mercoledì 17 luglio 2013

PROCESSO SOLVAY: UDIENZA DEL 17 LUGLIO


L'udienza odierna - l'ultima prima della pausa estiva - si apre alle ore 9:45 con la produzione, da parte del pm Riccardo Ghio, di un allegato alla relazione del dottor Cadum, seguita dalla comunicazione della rinuncia all'audizione del brigadiere Ricciardi poiché è a conoscenza dei medesimi fatti precedentemente riferiti dal teste Ammirati; subito appresso inizia l'ascolto dei testimoni odierni, con cui si conclude la lista del pm.
Il primo è il dottor Giuseppe Bezzani - ct della Procura - che ha provveduto, in qualità di esperto informatico, all'estrazione dei dati dai computer sequestrati nella sede Solvay di Spinetta Marengo: il teste riferisce circa lo svolgimento della sua consulenza, depositata il 29 ottobre 2008.
A seguire il pm chiede che la Corte disponga il dissequestro dei dati in questione, la loro restituzione all'avente diritto (il legale rappresentante della società), e l'autorizzazione alla cancellazione degli stessi dal computer del Bezzani in modo da liberarne parte della memoria; la presidente - Sandra Casacci - acconsente, in quanto tutta la documentazione lì presente è stata prodotta.
Esaurito il primo testimone, è la volta di Pierfranco Robotti, direttore della Direzione di pianificazione esecutiva della Divisione ambiente del Comune di Alessandria; questi spiega alla Corte l'andamento della Conferenza dei servizi nei periodi di cui è a conoscenza diretta: dal 2005 al 2007, e dal 1° gennaio 2009 ad oggi.
La parte interessante della deposizione è rappresentata dalle risposte alle domande dell'avvocato difensore Santa Maria, che cerca di metterlo in difficoltà tornando sulla questione del rifiuto da parte degli Enti Locali di procedere alla messa in sicurezza d'emergenza del sito, per procedere con l'approvazione successiva di una procedura di bonifica; il dottor Robotti risponde a tono - anche alzando la voce, visto che il servo fa finta di non capire - che "la messa in sicurezza d'emergenza non ha bisogno di essere approvata: la fa l'azienda come e quando vuole".
A seguire tocca a Maria Antonietta Brezzi, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica dell'Asl di Alessandria; costei espone i criteri ed i metodi scelti - che corrispondono a quelli più restrittivi, a salvaguardia della salute della popolazione - per effettuare le analisi delle acque della falda sottostante lo stabilimento e stabilirne la potabilità.
Successivamente tiene testa alle pretestuose domande dell'avvocato Bolognesi che cerca in tutti i modi di metterla in cattiva luce agli occhi della Corte sottolineandone la incoerenza tra le sue convinzioni - scritte su documenti ufficiali - dell'epoca dei fatti e le tesi da lei sostenute attualmente.
Dopo una pausa di circa venticinque minuti, alle ore 12:10 riprende la seduta con l'audizione del professor Antonio Di Molfetta, docente di Ingegneria degli acquiferi presso il Politecnico di Torino; il suo studio, nel 1997, si occupò della pratica inerente la richiesta - da parte di Ausimont - di utilizzo delle acque della falda per uso domestico: riferisce che le analisi venivano effettuate sulla base dei dati forniti da Ausimont, mentre le prove del sistema di pompaggio non furono effettuate per mancanza di tempo, in quanto l'incarico durava un mese soltanto.
Mi si consenta di nutrire qualche dubbio sui risultati raggiunti, vista l'approssimazione con il quale è stato svolto il lavoro affidatogli: questo anche alla luce del fatto che le risultanze attestano che i parametri, relativi ai veleni presenti nelle acque, erano tali da non rappresentare pericolo per l'incolumità pubblica.
Per concludere la giornata, viene chiamato a testimoniare il dottor ingegner Mauro Molinari: prima che inizi l'interrogatorio, la difesa Boncoraglio chiede alla Corte di valutare se non sia il caso di ascoltarlo in regime ex articoli 197 bis e 210 cpp perché risulta imputato in un processo connesso - a Bussi (Pe) - e le sue dichiarazioni, nei due procedimenti, potrebbero essere inficiate una dall'altra; per parte sua, il pm esclude qualsiasi connessione di prova tra i due processi, come peraltro rilevato anche dalla stessa Giuria poco prima, non ammettendo una domanda che riguardava la vicenda Bussi "perché l'argomento non si trova nei temi di prova".
La Corte si ritira in Camera di Consiglio, dalla quale esce poco dopo per leggere un'ordinanza in base alla quale respinge le eccezioni perché "le circostanze su cui è chiamato a riferire sono afferenti soltanto al sito di Spinetta Marengo".
Successivamente ha luogo l'interrogatorio dell'ex dipendente Montedison dal 1974 al 1989; nel marzo dell'ultimo anno di lavoro, su incarico della direzione aziendale (la definisce proprio così, non facendo alcun nome), fece delle rilevazioni secondo le quali - a differenza di quanto in precedenza affermato dal Di Molfetta, che aveva sostenuto di aver trovato, nel corso della sua attività per l'Ausimont, uno strato di argilla di circa cinque metri frapposta tra la falda superficiale e quella profonda, così ermeticamente separate - la falda acquifera era unica, non esistendo alcuna divisione netta tra le due.
Alle ore 14:00, esaurita la lista testimoniale del pm, la presidente sospende definitivamente la seduta, aggiornandola a mercoledì diciotto settembre; in quell'occasione - dopo una lunga discussione, e scompaginando il normale iter processuale - inizierà l'ascolto dei testimoni della lista delle difese dei responsabili civili.
Alessandria, 17 luglio 2013

Stefano Ghio - Rete sicurezza Al/Ge

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