infatti sottomessa dal profitto economico, che l'ha spremuta fino all'ultima goccia. Secondo le testimonianze di chi vive in questa realtà, la gente sempre più spesso muore di cancro. I cartelli con scritto Divieto di balneazione sono stati rimossi di recente dai gestori degli stabilimenti balneari”.
Zaccagnini pone richieste precise ai ministri competenti:
1) realizzare un'indagine epidemiologica, a cura di un organismo pubblico autorevole e a carico della stessa Solvay, per stabilire gli eventuali rapporti tra le patologie e i decessi avvenuti sul territorio e le emissioni inquinanti della fabbrica, con la correlazione tra inquinanti conosciuti e patologie;
2) intervento d'urgenza per quantomeno bloccare i danni all'ambiente e alle persone prodotti dalla lavorazione;
3) avvertire la popolazione dello scarico in mare di tali sostanze, prevedendo inoltre che le spiagge bianche vengano interdette alla frequentazione per almeno 1 chilometro a nord e a 2 chilometri a sud dalla foce dello scarico;
4) chiusura dello scarico a mare entro non oltre 4 anni, anche se depurato dagli inquinanti denunciati;
5) obbligo per lo stabilimento di dotarsi di un impianto a circuito chiuso dell'acqua, con la possibilità di utilizzare solo l'acqua in entrata in mare;
6) rimborso dei lavoratori posti in Cassa integrazione (da dicembre 2011 a maggio 2012) nel caso fosse riconosciuta la strumentalità dell'iniziativa Solvay;
7) prevedere, nell'accordo di programma che è in corso di definizione presso la regione Toscana, un dissalatore a carico di Solvay, da cui la multinazionale ricavi acqua e sale lasciando l'acqua dolce alla popolazione;
8) spostamento del serbatoio di etilene ad alto rischio dall'area archeologica di Vada prevedendo per lo stesso una diversa collocazione.
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